Leo e Cecilia

di
genere
etero

((questo racconto è apparso sotto un’altra forma che, per mia stupida ingenuità e leggerezza, ho pubblicato non pensando alle conseguenze. Ora lo ripropongo, debitamente cambiato nella linea etica morale di ER e di chi qui mi legge))

Leo e Cecilia

Leo annuisce soddisfatto mentre si rolla una sigaretta, appoggiato alla ringhiera della fermata del bus. Ripensa a Cecilia, alla sera prima, al fatto che si è scolata così tanta roba da svenire.
L’aveva accompagnata a casa, non senza fatica e si era fermato un attimo a riprender fiato e guardarla mentre russava beata sotto l’effetto dell’alcool. La Cecilia: capelli neri pettinata a caschetto, naso lungo e dritto, un po’ pienotta ma appetibile.
Aveva scritto un biglietto con calligrafia incerta = Fatta come una biscia. Ci vediamo domani a scuola =

Il pullman arriva e lui afferra lo zaino e si mette in posizione. Sopra, quasi pieno. A metà corridoio vede Cecilia che legge un fumetto e abbassa per guardare lui “Vuoi sederti?”
E lui si accomoda accanto a lei. “Come va la testa?”
“Mi sento come un birillo che ha ricevuto in pieno una palla da bowling. Mi hai accompagnata a casa tu?”
“Una fatica”
“Stai dicendo che sono grassa?”
“No.. Io.. Beh”
“Scemo” fa la linguetta
“Fortuna che eri tu”
“Sì”
“Potevi approfittartene”
“Non così” arrossisce “Beh..”
Lei sorride, torna a leggere il suo fumetto. Non dicono nulla per tutto il percorso fino alla scuola

Scuola. Lezioni. Noia. Intravede Cecilia all’intervallo che chiacchiere con le sue amiche.
Arriva l’una e si rientra a casa. Non c’è Cecilia. E’ uscita prima, dicono alcune sue amiche. Visita medica.
Leo scende dal pullman e si avvia verso casa. Cecilia le piace. Non è una top model ma neanche un cesso a pedali come dicono certi suoi amici. Cecilia.. Dovrebbe chiederle di uscire. Come amico o come un appuntamento. Tiene la testa bassa, i pensieri che vorticano a mille Arriva al vialetto d’ingresso e, sui gradini, c’è Cecilia che lo aspetta “Ciao”
“Ciao” fa sorpreso “Hai bisogno di qualcosa?”
“Di te”
“Sono qui”
Lei si alza “Ecco, non vorrei risultare sfacciata ma, ti va di uscire ancora stasera?”
“Stasera? Sì, certo, dove vuoi?”
“Dove vuoi tu”
“Bene, stasera alle 8 al Pub in fondo alla strada davanti le scuole?”

Sì. Appuntamento. Niente alcool. Lei morigerata, beve una Coca Cola. Lui un cocktail analcolico al gusto misto pesca, albicocca e lime. C’è un gruppo folk rock che si esibisce. Gente accalcata al bancone e ai tavoli. Troppo casino. Leo non sopporta il casino. “Andiamo?” dice lei
Escono, le orecchie riposano. Camminano per un po’, mani sprofondate nelle tasche. Passano vicino ad una discoteca con una fila chilometra alle porte. Un grosso armadio dalla pelle scura, controlla pass e temperatura agli avventori. Una bella ragazza che sembra una modella, guarda con aria incazzata la fila davanti al locale. Leo la conosce di vista, una certa Vanessa che , si dice, l’abbia distribuita in giro come figurine di calciatori. Una limousine si ferma accanto a lei e ne scende un uomo piacente, ben vestito e di bell’aspetto “Qualcuno scoperà stasera” commenta Cecilia facendo un cenno verso i due
Beati loro, pensa Leo.
Lei gli afferra la mano e lo guida verso una zona d’ombra. Prima ancora di chiedere cosa, lei prende l’iniziativa e lo bacia. Labbra tumide, vogliose, con la lingua che accarezza i denti “Ti ho sorpreso?”
“Abbastanza”
Continuano a baciarsi, stringendosi, abbracciandosi, toccandosi “Sei vergine?”
Lui arrossisce “Ehm..Sì”
“Ah, non ti far vergogna, giovane uomo” e continua baciarlo
“Tu lo sei?”
“No”
“Oh”
“E’ un problema?”
“No”
“Bene, continua a baciarmi”

Una settimana dopo, Cecilia lo chiama “Vieni da me. I miei sono fuori città per lavoro”
Campanello d’allarme. Genitori via, lei in casa da sola.
Leo arriva, la porta che si apre prima ancora che lui suoni il campanello.
Lei che lo afferra per un braccio e lo tira dentro “Ho sentito i miei. Han detto che c’è stato un intoppo per quella cosa che dovevano fare e, che devono rientrare. A mezzanotte”
“Sono le 8 ora”
“Bene, hai fatto i tuoi conti” su per le scale, apre una porta, nella sua cameretta. Alle pareti poster di film e di cantanti. Peluche sparsi ovunque “Voglio farlo” si spoglia, rimanendo in reggiseno e mutandine, lasciando Leo con la bocca aperta ad osservare le sue forme piene, uno po’ cellulitiche sui fianchi, con tette piccole ma morbide e.. peccato non vedere il resto “Ancora vestito sei?”
“Io” si scuote dal torpore “Diavolo” e si spoglia in fretta anche lui rimanendo in boxer. Sta per sfilarseli ma, lei lo blocca con un “Dopo” e si avvinghiano come alghe su uno scoglio. Baci, abbracci, toccate, palpate. Il reggiseno scivola via e Leo può,finalmente, toccare, assaggiare, le sue tette..
“Ora” dice lei in un sussurro afferrandoglielo “Scivola, ti aiuto io”
A Leo sembra di affondare in un mare di burro. Tanto è il corpo di Cecilia, così morbido da desiderare di non uscire più. Lei lo asseconda, muove il bacino, lo aiuta a muoversi. D’dapprima incerto, lui prende confidenza e segue i movimenti di lei “Resta così”
“Sì” ansima lui “Uh”
“Che c’è?”
“Sto per..”
“Non dentro di me”
“Ok” lui si discosta e si afferra l’uccello, sulla punta e lascia che il liquido gratti lungo il condotto orinario. Brucia, ma lui resiste mentre lo sperma riempie il sacchetto e si forma una palla, chiusa dalle sue dita “Vado in bagno”
Lei ride. Pensa che avrebbe dovuto fargli avere il preservativo e finire l’orgasmo. Lui torna poco dopo, barcolla, il sesso è floscio. Quanto tempo gli ci vorrà per riprendersi. Si gira e guarda l’ora.. Hanno ancora tempo prima del rientro dei suoi. Fruga nel cassetto alla cieca, trova qualcosa e la estrae. La porge a Leo e dice “Credo faresti meglio ad usare questo”
Un preservativo “Oh”
“Quanto ti ci vuole per riprenderti dopo un segone?”
“Io non ho..”
“Dai, è una cosa normale”
“Beh, sì.. Boh, un quarto d’ora”
“Allora, un quarto d’ora. Si fa più vicino a lui.”

Leo si sente le gambe molli e la testa leggera. Sesso puro. E Cecilia lo aveva guidato in ogni mossa, in ogni azione. Sesso puro. La seconda volta si era impalata su di lui e aveva cominciato una lenta e sensuale cavalcata. L’orgasmo finale fu soddisfacente per entrambi.
Gli sembrava di toccare il cielo come un dito. Leo pensa alla prossima volta con lei.

Cecilia lo guarda allontanarsi e sorride. Poco dopo, i suoi genitori sono a casa.


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scritto il
2021-08-30
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