Reazione a catena
di
Chicken1973
genere
etero
Che avremmo fatto sesso ci speravo proprio. E non perché è domenica mattina, grazie a Dio. Ma perché, distesi a letto con mia moglie, classica posizione del cucchiaio, le gambe intrecciate mentre lei guarda una serie sull’iPad, avevamo appena sentito nostro figlio gridarci dal piano di sopra un “Io vado, torno a pranzo!” e la porta di casa sbattere subito dopo.
Il che significava che eravamo da soli, finalmente.
E già mi immaginavo che le avrei fatto un ditalino.
Perché il piano era chiaro.
Lei che mi domanda: “Cosa fai?”
Io che le rispondo: “Leggo”
“Cosa?”
“Le solite cose….”
“….”
“Ti va se ti leggo ad alta voce?”
“Certo, vai…”
“Ma stai ancora guardando la serie…”
“Sono una donna, sono multitasking…”
(ok, questa è un po’ complessa da spiegare, ma diciamo che mi son concesso una licenza poetica per motivi miei, che la signora non aveva esattamente usato il termine “multitasking”, ma bensì mi aveva risposto “sono una donna, posso fare più cose contemporaneamente”)
E quindi inizio a leggere.
“Missione Compiuta
Che avremmo fatto sesso lo davo per scontato. E non perché è sabato, grazie a Dio. Ma perché ci piace battezzare i letti degli alberghi. Non avrei detto, però, che mi sarei fatta fare un ditalino nella spa.”(1)
etc. etc. tralascio il proseguo che credo a qualcuno sia familiare.
Quello che succede, ovviamente, è che ad un certo punto mia moglie mi prende una mano e se la mette nel pantalone del pigiama, e la trovo già umidiccia. E le strappo un sospiro quando il mio medio scorre lungo tutta la sua carne fino a giungere al clitoride.
Ed io continuo a leggere, mentre lei sembra proprio ascoltarmi con attenzione. Mentre al solito, il mio batacchio, là sotto, non dà segni di vita. Probabilmente perché sono maschio.
Ok, odio le semplificazioni e ci tengo a sottolineare che vanto anche io una certa capacità di multitasking, nonostante gli stereotipi di genere, sviluppata in 12 anni di negoziazioni di contratti, con tutti i dipartimenti del cliente e dell’azienda che ti bombardano di informazioni mentre tu cerchi di non farti inculare dall’avvocato della controparte. Capacità sicuramente anche aiutata dalla mia neurodivergenza.
E quindi, leggere un racconto + ditalino fatto con coscienza non è un problema.
Ma leggere un racconto + ditalino fatto con coscienza + erezione proprio non ce la faccio. Biasimatemi, tks.
Ma taglio corto, che già sto diventando inutilmente prolisso.
E mi concentrerò sui dettagli, sperando di non risultare concitato.
Per qualche motivo, la signora Chicken trova “stupido” il riferimento al calippo. Avevo notato una sua reazione alla frase: “Per cui nella grotta ci scendo con il pensiero di due tipe che prima si divertono a leccare un calippo e poi si divertono tra loro.” Speravo fosse per un brivido davanti alla prospettiva del sesso lesbico; scopro invece è un moto di disappunto giudicante in merito al gelato.
Mia moglie ha una strana testa. E metri di giudizio sulla letteratura erotica che trovo discutibili (già ne parlai in passato). Ma altrimenti non mi avrebbe sposato.
Nel frattempo, terminata la lettura, regalo a tutti e due la mia erezione togliendole il pantalone del pigiama e lasciandola supina a gambe larghe, io in ginocchio in mezzo alle sue cosce aperte a masturbarmi. E da lì le cose si faranno più facili.
Le chiederò cosa le è piaciuto del racconto e lei menzionerà l’idea del ditalino in vasca, e ripasseremo alcune delle nostre vacanze.
Lei si concentrerà su un dettaglio (altra buffa coincidenza), dicendomi: “io non mi farò mai venire in faccia, ma sono venuta sulla tua faccia più di una volta”
Mi chiederà cosa mi è piaciuto del racconto e anche io le menzionerò l’idea del ditalino in vasca, ma anche l’ironia e l’umorismo del tono generale del racconto, inclusa la descrizione della famelica voracità che lascia spiazzati i camerieri.
Mi farà un principio di pompino, che apprezzerò, vorrà che mi guardi nello specchio mentre si dedica a quello. Ma niente, ai primi segnali di sperma si ritira, che proprio… niente… It’s not her cup of tea.
Io credo che stavolta sarei venuto così, i segnali c’erano tutti, ma dopo un po’, nonostante la signora abbia sostituito al pompino un gustoso “doggy style” (o, come diceva quella stand-up comedian che incrociai qualche giorno fa, “Hound’s way”) come un classico dei miei racconti, l’erezione mi abbandona.
Stavolta però, come ci siam detti giorni fa, non ne facciamo un problema. Ed io mi dedico a leccargliela, che ce lo meritiamo tutti e due, che il periodo è veramente complesso, nonostante le difficoltà che questa matura coppia s’è messa alle spalle.
E la signora apprezza e non chiede nulla su quella erezione che è forse andata a preparare il caffè al piano di sopra in attesa che terminiamo. E la signora mi chiederebbe anche un dito nel culo, ma ho la sensazione lo faccia più per me che, ho proprio l’impressione, non è pronta e non sarà pronta nel tempo in cui la farò venire.
Io mi godrò la stupenda sensazione della sua vagina che si impossessa nella mia faccia quando, abbandonando per un attimo il suo clitoride, lascio scivolare il naso lungo tutta la fessura bagnaticcia, ritrovandomi il viso umido.
E lei dopo un po’ verrà.
Girandosi poi di fianco.
Rimanendo a riposare per un po’.
Seminuda.
Non trattengo un bacio stampato sulle sue burrose chiappe e le chiedo a bassa voce: “vado a fare il caffè?”
Mi risponderà “mmm… mmm…” che abbiamo comprato una Bialetti nuova qualche giorno fa.
E il caffè lo fa proprio bene.
Diciamocelo, la signora potrebbe anche aver finto l’orgasmo.
Per la mia solita sindrome, è una possibilità che non escludo mai.
Ma il sesso fatto così a me piace lo stesso, al netto degli orgasmi.
E credo ci faccia comunque bene.
Come il caffè dalla Bialetti nuova.
+++
(1) Riot Running, Missione Compiuta. Roma: Erotici Racconti 03-03-2025: 1-3
Il che significava che eravamo da soli, finalmente.
E già mi immaginavo che le avrei fatto un ditalino.
Perché il piano era chiaro.
Lei che mi domanda: “Cosa fai?”
Io che le rispondo: “Leggo”
“Cosa?”
“Le solite cose….”
“….”
“Ti va se ti leggo ad alta voce?”
“Certo, vai…”
“Ma stai ancora guardando la serie…”
“Sono una donna, sono multitasking…”
(ok, questa è un po’ complessa da spiegare, ma diciamo che mi son concesso una licenza poetica per motivi miei, che la signora non aveva esattamente usato il termine “multitasking”, ma bensì mi aveva risposto “sono una donna, posso fare più cose contemporaneamente”)
E quindi inizio a leggere.
“Missione Compiuta
Che avremmo fatto sesso lo davo per scontato. E non perché è sabato, grazie a Dio. Ma perché ci piace battezzare i letti degli alberghi. Non avrei detto, però, che mi sarei fatta fare un ditalino nella spa.”(1)
etc. etc. tralascio il proseguo che credo a qualcuno sia familiare.
Quello che succede, ovviamente, è che ad un certo punto mia moglie mi prende una mano e se la mette nel pantalone del pigiama, e la trovo già umidiccia. E le strappo un sospiro quando il mio medio scorre lungo tutta la sua carne fino a giungere al clitoride.
Ed io continuo a leggere, mentre lei sembra proprio ascoltarmi con attenzione. Mentre al solito, il mio batacchio, là sotto, non dà segni di vita. Probabilmente perché sono maschio.
Ok, odio le semplificazioni e ci tengo a sottolineare che vanto anche io una certa capacità di multitasking, nonostante gli stereotipi di genere, sviluppata in 12 anni di negoziazioni di contratti, con tutti i dipartimenti del cliente e dell’azienda che ti bombardano di informazioni mentre tu cerchi di non farti inculare dall’avvocato della controparte. Capacità sicuramente anche aiutata dalla mia neurodivergenza.
E quindi, leggere un racconto + ditalino fatto con coscienza non è un problema.
Ma leggere un racconto + ditalino fatto con coscienza + erezione proprio non ce la faccio. Biasimatemi, tks.
Ma taglio corto, che già sto diventando inutilmente prolisso.
E mi concentrerò sui dettagli, sperando di non risultare concitato.
Per qualche motivo, la signora Chicken trova “stupido” il riferimento al calippo. Avevo notato una sua reazione alla frase: “Per cui nella grotta ci scendo con il pensiero di due tipe che prima si divertono a leccare un calippo e poi si divertono tra loro.” Speravo fosse per un brivido davanti alla prospettiva del sesso lesbico; scopro invece è un moto di disappunto giudicante in merito al gelato.
Mia moglie ha una strana testa. E metri di giudizio sulla letteratura erotica che trovo discutibili (già ne parlai in passato). Ma altrimenti non mi avrebbe sposato.
Nel frattempo, terminata la lettura, regalo a tutti e due la mia erezione togliendole il pantalone del pigiama e lasciandola supina a gambe larghe, io in ginocchio in mezzo alle sue cosce aperte a masturbarmi. E da lì le cose si faranno più facili.
Le chiederò cosa le è piaciuto del racconto e lei menzionerà l’idea del ditalino in vasca, e ripasseremo alcune delle nostre vacanze.
Lei si concentrerà su un dettaglio (altra buffa coincidenza), dicendomi: “io non mi farò mai venire in faccia, ma sono venuta sulla tua faccia più di una volta”
Mi chiederà cosa mi è piaciuto del racconto e anche io le menzionerò l’idea del ditalino in vasca, ma anche l’ironia e l’umorismo del tono generale del racconto, inclusa la descrizione della famelica voracità che lascia spiazzati i camerieri.
Mi farà un principio di pompino, che apprezzerò, vorrà che mi guardi nello specchio mentre si dedica a quello. Ma niente, ai primi segnali di sperma si ritira, che proprio… niente… It’s not her cup of tea.
Io credo che stavolta sarei venuto così, i segnali c’erano tutti, ma dopo un po’, nonostante la signora abbia sostituito al pompino un gustoso “doggy style” (o, come diceva quella stand-up comedian che incrociai qualche giorno fa, “Hound’s way”) come un classico dei miei racconti, l’erezione mi abbandona.
Stavolta però, come ci siam detti giorni fa, non ne facciamo un problema. Ed io mi dedico a leccargliela, che ce lo meritiamo tutti e due, che il periodo è veramente complesso, nonostante le difficoltà che questa matura coppia s’è messa alle spalle.
E la signora apprezza e non chiede nulla su quella erezione che è forse andata a preparare il caffè al piano di sopra in attesa che terminiamo. E la signora mi chiederebbe anche un dito nel culo, ma ho la sensazione lo faccia più per me che, ho proprio l’impressione, non è pronta e non sarà pronta nel tempo in cui la farò venire.
Io mi godrò la stupenda sensazione della sua vagina che si impossessa nella mia faccia quando, abbandonando per un attimo il suo clitoride, lascio scivolare il naso lungo tutta la fessura bagnaticcia, ritrovandomi il viso umido.
E lei dopo un po’ verrà.
Girandosi poi di fianco.
Rimanendo a riposare per un po’.
Seminuda.
Non trattengo un bacio stampato sulle sue burrose chiappe e le chiedo a bassa voce: “vado a fare il caffè?”
Mi risponderà “mmm… mmm…” che abbiamo comprato una Bialetti nuova qualche giorno fa.
E il caffè lo fa proprio bene.
Diciamocelo, la signora potrebbe anche aver finto l’orgasmo.
Per la mia solita sindrome, è una possibilità che non escludo mai.
Ma il sesso fatto così a me piace lo stesso, al netto degli orgasmi.
E credo ci faccia comunque bene.
Come il caffè dalla Bialetti nuova.
+++
(1) Riot Running, Missione Compiuta. Roma: Erotici Racconti 03-03-2025: 1-3
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6.9
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