Mozzoxciurma arrapata (4° parte)
di
Mimi
genere
gay
In quei anni conobbi altre persone frocie come me e da loro ho appreso molte cose: Come Marco 30 anni checca del tutto persa abitava in un piccolo paese di campagna ai confini del mio e veniva spesso a trovarmi. Il suo pallino era di vestirsi da femmina, ma non osava a mostrarsi, anche se la gente sapeva che era frocio, ma solo a carnevale si sfoggiava per tutto il paese, anche lui faceva il marinaio, ma con le piccole barche, e proprio in una di quelle barche gli fecero la festa i due figli dell'armatore che una sera lo fece rimanere per mettere a posto le cassette nella stiva, e una di quelle sere gli presentarono due bei cefali duri e tosti da incartare e portare a casa per modo di dire nel suo culo e bocca. Passa così da un culetto vergine a quello sfondato in pochi minuti, e quando i fratelli sembrarono soddisfatti di quel culetto ancora stretto, invece di lasciarlo andare per sfregio avevano deciso di incularlo insieme: Gli ordinano di sedersi a cavalcioni sul cazzo del primo già pronto per l'uso, Marco purtroppo non capiva il sesso per lui é tabù, ma se ne accorse dopo quanto venne afferrato per i fianchi e infilato dentro di colpo tutta la minchia che sparì in quel vortice nero. Marco ebbe un gemito di piacere e comincia a muoversi su quel bel palo duro, e mentre le crespe dell'ano s’allargava sproporzionalmente per oltre cinque minuti. Ebbe il buco del culo ben dilatato e pieno di cazzo, non passa un minuto che l'altro fratello con la grossa cappella sporca ancora di sperma comincia ad allargare lo sfintere per fare spazio anche al suo. Spaventato cerca di divincolarsi, e purtroppo viene bloccato da dietro da due forte braccia che gli urla: di stare fermo, anche se le sue grida non viene ascoltate e zittito da una mano, ed alla fine lo incula pure lui. Il dolore è insopportabile all'inizio, ma in breve Marco comincia a provare sensazioni che mai avrebbe immaginato prima, vorrebbe che quei due figli di puttana non smettessero mai di incularlo. Il suo buco è completamente dilatato da quei due cazzi poderosi che lo fottono senza pietà. Mentre lo fottevano, lui sentiva due bei cazzoni entrare ed uscire dalle sue budella e non soddisfatti lo riempirono di parole come troia, frocione, puttana, vacca, cagna in calore e non fecero altro che eccitarlo ancora di più. Dopo un paio d'ore di fottuta gli sborrano inculo, tutti e due tirano fuori il cazzo dal culo di Marco la cui bocca viene posizionata su quelle cappelle da sparare altra quantità di sborra. A quel punto, quasi come se niente fosse accaduto, le due carognette gli disse: di vestirsi e di andarsene subito dalla barca. Marco, un pò stordito e dolorante, si riveste e va via pensando che la giornata e stata molta pescosa. Trascorse un paio di giorni dallo stupro, invece di denunciarli era lui a chiedere di essere inculato da loro. Marco si accorse dopo del vantaggio di essere frocio, certi lo pagavano anche pur di fotterlo, altri pescatori sapento della sua frociaccine lo portavano nella loro stiva per fotterlo e diventare la puttana di tutti nel porto.
Paolo il sarto di 45 anni, invece a lui ci pensa il cazzo del Marchese a fargli il culo. Tutto successo quanto lui teneva 18 anni, era molto bravo a tagliare e fare i vestiti, aveva 10 anni quanto comincia a fare l'apprendista per suo padre. La sua rovina era che il padre lo faceva sempre lavorare e mai giocare con i ragazzi della sua età, il suo unico svago era la scuola e la messa alla Domenica come chirichetto. La sua sessualità verso una donna neanche sapeva che fosse, non era frocio, ma inesperto nel mondo del sesso, esile con i capelli in quel epoca lunghi da sembrava egli stesso femmina. Un giorno il padre dovette lasciarlo solo in bottega, e si raccomandava che doveva venire il Marchese a provare i vestiti. Il giovane Marchese era un donnaiolo e non si lasciava scappare mai un occasione per zuppare il biscotto nella tazza da latte, 30 anni bello e non gli mancava niente, la cosa lo stupì anche a lui essendo etero non si aspettava di fottersi un maschio, e che maschio, una troia vestita da maschio. Tutto e successo casualmente mentre Paolo stava inginocchiato tra le sue gambe a misurare il cavallo dei pantaloni con un metro e senza volere urtava continuamente all'inguine del Marchese da provocare in lui una forte erezione che non poteva nascondere. Quando Paolo vede quel grosso rigonfiamento che impera dentro ai pantaloni, si spaventa a vedere il bozzo che in breve tempo divenne molto duro. Paolo divenne tutto rosso di faccia, si sentiva impacciato a toccare la stoffa dei pantaloni mentre prendeva le misure, purtroppo il Marchese a interpretato male le sue intenzione, e pensare che Paolo fosse frocio, invece di lasciare cadere la cosa, la curiosità di farsi un giovane maschio che ha le sembianze di una ragazzina era allettante tanto da fermare quelle mani, aprirsi i pantaloni e presentare il suo cazzo duro fuori dalle mutande e ficcarglielo in bocca. Era già inginocchio davanti a lui, il suo cazzo durissimo e palle gonfie di sperma. Quella curiosità di vedere un cazzo per la prima volta della sua vita e accarezzare quei coglioni del Marchese era molto allettante, purtroppo non gli diede tempo che lo prese subito in bocca, bruscamente, ingoia quasi tutto e lo sente crescere in gola, con la mano lo impugna alla base e lo scappella del tutto, mentre il Marchese ansima e si aggrappava alla testa del sarto. Il suo cazzo cresce, si raddrizza, gonfia, da riempire completamente la sua bocca di ciccia dura. Appena si riprende dal godimento il Marchese lo afferra per i capelli, comincia a dettare il ritmo. Paolo alza lo sguardo e vede il Marchese che godeva compiaciuto della sua bocca. La cosa sfuggi al suo controllo che perse del tutto la ragione da ritrovarsi a succhiare con goduria il bel cazzo del Marchese, considerando i suoi mugolii di piacere, Paolo continuava a spompinarlo per un quarto d’ora, mentre gli leccava voglioso tutta la sua verga dura, succhiandogli anche le palle. Il Marchese spinto dalla sua forte libidine improvvisamente lo blocca e gli urla di calarsi i pantaloni e di girarsi. Paolo era del tutto partito non capiva più quale e la realtà che già si ritrovava a culo scoperto, mentre due mani gli allarga le chiappe da evidenziare il buco del culo e sentire dopo una punta di cazzo penetrare nello sfintere: il dolore era molto, avrebbe voluto che la smettesse ma lui non era d’accordo. Inaspettatamente, e senza dargli tempo di protestare, glielo ficca tutto il cazzo in culo. Le sue urla di dolore vengono smorzate dal forte tirare dei suoi capelli, che lo imponeva a ritmi sincronizzati di quelle poderose cavalcate che il Marchese gli dava senza pietà. Passarono venti minuti da ridurre il suo culo a un colabrodo tanto da ficcarci pure i coglioni, anche se Paolo godeva come una vacca in calore e da quel giorno si faceva spesse volte montare dal Marchese, fino al giorno che dovette andare via per trasferirsi completamente a Roma.
Domenico detto il professore e per gli amici intimi: "Mimi" era molto particolare un bel signore distinto di 65 anni pensionato statale delle ferrovie. Per lui ci pensa un passeggero sconosciuto a sverginarlo. Aveva 25 anni e faceva il capotreno, in quell'epoca lui era un bel maschio e gli piaceva la fica, finché un giorno dovette cambiare turno sui treni di lungo percorso, Milano a Lecce. Era di notte e tutti dormivano, mentre lui doveva fare dei controlli di routine: luce e riscaldamenti in varie vagoni, e appena arrivato all'ultimo vagone, si affretta ad aprire il portellone di comando e si china per controllare i vari tasti e spie da non accorgersi che uno da dietro lo incastra in mezzo al portellone, ricurvo e avvinghiato non riusciva a svincolare perché da dietro di preciso al suo culo c'era una forte pressione che gli perfora il buco dell’ano, lui si dibatte e tenta un disperato urlo, ma viene subito zittito con un bavaglio, e poi anche legato le mani da dietro, bloccato e incaprettato. Immediatamente gli abbassa i pantaloni e mutande da fargli sentire una punta di cazzo duro che veniva strofinato sul solco delle chiappe e poi puntare sul buchetto vergine, come una trivella a piccoli passi entrava e usciva senza ficcarlo completamente e farlo soffrire lentamente fino ad allargare lo sfintere per dieci centimetri di profondità anale. Il suo culo era pronto, e lo sconosciuto ci sapeva fare tanto che glielo infila non più lentamente, ma sbattendolo duramente fino a piantarlo tutto dentro al budello e cominciare ad andare dentro e fuori per un paio di minuti. In quei terribili dieci minuti gli faceva molto male, ma all’improvviso sentii che la cappella gli toccava un punto sensibile dentro che gli fece fremere il suo cazzo da farlo drizzare del tutto, proprio quando lo stava prendendo inculo sentiva quasi per sborrare. Inizialmente cominciava a soffrire per il dolore che gli provocava il cazzo nel culo, e poi senza rendersi conto stava gemendo come una cagna in calore. Lo sconosciuto lo sentiva che lui ne godeva tanto da slegargli le mani e sbatterlo per bene da fotterlo con molta foga, il ritmo inculatorio lo faceva mugolare, e nello stesso tempo allargava con le mani le chiappe per ricevere ritmicamente tutto nel culo quel grosso bastone nodoso, che dal troppo godimento dei rigagnoli di bava e sudore colavano a tratti nei lati della bocca imbavagliata, sembrava non averne mai abbastanza. Dal troppo godimento lo sconosciuto non gli dava tempo di riprendersi che lo svancava a dovere tanto da aprire la camicia e strizzare i capezzoli da farli venire del tutto rossi e turgidi, come quelli di una cagna in calore, Il violentatore era molto impegnato negli affondi finali, tanto che teneva a bella vista quel bel culo muscoloso di Mimi che accelerava il ritmo inculatorio; poi, con uno strattone, gli leva il bavaglio dalla bocca dicendo: "zoccola, e dillo che ti piace il cazzo inculo, tieni culorotto e godi che te l'ho spanato bene bene il buco stanotte eeh... troia, vedrai che domani come cammini te lo sentirai molto aperto da camminare a culo stretto!!" "Siiiii mi piace il cazzo! Daiii maschione continua a fottermi, non ti fermare sono la tua puttanella!!! Il mio culetto è tuooo!!!!" Grida ancora mentre un grande piacere cresceva inesorabile dentro di se, un piacere che non aveva mai conosciuto. "Sii troia, ti sto sfondando il tuo culetto vergine. Ti scopo zoccola!!!" "Mmmmhhh!!! Lo voglio tutto in culooo!!!!" Sussulta mentre sentiva di nuovo la pressione del suo cazzo. Lo sconosciuto gli teneva fermo per i fianchi e spingeva sempre più forte, con grande vigore tanto che le sue palle sbattevano in quelle chiappe tenere. Mimi lo incitava di continuare ma non voleva assolutamente che si fermasse. E dopo diverse spinte, dopo minuti che sembravano un eternità, da eccitarsi da morire, senza che nessuno lo sentiva ad urlare dal fracasso delle rotaie del treno che percorreva a forte velocità. "Ahhh.. mignottona mia, ti sto farcendo le budella. Ho Dio come godo in questo stretto culo!!!" Urla mentre dava il colpo di reni finale dentro al suo culo. Proprio nel momento in cui Mimi aveva le mani zuppe della sua sborra calda, lui Venne con un grido, spruzzando una quantità incredibile di sperma sul suo culo e per terra. Tanto da sentire colare sulle chiappe e gambe fluidi di liquido spermatico. Appena lo stupratore sconosciuto si svuota le palle, esce dal quel culo tafanato e scappa, Mimi si accascia sul pavimento del tutto distrutto da quel cazzo. Passato un paio di minuti si riprende e appena ristabilito si tira su le mutande e pantaloni, e pensa già di farsi fottere da altri cazzi nello scompartimento.
Dario il meccanico di 25 anni, la sua esperieza da frocio lo visse sei anni fà, appena uscito dalla scuola professionale di meccanico generico ebbe la fortuna che un meccanico lo assunse. Il titolare di quell'officina ha cinquant'anni, aveva bisognio di un aiuto, anche di un pivello basta che lavorava sodo e gli dava la mano con gli attrezzi quando montava o smontava il motore dall'auto. Era il suo primo giorno di lavoro da indossare la tuta estiva blu felice e contento. Passa due mesi spenserati fino alla data cruciale di Agosto, quel giorno faceva caldo e lui indossava solo le mutande sotto la tuta, e mentre stava in officina chino a tenere la lampada per illuminare il meccanico che riparava da sotto l'auto, la sua tuta evidenziava due belle formette di culo in quel attimo non si accorge che entra in officina un signore che vedendo la scena approfitta di piazzarsi dietro, e senza scomporsi di tanto gli preme facendo sentire un bel cazzo tosto tra quelle chiappe, essendo timido e incapace di reagire non si aspettava quella mossa tanto da vergognarsi, lui il porco vedendo il suo imbarazzo continuava senza ritegno con movimenti lenti come stesse chiavando. Quel lento movimento gli dava un certo torpore sul basso ventre da turgitire il suo cazzetto. Purtroppo non poteva urlare per la vergogna e non poteva muoversi sennò il meccanico da sotto poteva farsi male, e allora dovette stare fermo, anche se quelle mani scendevano pian, piano verso la cerniera aprendo lo zip della tuta afferrando il suo cazzo, quella mano lo faceva eccitare tanto da fargli drizzare la minchia. Lui si vergognava che un uomo lo faceva eccitare e cerca divincolarsi, ma stando piegato in avanti sul cofano poteva far cadere i cric che sosteneva l'auto, e per non creare danni seri dovette subire quell'affronto. Il maiale sapeva che non poteva sfilare la tuta sennò da sotto il meccanico si ne accorgeva, allora prese delle forbici nel cassetto degli attrezzi e fece una apertura da dietro e scoprire le mutande che recise anche quelle. Dario sente sfilare le sue mutande, anche se non riusciva ad ammettere che la situazione creatasi era arrapante. Il tizio ansimava piano tanto da leccare sul collo e con forza allargava le chiappe con entrambi le mani, Dario impaurito dalla situazione, ma ancora tutto arrapato non riusciva a trattenersi. Non lo fece aspettare molto che gli ficca brutalmente nel culo un bel 18 centimetri di tarello duro, il poveretto dal dolore dovette astenersi ad urlare, anche se la prima volta. Sentiva quel cazzo duro dentro al culo che continuava a penetrarlo, non si fermava continuava a fottere senza badare al meccanico che stava sotto all'auto, il porco lo teneva sempre stretto ai suoi fianchi non smetteva quei assalti sul quel povero culorotto. Quel cazzo lo perforava senza sosta, senza emettere dolore o piacere, e poi passato il dolore dentro di se, comincia già invadere del piacere immenso della fottuta che non poteva esternare, mentre lui diete due colpi di reni e se ne venne sborrando tutto nel culo e bagnando la tuta da dietro, lasciando il povero Dario stremato sul cofano. Quel cazzo come era venuto, é andato via. Una voce lo fece ritornare in se: "Che cazzo fai stronzo, illumina che non ci vedo!!" Era il titolare che per fortuna, non si era accorto. La cosa forse poteva finire così.., l'ha preso inculo e basta, anche se il povero Dario un pò rincoglionito da quella fottuta non si ricordava di aver uno spacco dietro alla tuta da esporre un bel culetto del tutto rotto e sporco di sperma, purtroppo quando il meccanico da sotto gli dice: di prendere delle chiavi che stanno sotto al bancone lui senza pensare va dritto al bancone e chinandosi per prendere le chiavi mostra senza volere ai suoi occhi un culetto del tutto sbragato e pieno di sborra. Appena si solleva viene stoppato dal titolare dicendo: intanto che sei lì portami anche una decina di bolloni da sei. Dario cerca indaffarato nel cassetto i bolloni perdendo altri minuti e mentre chino lo sente ribattere: "No, non lì.. vai più avanti, siii cosi bravo ora fermati alza un pochino il culo e allarga le chiappe!!!" Dario non capisce e si gira. Sbalordito trova il meccanico in piedi dietro a lui con una nerchia dura che segava con molto impedo. Bramoso di fottere quel bel culetto a sua disposizione, lo guarda e mostra sfacciatamente il suo bel cazzo duro. "Porca troia, non so chi cazzo t'ha sfondato ben bene il culetto!, eeh culorotto.. ora frocio tocca a me fotterti il culo!!!" "No!, ti prego nel culo nooo!!!" "Stai zitto brutto frocio di merda, come entrato un cazzo, può entrare anche un altro cazzo eeh checca, e poi stasera farai gli straordinari!!" Prende la mira e affonda di brutto in quel bel buchetto rotto, e lui stavolta urla: "Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhh!!!" L'apertura anale ricevette senza difficoltà tutto i suoi 25 centimetri. "Non posso crederci, questa troia riesce a prenderlo tutto in fondo, cazzo ci entra!!!", disse sbalordito ed incredulo il meccanico, mentre la massa enorme scompariva fra quelle chiappette burrose senza peli che sembrava non averne mai abbastanza di quel grosso cazzone che gli perforava le budella. Il povero Dario, ricurvo e avvinghiato sul bancone con rigagnoli di bava e sudore che colavano dai lati della bocca semichiusa, stava ricevendo ritmicamente nel culo il grosso bastone nodoso del titolare che era molto impegnato negli affondi da porcozio, accelerando il ritmo inculatorio; poi, con uno strattone, scaraventa il povero Dario sul pavimento supino a gambe alzate che poi si tuffa sopra. Era una vera bestia da monta continuava inesorabile nella fottuta. "Zoccola, e dillo che ti piace i cazzi duri e grossi, too troia tieni e godi che te l'ho spanato ben bene sto culetto da troia, vedrai stasera te ne accorgerai quando caghi bene senza neanche dover spingere!!" Il titolare urlava mentre dava il colpo di reni finali: "Ahhh!!, ti sto farcendo le budella, mignottona mia!!" Dario viene letteramente riempito di sborra calda, gli suoi intestini già colmi. Oramai entrambi erano stanchi e sudati, Dario al che, il capo sconsolato e pigolante va a cambiarsi, mentre il meccanico soddisfatto da quella chiavata tira fuori dal portafoglio un biglietto da centomila lire, e da quel giorno ebbe altri incontri con altri cazzi.
Selenio di anni 20 lavorava in un forno da quando era ragazzo, e trasportava con il furgoncino il pane per rifornire le botteghe del posto. All'età di 18 anni ha rompergli il culo ci pensa Franco il figlio del panetterie di 27 anni, in quel periodo ebbe una difficoltà nel forno, in quando il fratello maggiore era ammalato e la madre doveva stare dietro a lui, mentre il padre dovette andare fuori per affari, quel giorno aveva chiesto a Selenio di aiutarlo per un paio di giorni nel forno che gli avrebbe dato la gratifica. Lui non si tira indietro in quando aveva bisogno dei soldi per andare a ballare con la sua ragazza, e la sera stessa dopo cena insieme a Franco impastava la farina e poi facendo tante forme di pane sotto la sua direzione. In due ore erano riusciti a fare tante forme che riposavano tranquillamente nei ripiani di legno e coperti con panno per lievitare. Intanto Franco aveva preparato altra massa e prima di infornare le altre già lievitate e dare il compito a Selenio di continuare a massare l'impasto con le mani in modo da prepararlo per le forme. Mentre Franco infornava diede un occhio verso Selenio come andava il lavoro. Rimase un pò distratto a guardare il culo di Selenio che muovento la massa con le braccia deformava le sue chiappe che oscillava dall'alto e in basso a destra e sinistra, come se il culo gli parlasse: fottimi, fottimi, fottimi. Franco si scuote la testa per non pensarci, ma era più forte di lui, non riesce a scollare di dosso su quel bel culetto di Selenio che ballozzava qua e là senza mai interrompere quel ritmo. Non ci vede più tanto da liberare il suo cazzo già duro e presentarlo al quel bel culetto chiacchiericcio. Selenio improvisamente si sente abbassare la testa che viene immersa nell'impasto, mentre da dietro gli cala i pantaloni bianchi e leggeri da fornaio, con faccia impiastrata nell'impasto non poteva reagire, ma sentiva un cazzo aprire le crespe del culo. Non poteva urlare ne difendersi, dovette soccompere allo stupro. Non aveva mai preso un cazzo inculo, si sentiva profanato, sottomesso, dominato dal quel cazzone prepotente di Franco. Lui lo stantuffava con un impeto incredibile. Ci vollero almeno 30 minuti di monta furiosa prima che il dolore si trasformasse, in parte, in piacere. Selenio comincia a godere senza ritegno, incitando il suo stupratore a rompergli tutto il culo, a possederlo ancora. Quello che ormai considerava che il culo e la fica era uguale. Franco aumenta il ritmo dell'inculata, sbattendo bene bene e selvaggiamente per innumerevoli, divini minuti, fino a che giunse finalmente all'orgasmo, preceduto dalle solite frasi deliranti che ormai non avrebbe potuto fare a meno: "Dai, dai, rottoinculo stò per allagarti di sperma porcoddio, ti ingravido vengoooooooo!!!" Dalle urla di godimento e alla sborrata era breve, schizzi di sperma su quel culo e l'impasto. Riempito a satollo quel foro ingordo, il panettiere semi-nudo si affretta a lasciare quel culo voglioso e sfornare il pane sennò bruciava. Appena tolto il pane dal forno e subito infornato altro impasto. Si gira e vede ancora Selenio in quella posizione, ancora a culo scoperto a chiappe larghe come una puttana che aspetta un'altra infornata, Franco lo guarda arrapato si tasta i coglioni ancora strapieni di sborra. "Hei frocio, sei pronto per la seconda infornata? Eeeh Troia!!" Selenio lo guarda con gli occhi vogliosi e come una vacca in calore abituata a prendere cazzi tanto che si mette subino a gambe larghe, aspettando una seconda infornata. Da quella volta ci prese gusto al cazzo che ne prese tante infornate in quel forno e non solo da lui, anche dal fratello, il padre, clienti, camionisti che scaricavano la farina dietro la botteca, tanto che il suo culo entrava una pagnotta da due chili.
Umberto di 55 anni, faceva il sacrestano della mia parrocchia, anche se trenta addietro fà faceva il prete e rinuncio la tonaca per un fatto a lui accaduto: Era andando a trovare una parrocchiana per dare i sacramenti in quanto non poteva muoversi, essendo paralizzata a letto. La parrocchiana abitava a pochi isolati dalla Chiesa. Lui camminava tranquillamente senza fretta da inoltrarsi in un vicolo sporco e malfamato, non ci pensava che essendo prete non correva nessun pericolo e andava sicuro. Non passa un secondo che incontra un negro gigante, alto più di un metro e novanta, fisico scolpitissimo con dei muscoli sodi e ben delineati, testa calva e barba incolta, maglietta molto aderente e indossava i soliti jeans sdruciti e sporchi. Aveva gli occhiali da sole benché fosse sera, anche se dei lampioni emanava poca luce in quanto gli altri erano tutti rotti dalle sassate. Lui gli chiese: una sigaretta, Umberto non fumava e glielo fece capire con dei gesti. Non si aspettava però un suo pugno in faccia che lo tramorti. Non sa quando tempo trascorse dal pugno al suo risveglio, ma appena si riprese madido di sudore, sentiva qualcosa che gli lacerava dietro al culo un bruciore forte che proveniva all’ano, e in breve aveva capito che quella carogna, gli stava fottendo il suo culo. Era sempre in quel vicolo e sistemato sopra a due bidoni dei rifuiti, il negraccio aveva preso a fotterlo senza badare che fosse un prete, e oramai quel cazzo sembrava un enorme stantuffo, sentiva le sue pareti anali dilatare, quando lo tirava fuori si sentiva aspirato. Era una vera bestia da monta e possedeva una forza spaventosa che continuava inesorabile la fottuta. Non poteva credere, era sbalordito ed incredulo non si aspettava di essere stuprato da quella massa enorme di ciccia umana che scompariva fra le sue chiappe. Dopo circa un quarto d’ora che andava avanti e indietro da quelle bordate incredibili che cominciava lentamente a godere di quel magnifico cazzo nero, mai aveva provato fino ad allora. Mentre godeva sentiva appoggiare delle mani poderose sulle sue chiappe, e spingeva con tutta la sua forza facendo scorrere il palo nel suo sfintere. "Godi troia godi, questo culo stretto mi fa morire!!", disse arrapato il negro. Il suo cazzo andava per conto suo, con una mano gli solleva lo stomaco spingendo ancora di più il culo al suo cazzo, il ritmo crebbe, diventa furioso. "Aaaahhhhh!!!" Urla di piacere, di dolore, di godimento il prete non ci vedeva più, stava provando un orgasmo prostatico di intensità indescrivibile. Di colpo, dopo quasi un’ora che lo montava con maestria andando fuori e dentro il suo culo, cambiando posizione con il bacino, facendo roteare il culo per godere di più, sentìva la nerchia e la cappella espandersi e stantuffare le pareti anali ancora con maggiore attrito. "AaaaaHHHH!!" Ruggisce il negro lasciandosi ad una bestemmia liberatoria. Il calore del suo culo aumenta intensamente, aveva acquisito una sensibilità da sentire i fiotti di sperma ad uno ad uno, caldi, che scarica tantissima sborra, con un intensità tale che mai avrebbe immaginato che possedesse un maschio, anzi lui continua a dare colpi decisi ad ogni sua eiaculazione. La sborra cominciava a colare dal buco del culo, Era sudatissimo, gli faceva male tutte le ossa, ma si sentiva frastornato, lo stupratore stava dietro che lo inculava da più di una mezz’ora facendo provare sensazioni che fino a quel momento lo aveva sentito dire: nelle confessioni delle parrochiane o ragazzi e ragazze che sono stati stuprati. Non aveva mai preso una cosa così grossa nel culo!, in quando aveva fatto il voto di castità. Fabio si sentiva profanato, sottomesso, dominato dal cazzone prepotente. Lui lo stantuffava con un impeto incredibile. "Dai lurida vacca di un prete, prendilo tutto inculo, godi troia! Godiiiii!!!" Ci vollero almeno 60 minuti di monta furiosa prima che il dolore si trasformasse, in parte, in piacere. Cominciava a godere senza ritegno, incitando il negraccio a romperlo del tutto le budella, a possederlo ancora. Quello che ormai considerava una violenza si trasforma in un piacere sessuale, lui aumenta il ritmo dell'inculata, sbattendolo selvaggiamente per innumerevoli, stupendi minuti, fino a che giunse finalmente all'orgasmo totale, preceduto dalle solite frasi deliranti che ormai ha imparato a memoria. "Dai, dai, rottoinculo sto per sborrarti in questo culo di merda.. porcoddio, ti riempio tutto lo sfintere da troiaaaaaa!!!" Umberto viene inondato letteramente di sborra calda negli intestini 2,5,6, schizzi di sperma. Oramai cominciavano ad essere tutti due stanchi e sudati, lui emanava ancor di più un forte odore di maschio selvaggio. Tanto che il povero prete svenne per l'eccitazione, sentendosi tanto femmina come mai si era sentito in quel momento. Finalmente riusciva a fargli raggiungere quel orgasmo da lui desiderato. Viene scaraventato a terra, mentre il negro si chiude il cazzo nei pantaloni, e poi non contento gli da un calcio nello stomaco e poi scappa via lasciandolo dolorante in quel vicolo. Nel frattempo Fabio si era appoggiato con le chiappe su quei bidoni e che sentiva un bruciore lancinante e qualcosa che colava dal buco del culo, mentre il povero prete fece appena in tempo ad andare via prima che qualche parrocchiano lo vedesse in quelle condizioni. Erano passate due anni da quella violenza e chiese al Vescovo di ritornare allo stato laicale, il Vescovo sapeva e lo capiva, per non perderlo gli diede il posto da sacrestano. Umberto accetta, ma non pensava che passati i primi mesi il parroco sapento dello stupro dal Vescovo, lui lo ricatta per fottergli il culo, purtroppo per non perdere il posto dovette soccombere e farsi inculare dal parroco e con stupore anche dal Vescovo, anche se quel giorno capì che stato troppo ingenuo a lasciare l'abito talare e farsi fottere lo stesso dai cazzi.
Con loro ebbi dei bei rapporti sessuali, ma con il tempo ebbi altre amicizie, anche se dovevo impegnarmi alla scuola professionale per avere un pezzo di carta da meccanica navale. Durante mesi scolastici e in particolare uno dei tanti intervalli di ristoro, notai che da una classe uscivano una trentina di ragazzi sui 18/25 anni, Arabi e Africani, non so perché mi sentivo osservato da uno di loro: Era un Arabo sui ventitre anni, alto e muscoloso, con i capelli neri come la pece e la sua pelle marrone chiaro dava il tocco finale della sua bellezza. Non perché mi sentivo gay, e come ho detto prima ero una troia navigata, anche se la cosa mi eccitava molto. A confronto degli altri suoi connazionali lui era il più scaltro, anzi il più intraprendente da avvicinarsi a me dicendo: che ero molto carino e accarezzandomi sulla guancia mi propose di andare con lui al cinema, in quanto declinai subito l'invito. La sua proposta mi ha del tutto scombussolato e non volevo mollargli subito il culo, dovevo in qualche modo farlo soffrire, anche se non so come un giorno appena entrai ad un cinema me lo trovai dietro e volle pagarmi il biglietto. Il figlio di puttana mi aveva seguito, sorrisi e lasciai fare, anzi credevo di andare in platea, lui invece fece il biglietto per la galleria, e nel salire le scale lui dietro mi tasta le chiappe, ed io lasciai fare. Entrati nella sala buia e senza mai levare le mani al culo mi trascina verso i posti isolati dagli altri spettatori e nemmeno il tempo di gustarmi il film. "Vieni qui troia, che ce lo duro!!", disse eccitato e afferra la mia mano posando sul suo pacco gonfio. E fu queste parole che mi sballa tutto. "Ah!?", mi scappa un sorrisino isterico da checca: mi getto su di lui, istintivamente con le mani impacciate tirai giù la lampo e le mutande, che davanti ai miei occhi si presenta un bel cazzo duro e dritto da 25 centimetri, non feci la ritrosa glielo presi e cominciai con una bella sega, mentre lui godeva della mia mano. Non capivo più niente ero troppo eccitato da accasciarmi sulle sue ginocchia, con le dita scesi a fatica dentro la patta e afferrai le sue palle, le contenevo a malapena, enormi pelose, cariche di sborra, non vi so dire a che punto era arrivata la mia troiaccine. Il mio cazzo era già duro che sborrai, senza neanche il bisogno di toccarlo. "Dai bocchinara, ciuccia sto bel cazzo, non vedi che vuole sborrare in bocca!!" Non mi fece ripetere due volte mi ci sono attaccato subito a quella cappella mostruosa, tentando di ingoiarne il più possibile, anche se il suo gusto era disgustoso. Iniziai a scoparmi in bocca ho pompato come una troia, che ci posso fare, sono vacca!, e comincio ad andare su e giù, con la bocca e la lingua lateralmente presi a leccare voracemente ripercorrendo l’attaccatura della cappella compresa la verga, la voglia era troppa, mentre lui del tutto eccitato con la mano mi afferra i capelli e spinse la mia testa in avanti e accellera i colpi, io invece spompino da vera porca. "Troia.. vengooo vengo nella tua bocca da pompinara!!!" Sibilla fra i gemiti, mentre riversava nella mia bocca e in gola il sua calda sborra. Uno schizzo dietro l'altro, e io goloso ingoiai tutto quello che scarica. Il sapore era nauseabondo, ma fui contento. Sudati ed eccitati ci tirammo su.. e lui soddisfatto dal pompino mi lascia come un cretino nella sala del cinema da solo. Usato e sporco di sperma lo mando affarinculo mentalmente.
Due settimane dopo e durante la pausa ristoro di venti minuti, lui lo stronzo e tre suoi amici parlavano solo arabo. Io non capivo però notavo che parlavano di me, di sicuro ha raccontato del pompino al cinema, anche se il porco ogni tanto mi scambiava sguardi intensi. A volte rideva facendo l’occhiolino verso di me. Ero scocciato di quel modo burlesco di fare che mi allontanai verso i spogliatoi per raggiungere i miei compagni, e lì feci uno sbaglio da non accorgermi che nei spogliatoi non c'erano nessuno. Senza pensare un minuto esco dai spogliatoi e nel corridoio incontro lui con gli altri tre che venivano verso di me, ed io per vanità femminile evito di guardarlo negli occhi, a dire la verità sento delle mani a spingermi sulla parete, impaurito guardai. Era lo stronzo dell'Arabo che mi teneva bloccato con la schiena al muro e con tutto il suo corpo mi strusciava con forza da farmi sentire il suo cazzo duro fra le mie gambe, anzi lo sentivo che vibrava dentro la stoffa dei suoi jeans. Non mi aspettavo quel suo comportamento nei miei confronti, mi stava usando come una puttana e si vanta con gli amici che io ero la sua donna. I tre ridevano mentre lui si dava da fare con il mio corpo, purtroppo subivo in silenzio quel suo impeto focoso che mi ha completamente frastornato, anche se un lume di ragione mi fece ritornare in me. Spaventato dal suo modo volgare di fare nei miei confronti lo spinsi indietro e velocemente aprii la porta di un sgabuzzino delle caldaie ed entrai, richiudendo subito dopo. La porta non aveva le chiavi e dovetti puntare con un piede al muro e le spalle alla porta di ferro, ed attesi molto poco perché sentivo che lui dall'altra parte spingeva con molta forza, io invece che potevo fare quattro contro uno. Sopraffatto dovetti cedere e farli entrare di prepotenza in quel locale molto stretto e angustio, con lui c’erano solo due Arabi l'altro era rimasto fuori a fare il palo. Entrando chiudono la porta restando al buio e non li vedo bene, ma non passa un secondo che delle luci rosse del quadro della centralina elettrica crea una penombra da individuare tre sagome stretti intorno a me. Dalla paura mi arresi e lui mi sorrise e io timoroso lo ricambiai. Da quella situazione si fece ancora più audace, anzi mi schiaccia con il suo peso contro la parete dello sgabuzzino, e mi tenne stretto con le mani allargate in modo che lui si piazza davanti a me strusciando di nuovo fra le mie gambe, il suo petto iniziava leggere appoggiarsi al mio e sentire i suoi muscoli ben delineati intorno ai miei fianchi. Piano piano inizia a scendere, massaggiando con vigore le mie chiappe e poi inizia ad alzare la sua maglietta. Ben presto il suo petto e gli addominali erano in bella vista. Era ben fatto, leggermente palestrato, con i muscoli ben torniti e completamente glabro. "Ehi troia, ce l'hai forse con me, non ti piace più il mio cazzo, lo senti ce l'ho già duro, adesso non mi basta più la tua bocca, ora ci divertiamo un pò col tuo culetto eeh troietta!!", sentenziò mentre continuava ad accarezzarmi con forza sulla nuca. Poi allunga la mano e imprigiona il mio mento, mi accarezza con il pollice ed inizia a baciarmi sul collo. Una lingua caldissima, quasi infuocata, lo sentivo leccare dietro le mie orecchie, poi un sonoro bacio sulla nuca e per finire quel lungo respiro sul mio collo mentre borbottava nelle orecchie: "Stai tranquillo, non ti faccio del male finocchietto!!!" Cercavo di levarmelo addosso con un fievole No. Per tutta risposta. "Stai buono frocetto, perché ti agiti?", disse lui. "Lo senti come è duro!!", finisce mentre continua a strusciare e farmelo sentire la durezza del suo rigonfiamento. "Brutta troietta é colpa tua, lo sai?" "Non capisco che vuoi!!", dico balbettando dall’emozione. Il giovane Arabo sorrise e non dice nulla, anzi con una mano infila nei miei jeans entrando e facendo scendere giù nelle mutande. Il suo cazzo non era ancora completamente in tiro, ma era già di notevoli dimensioni e si sentiva attraverso i suoi jeans attillati.
Cerco di uscire dallo sgabuzzino, ma gli altri due affiancati a me impediscono di fuggire, lui ben aggrappato e in mezzo mi trattava da troia di strada. Io cominciavo ad apprezzare le sue attenzioni, anzi ero così eccitato e avvampato da non capire più niente tanto che lo strinsi verso di me godendo come una cagna in calore, e il mio cazzo del tutto arrapato da sborrare di nuovo nelle mutante. Lui accortosi che godevo comincia a muoversi con movimenti flessuosi e affliggere dei succosi succhiotti sul collo, anche chiudendo gli occhi entrambi emettevamo leggeri gemiti di piacere. Anche i due Arabi erano eccitati di quel mio godimento da non farsi scappare l'occasione, con un movimento rapido e deciso presero le mie mani e tirando giù le cerniere infilano dentro alle loro mutande, ed io nel sentire quei cazzi duri ritrassi le mani, anche se loro con prepotenza mi obbligano di prenderli in mano. Così mi ritrovai di nuovo i loro arnesi caldi e palpitanti nella palma della mano, in tutto il loro splendore. Benché ancora semi-duri aveva già raggiunto delle dimensioni considerevoli, e il sacco delle loro palle si preannunciavano altrettanto interessanti. Ero avvolto dalla oscurità e capire cosa facevo lì, ma ad un tratto la porta si apre dove l'altro Arabo assiste a quel groviglio di corpi facendo forti commendi verso di me, e quella poca luce mi fece ammirare quei maschi che avevano dei cazzi duri e lunghi da 24/30 centimetri, con certe cappelle senza prepuzio, erano circoncisi e con dei grandi coglioni scuri e rasati e pochi peli attorno alla base del cazzo. Non so se sono stato fortunato o se tutti gli Arabi sono così, ma per me era la prima volta stare con tre Arabi cazzuti, anche se ho fatto un pompino a quel figlio di puttana non mi ricordavo come era un cazzo di un Arabo, ora potevo ammirare i loro cazzi dove il colore della pelle lungo l'asta era di un bel colore marrone chiaro come la pelle che ricopriva il resto del loro corpo, mentre la cappella era più scura, di colore rosso porpora, li fissavo per alcuni minuti e poi si richiuse la porta. I due accompagnavano il ritmo delle mie mani per smanettare più possibile i loro cazzi duri e facendoli arrapare tanto da borbottare qualcosa di osceno della loro lingua, e da non capirne. Feci del mio meglio per resistere a quel assalto, ma il mio maschione da monta frugava sul mio culo con le mani che stringeva le chiappe come se stesse suonando la fisarmonica. Trastullato e annusato con forza sul mio collo e sui capelli lui molto eccitato borbotta qualcosa: "Profumi come una troia, cazzo come mi ecciti sei una cagna in calore che aspetta di essere montata dal suo uomo!!!" Quella situazione mi eccitava, e mi spaventava allo stesso tempo. Vedere che un uomo, così maschio, davanti a me con un bastone di carne dura che faceva fatica a restare nei suoi jeans. Ero rivoltato sotto a quelle gambe muscolose e possenti che cercavano uno sfogo sessuale, anche se l'odore tipico che emanava i nostri cazzi e coglioni inebriava quel stretto spazio, anche nonostante si trattasse di una vera aggressione senza tanti riguardi, io mi sentivo troia perché godevo. Il maschione non parla, ma sento un altro zip di una cerniera ed io sbalordito non dissi nulla, mentre gli altri due ridevano e mi rivoltavano con violenti strattoni scoprendo il mio culo. Era rimasto con il culo scoperto dove un bel cazzo duro si strofinava nello spacco del mio culo. "Ora frocio, mi dai il tuo bel culetto!!!", disse con un certo interesse perché mi voleva farmi il culo lì in quel sgabuzzino, mentre continuavo a segare quei due cazzoni. Lo stallone Arabo era arrapato e sembrava di gradire lo strofinamento nell'ano, non parlava ma emetteva flebili gemiti: "Aaah!! Aaaah!! Huuummmmmm!!" Io ero ancora con il culo scoperto e da dietro sentivo due mani che mi prese le chiappe, e poi un dito cerca la fessura e il buco del culo, lo trova e con decisione sputa un pò di saliva ed inumidì il mio buchetto e l'asta del suo cazzo. "Adesso ti faccio vedere io cosa vuol dire prenderlo nel culo da un Arabo, brutto bastardo!!", disse e senza attendere un istante appoggia la cappella sulle crespe del culo ed inizia a spingere, lentamente ma in modo deciso.
La sua mano mi serra la bocca per impedirmi di gridare, ed io sento la punta del suo cazzo allargare a dismisura le mie povere crespe dell'ano, ma io apprezzavo e infatti, grugnì di piacere. Non mi diede tempo di capirci qualcosa che lo sento scivolare tutto dentro fino a sbattere le sue palle dure sull'imbocco rettale. Il cazzone era così lungo e duro da sentirlo a tratti tanto da farmi smorzare le frasi di godimento: "Oh! Oh! Oh! Oh! Ooooooooooh!!!!", e assorbirlo tutto fino ai coglioni. "Allah, che culorotto. Ooooh!! Come godo in questo buco da troia!?" Urla dal troppo godimento, e mentre era del tutto piantato nel mio buco del culo da goderne. L'Arabo, che era rimasto fuori a fare il palo, apre la porta e vide l'amico con i pantaloni calati fino alle ginocchia, che si contraeva mentre era ben ficcato tutto nel mio buco del culo. Ma viene stoppato da lui perché stava venendo il loro professore Egiziano che li stava cercando. Il poveretto bestemmio in Arabo, e questa sua ambizione di finire a farmi il culo e riempirmi di sborra stava andando in malora, che però dovette fermarsi mentre i due richiudono nel tessuto delle mutande e pantaloni le loro bestie, e insieme all'altro vanno incontro al professore lasciandomi solo con lui. Stetti fermo ancora impalato da lui, e per la paura che il professore poteva sorprenderci in quella posizione lui non reagiva finché cessa il pericolo, non aspettammo molto che le voci si stavano allontanando e pure il suo cazzone stava ritirarsi come una ciammarica. "Bravo frocio, per oggi te la sei cavata con un assaggino, ma la prossima volta te lo sfondo per bene sto bel culetto!!!", disse sbuffando mentre estraeva il suo cazzo del tutto moscio dal mio culo, e nel frattempo si stava tirando su i pantaloni in maniera autoritaria, non badando più a me che a testa alta si allontana verso la porta. In quel sgabuzzino, io invece ero ancora appoggiato al muro a culo pezzuto, stordito e scioccato di aver preso un bel tarello di carne dura e Arabesca, Per dire la verità, il mio buco del culo chiacchierato non sembrava soddisfatto e reclama la sua parte di cazzi tanto da surriscaldare e invocare cazzi di tutte le misure tramite il mio cervello che con varie flash immaginari di tutte le nerchie nodose Africane e Arabe. Proprio mentre mi stavo riprendendo dai quei spruzzi di sesso, sentii un rumore provenire dietro la porta, ma non riuscivo a capire di chi si trattasse ed inoltre il buio non mi facilitava certamente
le cose! Passarono alcuni secondi quando vidi Giovanni sull'ingresso, già stretto per una sola persona. "Che bel culorotto! Ti sei divertito con quei Arabi, frocetto?", mi chiese, tenendo in mano destra un bel cazzo dritto, che in breve tempo divenne più duro del marmo. Non era superdotato come gli Arabi, ma
per farmi spegnere il fuoco al buco del culo basta e avanza perlomeno!! "Giova, ti prego ficcami il tuo manganello duro in culo, non ce la faccio più a resistere ai cazzi!!!" Inaspettatamente, e senza alcun preavviso, me lo ficca di brutto il suo cazzo in culo. Urlai di dolore per il tremendo urto, ma lui, imperterrito, mi fotteva senza pietà. "Vai troia, accetta il mio cazzo in culo e goditelo!" Sbraitava, proprio quando cominciavo a mettere da parte la sofferenza ed io riuscivo a godere come una vacca. La sensazione della parete dell’ano che si scostava mi mandava in paradiso. Ma lui proseguiva, senza mostrar pietà, divertito ed infoiato. Di tanto in tanto mi dava, anche, degli schiaffi sulle chiappe, infilando la verga sempre più in fondo. Con un urlo animalesco, venne dentro il mio ano, riempiendomi di tutto il suo sperma. "Resta fermo troia!", disse mentre estraeva il suo cazzo. Non capii che cosa volesse fare, ma sentii un altro cazzo pronto e duro che sprofonda nel mio vorace buco. La botta era tremenda da farmi voltare e intravedere il muso di Luciano che senza tanti preamboli mi stava inculando. Il suo cazzo era un pò più sottile di Giovanni. Ma il maiale ci sapeva fare. In quel sgabuzzino almeno una decina di cazzi dei miei compagni di classe, uno dopo l’altro, vennero nel mio culo, allargandomi le chiappe in un modo senza uguali, mi costrinsero andare nei spogliatoi e sedermi su una panca sopra un bel cazzo ed uno per uno mi riempirono di sborra il buco, stavolta, però, anche in bocca e dovetti fare un bocchino a tutti loro, chi leccandogli solamente l’asta, a chi succhiando anche i coglioni pelosi. Poi, quando questi terminarono, e appena usciti io potevo tornare in classe con loro ben riempito di sborra.
Non passa neanche un mese e per colpa dei compagni che mi prendono in giro, dandomi della checca e rottinculo, il mio professore mi allontana dalla mia classe perché disturbavo tanto che lo stronzo mi punì mandandomi nella classe dei extracomunitari. Quanto entrai accompagnato da lui nella classe mi sentivo profondamente umiliato, ma anche alquanto eccitato nel vedere il mio bel Arabo e gli altri tre dello sgabuzzino li tutti insieme ai primi banchi. Appena uscito il professore, fui comandato dall'altro professore di raggiungere un banco in fondo la stanza e per fortuna lontano da loro, anzi a dire la verità mi sentivo molto in disagio in quella classe come se tanti occhi mi scrutassero con vari sghignazzi alle mie spalle a dire: ecco il succhiacazzo e il culorotto, anche se pensavano che io non capivo il loro interessamento nei miei confronti. Io, invece pensavo ad altro: fortunatamente non sono stato portato dal preside. Ero seduto in mezzo a due; uno Arabo e l'altro un bel negro, e successivamente nella lezione loro mi guardano e sorridono in un modo malizioso, gli chiesi il motivo e uno di loro il negro accarezzandomi la coscia esplicitamente mi disse: "So che sei una troietta, e ti piace molto i cazzi, specialmente i nostri!!" Lo guardai sbalordito, ma lui continua: "Ti dispiace se ti tocco un pò il tuo bel culetto da troia, eeh... frocio?" Io non sapevo proprio cosa dire e quasi automaticamente risposi: "Ma, che cazzo fai?" Cercai con forza di levargli la mano, ma senti un'altra mano infilarsi tra le mie chiappe era l'Arabo. Rimasi impassibile e immobile pensando fra me e me: che non mi sarei mai aspettato che quei figli di puttana hanno spiattellato tutto: il pompino al cinema, e quello che era successo nello sgabuzzino, e le due carogne approfittarono di quella situazione, sapendo che non potevo reagire per paura di essere ancora punito dal professore e poi da quella volta sono mesi che non prendo certi calibri tanto che il mio buco e diventato vergine, metaforicamente parlando, beh, dovetti assecondare quella voglia di farmi spaccare il culo da quei possenti bastoni di carne umana. I due maschioni continuavano indisturbati, anzi vi devo dire lì dentro tutti meno il professore sapevano quello che i due mi stavano facendo e per dar loro solidarietà cercavano in tutti modi di distrarre il professore o coprire senza che lui s'accorgeva di tutto. Ormai rassegnato e imbarazzato ed umiliato nei miei confronti, i due dopo avermi massaggiato laidamente le parti basse del mio corpo cautamente abbassarono le lampo dei loro jeans, e fatto questa operazione afferrarono le mie mani e le depositarono dentro le loro patte aperte, anzi entrambi erano senza mutande ed io rimasi sbalordito dal loro audacia. Obbligato con forza a soddisfarli e sentirne la consistenza dei loro cazzi duri e che "CAZZI!!!" adesso capi perché entrambi non portavano le mutande, era per facilitare qualsiasi sollazzo ai loro cazzi. Li assecondai completamente, ero talmente immedesimato nella parte che credevo veramente a quello che facevo, anche se per me non era la prima volta con i negri e Arabi, la cosa mi eccitava, in particolar modo mi eccitava a far godere quei due cazzi di vari colori, ed ero consapevole della mia troiaccine. Mentre facevo queste cose, mi senti allentare la mia cintura e abbassare un poco i jeans e mutande, e successivamente loro incominciarono palparmi il culo e dilatare il mio scassato buco dalle loro ingorde diti, che mi ficcavano dentro facendomi un male boia e senza esternare. Allora io, lentamente e con ritmo costante, continuavo a masturbarli per alcuni minuti, fino a quando sentii i loro cazzi fremere intensamente. I due maialoni, con le loro diti circondavano completamente il mio foro anale, io mi trovavo perso e cominciai ad ansimare piano, senza alterare il ritmo della sega e mi porsi un pò più alto il culo per facilitare loro la penetrazione continua. Sempre con le mie mani continuavo ad masturbarli i loro cazzoni, li sentivo che era tesi, ma non sapevo giudicare quanto ancora si sarebbero stancati, e non passo molto che dei schizzi poderosi di sperma emise sulla mia mano, e imbrattando dentro i loro jeans. Con le mani raccolsi una parte di sperma e spalmandoli alla base dei loro cazzi e i sacchi di palle, ma sempre continuando a masturbarli fino a quando sentii che quei cazzi diminuivano di consistenza.
Dopo un pò entra un bidello dicendo: qualcosa all'orecchio del professore e lui si alza e disse: che deve uscire un attimo nel corridoio. Ma appena il professore spari dietro la porta, tre ragazzi di colore andarono verso la porta a spiare e diedero via libera. Io non capi molto, avvenne cosi in fretta
che mi presero alla sprovvista. Mi senti sollevato da vari mani e contemporaneamente abbassarono i miei jeans e mutande, e poi fui sdraiato prono sul banco, esponendo a loro le mie chiappe a loro mercede. Io, come un pupazzo nelle loro mani, mi lasciavo fare balbettando in modo poco convincente: "No!, questo
no!, non farlo, vi prego!?" "Ma se muori dalla voglia di prenderlo nel culo, frocetto!!", disse uno di loro che sputa fra le mie chiappe e comincia ad inumidire il mio buco del tutto slargato dai cazzi. Anche se a quella abbondanza di cazzi che avevo davanti ai occhi, mi facevo forza, ma era assai umiliante e seccante di farmi fottere davanti a tutti quei nordici Africani e Arabi che mi sfottevano e ghignavano, in particolare sentii una voce dire: che il culo bianco era pronto a prenderlo nelle chiappe, e fargli sentire dentro al buco un bel cazzo nero dentro che gli frizzerà tutto, quando glielo sbatte in culo. Mentre ero prono aspettando il fatidico momento, mi allargarono maggiormente le chiappe, sputarono ancora dello sputo sul mio buco spalmando bene dentro e fuori e poi non tarda molto da sentire una punta di cappella all'imboccatura del mio buco del culo e incalzati dagli altri incominciava a premere il suo cazzo dentro allo sfintere. "Non farmi male!!", dissi con una certa paura, ma continuavo a lasciarlo fare. "Lo senti? Eh? Lo senti quando é duro brutta troia?", fece lui poggiandomi la cappella dura sul buco del culo. "Siiii!!, porco lo sento!!!" "Non ti piace forse? Dai troia dillo che ti piace!", Aggiunse mentre con le mani, dopo avermi abbracciato cerca di far entrare la punta del cazzo. "Sììì! Mi piace! Ho paura, ma è bello! Mmmm!!!, piano, piano entra piano stronzo!!" "Eccomi che entro!!", disse lui dando un colpetto di reni. "Ahhh! Fermo, mi fa male!!!" Gridai contraendomi. "Cazzo, fammi entrare almeno!!", disse lui dando un secondo colpo più forte. Io involontariamente cominciai a ruotare i fianchi in maniera da permettere una migliore penetrazione. "Ahhh! Ahhhh! Noooo! E' troppo grosso!" Mugolai appena mentre sentivo la cappella penetrare e dal dolore arretrai immediatamente i fianchi cercando di divincolarmi facendolo riuscire. Ma subito bloccato da tante mani e dicendomi: di allargare le chiappe da cagna, e parare il culo per sentire come ti sfonda un cazzo nero. Intimorito dal tono con cui parlavano e accondiscendente di tutto ciò mi gustava che lui mi sfondasse, mi riaccucciai, alzando il culo, e proponendomi di resistere a qualsiasi dolore e fui di nuovo allargato le chiappe e ripuntare la calda cappella all'ingresso del mio culo. Con fermezza si ancora ai miei fianchi e subito dopo si inarca premendo il suo cazzo contro la fessura del mio culo. Senza preavviso strattonando, arriva a perforarmi con metà cazzo ed io mi contorsi cercando di urlare, e prontamente loro mi bloccarono tappandomi la bocca con le mani. D'altra parte non capita tutti i giorni di trovare un bel cazzone in culo, e così lasciai che il mandrillone continuasse la fottuta. "Stai fermo frocio, che ti piacerà!!!", disse lui dando un terzo colpo, più forte, con cui infila l'intero cazzo nel mio culo. "Aggrrrr! Noooo! Ahhh! Che male", rantolai dal dolore. Il cazzone prese poi a stantuffare con furia ansimando: "Dì che ti piace! Dì che ti piace! Dì che ti piace!" "Nooo! Noooo!!! Ahhh! Che dolore!!! Esci! Mi sfondi!!!!", dissi con parole soffocate. "Sei una troietta, sei solo una troia in cerca di cazzi. E si vede che ti piace i cazzi grossi!!", ghignava ondeggiando il bacino e sussultandomi dentro all'ano. "Ohhh, noo! no!!!" Mi sento afferrare con le mani intorno ai capezzoli e stringendoli forte accelerava il ritmo dell'inculata. "Ti sto fottendo il culo adesso ti riempio il buco di ciccia dura. Dillo che ti piace, brutta troia?" "Bastaaaa!!!! Non ce la faccio piùùù!" Le mie grida erano soffocate da tante mani e inutilmente potevo reagire tanto che solo il mio cazzo reagiva, indurendosi.
Mi sentivo una porca cagna in calore e godevo con dei gridolini e mugugni che lui fatica a mettere il suo grosso cazzo nel mio buco tafanato, anche se davanti a tutti mi stava sfondato il buco del culo, ma la cosa non mi dava nessun imbarazzo, dato che i presenti erano lì con più o meno delle sue stesse contizioni. Ma evidentemente gradivo il trattamento, data l'espressione del mio viso e da come lasciassi sfuggire un lamento di piacere e i suoi amici incitava lui di sfondarmi il buco del culo, anche se non aveva bisogno in quanto il negro sferza rudemente con un altro strattone finendo di buttarmi nel culo il suo cazzone ferocemente, fino in fondo, quasi a sentirlo in gola. Era molto arrapato da sussurrare: "Brutto frocio di merda, ai il culorotto e ti lamenti pure, eeh culattone!!!" Io sentii un intenso dolore, avrei voluto scappare via, ma ero trattenuto da loro. Il suo cazzone grosso si fece strada nel buco del mio culo allargandomelo per bene, sentivo l'umidità e la viscosità e contemporaneamente la sua calda cappella che fremeva. Dopo una breve resistente il mio sfintere cedette sotto la pressione ed accolse il suo cazzo che giaceva dentro di me, i suoi peli pungevano lievemente le mie chiappe, stette fermo su di me per qualche minuto, per poi riprendersi dallo sforzo compiuto e permettere al mio culo di adattarsi al suo cazzo, anche se il porco usa la cappella all'inizio, dentro e fuori, per farmi morire di voglia. Poi all'improvviso mi impala completamente, con un solo colpo, fino in fondo. Gemetti, ma non gridai, anche se il dolore mi faceva impazzire. Inizia a scoparmi, su e giù, dentro e fuori, il suo massaggio alla prostata stava facendo il suo effetto. Il mio cazzo era diventato duro come non mai. Mi piaceva essere fottuto da un maschio nero. Lui allunga la sua mano davanti a me, prese in mano il mio arnese duro e iniziò a masturbarmi, seguendo in ritmo della sua scopata. "Ti piace essere scopato da un negro, eeh... frocione, dai dillo che ti piace il mio cazzo, vero?", disse. "Si, mi piaci il tuo cazzone, sei un vero stallone. Dai continua, vai, spingi di più, e fammelo sentire tutto fino allo stomaco!!!" Risposi mentre il ritmo aumentava, i colpi diventarono più frequenti e più profondi, la sua mano scorreva su e giù lungo il mio cazzo, soffermandosi sulle palle, strizzandole. Quel grandioso cazzo nero, andava e veniva in modo forsennato da sentirlo muoverlo nelle pareti del mio budello e la cosa mi procurava un piacere particolare, quasi da provocarmi una notevole erezione. Poi si sorresse ai miei fianchi e mi strattona per mettere il suo cazzo nel mio culo e disse: "Cazzo!? Ragazzi come si sta allargando il buco a questo rottinculo!!!" A sentirmi trattato in questa maniera mi sentii veramente oltraggiato ed umiliato, ma obbedientemente cominciai a comportarmi da troia. Mentre muovevo i fianchi e sforzandomi a non stringere il culo per facilitare la fottuta. Avevo la sensazione che il mio culo cominciava ad adattarsi all'idea di essere inculato?, mentre il suo cazzo cominciava a scorrere dentro alle mie budella e prima che affondasse in profondità e poi estrarlo quasi totalmente, mi sentivo posseduto in una maniera maniacale che il dolore era più intenso, quando lui affondava e risaliva io, non riuscivo a tenermi in quanto il negro spingeva molto forte e inconsciamente io, stringevo le chiappe quando lo estraeva da farmi sbattere la mia testa contro la patta dei pantaloni di un Arabo. Dopo che il buco cominciava ad essere allenato, ed al dolore subentrava una certa sensazione piacevole intensa di una forte inculata, in maniera da facilitare la penetrazione e allargare il foro del culo. Quasi del tutto sbattuto con forza su quella patta dura di quel Arabo che mi teneva fermo la testa, ed io... troia, cominciai ad appoggiare la mano sul davanti con un lento massaggio e palpeggiamento da fargli arrapare. Ad un certo punto, lui si era eccitato molto, da presentarmi un bel cazzo duro davanti alla bocca. Ero in balia di quel cazzo duro e invitante, mi sentivo troia e senza attendere un istante presi la cappella fra le labbra, ed iniziai lentamente ad esplorare con la lingua attorno al glande, lungo il frenulo e nella fessura che porta al buchino in cima. Non volevo smettere, era troppo bello avere quell'asta dura in bocca.
Era venuto il momento di andare più a fondo e così iniziai con un pompino vero e proprio, su e giù per l'asta, cercando di farmelo entrare tutto ma era praticamente impossibile, sotto l'azione della mia bocca l'asta aveva preso tutto il suo vigore raggiungendo una misura incontenibile. "Dai frocio continua così, prendilo tutto ciuciacazzi, adesso ti scopo in bocca lurida baldracca!!", mi disse. Fu allora che mi prese per la nuca e comincia a guidarmi in lento su e giù lungo il suo arnese. Facevo fatica ad ingoiarlo tutto, ma non potevo fare nulla, era lui che guidava. Per cui cercavo di fare il possibile per prenderlo tutto, più in fondo possibile. Stringevo le labbra attorno all'asta, succhiavo e lo sentivo crescere ancora di più in bocca, se ancora fosse possibile. "Ti piace vero prenderlo in bocca e culo, brutta troia. Eh puttana, vuoi sentire il sapore della mia sborra?", mugola. Non potendo rispondere dato che lui continuava a scoparmi in bocca, risposi nell'unico modo possibile. Lo ingoiai ancora più a fondo e con una mano gli presi la sacca dei coglioni e la strinsi in modo leggero ma deciso tirandola in basso. "Bene, figlio di puttana. Non è ancora il momento di sborrarti in bocca. Adesso frocio succhiami le palle!!". disse lasciando la presa. Finalmente libero mi soffermai ancora per qualche istante attorno al suo grosso cazzo e poi tirai su i coglioni da leccargli e prenderli uno alla volta in bocca. Dopo un paio di minuti lasciai le palle per tornare al cazzo, e ricominciare di nuovo un pompino, curando in particolare la cappella. Le mie attenzioni al cazzo e alle palle portarono il mio maschione Arabo vicino al momento fatidico. "Sto per venire, ciucciazzo
di merda. Voglio sborrarti in gola. Ti piacerà il mio sperma. Aahh!, aaahhh!, vengo!, vengoo!, vengo!!!", disse. Venne con diversi fiotti di sborra bollente, leggermente salati, abbondanti tanto da fare fatica a inghiottire tutto. Dopo essere venuto rallenta i movimenti, forse appagato. Ma il negro da dietro non voleva darmi tregua. Non so quanto tempo m'inculò ma quando sentii lui ansimare, irrigidirsi e vibrare tutto, si ancorava ai miei fianchi e pigia il cazzo nel fondo del mio culo. Rimase fermo a quella profondità per qualche secondo, poi sentii inondarmi dal suo sperma viscida e calda che si sparse per tutto il mio culo. "Sto per venire, adesso frocio di merda, ti riempio le budella di sborra, cazzo vengoo!, vengooo!, sborro!, ahh!, ahhh!, ahhhhh!!!!" Sentii lunghi fiotti di sperma caldo riempirmi le viscere, mentre le sue spinte rallentarono. Dopo qualche lieve scossa in su e giù, si accascia sulla mia schiena sussurrandomi: "Brutta baldracca, ho trovato pochissima resistenza! Avevi un culo veramente spanato! Già, sei una vera troia, si vede che eri abituato a prendere cazzi! Non ti preoccuparti qui a cazzi sono tanti e più grossi per romperti del tutto il culo!!!" Rimosse il cazzo, era imbrattato di merda e sborra che gocciolava tra le mie chiappe. Il negro si pulì con le mie mutande e dandomi una pacca sul culo in segno di incoraggiamento e poi riprese dicendo: "Tanto nella vita, c'è chi lo mette e chi lo prende, te sarai uno di quelli che ne prenderà parecchi nella vita! Da bravo frocio sarai te che andrai a cercare cazzi molto grossi per il tuo buco largo eeh.. troia!!!" Allentata la tensione nella classe, mi lasciarono libero mollando la presa e a quel punto capì il mio stato di assoluta dipendenza nei loro confronti da guardarli tutti negli occhi, anzi specialmente uno di loro l'Arabo cazzuto dello sgabuzzino disse: "Ora che hai assaggiato i nostri cazzi in quel culorotto, non pensare di cavartela così con una fottuta e via, anche noi abbiamo voglia di divertirci con il tuo culetto, ma non qui, dopo le lezione tu vai a casa, e preparati per stasera senza fare troppe storie, capito!", io per tutta risposta balbettai qualcosa del tipo che mi vergognavo e che avevo paura di essere visto da qualcuno! Allora per tutta risposta, ricevetti una sberla. "Taci puttana! Ricordati: sappiamo che sei una checca persa, eri la troia sui motopescherecci, e quindi non fare la verginella tanto sei una troia del tutto sputtanata e se non vieni a casa nostra non ci sarà alcun bisogno che qualcuno ti veda con noi, saremo noi a raccontarlo a tutti che ti piace i nostri cazzi!!!", disse con un tono inappellabile, ed io annuii con la testa. Era chiaro che non stava scherzando in quel momento, anche se avvertivo tutto un insieme di emozioni, paura, vergogna, ma sopratutto tanta eccitazione. Guardandomi dritto negli occhi si accorse che ormai ero in suo completo potere e con la mano, mi prese per i capelli dietro alla nuca, mi gira e mi bacia sulla bocca infilandomi tutta la sua lingua dentro provocandomi inizialmente un senso di repulsione (stavo baciando un maschio Arabo per la prima volta) che poi si trasforma in ulteriore eccitazione. Beh, almeno mi sono rassegnato, e mi ricomposi. Non passa due minuti che i tre ragazzi dalla porta corsero verso i banchi urlando: "Hei ragazzi? Sta tornando il professore!" Quanto lui entra tutti noi eravamo composti sul banco, anche se io nel sedermi stavo in difficoltà per il bruciore che avevo pel culo, mentre la sborra calda mi colava giù dal mio buco del culo dando un pò di sollievo. Mi resi conto che sarei diventato la loro puttana: purtroppo la mancanza delle donne e stanchi di seghe, per loro ero uno sfogo sessuale da reprimere lì dentro.
Fine (4° parte)
By Mimi
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