Che puttana mia moglie… e che puttana anche io (cap. 2)
di
amoreepsiche
genere
voyeur
È un nuovo giorno, il tardo pomeriggio, l’ora in cui Elena si allontana per la sua “passeggiata rilassante” così la definisce. E io bastardamente gliel’ho confermato.” Amore, questa passeggiata ti fa proprio bene, sei molto più rilassata, quasi come dopo una scopata, se non ti conoscessi penserei che vai a farti sbattere da un altro uomo… ma se le scopate e i tanti orgasmi della sera sono merito di questa passeggiata fai pure, anzi stai via anche più di un’ora, tanto qui non ci manda via nessuno”. La guardo allontanarsi e corro a nascondermi dietro al cespuglio di ieri.
Elena è lì, nascosta come sempre poco più avanti di me, il bikini abbandonato sulla sabbia, spia la scena di sesso tra due donne. Hai capito mia moglie, sempre schifata, offesa davanti a due lesbiche… gode come una cagna davanti a due donne che si baciano, si leccano la figa a vicenda, si succhiano i capezzoli. E non sono certo i due uomini che in disparte osservano le rispettive compagne menandosi il cazzo ad attirare la sua attenzione. Ogni tanto però si guarda intorno come se attendesse qualcuno. Che arriva poco dopo. Giulia sbuca da uno dei tanti cespugli che si alternano tra le dune. Completamente nuda posso osservarla con calma. Nel fiore della sua giovinezza ha però già raggiunto quella maturità fisica delle donne a trent’anni. Circa un metro e settanta forse un po’ troppo magra per i miei gusti ma con due tette veramente importanti, sicuramente una quarta, sode, piene, su cui spiccano due areole scure al cui centro svettano i capezzoli lunghi, ritti, eccitati. La vita molto stretta evidenzia i fianchi perfetti che incorniciano il culetto pieno e nervoso. Le gambe magre rivelano però un’intensa attività fisica. Alcuni tatuaggi sporcano la sua pelle abbronzata. Si mette in parte a Elena e comincia anche lei a masturbarsi. Nessuna parola, nessun saluto. È dopo una decina di minuti che avviene il primo contatto. Giulia mette una mano sul culo di Elena che si immobilizza e pianta gli occhi in quelli della donna, la quale però non toglie la mano e ricambia lo sguardo in gesto di sfida. Pochi attimi e Elena torna a concentrarsi sulle due donne e alla sua figa. Giulia invece si fa più intraprendente e comincia ad accarezzare mia moglie. Il culo, la schiena poi ancora il culo, le cosce. Lunghe e delicate carezze che sortiscono l’effetto voluto. Un nuovo orgasmo scuote Elena ma è diverso dai soliti orgasmi, è più lento, più progressivo, parte dal centro del suo corpo per propagarsi man mano alle estremità, togliendole il respiro. A questo punto avviene l’impensabile. Giulia attira a sé Elena e la bacia. La bacia come fosse la sua amante e lei, mia moglie, la mia casta, irreprensibile moglie, si lascia baciare dapprima passivamente poi sempre più partecipe. Un lungo e violento bacio dove le due donne si cercano, si abbracciano, si toccano, strusciano le loro fighe alla ricerca del piacere estremo. Il tempo scorre indefinito regalandomi immagini fino ad ora solo sognate. Guardo stupito la partecipata disponibilità di mia moglie che, sebbene sconosciuta a rapporti extraconiugali, tanto meno lesbo, (almeno credo e spero!!!) non si sottrae alle attenzioni di Giulia. Che si fa sempre più intraprendente e porta una mano sulla figa di mia moglie. Elena, con una reazione istintiva, serra immediatamente le gambe ma dopo un attimo di esitazione torna ad allargarle e chiusi gli occhi si offre alle carezze della donna. Non devo attendere molto per vederla sobbalzare scossa da un feroce orgasmo. Giulia da parte sua non si accontenta di lavorare di mani e si china a baciarle le tette. Prende alternativamente i capezzoli tra le labbra e li succhia, come a volersi allattare mentre con la mano libera torna a carezzarle il culo. Elena è sconvolta da questo succhiare e mordicchiare che devono subire i suoi capezzoli e mi chiedo come riesca a trattenersi da urlare tutto il suo piacere. E deve essere un piacere sublime se lascia che Giulia ad un certo punto si inginocchi davanti a lei e insinui la lingua tra le sue tenere e ormai fradice carni. E gradisce, eccome gradisce! Con una mano tiene la testa della donna premuta contro il ventre e asseconda le passate di lingua muovendo il bacino avanti e indietro, con l’altra si tortura i capezzoli, prima uno poi l’altro strizzandoli e tirandoli, allungandosi le mammelle come fossero palloncini gonfiati. Tutto questo la porta all’ennesimo orgasmo. Butta la testa indietro, le gambe si serrano, i glutei si contraggono, stringe nel pugno i capelli della donna accovacciata davanti a lei e li tira e comincia a muovere avanti e indietro il bacino con colpi violenti, a fatica trattiene la voce ma un rantolo sordo giunge ugualmente alle mie orecchie e mi par di sentire “godo, ancora, ancora”. Giulia però non è ancora soddisfatta, vuole andare oltre e fa inginocchiare Elena e la mette carponi con la testa appoggiata sulle mani, poi le divarica bene le gambe così da avere bene a disposizione sia la figa sia il culo. È un’immagine particolarmente oscena, come se si offrisse ad un sacrificio pagano, e Giulia lo compie il sacrificio. Piegandosi sotto di lei ricomincia a leccarle la figa ma pian piano si spinge sempre più verso il buchetto praticamente vergine di mia moglie a cui di dedica con infinito piacere. Suo e di mia moglie. La lingua guizza, lecca, titilla quel buchetto tanto stretto ma pian piano riesce a vincerne la resistenza e si insinua per quel che riesce a penetrare. Ti piace, le chiede ogni tanto Giulia, e il “si” sibilato di mia moglie è sincero, goduto, voluto. Elena ormai ha mollato tutte le difese e quando Giulia sostituisce la lingua col dito indice non oppone alcuna resistenza cercando anzi di favorire la penetrazione. Centimetro dopo centimetro il dito scompare risucchiato dal buco nero del piacere. Dov’è finita la donna che mi ha sempre negato questa gioia, dov’è finita la donna che “si è sempre” negata questa gioia? Giulia continua il lento movimento dentro/fuori masturbandola anche in figa. In questo momento potrebbe succedere qualsiasi cosa che non si accorgerebbe di nulla e anche se dovesse accorgersi non rinuncerebbe certo all’immenso piacere che sta provando ora. Non riesco a vederla in faccia perché nascosta tra le braccia sulla sabbia, ma il suo corpo trasmette tutto il piacere che sta provando. Giulia dal canto suo dimostra una grande capacità e dopo poco aggiunge un secondo dito all’indice. Con grande lentezza, lubrificandoli molto con gli umori raccolti dalla figa, spinge indice e medio nello stretto buco. Elena è in estasi e non riesce a trattenere i gemiti di piacere, è percorsa da brividi continui, trema, si dimena. E non si accorge che Luca, il compagno di Giulia, e il suo amico si sono avvicinati e, nudi, si masturbano beatamente in parte a lei. Estasi, sogno, fantasia, non so come descrivere la situazione. Mia moglie nuda su una spiaggia, poco lontana da ignari bagnanti, si sta facendo masturbare da una donna sconosciuta in figa e nel culo mentre due uomini si menano il cazzo davanti a lei! E io la spio poco lontano! Sono preso da una strana euforia che si mescola ad eccitazione rabbia gelosia curiosità. Un piacere perverso mi tiene ancorato dietro quel cespuglio e vorrei che il gioco andasse oltre, che altri uomini, altre persone partecipassero all’amplesso per portare Elena ad un godimento assoluto. Ma l’ennesimo orgasmo è ormai prossimo ed Elena inarcando la schiena solleva la testa e spalanca gli occhi e la bocca in attesa della scarica di energia che presto le attraverserà il corpo. Si accorge perciò degli uomini accanto a lei e una machera di terrore le si stampa in faccia. L’adrenalina data dalla paura è la miccia che fa esplodere l’orgasmo. Come un cavallo selvaggio che deve essere domato si scuote, si agita, alza e abbassa la schiena, dimena il bacino avanti e indietro e Giulia fatica non poco a tenerle le dita nel culo. Giulia, che nel frattempo si è presa il cazzo del suo compagno in bocca e riceve l’abbondante seme con gran piacere. L’altro uomo non è da meno e libera numerosi e copiosi getti di sborra sulla faccia e sulle tette di mia moglie. Sembra di assistere a un film porno. Che termina col gesto più porco che potessi vedere. Giulia, svuotato il cazzo del suo uomo e con la bocca piena di sborra, gira davanti a Elena e presale la testa tra le mani e dopo averla fissata negli occhi la bacia. Stampa le labbra su quelle di mia moglie per un bacio animalesco, lussurioso, perverso e un rivolo bianco fuoriesce dalle bocche per cadere sui loro seni. Gli occhi di mia moglie si aprono a dismisura colta alla sprovvista, tutto avrebbe immaginato ma non di ritrovarsi la bocca piena della sborra di uno sconosciuto. Ma il piacere che prova è evidentemente più forte di ogni remora, di ogni proposito, e si abbandona, si scioglie in quel contatto che certifica definitivamente la fine della sua purezza. Se fino ad un attimo prima era il suo corpo, il piacere che controllava la sua mente ora invece, finalmente, è lei, la sua volontà a cercare il massimo del piacere, e in quel bacio, in quello scambio di sborra tra le due bocche Elena lo ha realizzato. Da parte mia la consapevolezza, la fierezza, di avere una moglie che è donna, una moglie che cerca il piacere corporale, che non ha paura ad andare oltre, che accetta il rischio per provare l’estasi. Mi allontano senza quel timore, quella punta di gelosia che provavo fino a poco prima. Mi sono segato anch’io spiandola, ho partecipato anche io al gioco perverso, ho goduto pure io del suo piacere, mi sono inebriato anch’io dei suoi orgasmi. E ora l’attendo curioso di vedere il suo volto, i suoi occhi, il suo corpo.
La vedo uscire dall’acqua dopo una buona mezzora. È provata, le si legge in faccia e si giustifica subito imputando la stanchezza al caldo e alla lunga camminata, per questo ha già fatto anche il bagno. Sicuro, come è sicuro che doveva lavarsi da tutta la sborra che aveva addosso. Mi alzo dalla sdraietta e presala per mano la trascino nuovamente in acqua dove la stringo tra le braccia e le strappo un bacio violento. Elena cerca di sottrarsi al bacio, cerca di liberarsi dall’abbraccio ma io non cedo, anche se sento immediatamente nella sua bocca la presenza di un altro uomo. Sono un animale in calore che reclama la sua preda, la faccio girare e calato il costume le appoggio il cazzo al culo, la stringo a me, il mio petto contro la sua schiena, con una mano le abbasso il reggiseno stringendole un seno, con l’altra mi infilo nelle sue mutandine e raggiungo il clitoride che trovo ancora gonfio. E mentre la porto all’estasi le parlo piano. Le chiedo dove va tutti i giorni per tornare così bella, così carica di erotismo. Le chiedo chi incontra per tornare così stanca ma così vogliosa. Elena a queste parole si irrigidisce, cerca di liberarsi ma io insisto. Le chiedo a chi o cosa pensa la sera quando scarica tutta la voglia mentre scopiamo. Le dico che sono curioso, che magari domani vado anch’io con lei, o meglio, che potrei seguirla di nascosto, che potrei spiarla per capire meglio qual è il segreto del suo godere. Elena non parla e cerca non la fuga ma la forza per resistere al piacere che la sta attanagliando, e io insisto. Le dico che potrei nascondermi dietro un cespuglio dove potrei vederla scopare, magari col quel ragazzo di colore oppure mentre lecca la figa di una di quelle ragazze che vediamo scomparire tutti i giorni nelle dune dietro la spiaggia mentre l’altra lecca la sua, magari mentre tiene i cazzi dei loro uomini stretti in mano segandoli fino a farli arrivare… Elena trema, i seni gonfi, i capezzoli duri, il clitoride pulsa, cerca col culo il mio cazzo, è pronta per un nuovo orgasmo, basta veramente poco… ma io non glielo do. Sono un bastardo, lo so. La libero dall’abbraccio e mi scosto da lei. Sono solo parole le dico, tranquilla, solo fantasie, però oggi le hai gradite, stavi per godere… trattieniti per questa sera poi chissà, se un giorno decidessi… si allontana da me con lo sguardo di chi non riesce a capire, con la delusione di un orgasmo svanito, col dubbio di un chissà. Io, da parte mia, aspetto con ansia domani.
Elena è lì, nascosta come sempre poco più avanti di me, il bikini abbandonato sulla sabbia, spia la scena di sesso tra due donne. Hai capito mia moglie, sempre schifata, offesa davanti a due lesbiche… gode come una cagna davanti a due donne che si baciano, si leccano la figa a vicenda, si succhiano i capezzoli. E non sono certo i due uomini che in disparte osservano le rispettive compagne menandosi il cazzo ad attirare la sua attenzione. Ogni tanto però si guarda intorno come se attendesse qualcuno. Che arriva poco dopo. Giulia sbuca da uno dei tanti cespugli che si alternano tra le dune. Completamente nuda posso osservarla con calma. Nel fiore della sua giovinezza ha però già raggiunto quella maturità fisica delle donne a trent’anni. Circa un metro e settanta forse un po’ troppo magra per i miei gusti ma con due tette veramente importanti, sicuramente una quarta, sode, piene, su cui spiccano due areole scure al cui centro svettano i capezzoli lunghi, ritti, eccitati. La vita molto stretta evidenzia i fianchi perfetti che incorniciano il culetto pieno e nervoso. Le gambe magre rivelano però un’intensa attività fisica. Alcuni tatuaggi sporcano la sua pelle abbronzata. Si mette in parte a Elena e comincia anche lei a masturbarsi. Nessuna parola, nessun saluto. È dopo una decina di minuti che avviene il primo contatto. Giulia mette una mano sul culo di Elena che si immobilizza e pianta gli occhi in quelli della donna, la quale però non toglie la mano e ricambia lo sguardo in gesto di sfida. Pochi attimi e Elena torna a concentrarsi sulle due donne e alla sua figa. Giulia invece si fa più intraprendente e comincia ad accarezzare mia moglie. Il culo, la schiena poi ancora il culo, le cosce. Lunghe e delicate carezze che sortiscono l’effetto voluto. Un nuovo orgasmo scuote Elena ma è diverso dai soliti orgasmi, è più lento, più progressivo, parte dal centro del suo corpo per propagarsi man mano alle estremità, togliendole il respiro. A questo punto avviene l’impensabile. Giulia attira a sé Elena e la bacia. La bacia come fosse la sua amante e lei, mia moglie, la mia casta, irreprensibile moglie, si lascia baciare dapprima passivamente poi sempre più partecipe. Un lungo e violento bacio dove le due donne si cercano, si abbracciano, si toccano, strusciano le loro fighe alla ricerca del piacere estremo. Il tempo scorre indefinito regalandomi immagini fino ad ora solo sognate. Guardo stupito la partecipata disponibilità di mia moglie che, sebbene sconosciuta a rapporti extraconiugali, tanto meno lesbo, (almeno credo e spero!!!) non si sottrae alle attenzioni di Giulia. Che si fa sempre più intraprendente e porta una mano sulla figa di mia moglie. Elena, con una reazione istintiva, serra immediatamente le gambe ma dopo un attimo di esitazione torna ad allargarle e chiusi gli occhi si offre alle carezze della donna. Non devo attendere molto per vederla sobbalzare scossa da un feroce orgasmo. Giulia da parte sua non si accontenta di lavorare di mani e si china a baciarle le tette. Prende alternativamente i capezzoli tra le labbra e li succhia, come a volersi allattare mentre con la mano libera torna a carezzarle il culo. Elena è sconvolta da questo succhiare e mordicchiare che devono subire i suoi capezzoli e mi chiedo come riesca a trattenersi da urlare tutto il suo piacere. E deve essere un piacere sublime se lascia che Giulia ad un certo punto si inginocchi davanti a lei e insinui la lingua tra le sue tenere e ormai fradice carni. E gradisce, eccome gradisce! Con una mano tiene la testa della donna premuta contro il ventre e asseconda le passate di lingua muovendo il bacino avanti e indietro, con l’altra si tortura i capezzoli, prima uno poi l’altro strizzandoli e tirandoli, allungandosi le mammelle come fossero palloncini gonfiati. Tutto questo la porta all’ennesimo orgasmo. Butta la testa indietro, le gambe si serrano, i glutei si contraggono, stringe nel pugno i capelli della donna accovacciata davanti a lei e li tira e comincia a muovere avanti e indietro il bacino con colpi violenti, a fatica trattiene la voce ma un rantolo sordo giunge ugualmente alle mie orecchie e mi par di sentire “godo, ancora, ancora”. Giulia però non è ancora soddisfatta, vuole andare oltre e fa inginocchiare Elena e la mette carponi con la testa appoggiata sulle mani, poi le divarica bene le gambe così da avere bene a disposizione sia la figa sia il culo. È un’immagine particolarmente oscena, come se si offrisse ad un sacrificio pagano, e Giulia lo compie il sacrificio. Piegandosi sotto di lei ricomincia a leccarle la figa ma pian piano si spinge sempre più verso il buchetto praticamente vergine di mia moglie a cui di dedica con infinito piacere. Suo e di mia moglie. La lingua guizza, lecca, titilla quel buchetto tanto stretto ma pian piano riesce a vincerne la resistenza e si insinua per quel che riesce a penetrare. Ti piace, le chiede ogni tanto Giulia, e il “si” sibilato di mia moglie è sincero, goduto, voluto. Elena ormai ha mollato tutte le difese e quando Giulia sostituisce la lingua col dito indice non oppone alcuna resistenza cercando anzi di favorire la penetrazione. Centimetro dopo centimetro il dito scompare risucchiato dal buco nero del piacere. Dov’è finita la donna che mi ha sempre negato questa gioia, dov’è finita la donna che “si è sempre” negata questa gioia? Giulia continua il lento movimento dentro/fuori masturbandola anche in figa. In questo momento potrebbe succedere qualsiasi cosa che non si accorgerebbe di nulla e anche se dovesse accorgersi non rinuncerebbe certo all’immenso piacere che sta provando ora. Non riesco a vederla in faccia perché nascosta tra le braccia sulla sabbia, ma il suo corpo trasmette tutto il piacere che sta provando. Giulia dal canto suo dimostra una grande capacità e dopo poco aggiunge un secondo dito all’indice. Con grande lentezza, lubrificandoli molto con gli umori raccolti dalla figa, spinge indice e medio nello stretto buco. Elena è in estasi e non riesce a trattenere i gemiti di piacere, è percorsa da brividi continui, trema, si dimena. E non si accorge che Luca, il compagno di Giulia, e il suo amico si sono avvicinati e, nudi, si masturbano beatamente in parte a lei. Estasi, sogno, fantasia, non so come descrivere la situazione. Mia moglie nuda su una spiaggia, poco lontana da ignari bagnanti, si sta facendo masturbare da una donna sconosciuta in figa e nel culo mentre due uomini si menano il cazzo davanti a lei! E io la spio poco lontano! Sono preso da una strana euforia che si mescola ad eccitazione rabbia gelosia curiosità. Un piacere perverso mi tiene ancorato dietro quel cespuglio e vorrei che il gioco andasse oltre, che altri uomini, altre persone partecipassero all’amplesso per portare Elena ad un godimento assoluto. Ma l’ennesimo orgasmo è ormai prossimo ed Elena inarcando la schiena solleva la testa e spalanca gli occhi e la bocca in attesa della scarica di energia che presto le attraverserà il corpo. Si accorge perciò degli uomini accanto a lei e una machera di terrore le si stampa in faccia. L’adrenalina data dalla paura è la miccia che fa esplodere l’orgasmo. Come un cavallo selvaggio che deve essere domato si scuote, si agita, alza e abbassa la schiena, dimena il bacino avanti e indietro e Giulia fatica non poco a tenerle le dita nel culo. Giulia, che nel frattempo si è presa il cazzo del suo compagno in bocca e riceve l’abbondante seme con gran piacere. L’altro uomo non è da meno e libera numerosi e copiosi getti di sborra sulla faccia e sulle tette di mia moglie. Sembra di assistere a un film porno. Che termina col gesto più porco che potessi vedere. Giulia, svuotato il cazzo del suo uomo e con la bocca piena di sborra, gira davanti a Elena e presale la testa tra le mani e dopo averla fissata negli occhi la bacia. Stampa le labbra su quelle di mia moglie per un bacio animalesco, lussurioso, perverso e un rivolo bianco fuoriesce dalle bocche per cadere sui loro seni. Gli occhi di mia moglie si aprono a dismisura colta alla sprovvista, tutto avrebbe immaginato ma non di ritrovarsi la bocca piena della sborra di uno sconosciuto. Ma il piacere che prova è evidentemente più forte di ogni remora, di ogni proposito, e si abbandona, si scioglie in quel contatto che certifica definitivamente la fine della sua purezza. Se fino ad un attimo prima era il suo corpo, il piacere che controllava la sua mente ora invece, finalmente, è lei, la sua volontà a cercare il massimo del piacere, e in quel bacio, in quello scambio di sborra tra le due bocche Elena lo ha realizzato. Da parte mia la consapevolezza, la fierezza, di avere una moglie che è donna, una moglie che cerca il piacere corporale, che non ha paura ad andare oltre, che accetta il rischio per provare l’estasi. Mi allontano senza quel timore, quella punta di gelosia che provavo fino a poco prima. Mi sono segato anch’io spiandola, ho partecipato anche io al gioco perverso, ho goduto pure io del suo piacere, mi sono inebriato anch’io dei suoi orgasmi. E ora l’attendo curioso di vedere il suo volto, i suoi occhi, il suo corpo.
La vedo uscire dall’acqua dopo una buona mezzora. È provata, le si legge in faccia e si giustifica subito imputando la stanchezza al caldo e alla lunga camminata, per questo ha già fatto anche il bagno. Sicuro, come è sicuro che doveva lavarsi da tutta la sborra che aveva addosso. Mi alzo dalla sdraietta e presala per mano la trascino nuovamente in acqua dove la stringo tra le braccia e le strappo un bacio violento. Elena cerca di sottrarsi al bacio, cerca di liberarsi dall’abbraccio ma io non cedo, anche se sento immediatamente nella sua bocca la presenza di un altro uomo. Sono un animale in calore che reclama la sua preda, la faccio girare e calato il costume le appoggio il cazzo al culo, la stringo a me, il mio petto contro la sua schiena, con una mano le abbasso il reggiseno stringendole un seno, con l’altra mi infilo nelle sue mutandine e raggiungo il clitoride che trovo ancora gonfio. E mentre la porto all’estasi le parlo piano. Le chiedo dove va tutti i giorni per tornare così bella, così carica di erotismo. Le chiedo chi incontra per tornare così stanca ma così vogliosa. Elena a queste parole si irrigidisce, cerca di liberarsi ma io insisto. Le chiedo a chi o cosa pensa la sera quando scarica tutta la voglia mentre scopiamo. Le dico che sono curioso, che magari domani vado anch’io con lei, o meglio, che potrei seguirla di nascosto, che potrei spiarla per capire meglio qual è il segreto del suo godere. Elena non parla e cerca non la fuga ma la forza per resistere al piacere che la sta attanagliando, e io insisto. Le dico che potrei nascondermi dietro un cespuglio dove potrei vederla scopare, magari col quel ragazzo di colore oppure mentre lecca la figa di una di quelle ragazze che vediamo scomparire tutti i giorni nelle dune dietro la spiaggia mentre l’altra lecca la sua, magari mentre tiene i cazzi dei loro uomini stretti in mano segandoli fino a farli arrivare… Elena trema, i seni gonfi, i capezzoli duri, il clitoride pulsa, cerca col culo il mio cazzo, è pronta per un nuovo orgasmo, basta veramente poco… ma io non glielo do. Sono un bastardo, lo so. La libero dall’abbraccio e mi scosto da lei. Sono solo parole le dico, tranquilla, solo fantasie, però oggi le hai gradite, stavi per godere… trattieniti per questa sera poi chissà, se un giorno decidessi… si allontana da me con lo sguardo di chi non riesce a capire, con la delusione di un orgasmo svanito, col dubbio di un chissà. Io, da parte mia, aspetto con ansia domani.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Che puttana mia moglie... e che puttana ioracconto sucessivo
Che puttana mia moglie… e che puttana anche io (cap. 3)
Commenti dei lettori al racconto erotico