Mozzoxciurma arrapata (5° parte)
di
Mimi
genere
gay
Quel pomeriggio ero troppo nervoso e dovevo per forza assecondare i loro desideri sessuali, e con un pretesto verso le 16 dissi: a mia madre che andavo al cinema e facevo tardi. E uscito da casa vado all'appuntamento dove mi stava aspettando il negro che ma fottuto il culo la prima volta, e lui come niente fosse si incammina tranquillamente, ed io a testa bassa lo seguo in una strada che costeggia la ferrovia verso una delle zone più malfamate della città. Beh, almeno mi sono rassegnato di essere la loro cagna. Ormai gli camminavo dietro circa una decina di minuti ad una breve distanza da quella figura che mi attirava e spaventava allo stesso tempo, mi venne anche in mente di alzare i tacchi e svignarmela, ma il ricordo delle sue minacce mi frena, per fortuna non passava nessuno per strada ed il tragitto fu abbastanza breve; entrai in una palazzina diroccata di sei piani e senza ascensore, e lui avendo cura di lasciare aperto il portoncino dell'ingresso e poi saliva le scale senza gettare mai lo sguardo indietro sicuro della mia presenza, si ferma al quinto piano apre la porta lasciando sempre accostata e dopo alcuni secondi entrai anch'io con qualche ripensamento, esitavo a salire le scale rendendo conto che in un certo senso ero in trappola. Entrando c'era il salotto con vari tappeti del loro paese, anche se l'appartamento sembrava piccolo e poco arredato, ma praticamente sudicio: un piccolo tinello che fa da cucina con un tavolo e delle sedie e un corridoio che porta verso le stanze da letto dove lui sparisce. Non passa un paio di minuti che un bel negrone in mutande rosse che gli dona benissimo esce da lì e viene verso di me, mi fa un bel sorriso e si siede a gambe larghe su dei cuscini alti del salottino, mostrandomi sfacciatamente la sua buberanza del suo pacco. Era seduto che mi guarda fisso negli occhi, e si accarezzava li davanti a me con fare malizioso. Affascinato al suo modo di fare e senza pensarci su due volte mi tolgo i calzoni e le mutande. Resto in maglietta, col il cazzo strimenzito da fuori, in piedi davanti al negraccio. Lui mi sorrise e con i pollici tira giù il lembo delle mutante, che subito sguscia fuori un bel cazzo di almeno 25 cm forse di più. Una bestia grossa e nera, pulsante e venosa. Uno di quei cazzoni di stamattina belli scappellati e lucidi. "Adesso frocetto prendilo tutto in bocca, e tuo troia!" "Cazzo!, cazzo!, che bella sleppa di cazzo enorme che hai!!" Esclamai con la bocca a pendulo.
Il bel negrone non risponde, anzi mi fà cenno di mettermi in ginocchio fra le sue cosce, non capivo più per quando ero eccitato da accasciarmi sulle sue ginocchia e lo presi in mano quel fuso nero, non vi so dire a che punto era arrivata la mia eccitazione. Il mio cazzo era già duro e il buco del culo fremeva, anzi boccheggiava da sentirlo liquefatto. Lui soddisfatto mi punta in bocca un cazzo grosso, ed io contraccambio ingoiandomelo subito a quella cappella mostruosa da spompinarlo a dovere come una esperta troia. Mi sono attaccato subito e tentavo di ingoiarne il più possibile, anche se a lui gli piace perché lo sento che si indurisce fra le mie labbra e agita il bacino come per scoparmi la bocca. E' così grosso che lo contengo a fatica. Mentre il negro di prima anche lui in mutande si siede su una sedia a guardare, e farsi guardare quel bel cazzone nero che usciva fuori dai bordi delle mutande, ed io non resisto, e lo guardai voglioso tanto che la cappella uscì dalla bocca emettendo un risucchio. Purtroppo la voglia di prenderglielo in bocca era troppa, ma Il negraccio era geloso e con la mano mi afferra i capelli spingendo la mia testa in avanti. Ripresi a leccare la sua cappella famelicamente, la lingua girava intorno all’attaccatura nera e riuscivo a malapena a tenerlo in bocca, con le dita scesi fino alla fine del tronco di carne e afferrai le palle, da contenere a malapena, enormi pelose, cariche di sborra. Preso dalla euforia del pompino gli strizzai forte le palle che lo feci sobbalzare ed lui infuriato inizia a scoparmi in bocca con violenza, anche se io ho pompato come una troia, che ci posso fare, sono vacca! Mi piace il cazzo duro, specialmente quelli dei negri, anche se lui incitava con parole oscene e deliranti: "Dai bocchinara non mi far perdere tempo, ciuccialo meglio, non vedi che non riesci a prenderlo tutto?" Con la coda dell'occhio vedo che dal corridoio esce un terzo negro anche lui con le mutande e poi se li sfila del tutto rimanendo con un bel cazzo duro e dritto in su, non lo vedo, sparito dalla vista, ma lo sento dal culo che vengo da lui preparato e fottuto duramente, mentre io rantolavo come una troia in calore ricevo due bei cazzi duri, anche se il mio primo negro mi schizza di sperma e riempirmi la gola, non tarda molto che tira fuori quel bestione dalla mia bocca e, tenendoselo con una mano, mi carezza sul mento e sulle labbra con la punta della cappella da imbrattarmi con gli ultimi sfilacci di sperma. Lo lascio giocare restando fermo a bocca aperta e assorbire il tutto. Mentre vengo lasciato da lui, nel corridoio esce un altro bel negro, ma stavolta completamente nudo che sfoggia una grossa minchia da paura (cazzo quanti.. cazzi tutti per me stasera?), che dopo aver studiato la situazione viene davanti a me, mi solleva la testa e me lo infila di brutto in bocca. Da dietro il terzo negro intanto mugolava con urli da spavento, ed contemporaneamente all'altro negro mi stavano scopando alla grande. Mentre le mie labbra socchiuse e disponibile a succhiare quel enorme fallo, e goderne, non mi aspettavo invece l'inculata di colpo del mandingo che mi fece strabuzzare gli occhi per il rinculo tremento. Vorrei gridare dal dolore, ma a bocca piena non ci riesco. Vengo da loro ben immobilizzato e fottuto alla grande con un ritmo perfetto. Entrambi mi assestano dei colpi da urlo, anche se da dietro il negro si ritrae quasi uscendo dal mio culo, io scorro in avanti con la bocca risucchiando tutto in gola quel mastodontico cazzo da spompinarlo come una pompinara nata e farlo sborrare, mentre il negro che mi stava inculando intanto ha lasciato il mio culorotto e semi_tramortito dalle inculate precedenti, e poi si piazza davanti a me senza darmi tempo di inghiottire la sborra del suo compagno, in modo rudimentale me lo ficca dentro la bocca, e fargli anche a lui un succolento pompino. Ma un colpo di cazzo nel mio culo mi desta, era il negraccio guardone che mi fotteva senza preavviso. In quel salotto godetti come una troia, tra affondo nel culo e bocca, e leccate sulle palle, veniamo quasi contemporaneamente, e mentre finisco ad ingoiare lo sperma ricevuto da entrambi cazzoni sento il culo riempirmi di sperma. Sentire quei schizzi caldi di sperma, anch'io sborrai ma imbrattai per terra.
Non so quanti cazzi c'erano in quella stanza a fottermi il mio povero culorotto, ma la fottuta durava molto tempo, che per fortuna sentii l'ultimo maschione nero ad ansimare, irrigidirsi e vibrare tutto, capii che stavano per finire quel calvario. Prontamente allontana le sue palle fino a far uscire la cappella fuori dal mio buco del tutto slabbrato e sempre ancorato ai miei fianchi si accascia sul mio corpo per qualche secondo dicendomi: oltre ad avermi fottuto il culo, dopo sarei stato posseduto da altri cazzi che riverseranno nel tuo culorotto litri di sperma. Stupito da quella frase quasi minacciosa, mi guardai intorno, e vidi che intorno c’era altri negri allineati dietro a me a maneggiarsi quei enormi cazzi in attesa del loro turno per incularmi. Dopo che lui si era alzato e andato via con altri negri soddisfatti, fui rudemente allargato le cosce e senza tanti preamboli infilzato da un bel cazzo duro e pronto all'uso. Quando anche quel nero aveva riversato la sua sborra nel mio culo ne seguirono molti altri: 6 o 7, 8, 9, 10, 11, 12, persi il conto, quanti gran bei pezzi di cioccolata tutti per me, nello stesso momento e per di più nel giro di poco tempo. Ero sfinito, avevo il culo in fiamme, e non cercavo altro che un pò di refrigerio dopo tanta trombata. Pensai che bello dopo il passaggio nel mio culo di tutti sti cazzi di sfondamento e tutti gli altri cazzi che prenderò a scuola, potevano andare e venire a piacimento su nel mio culo per quanto tempo volessero, senza trovare nessuna difficoltà. I quali oltre alla loro sperma mi riempirono anche di parolacce, insulti ed umiliazioni. Il mio buco di culo slabbrato e pieno di sperma fino all'estremo. Mi lasciarono nudo e solo nella stanza su quei tappeti di arazzi, il mio corpo sporco di succo di sperma che colava ancora caldo dal mio buco di culo. Ero del tutto sfinito, il mio culo faceva scintille, mi ripresi lentamente da quella tremanda fottuta, anche se i conti non mi riportava, c'erano troppi maschi negri in quel appartamento, ma lasciai correre senza indagare, anche se seppi dopo i figli di puttana avevano invitato anche i loro amici che non centravano con la scuola. Rassegnato vado a lavarmi e poi mi rivesto, loro invece erano sessualmente appagati da lasciarmi uscire da quel lercio appartamento. Non feci neanche un metro che nel pianerottolo si apre la porta accanto, erano i sei Arabi della scuola anche loro in mutande o senza, mentre io, cercavo di prendere le scale uno di loro mi diede una forte palpata al culo. "Ehi amico che fai te ne vai, a noi non ci dai il tuo bel culetto?" Non aspettarono la mia risposta che mi dietero delle forte e continue sculacciate da farmi sculettare fino dentro all'appartamento che vengo da loro spogliato di nuovo e completamente nudo. Intanto con un fischio avevano chiamato un loro amico che conoscevo bene, anzi molto bene, in quando era quello che non riuscii a riempirmi di sborra il buco del culo per colpa del Professore. Insieme mi costringono a distendermi sul tavolo e rivoltato a pancia in giù e tenuto fermo mi allargano le chiappe. Qualcuno comincia a leccarmi i capezzoli altri il culo, chi mordeva o leccava da sentire le loro mani ansiose che entravano tra le mie chiappe forzando duramente e inutilmente le crespe dell'ano, in quando ci potevano ficcare anche il braccio, anche se come antipasto cominciano a fottermi con le dita. Nonostante le mie paure iniziali devo dire che sentirmi leccare e mordere in quel modo con quella foga cominciava a piacermi il dolore dei loro morsi sui capezzoli, anzi mi piaceva tanto sentire le loro lingue ruvide nell'ano che con le mani aprivano con forza le mie chiappe per essere trattato come una troia. Quel tipo di violenza di gruppo mi eccita tanto il mio cazzo che si era indurito. Ormai non era più una violenza, e non avrei voluto smettere per nulla al mondo! Anche se uno mi ficca il cazzo in bocca ed io ingoiai in un sol boccone da attaccarmi a quel cazzo che puzzava di piscio, e sborra secca.
Ero immerso in quei corpi che con tutte e due le mani segavo due bei cazzoni e mentre agitavo la mia lingua insalivando e leccando mi accorsi che ormai ero eccitato al massimo. "Sei proprio una grande zoccola, dai lecca troia lecca i nostri cazzi duri!!" Mentre il maschione Arabo mi fotteva letteralmente la gola, l'altro da dietro intanto mi aveva infilato tutta la mano nel mio povero retto da esclamare: "Porca troia ragazzi, i negri già dato di brutto, glielo hanno allargato ben bene! Guardate é entrata tutta la mia mano!!" Che bella scoperta non ero certo vergine, il mio culo era ben allenato da altri cazzi. Ma quel giorno sicuramente me lo ruppero ben bene! Mi sentivo allargato a dismisura, un dolore fortissimo per tutto il mio sfintere, era insopportabile, ma devo dire che dopo un pò il dolore si affievolì e l'idea che una mano era nel budello, mi fece sentire la più troia delle puttane! Anche rotto e sentire la mano agitarsi su e giù dentro le viscere ed io mi sentivo eccitatissimo di essere la loro troia, che avrei fatto tutto ciò che mi avrebbero chiesto o meglio lo fece! Il maschione non aspetta altro che sfilare la mano e impalarmi brutalmente infilando in un sol colpo 30 cm buoni di carne dura e mentre mi fotteva violentemente il culo a turno mi fottevano la bocca. Quante cappelle entravano per diversi minuti ciucciavo all'impazzata che sbattevano assieme le loro palle sul mio viso. Ma non pensavo che uno di loro si ferma e con le mani fece in modo che un altro cazzo potesse entrare nella mia bocca allargando a dismisura, anche se non potevo muovermi in quanto spingeva dentro per far entrare due cazzi in gola. Due cazzi mi entrano in bocca contemporaneamente da avere urti da vomito, mentre l'altro prese a mordermi violentemente i capezzoli. Non so perché da dietro spingeva talmente forte che io non riuscivo a star fermo per spompinare gli altri due in gola! Il mio cazzo era durissimo e il movimento dell'inculata agitava talmente bene che sembrava che qualcuno mi segasse in due il culo. Non aspetto molto che una spinta violenta dell'inculatore di turno da sborrare nello sfintere con un lungo gemito, e alzandosi rimase qualche istante immobile sul mio culo, non fece il tempo di toglierlo che dall'ano mi colava la sua sborra, ma poi viene rimpiazzato da un altro bel cazzo duro. Passarono credo, 20 minuti buoni di fottuta, anche se dopo ero disteso a terra stremato e loro si disposero tutti attorno al mio viso; io leccavo tutto ciò che mi veniva proposto, le mie mani accarezzavano le loro palle ancora piene di buon sperma, anche se credevo che bastasse leccargli i loro cazzi duri e pronti a scoppiare! Invece si fecero fare tanti pompini. Vennero abbastanza velocemente nella mia bocca, assaporai i loro sperma da ingoiare e far sparire dentro lo stomaco. Gli altri intanto cominciarono a dileguarsi e lasciarmi in ginocchio mentre uno di loro rimase fermo a fissarmi. "Adesso frocio di merda, tirati su e vattene!!", mi disse in modo burbero, io obbedii un pò sorpreso dal suo tono cagnesco. Umiliano e senza dire una parola: mi diressi verso i miei abiti e finì di vestirmi e sparire da quel lurido appartamento. Non mi posso lamentarmi di quei cazzi, anche se ho scoperto che gli Africani nel fottere erano troppo ruderi a loro confronto gli Arabi sono degli artisti della sodomia. Ad ogni modo quella sera presi tanti cazzi di vari colori e misure da avere un cratere a posto dell'ano, non sentivo più il buco del culo nel camminare, se mia madre e i professori sapessero che in tre anni la dentro imparai bene l'Inglese e diventato molto esperto di pistoni di vari misure. A modo mio, ma esperto da prendere il diploma di meccanico navale. Ancora oggi ricordo il dolore dei miei poveri genitori che mi scoprirono gay.
Era il giorno di carnevale, e vestito da ballerina di varietà insieme a Marco mimando la mossa di (Mimì Tirabuscio) in mezzo ad un carro di carnevale che rappresentava il carnevale di Rio, entrambi alzavamo le gonne facendo vedere i nostri bei culetti avvolti da mutandine con pizzi e calze nere, mentre dei giovani aitanti che faceva gruppo al carro ci strusciavano sui nostri culetti mimando un samba Brasiliano, mentre io sentivo la loro durezza a far breccia nel solco delle mie belle chiappette tanto che in quella confusione generale e non so chi... me lo ficcò tutto nel culo da farmi sballare tutta la ciccina sbrotolosa. La gente non si aspettava quella mia frociaccine tanto da ridere a crepapelle, mentre io assaporavo un bel cazzo duro nel culo... oh, Dio che godimento totale essere fottuto davanti alla folla che rideva di me con sberleffi. Il carro non né stato premiato, ma la mia ciccina prese tanti premi da riempire il vuoto che aveva, si dei bei cazzoni dei baldi e aitanti maschiacci che impregnava nel carro di carnevale, la fucage scopata fatta dal mandrillone sconosciuto, ebbe un effetto positivo al mio culetto e negativo agli aspetti dell'organizzazione del carnevale, ossia in tutta la giornata qualcuno approfittava sempre a mettermelo nel culo con la complicità degli altri e la disponibilità da parte mia che facevo finta di niente, importante che lo prendevo senza sapere il proprietario, in poche parole i mandrilloni approfittavano del caos del carnevale da mettermelo nel culo in barba alla folla e anche di Marco che se la credeva troppo e non mollava il culo. Quel giorno lavorava solo il mio culo, mentre la bocca per fortuna riposava, anche se un bel pompino glielo avrei fatto volentieri a quei maschiacci, non potevo strafare, un contegno dovevo mantenere.
Fine (5° parte)
By Mimi
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