La madre scopata per bene dal cinese
di
Antonio G
genere
voyeur
"Dottore, io cerco di accettarlo, di metabolizzarlo, ma non è semplice". "Ci vuole tempo, lo capisco. Ma, esattamente, quale aspetto della relazione di sua madre con Wang, le dà più fastidio?". "Dottore, sono tanti gli aspetti. Il fatto che mia madre sia una sua dipendente, sicuramente mi dà molto fastidio". "Le dà fastidio il fatto che sua madre abbia una relazione col suo capo, o che il suo capo sia cinese?". "Che vada a letto col suo capo. Certo poi, 'sti cinesi ormai si stanno prendendo tutto. Mai avrei pensato che mia madre avrebbe fatto la commessa nel negozio di un cinese". "Beh, Piero, ormai il mondo è cambiato. E senza l'impiego presso quel negozio, sua madre, da sola, non potrebbe permetterle di pagare le tasse universitarie...". "Lo so, dottore...lo so". "Quindi, è la subordinazione gerarchica di sua madre a Wang, a rendere indigesta l'idea di accettare la loro relazione?". "Non solo. Non è solo questo". "Mi dica, Piero. Si apra. Siamo qui per questo". "Wang non è per niente empatico. Non fa nulla per esserlo. Non dico che sia sgarbato, però è molto chiuso, quasi diffidente. Forse è un po' nella loro indole, ma non voglio generalizzare. Fatto sta che non fa nulla per attirare la mia benevolenza. Sta spesso a casa nostra, ma si comporta come un estraneo. Però la notte, non si fa certo problemi a fare i comodi suoi con mia mamma". "Beh, non serve la sua approvazione. Serve quella di sua madre...". "Lo so...però...dottore...lui, la notte...anche per due ore di fila...e mi spiazza parecchio la situazione". "Due ore????". "Sì dottore. Due ore...di fila. Quando non sta in forma, un'ora e mezza. Si mette lì, piano piano...e non finisce mai. Ed io divento matto". "Lei origlia?". "Sì...". "Non si vergogni. Non c'è nulla di male. Io non sono qui per giudicarla, ma per aiutarla. E mi dica, cosa sente?" "Devo proprio dirglielo?" "Certo, Piero. Mi aiuterà a capire i motivi del suo disagio". "Premetto che loro sono molto discreti, ma io, mettendomi vicino la porta della camera da letto, qualcosa riesco a sentire". "Dica, dica pure". "Beh...tendenzialmente, ansimano. Lui ogni tanto dice "senza fletta...piano piano..." ed effettivamente se la prende comoda. So che fa arti marziali e yoga, credo che queste discipline lo aiutino a controllare la durata...però, pur nella sua calma, è impressionante. Dottore, due ore, capisce?". "Impressionante, concordo. Sicuramente la sua cultura orientale, la forza della mente, la capacità di controllare la respirazione (favorita dallo yoga)...però due ore sono due ore. Capisco che la cosa possa istintivamente darle fastidio, ma se sua madre gradisce...". "Sì, gradisce. Però la situazione mi imbarazza. Saperla per due ore di fila che...si fa scopare...non lo so, mi infastidisce". "Lui le dice altro, durante l'intimità? Ci sono altre frasi ricorrenti?". "A volte...a volte lui...ironizza sulle performance di mio padre. Ormai i miei sono separati da anni, ma evidentemente mamma gli avrà confidato qualche particolare sui suoi trascorsi intimi con papà". "Questa potrebbe essere una della cause del suo disagio. Mi faccia capire meglio". "Dottore, lui a volte, mentre lo fanno, dice "tuo malito due minuti, io due ole...due ole a fale zum zum...". "Un signore, proprio...". "Eh...e ride pure, mentre...". "Piero, capisco che le possa dare molto, molto fastidio. Si parla di suo padre, e non è piacevole, mi rendo conto. Però, se nei fatti, il confronto è realmente impietoso, comprendo anche che da parte di Wang possa esserci un compiacimento, la consapevolezza di una virilità superiore. Non lo giustifico, ma siamo uomini e possiamo capire". "Dottore, lo comprendo, ma mi dà fastidio lo stesso". "Certo, capisco. Ma due ore sono due ore. Cioè, due ore...". "Eh, lo so. Due ore...". "Cioè, Piero....due ore...ci sta pure che uno faccia un po' lo spaccone...non giustifico ma comprendo". "Lo so. Due ore...come si dice...bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare". "Appunto, Piero. E in questo caso bisogna dare a Wang quello che è di Wang. Per oggi abbiamo finito. La prossima seduta, se per lei va bene, venerdì prossimo". "Ok dottore. Sbaglio, o le si è gonfiato il pacco?". "No, sarà una sua impressione".
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