Menopausa bollente
di
oedipus
genere
tradimenti
Menopausa bollente
La settimana è finita, torno a casa all’ora di cena, dopo una ennesima giornata di lavoro stressante. Sono davvero stanco, mia moglie Lidia invece mi accoglie con la sua solita verve:
- Ciao amore, bentornato… com’è andata oggi?
Rispondo con aria scoglionata:
- E come vuoi che sia andata? … Come sempre, solita routine, solite rotture di coglioni… Piuttosto, i ragazzi?
- Sono con i cugini ad una festa di compleanno di un loro amico. Torneranno tardi. Ma tu non ti preoccupare, li aspetto io.
Ceniamo, mia moglie mi annega di parole che non ascolto, non vedo l’ora di andare a letto. A fine cena lei mi dice:
- Povero caro, sei proprio stanco! va bene, domani è sabato e puoi restare a riposare. A fare spese esco da sola, non ti preoccupare.
Arriva la mattina dopo, alle dieci e mezza sono ancora a letto, mia moglie non mi ha svegliato ed è già uscita. Finalmente mi alzo, sono seminudo (ho solo i boxer), vado in cucina per la colazione e, con mia somma sorpresa, ci trovo mia suocera Flavia.
Ho come un moto istintivo di pudore per la mia nudità, le chiedo scusa farfugliando qualche monosillabo, lei invece mi sorride:
- Ciao Sergio, ti sei svegliato bene?
Respiro, mi ricompongo un po’:
- Oh sì, grazie … non pensavo di trovarti qua.
- Lo sai che il sabato per me è giornata di ferie. Sono arrivata da poco, non ho trovato Lidia ed ho cominciato a fare qualche pulizia.
Le spiego che mia moglie è uscita per compere e che mi ha lasciato riposare più a lungo. Le chiedo scusa nuovamente per l’abbigliamento succinto e faccio per tornare in camera a rivestirmi, quando lei mi ferma:
- Ma no, Sergio, che dici? Mica dobbiamo formalizzarci tra di noi … stai qui e fai colazione, poi andrai a rivestirti …
Faccio colazione con la premurosa assistenza di mia suocera; mentre sono seduto al tavolo di cucina, lei mi passa spesso davanti, mi sorride con aria un po’ materna, ma mi accorgo che, nonostante l’età egli acciacchi, mia suocera è una donna ancora degna di attenzione: matronale, giunonica, abbondante ma soda nei punti forti della femminilità, ossia nelle tette e nelle chiappe.
58 anni, insegnante di scuola media vicina alla pensione, mia suocera Flavia vive con mio suocero Alberto, titolare di una gioielleria in centro; oltre a Lidia ha avuto un altro figlio, Lorenzo, ingegnere, che vive altrove e torna solo un paio di volte all’anno, per cui passa abbastanza del suo tempo libero con mia moglie.
Mia suocera non era mai stato oggetto del mio desiderio, mi bastava ed avanzava la figlia,
che mi spompava ben bene. Ma, non so perché, ora mi soffermo a guardare quelle sue generose rotondità. D’un tratto vedo che si ferma e cade in ginocchio, come stesse per svenire. Oddio! Mi lazo di scatto, mi ricordo in un lampo che Lidia è preoccupata delle crisi ricorrenti di cui la mamma soffre da quando è entrata in menopausa.
La afferro per le spalle e la aiuto ad alzarsi, si tiene a me, le gira la testa, ha qualche conato di vomito. La porto in camera, la sdraio sul letto, lei tiene gli occhi chiusi, poi con un filo di voce mi fa:
- Scusami Sergio, aiutami ad andare in bagno …
La conduco in bagno sorreggendola:
- Apri l’acqua fredda, per piacere.
Mentre apro l’acqua lei inizia a spogliarsi per fare la doccia, ma non ce la fa, si appoggia al lavabo.
- Ti aiuto io, mamma, non ti preoccupare.
Inizio a spogliarla non senza un po’ di disagio, è tutta un bollore, sento che emana calore come quando uno ha la febbre, è tutta arrossata. Ora è nuda, davanti a me, la pelle liscia, lucida, sta sudando, lo spavento per quella crisi subitanea fa passare in second’ordine l’attrazione per quel corpo invitante, la aiuto ad entrare nel box, il getto di acqua fredda la scuote e le ridà energia. Noto che il sollievo che l’acqua le dà sembra addirittura farla godere.
Ora si volta, mi guarda con occhi rasserenati, sta meglio, poi si rende conto che è tutta nuda e grondante di acqua davanti a me; improvvisamente ha come un moto di pudore, le porgo l’accappatoio e lei se lo infila, si avvia nuovamente verso la camera, barcolla ancora un pò, si siede sul letto, la vampata si è attenuata ma non è ancora passata.
Si toglie l’accappatoio, rimane di nuovo nuda davanti a me, mi guarda e cerca di spiegarsi con gli occhi.
- Scusami Sergio, ma mi sento ancora bollire tutta … non posso tenere niente addosso.
- Ma certo, figurati, rilassati, fai tutto quello che devi fare, ti lascio sola.
- No no, ti prego, non mi lasciare, non sto ancora bene, mi gira la testa. Scusa, mi porgi le mie cose...
Si riferisce alle mutande e al reggiseno di pizzo appoggiate su una poltroncina. Le prendo e gliele porgo, si è sdraiata con le gambe aperte, in mezzo si vede bene la sua ficona, umida, luccica come tutto il corpo sudato. Sento che continua ad ansimare, mi avvicino per aiutarla a rimettersi il suo intimo, ma non mi accorgo che nel frattempo, passato lo spavento, si è ridestato il mio interesse per la sua femminilità, e si vede. I boxer sono tesi sotto la pressione dell’uccello che smania di uscire allo scoperto. E mia suocera resta incredula, con gli occhi sbarrati, a scrutare quel rigonfiamento che minaccia di esplodere.
- Oddio! ma non mi vorrai mica dire che….
Cerco un po’ maldestramente di passare una mano sopra i boxer, ma non posso negare l’evidenza:
- Scusa mamma, mi vergogno di questo, ma ti prego di credermi che è una cosa del tutto involontaria… sai, ti ho visto nuda e lui ha fatto tutto il resto da solo ...
Mia suocera sospira con aria soddisfatta:
- Sergio, sono lusingata … non pensavo proprio di fare ancora questo effetto su un uomo giovane come te ...
- Perdonami, sono mortificato … anche perché non mi sarei mai permesso di mancarti di rispetto. Se non ti dispiace, vado di là e vedo di calmarmi
- Ma dove vai? no, resta qui, ti prego, aiutami a rivestirmi.
Lei tira su il busto, si siede sul letto girandosi verso di me, continua a guardare il mio gonfiore, poi mi fa segno di infilarle le mutande. Mi chino per infilarle le mutande ai piedi, il mio viso ora è proprio lì davanti alla sua fica umida, ne sento l’odore intenso, il cazzo si inturgidisce ancora di più e mi fa male. Alzo lo sguardo e vedo lei che chiude gli occhi, la testa all’indietro, naso all’insù, mentre io la sfioro per risalirle le gambe con le mutande, sento che inizia a gemere:
- Oddio! non mi toccare così, non ce la faccio più...
Mi fermo, la guardo, lei abbassa la testa, mi prende la testa con le mani, mi stringe i capelli e mi tira a sé, schiacciando le sue tettone nude contro il mio petto villoso. Che brividi!
- Non ce la faccio più … queste crisi mi stanno distruggendo… aaahhh non ce la faccio più
E intanto inizia a baciarmi il collo e a sospirare nel mio orecchio, si trattiene con un evidente sforzo di volontà.
- Scusami, scusami, mi sto lasciando andare. Oh devo smettere, non possiamo … no, non con te ...
Ma anch’io non ne posso più, la mia resistenza è al limite, il cazzo mi fa troppo male; abbasso il boxer, le prendo la mano e la metto sul cazzo. Lei lo tocca, lo afferra e lo strizza.
- Oddio, com’è duro! com’è gonfio! e come fai a tenerlo così! questo scoppia!!
Si lascia cadere sul letto, io mi distendo sopra di lei, sono arrapatissimo, la passione ci assale, ci muoviamo freneticamente, le prendo le gambe sotto alle ginocchia, le alzo e le mando in avanti appoggiando i suoi polpacci alle mie spalle, in questa posizione le si apre la fica e le si alza il culo dal materasso, la punto nella ficona.
- Oohhh sìì … è una follia ma non ci possiamo fare niente … su, vienimi dentro, ti prego!
Appoggio la cappella all’entrata della vagina già abbondantemente unta, il cazzo scivola dentro che è un piacere, fino in fondo. Inizio a pompare su e giù, poche volte, poi già se ne viene, sbrodola, urla, è in estasi, rallento per allungare il piacere e ritardare la sborrata.
Mia suocera orgasma come un fiume in piena:
- Oddio, come godooo… non ti fermare, dai, Sergio. Dai un po’ di sollievo alla tua suocera sìì ancora, di più, daiii…
Ora capivo di chi era figlia la porca di Lidia: tale madre, tale figlia! Sarà stata la menopausa, sarà stato il lungo digiuno, ma quella donna aveva una carica sessuale esplosiva, era una idrovora.
Mi rimetto a pompare bene, in profondità e poi tutto fuori, poi di colpo tutto dentro, ancora pochi minuti e via, un’altra esplosione, un altro orgasmo. Penso che sia soddisfatta, mi aspetto che rifiati, e invece:
- Ancora, ti prego, ancora …. Sono tutta un fuoco, Sergio spegnimelo, ti prego!
Mi rimetto giù con impegno e lei lascia andare ogni freno:
- Sì così, bravo, sì… scopami, dai, sbattimi… falla godere questa vecchia troia… così, oddio, sììì...
La menopausa rendeva mia suocera irriconoscibile. Mai avrei pensato potesse trasformarsi in una troia scatenata, del resto mai nessuna donna me ne aveva dette tante così tutte insieme.
La pompo ancora un pò accompagnato da quei rumori inconfondibili che facevano le mie palle sbattendo sul suo perineo e sul culo fradicio di liquido colante. Estraggo lo spadone ricoperto di crema, faccio per ributtarlo tutto dentro di colpo, ma sbaglio la mira e la cappella scivola verso il culo; mi fermo appena all’entrata, lei mi guarda e mi fa:
- Non ti preoccupare, caro, puoi entrare anche lì. Solo, ti prego, fai piano, perché sono anni e anni che non c’è entrato nulla.
Sono allibito, la suocera mi concede senza battere ciglio persino il culo! Lo punto, entra bene e scivola ancora meglio, lubrificato com’è dai liquidi vaginali della porcona, che non si placa:
- Ahh sìì… mamma mia come godo! che bello! sì amore della mamma, fammi il culo! sì rompimelo!
Incoraggiato in tal modo la trivello senza riguardi, ma l’attrito nel canale aumenta e avverto che non posso resistere ulteriormente:
- Che culone magnifico che hai, mamma! sìì, oggi te lo spacco … sì, ora ti riempio le budella… aaahh sìì vengo!!
Le riempio il culo e mi accascio su di lei. Sudati, ansimiamo entrambi, lei è venuta almeno tre volte, io una sola, ma la mia sborrata vale per tre. Mi abbraccia e mi stringe al suo corpo avvolgente:
- Grazie, ora mi sento molto meglio. Scusami, non vorrei che mi giudicassi male… sai, la menopausa...
- Scusami anche tu se sono stato un po’ violento
- No no tesoro, è la cura che ci vuole in questi casi. Grazie ancora.
La settimana è finita, torno a casa all’ora di cena, dopo una ennesima giornata di lavoro stressante. Sono davvero stanco, mia moglie Lidia invece mi accoglie con la sua solita verve:
- Ciao amore, bentornato… com’è andata oggi?
Rispondo con aria scoglionata:
- E come vuoi che sia andata? … Come sempre, solita routine, solite rotture di coglioni… Piuttosto, i ragazzi?
- Sono con i cugini ad una festa di compleanno di un loro amico. Torneranno tardi. Ma tu non ti preoccupare, li aspetto io.
Ceniamo, mia moglie mi annega di parole che non ascolto, non vedo l’ora di andare a letto. A fine cena lei mi dice:
- Povero caro, sei proprio stanco! va bene, domani è sabato e puoi restare a riposare. A fare spese esco da sola, non ti preoccupare.
Arriva la mattina dopo, alle dieci e mezza sono ancora a letto, mia moglie non mi ha svegliato ed è già uscita. Finalmente mi alzo, sono seminudo (ho solo i boxer), vado in cucina per la colazione e, con mia somma sorpresa, ci trovo mia suocera Flavia.
Ho come un moto istintivo di pudore per la mia nudità, le chiedo scusa farfugliando qualche monosillabo, lei invece mi sorride:
- Ciao Sergio, ti sei svegliato bene?
Respiro, mi ricompongo un po’:
- Oh sì, grazie … non pensavo di trovarti qua.
- Lo sai che il sabato per me è giornata di ferie. Sono arrivata da poco, non ho trovato Lidia ed ho cominciato a fare qualche pulizia.
Le spiego che mia moglie è uscita per compere e che mi ha lasciato riposare più a lungo. Le chiedo scusa nuovamente per l’abbigliamento succinto e faccio per tornare in camera a rivestirmi, quando lei mi ferma:
- Ma no, Sergio, che dici? Mica dobbiamo formalizzarci tra di noi … stai qui e fai colazione, poi andrai a rivestirti …
Faccio colazione con la premurosa assistenza di mia suocera; mentre sono seduto al tavolo di cucina, lei mi passa spesso davanti, mi sorride con aria un po’ materna, ma mi accorgo che, nonostante l’età egli acciacchi, mia suocera è una donna ancora degna di attenzione: matronale, giunonica, abbondante ma soda nei punti forti della femminilità, ossia nelle tette e nelle chiappe.
58 anni, insegnante di scuola media vicina alla pensione, mia suocera Flavia vive con mio suocero Alberto, titolare di una gioielleria in centro; oltre a Lidia ha avuto un altro figlio, Lorenzo, ingegnere, che vive altrove e torna solo un paio di volte all’anno, per cui passa abbastanza del suo tempo libero con mia moglie.
Mia suocera non era mai stato oggetto del mio desiderio, mi bastava ed avanzava la figlia,
che mi spompava ben bene. Ma, non so perché, ora mi soffermo a guardare quelle sue generose rotondità. D’un tratto vedo che si ferma e cade in ginocchio, come stesse per svenire. Oddio! Mi lazo di scatto, mi ricordo in un lampo che Lidia è preoccupata delle crisi ricorrenti di cui la mamma soffre da quando è entrata in menopausa.
La afferro per le spalle e la aiuto ad alzarsi, si tiene a me, le gira la testa, ha qualche conato di vomito. La porto in camera, la sdraio sul letto, lei tiene gli occhi chiusi, poi con un filo di voce mi fa:
- Scusami Sergio, aiutami ad andare in bagno …
La conduco in bagno sorreggendola:
- Apri l’acqua fredda, per piacere.
Mentre apro l’acqua lei inizia a spogliarsi per fare la doccia, ma non ce la fa, si appoggia al lavabo.
- Ti aiuto io, mamma, non ti preoccupare.
Inizio a spogliarla non senza un po’ di disagio, è tutta un bollore, sento che emana calore come quando uno ha la febbre, è tutta arrossata. Ora è nuda, davanti a me, la pelle liscia, lucida, sta sudando, lo spavento per quella crisi subitanea fa passare in second’ordine l’attrazione per quel corpo invitante, la aiuto ad entrare nel box, il getto di acqua fredda la scuote e le ridà energia. Noto che il sollievo che l’acqua le dà sembra addirittura farla godere.
Ora si volta, mi guarda con occhi rasserenati, sta meglio, poi si rende conto che è tutta nuda e grondante di acqua davanti a me; improvvisamente ha come un moto di pudore, le porgo l’accappatoio e lei se lo infila, si avvia nuovamente verso la camera, barcolla ancora un pò, si siede sul letto, la vampata si è attenuata ma non è ancora passata.
Si toglie l’accappatoio, rimane di nuovo nuda davanti a me, mi guarda e cerca di spiegarsi con gli occhi.
- Scusami Sergio, ma mi sento ancora bollire tutta … non posso tenere niente addosso.
- Ma certo, figurati, rilassati, fai tutto quello che devi fare, ti lascio sola.
- No no, ti prego, non mi lasciare, non sto ancora bene, mi gira la testa. Scusa, mi porgi le mie cose...
Si riferisce alle mutande e al reggiseno di pizzo appoggiate su una poltroncina. Le prendo e gliele porgo, si è sdraiata con le gambe aperte, in mezzo si vede bene la sua ficona, umida, luccica come tutto il corpo sudato. Sento che continua ad ansimare, mi avvicino per aiutarla a rimettersi il suo intimo, ma non mi accorgo che nel frattempo, passato lo spavento, si è ridestato il mio interesse per la sua femminilità, e si vede. I boxer sono tesi sotto la pressione dell’uccello che smania di uscire allo scoperto. E mia suocera resta incredula, con gli occhi sbarrati, a scrutare quel rigonfiamento che minaccia di esplodere.
- Oddio! ma non mi vorrai mica dire che….
Cerco un po’ maldestramente di passare una mano sopra i boxer, ma non posso negare l’evidenza:
- Scusa mamma, mi vergogno di questo, ma ti prego di credermi che è una cosa del tutto involontaria… sai, ti ho visto nuda e lui ha fatto tutto il resto da solo ...
Mia suocera sospira con aria soddisfatta:
- Sergio, sono lusingata … non pensavo proprio di fare ancora questo effetto su un uomo giovane come te ...
- Perdonami, sono mortificato … anche perché non mi sarei mai permesso di mancarti di rispetto. Se non ti dispiace, vado di là e vedo di calmarmi
- Ma dove vai? no, resta qui, ti prego, aiutami a rivestirmi.
Lei tira su il busto, si siede sul letto girandosi verso di me, continua a guardare il mio gonfiore, poi mi fa segno di infilarle le mutande. Mi chino per infilarle le mutande ai piedi, il mio viso ora è proprio lì davanti alla sua fica umida, ne sento l’odore intenso, il cazzo si inturgidisce ancora di più e mi fa male. Alzo lo sguardo e vedo lei che chiude gli occhi, la testa all’indietro, naso all’insù, mentre io la sfioro per risalirle le gambe con le mutande, sento che inizia a gemere:
- Oddio! non mi toccare così, non ce la faccio più...
Mi fermo, la guardo, lei abbassa la testa, mi prende la testa con le mani, mi stringe i capelli e mi tira a sé, schiacciando le sue tettone nude contro il mio petto villoso. Che brividi!
- Non ce la faccio più … queste crisi mi stanno distruggendo… aaahhh non ce la faccio più
E intanto inizia a baciarmi il collo e a sospirare nel mio orecchio, si trattiene con un evidente sforzo di volontà.
- Scusami, scusami, mi sto lasciando andare. Oh devo smettere, non possiamo … no, non con te ...
Ma anch’io non ne posso più, la mia resistenza è al limite, il cazzo mi fa troppo male; abbasso il boxer, le prendo la mano e la metto sul cazzo. Lei lo tocca, lo afferra e lo strizza.
- Oddio, com’è duro! com’è gonfio! e come fai a tenerlo così! questo scoppia!!
Si lascia cadere sul letto, io mi distendo sopra di lei, sono arrapatissimo, la passione ci assale, ci muoviamo freneticamente, le prendo le gambe sotto alle ginocchia, le alzo e le mando in avanti appoggiando i suoi polpacci alle mie spalle, in questa posizione le si apre la fica e le si alza il culo dal materasso, la punto nella ficona.
- Oohhh sìì … è una follia ma non ci possiamo fare niente … su, vienimi dentro, ti prego!
Appoggio la cappella all’entrata della vagina già abbondantemente unta, il cazzo scivola dentro che è un piacere, fino in fondo. Inizio a pompare su e giù, poche volte, poi già se ne viene, sbrodola, urla, è in estasi, rallento per allungare il piacere e ritardare la sborrata.
Mia suocera orgasma come un fiume in piena:
- Oddio, come godooo… non ti fermare, dai, Sergio. Dai un po’ di sollievo alla tua suocera sìì ancora, di più, daiii…
Ora capivo di chi era figlia la porca di Lidia: tale madre, tale figlia! Sarà stata la menopausa, sarà stato il lungo digiuno, ma quella donna aveva una carica sessuale esplosiva, era una idrovora.
Mi rimetto a pompare bene, in profondità e poi tutto fuori, poi di colpo tutto dentro, ancora pochi minuti e via, un’altra esplosione, un altro orgasmo. Penso che sia soddisfatta, mi aspetto che rifiati, e invece:
- Ancora, ti prego, ancora …. Sono tutta un fuoco, Sergio spegnimelo, ti prego!
Mi rimetto giù con impegno e lei lascia andare ogni freno:
- Sì così, bravo, sì… scopami, dai, sbattimi… falla godere questa vecchia troia… così, oddio, sììì...
La menopausa rendeva mia suocera irriconoscibile. Mai avrei pensato potesse trasformarsi in una troia scatenata, del resto mai nessuna donna me ne aveva dette tante così tutte insieme.
La pompo ancora un pò accompagnato da quei rumori inconfondibili che facevano le mie palle sbattendo sul suo perineo e sul culo fradicio di liquido colante. Estraggo lo spadone ricoperto di crema, faccio per ributtarlo tutto dentro di colpo, ma sbaglio la mira e la cappella scivola verso il culo; mi fermo appena all’entrata, lei mi guarda e mi fa:
- Non ti preoccupare, caro, puoi entrare anche lì. Solo, ti prego, fai piano, perché sono anni e anni che non c’è entrato nulla.
Sono allibito, la suocera mi concede senza battere ciglio persino il culo! Lo punto, entra bene e scivola ancora meglio, lubrificato com’è dai liquidi vaginali della porcona, che non si placa:
- Ahh sìì… mamma mia come godo! che bello! sì amore della mamma, fammi il culo! sì rompimelo!
Incoraggiato in tal modo la trivello senza riguardi, ma l’attrito nel canale aumenta e avverto che non posso resistere ulteriormente:
- Che culone magnifico che hai, mamma! sìì, oggi te lo spacco … sì, ora ti riempio le budella… aaahh sìì vengo!!
Le riempio il culo e mi accascio su di lei. Sudati, ansimiamo entrambi, lei è venuta almeno tre volte, io una sola, ma la mia sborrata vale per tre. Mi abbraccia e mi stringe al suo corpo avvolgente:
- Grazie, ora mi sento molto meglio. Scusami, non vorrei che mi giudicassi male… sai, la menopausa...
- Scusami anche tu se sono stato un po’ violento
- No no tesoro, è la cura che ci vuole in questi casi. Grazie ancora.
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