I Grignardi. (Parte seconda) - 2. La grande nevicata
di
Kripton9
genere
tradimenti
La grande nevicata.
Finalmente l’ora di chiusura. Maurizio dormiva per l’effetto dei sedativi. Madre e figlia salirono in casa per la cena. Dopo aver cenato, Josephine preparò una scodella con del brodo per Maurizio. In camicia da notte scese al piano terra nel retrobottega. Dette due schiaffetti sul volto di Maurizio per svegliarlo.
“La sollevo un po' per metterle un altro cuscino dietro la testa…. Le ho portato qualcosa da mangiare”.
Maurizio facendo leva con l’altro braccio si tirò un po’ su.
“ Lei è molto gentile a occuparsi di me……come si chiama?”.
“Josephine….. Sono la farmacista del paese”.
Maurizio sorrise. “ Dì la verità……sei un angelo….mi trovo in paradiso anche se non me lo merito”.
“ AhAh…Lei è molto simpatico. Sono contenta, vuol dire che sta guarendo”.
“Chiamami per nome. Mi chiamo Maurizio Grignardi “.
“ D’accordo! Maurizio…..un bel nome”.
Prese la scodella e con il cucchiaio gli diede da mangiare il brodo.
“ Sono tornato bambino……che bella mammina”.
Josephine sorrideva felice. Non provava sensazioni così da tanto tempo.
Anche la madre scese nel retrobottega. “ Salut. Je te vois mieux ce soir».
« É mia madre ».
« Buonasera signora....Sono qui a dar fastidio…..Josephine mi tratta come un papa ».
“On l'attend depuis longtemps ».
Maurizio non capì cosa volesse dire. Finito di mangiare, Josephine gli controllò la febbre. L’aveva a trentotto.
“ Ti darò dell’altro antipiretico e aspetterò che ti passi la febbre”.
“ Maman vai a letto. Io rimango un altro po' con Maurizio in attesa che cali la febbre”.
“Bonne nuit mon ami”.
Maurizio tirò indietro i suoi capelli fluenti, stropicciò gli occhi e domandò a Josephine se poteva fare una telefonata. Josephine gli passò il telefono.
“ Teresa? Sono Maurizio…….si tutto bene. Si è rotta la moto. Ho avuto un piccolo incidente........no! solo alcune contusioni e graffi, la moto ha avuto la peggio............. Sono a casa del farmacista mi ha fatto le medicazione e mi dato alloggio per qualche giorno in attesa che faccia riparare la moto……....Segnati il numero.....si attendo........il numero è 3407.......Ti bacio".
Maurizio posò la cornetta. Volse lo sguardo a Josephine che era intenta a sistemare le sporte con i medicinali per fare un po di spazio nella stanza.
" Ho omesso di dire che il farmacista è una donna....... mia moglie è molto gelosa".
Josephine andò alla finestra per chiudere le imposte. Alla luce del lampione che dava sulla strada, si vedevano grossi fiocchi di neve che, senza far rumore, cadevano copiosi .
" Nevica!".
"Infatti....Ho freddo".
"Hai ragione... la temperatura si è molto abbassata. Adesso vado a prendere un'altra coperta".
Tornò con la coperta. Gliela rimboccò fino al collo in modo che anche il torace stesse al caldo. Maurizio dormiva pesantemente.
Josephine prese una seggiola, l'avvicinò al letto e con un libro da leggere si preparò ad assisterlo per la notte. Dopo una mezzora fu colta da brividi di freddo. Senza pensarci due volte si tolse la camicia da notte e completamente nuda, andò a trovare riparo sotto le coperte al fianco di Maurizio. Si strinse a lui per cercare calore. Piacevole fu sentire il tepore del suo corpo, il respiro regolare e quell'odore di uomo, di maschio.
Era notte fonda. Josephine aveva la gamba destra accavallata sull'addome di Maurizio. La pressione dell'arto sui genitali dell'uomo, gli provocarono un'erezione imponente. Mentre il pene saliva su, scorreva lungo la gamba della donna. Sentendo quello sfregamento, Josephine spostò la mano destra in basso fino ad arrivare a quella pertica rigonfia. La seguì con la mano in tutta la sua lunghezza. Sembrava non finire mai. Un'eccitazione indescrivibile la pervase. Da sotto le coperte raggiunse l'obiettivo. Lo afferrò a due mani baciandolo e salivandolo con foga. Giunta al vertice lo ingoiò fino alle tosille e cominciò a lavorarlo. Maurizio pronunciava parole incomprensibili.
Quando l'eccitazione raggiunse il culmine, Josephine abbandonò la presa e lo cavalcò dopo averlo inserito lentamente nella sua vagina, ormai pronta a riceverlo. Saliva e scendeva lungo l'asta con ritmo frenetico. I suoi meravigliosi seni sbattevano in tutte le direzione.
Dopo pochi minuti sentì il potente spruzzo dello sperma di Maurizio che sbatteva contro il fondo del suo utero. Ciò le procurò un orgasmo incontenibile. Nel silenzio della notte echeggiò un urlo di piacere.
Spossata, si adagiò sul corpo dell'amante e si abbandono ad un sonno profondo.
Finalmente l’ora di chiusura. Maurizio dormiva per l’effetto dei sedativi. Madre e figlia salirono in casa per la cena. Dopo aver cenato, Josephine preparò una scodella con del brodo per Maurizio. In camicia da notte scese al piano terra nel retrobottega. Dette due schiaffetti sul volto di Maurizio per svegliarlo.
“La sollevo un po' per metterle un altro cuscino dietro la testa…. Le ho portato qualcosa da mangiare”.
Maurizio facendo leva con l’altro braccio si tirò un po’ su.
“ Lei è molto gentile a occuparsi di me……come si chiama?”.
“Josephine….. Sono la farmacista del paese”.
Maurizio sorrise. “ Dì la verità……sei un angelo….mi trovo in paradiso anche se non me lo merito”.
“ AhAh…Lei è molto simpatico. Sono contenta, vuol dire che sta guarendo”.
“Chiamami per nome. Mi chiamo Maurizio Grignardi “.
“ D’accordo! Maurizio…..un bel nome”.
Prese la scodella e con il cucchiaio gli diede da mangiare il brodo.
“ Sono tornato bambino……che bella mammina”.
Josephine sorrideva felice. Non provava sensazioni così da tanto tempo.
Anche la madre scese nel retrobottega. “ Salut. Je te vois mieux ce soir».
« É mia madre ».
« Buonasera signora....Sono qui a dar fastidio…..Josephine mi tratta come un papa ».
“On l'attend depuis longtemps ».
Maurizio non capì cosa volesse dire. Finito di mangiare, Josephine gli controllò la febbre. L’aveva a trentotto.
“ Ti darò dell’altro antipiretico e aspetterò che ti passi la febbre”.
“ Maman vai a letto. Io rimango un altro po' con Maurizio in attesa che cali la febbre”.
“Bonne nuit mon ami”.
Maurizio tirò indietro i suoi capelli fluenti, stropicciò gli occhi e domandò a Josephine se poteva fare una telefonata. Josephine gli passò il telefono.
“ Teresa? Sono Maurizio…….si tutto bene. Si è rotta la moto. Ho avuto un piccolo incidente........no! solo alcune contusioni e graffi, la moto ha avuto la peggio............. Sono a casa del farmacista mi ha fatto le medicazione e mi dato alloggio per qualche giorno in attesa che faccia riparare la moto……....Segnati il numero.....si attendo........il numero è 3407.......Ti bacio".
Maurizio posò la cornetta. Volse lo sguardo a Josephine che era intenta a sistemare le sporte con i medicinali per fare un po di spazio nella stanza.
" Ho omesso di dire che il farmacista è una donna....... mia moglie è molto gelosa".
Josephine andò alla finestra per chiudere le imposte. Alla luce del lampione che dava sulla strada, si vedevano grossi fiocchi di neve che, senza far rumore, cadevano copiosi .
" Nevica!".
"Infatti....Ho freddo".
"Hai ragione... la temperatura si è molto abbassata. Adesso vado a prendere un'altra coperta".
Tornò con la coperta. Gliela rimboccò fino al collo in modo che anche il torace stesse al caldo. Maurizio dormiva pesantemente.
Josephine prese una seggiola, l'avvicinò al letto e con un libro da leggere si preparò ad assisterlo per la notte. Dopo una mezzora fu colta da brividi di freddo. Senza pensarci due volte si tolse la camicia da notte e completamente nuda, andò a trovare riparo sotto le coperte al fianco di Maurizio. Si strinse a lui per cercare calore. Piacevole fu sentire il tepore del suo corpo, il respiro regolare e quell'odore di uomo, di maschio.
Era notte fonda. Josephine aveva la gamba destra accavallata sull'addome di Maurizio. La pressione dell'arto sui genitali dell'uomo, gli provocarono un'erezione imponente. Mentre il pene saliva su, scorreva lungo la gamba della donna. Sentendo quello sfregamento, Josephine spostò la mano destra in basso fino ad arrivare a quella pertica rigonfia. La seguì con la mano in tutta la sua lunghezza. Sembrava non finire mai. Un'eccitazione indescrivibile la pervase. Da sotto le coperte raggiunse l'obiettivo. Lo afferrò a due mani baciandolo e salivandolo con foga. Giunta al vertice lo ingoiò fino alle tosille e cominciò a lavorarlo. Maurizio pronunciava parole incomprensibili.
Quando l'eccitazione raggiunse il culmine, Josephine abbandonò la presa e lo cavalcò dopo averlo inserito lentamente nella sua vagina, ormai pronta a riceverlo. Saliva e scendeva lungo l'asta con ritmo frenetico. I suoi meravigliosi seni sbattevano in tutte le direzione.
Dopo pochi minuti sentì il potente spruzzo dello sperma di Maurizio che sbatteva contro il fondo del suo utero. Ciò le procurò un orgasmo incontenibile. Nel silenzio della notte echeggiò un urlo di piacere.
Spossata, si adagiò sul corpo dell'amante e si abbandono ad un sonno profondo.
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