Tramonto mediterraneo
di
amoreepsiche
genere
etero
Il sole sembra una immensa arancia pronta a tuffarsi nel mare. Piatto, fermo, scuro. Come la mia anima in questo momento. Nessun gabbiano a volteggiare sopra di noi lanciando grida ripetute. Anche i motori del Ferretti da 78 piedi sono muti. Tutto questo silenzio fa da cornice ai versi animaleschi dell’amplesso che si sta consumando a poppa. Amplesso che vede partecipi Giuliano e Sandro, i proprietari dello yacth, con le rispettive mogli Elena e Sofia, il comandante Julio, Jasmine, cuoca e cameriera di bordo, e Anna, mia moglie.
Sono seduto a prua, solo, ripensando a come tutto è successo. Ho 55 anni e da 40 lavoro nell’azienda di Giuliano. Non ero portato per gli studi e dopo un anno perso alla ricerca di un lavoro sono stato assunto come apprendista dal signor Dalia, il padre di Giuliano. Un gradino alla volta sono salito di grado fino a diventare direttore di produzione. In questo ha contribuito anche la ritrovata voglia di studiare diplomandomi, da privato, perito industriale.
Giuliano, mio coetaneo, l’ho conosciuto appena assunto. Frequentava spesso l’azienda del padre e, visto il carattere solare e anche un po’ guascone, non è stato difficile legare con lui. Non che frequentassimo gli stessi ambienti, ma l’essere figlio del capo non lo ha mai reso sgradevole o superiore. Sandro l’ho conosciuto quando è diventato socio di Giuliano alla guida di una delle aziende satellite. Suo compagno di università mi ha sempre dato l’impressione di essere una persona dalla doppia personalità. Normalmente pacato e gentile a volte deve rimarcare il suo essere capo e lo fa in modo duro e sgradevole. E lo fa solo con le dipendenti.
Giuliano e Sandro, due amici più che due titolari. Presenti ai rispettivi matrimoni, un paio di volte all’anno ci si trova con le mogli per una cena in ristoranti stellati, tutto rigorosamente a carico dell’azienda, a cui Anna partecipa controvoglia. Non che non gli piacciano quelle persone ma non è il suo mondo, il nostro mondo. E anche l’invito a partecipare a quella crociera nel mediterraneo non è stato gradito. Solo i tanti costi sostenuti negli ultimi due anni per ristrutturare la casa e i figli partiti a studiare all’estero con relativo prosciugamento del conto in banca l’hanno fatta accettare. Quindici giorni sarebbero passati presto e c’ero io… avrebbe sopportato.
Certo se le donne non si fossero messe in topless appena salite a bordo la cosa sarebbe stata meno traumatica, specialmente per Anna che invece, vergognosa com’è, indossa sempre i pantaloncini e la canottiera. Li toglie solo per fare il bagno dando modo a tutti di ammirarla in bikini. In quel momento è lei la vera regina della festa. Elena e Sofia sono due belle donne certo, ma Anna ha “quel non so che” che la rende desiderabile. Il fisico tonico grazie ai tanti anni di pallavolo giocati ad alto livello il viso dolce e delicato, e un’aria timida e impacciata catturano sistematicamente gli sguardi degli uomini. Con Giuliano e Sandro, sul lavoro, si parla spesso di donne, raccontandoci congetture e fantasie sul cambiare partner, arrivando persino una sera, dopo una discreta bevuta di birra, a confidare loro come mi sarebbe piaciuto vederla partecipe di un’orgia, dovendomi però accontentare di piacevolissime ma rituali scopate. Averla lì in quella situazione è certamente una forte tentazione per loro che se la mangiano letteralmente con gli occhi. E non mancano di farlo notare. Apprezzamenti e battutine si sprecano senza però diventare sconvenienti. Anna normalmente arrossisce e abbassa gli occhi ma dopo qualche giorno ha cominciato a rispondere in modo provocatorio creando stupore in tutti. Parlandone con lei la sera mi ha detto che era colpa mia se accettava quel gioco perché ero stato io a portarla su quella barca con quelle persone, a creare quella situazione. Da parte mia le ho detto che questo suo partecipare mi piaceva molto e che finalmente cominciava a godersi la vacanza e di insistere su questa strada. Così il giorno dopo ha lasciato pantaloncini e canottiera per stare tutto il giorno in bikini. La guardavo e sognavo di vederla tra le braccia di Giuliano o di Sandro e perché no, baciare una delle donne mentre l’altra le strizzava i seni… ma mi sarebbe bastato vederla in topless come Elena e Sofia. E non avrebbe certo sfigurato. Le tette di Anna sono una terza scarsa naturali, piene e sode con due capezzoli piccoli ma irriverenti al centro di areole perfettamente tonde come due monete da un euro. Niente a che fare con quelle di Elena grandi e cadenti e quelle di Sofia, piene e sostenute solo perché rifatte da sembrare due palle attaccate con la colla.
Il giorno dopo sono sulla plancia di comando mentre chiacchiero con Julio, il comandante, e Anna è sdraiata a prua a prendere il sole con Elena e Sofia quando sento Sofia chiedere a mia moglie di spalmarle l’olio solare. Anna, sempre molto disponibile, sebbene a disagio si adopera con impegno. La guardo mentre passa le mani su quel corpo, le spalle, la schiena e si ferma ma Sofia insiste perché continui. Le tremano le mani quando le passa sul culo della donna, invero ben fatto nulla da dire, e mi sembra che la cosa pian piano cominci a piacergli. Si sofferma a lungo su quella parte e sulle cosce. In parte a me Julio è molto compiaciuto da quello che vede e mi strizza l’occhio. Poi Sofia si gira e la invita a fare altrettanto anche davanti. Dopo una certa esitazione Anna comincia pian piano a spalmare l’olio stando però bene attenta a non toccare i seni. Sofia però le prende le mani e le appoggia sulle tette accompagnandola nel movimento finché le lascia perché continui da sola il massaggio. È un crescendo di emozioni ed eccitazione mie ma soprattutto sue, di Anna, che svolge quel compito con infinita lentezza e cura. Solo l’ordine di Sofia di fermarsi la toglie dalla trance in cui è caduta. Dieci minuti dopo Elena chiama Jasmine, la ragazza di bordo, ordinandole di spalmare l’olio a mia moglie. Anna non vorrebbe poi però si lascia andare. È un tempo indefinito dove Anna pian piano si rilassa e lascia che le mani della donna corrano sul suo corpo. Non l’ho mai vista così, non riesce a rilassarsi completamente nemmeno quando l’olio glielo spalmo io. Sono convinto che se Jasmine avesse osato un po’ di più si sarebbe lasciata anche masturbare. Desiderava l’orgasmo, era evidente a tutti. Quando poi la sera, da soli nella nostra camera, gliel’ho fatto notare si è arrabbiata molto volendo sapere perché non ero intervenuto, accusandomi di fantasie perverse, dandomi del porco schifoso, che prova piacere a guardare la moglie nelle mani di altri. Il giorno dopo si è vendicata trattandomi con disinteresse, facendo invece la civettuola con gli altri uomini arrivando al punto di chiedere a Sandro di slacciargli il reggiseno per stare poi tutto il giorno in topless come Elena e Sofia. Senza rendersi conto però che questo suo modo di vendicarsi era quanto io speravo da sempre. Vederla così disponibile, così sciolta, così esposta mi ha caricato a mille al punto che le palle han cominciato a farmi male tanto erano piene. Ero pronto ad affrontare una notte di sesso per scaricare la tensione e farle capire quanto gradivo la cosa, quanto la amassi per questa sua nuova disponibilità ma la freddezza con cui mi ha fermato appena entrati in camera mi ha spaventato e non sono riuscito a dormire. Speravo che la notte avrebbe calmato la sua rabbia ma mi sbagliavo. La mattina, con me, stessa freddezza, stesso distacco per dimostrarsi invece solare e disponibile con gli altri. Mi faceva male il cazzo per quanto era pieno, inoltre non mi sentivo molto bene, avevo avuto una notte agitata, avevo mal di testa e sentivo salire la nausea. Mi sono appisolato sul materassino e mi sono svegliato solo quando ho sentito Giuliano proporre di fare il bagno. Come per un tacito accordo Giuliano Sandro Elena e Sofia si sono spogliati rimanendo completamente nudi. Anna poco lontana era immobile rapita da quella visione, gli occhi spalancati e fissi sul cazzo di Sandro decisamente grosso nonostante fosse a riposo. Lui, cogliendo al volo la situazione, le si è avvicinato. Lei si è messa a sedere sul lettino trovandosi così a pochi centimetri dal grosso cazzo. Ero impietrito, catturato da quella situazione, sperando che Anna rompesse gli indugi ma Sandro porgendole la mano l’ha invitata ad unirsi a loro per un bagno ristoratore e lei, docile, l’ha seguito. Non così però ha detto Sandro e, avvicinatala a me, mi ha detto di toglierle le mutandine. Ho provato a guardare Anna negli occhi anche solo per chiederle l’approvazione ma lei li teneva fissi sull’uomo e mi sono trovato con le mani che lentamente abbassavano quei leggeri triangoli di stoffa. Un conato di vomito mi ha obbligato a correre in bagno. Quando sono tornato sul ponte i cinque erano in acqua che si divertivano come ragazzini. Si spingevano, si spruzzavano, si abbracciavano… ma non erano ragazzini… ad un certo punto Elena è scomparsa sott’acqua e, dall’espressione che è comparsa sul viso di Giuliano ho capito che gli stava facendo un pompino. Quando è riemersa si sono abbracciati baciandosi. Sandro, intanto, portatosi dietro a Sofia le strizzava i capezzoli. Anna, come uno squalo che sonda la preda, nuotava intorno in silenzio non perdendosi nulla di quel che succedeva in acqua.
È tardo pomeriggio quando entriamo in porto a Barcellona, il programma prevede cena in un ristorante tipico della città e serata in un locale. Io però non sono ancora in condizione di festeggiare e sono rimasto sullo yacth. Li guardo allontanarsi, una improbabile compagnia, tre uomini e quattro donne, due miei coetanei in eleganti e firmati capi sportivi, due donne che sembrano più due zoccole con quei vestiti dentro cui si vedono le tette libere dal reggiseno, un uomo di circa settant’anni ma dal fisico possente e atletico, una donna di forse trent’anni con un abitino bianco di maglina che le fascia perfettamente il corpo e copre a malapena il fondoschiena e cammina sicura su scarpe dal tacco altissimo e mia moglie, con la solita camicetta rosa, la gonna di jeans al ginocchio le ballerine nere e l’immancabile maglioncino sulla schiena. Certe abitudini non cambiano mai. Mi ritrovo solo sulla barca, solo con i miei pensieri, solo con i miei dubbi, eccitato e impaurito, curioso. Vago un po’ sulla barca, mangio qualcosa, guardo la televisione e mi addormento sul divano. Mi sveglio di soprassalto quando sento delle voci. Sullo yacth in parte al nostro delle persone sono rientrate dalla serata. Guardo l’orologio, sono quasi le tre. Scendo in cabina ma di Anna non c’è traccia, anche le altre cabine sono vuote. Sul telefono nessun messaggio. Provo a chiamarla e il suono del suo cellulare riempie la cabina… non l’ha preso. Provo con Giuliano, poi con Sandro ma è inutile, i cellulari suonano liberi ma nessuno risponde. Torno sul ponte dove giungono i versi inequivocabili di qualcuno che scopa. Mi porto a prua e li vedo, un uomo più o meno della mia età sta inculando un ragazzo di circa trent’anni che lo incita mentre due donne, sembrano madre e figlia, comodamente sedute chiacchierano bevendo champagne. È una scena surreale che mi coglie impreparato. Non condanno l’omosessualità ma non riesco a guardare due uomini che si baciano figuriamoci vederli scopare. Faccio con calma un giro della barca e torno sperando che nel frattempo anche le donne abbiano preso parte alla scopata ma rimango deluso. Sono sempre i due uomini a far sesso solo che ora è il vecchio che fa un pompino al giovane. Le donne continuano tranquille a chiacchierare come se gli uomini non esistessero. Penso a Anna, mi chiedo dove sarà adesso, cosa starà facendo e sono preoccupato, anzi spaventato all’idea che possa tradirmi, che possa fare qualcosa di insensato, qualcosa che… ho sempre sognato. Guardo alternativamente gli uomini e le donne con questo tarlo che scava… e se anche Anna stesse facendo sesso? Perché non sono contento, perché la cosa mi spaventa? Sono bloccato in questi pensieri quando vedo le donne sorridermi e alzare i calici verso di me. Ricambio impacciato il saluto e mi rintano in cabina. Accendo la tv cercando una distrazione ma dopo poco la spengo. Sognavo di condurre un gioco dove Anna era la protagonista ma ora mi trovo ad essere spettatore inerme di un film di cui non vedo nemmeno le scene. Sono come un condannato in attesa di giudizio inappellabile. Torno a vagare per la barca, entro nelle stanze tutte estremamente ordinate e pulite, sicuramente opera di Jasmine. Curiosare nelle stanze di altre persone è un po’ come frugare nel loro intimo, scopri cose, vedi sfumature che fino a ora non avevi conosciuto. I vestiti, le scarpe, ma anche gli accessori, trovare l’intimo delle donne fa sempre un certo effetto. Perizomi, reggiseni, guepiere, collant e autoreggenti varie, tutto di gran qualità, hanno risvegliato l’eccitazione. Nella cabina di Sandro rimango colpito da una bibbia appoggiata sul comodino. La prendo, è usata e tra le pagine vi sono numerosi santini e immagini di persone, probabilmente cari defunti, la stringo a me cercando conforto e consolazione ma il fervore di fede che avevo a vent’anni è scomparso ormai da troppo tempo.
Il sole fa capolino all’orizzonte quando la comitiva rientra sulla barca. Ho passato la notte in bianco aspettando che tornassero e quel che vedo mi spaventa. Anna, completamente ubriaca, è sorretta dai due uomini anche perché indossa dei sandali argento dal tacco a spillo che non è abituata a portare. Indossa un abito lungo blu senza spalline, il corpetto contiene a fatica il seno tanto che un capezzolo ormai è completamente fuori. La gamba sinistra è praticamente scoperta dallo spacco che arriva fino all’anca. Faccio fatica a riconoscerla con i capelli tagliati a caschetto di colore blu imbrattati di sperma secco, le labbra lucide di rossetto rosso vivo sbavato, l’ombretto brillantinato alle palpebre, anche questo in parte incrostato di sperma, sembra una puttana di lusso, una bellissima puttana di lusso. Ed è mia moglie.
Ieri l’ho passato con la morte nel cuore; volevo spiegazioni ma Anna non era in grado di darmene ancora troppo sconvolta dall’alcool e forse anche da qualche pasticca. Con gli altri non volevo parlare, anzi, penso che al rientro mi licenzierò, non voglio avere più nulla a che fare con queste persone. Stamattina finalmente siamo riusciti a parlare. Era arrabbiata con me, delusa per come l’ho trascinata in questo gioco perverso senza dirle niente. Sospettava qualcosa ma parlando con Elena e Sofia ha avuto la conferma che quella crociera doveva essere il banco di prova per il suo cambiamento. A nulla sono valsi i miei tentativi di dire la verità su quella vacanza. Voleva farmela pagare così ha deciso di stare al gioco togliendomi però il controllo. Ne ha parlato con le donne che hanno organizzato tutto. Un paio di pastigliette delle varie che hanno sempre a portata di mano sciolte nel bicchiere di rum che ho bevuto prima di andare a dormire e la vendetta era servita. Mi ha raccontato di come ha lasciato che la trasformassero nella nuova Anna, più bella, più libera. Di come si sentisse euforica della sua nuova immagine, di come veniva guardata, ammirata. Mi ha raccontato della cena, del vino abbondante, della compagnia. Della passeggiata sulla rambla in mezzo alla folla felice, dei tanti apprezzamenti ricevuti e anche di qualche palpata di culo. Del locale dove sono andati a ballare e del fatto che non era una semplice discoteca ma di un locale dove numerose ragazze si esibivano quasi nude. Di come si sentisse euforica grazie anche ai cocktail che venivano sistematicamente offerti alle donne. Di come qualcuno, non ricorda chi, ad un certo punto ha cominciato ad accarezzarla fino ad abbassarle il corpetto liberandone i seni che ha poi baciato. Così com’era, col seno al vento sono poi andati in un altro locale, più di lusso, forse un club, dove Giuliano e Sandro erano conosciuti, e dove si sono seduti in un separé a chiacchierare e bere champagne. Sempre più euforica ma anche un po’ stordita si è lasciata guidare in una grande stanza poco illuminata con un grande divano rotondo al centro dove delle persone stavano facendo sesso. Vedere quella scena l’ha fatta cedere definitivamente. Il suo corpo desiderava quelle attenzioni, voleva godere di quel piacere. Si stava bagnando e voleva essere scopata. Si è tolta il vestito e si è sdraiata sul grande divano e li è successo. Ha chiuso gli occhi e… mani di uomini, di donne, baci, carezze, poi cazzi da succhiare, lingue a darle piacere, di uomini ma anche di donne. E finalmente un cazzo. Il primo ad entrare dentro di lei è stato Julio, poi è stata la volta di Sandro, poi uno degli uomini presenti infine è toccato a Giuliano. Non è stato facile ricevere un cazzo così grosso e all’inizio le ha fatto un po’ male ma presto il piacere ha preso il sopravvento. Non sa quanto è durato ma sembrava non si stancasse mai. Ad ogni affondo le sembrava di toccare piaceri mai conosciuti e ha perso il conto degli orgasmi provati. E Jasmine, perfida e dolcissima donna, così l’ha definita, le sue mani la sua lingua sul suo corpo, e gli infiniti baci, lingua contro lingua, e quel dito, strafottente, irriverente, a violare il suo ultimo segreto, a penetrare la sua più nascosta intimità dove poi ha posato la lingua, birichina, famelica, rilassante per permettere di ricevere due dita e poi il cazzo di Sandro. Mi ha confessato che è stata una scoperta sconvolgente, pensare alle inutili paure, ai tanti rifiuti alle mie insistenze… il cazzo che entra facendosi strada nello stretto pertugio, avanti e indietro, avanti e indietro, una due tre dieci cento volte e le palle a sbattere contro la figa raddoppiando il piacere. E terminare al centro di una decina di uomini che si masturbano e a turno riversano il loro seme sul suo corpo, sul suo viso. Il viaggio di ritorno e il sonno ristoratore. E la consapevolezza di ciò che è stato. E scoprirsi serena, con sé stessa e con me, il suo solo amore. Basta rabbia, basta rancore, solo la gratitudine per averla fatta diventare finalmente donna. Mi ha detto con una serenità disarmante che in questi giorni ha capito cos’è veramente l’amore. Sentirsi esclusa, ingannata, tradita… pensava che in tanti anni di matrimonio certe cose, certi desideri, anche folli, potevo confessarglieli, avrebbero forse litigato, si sarebbe forse sentita offesa ma… esclusa, ingannata tradita… quello no. E nonostante tutto, scoprirsi ancora follemente innamorata di me. La notte passata, l’esperienza vissuta, la scoperta di un modo diverso di vivere il sesso è stato quanto di più sconvolgente e bello avesse mai provato prima, e di questo doveva ringraziare me che l’avevo messa su quella strada, che le avevo dato la forza per superare tutti i suoi tabù, andare oltre un’educazione becera e falsa e liberare il suo corpo al piacere. Ma tutto questo era solo sesso, nulla a che fare con l’amore… l’amore è un’altra cosa, l’amore lega indissolubilmente l’anima non il corpo, l’amore è si passione ma prima di tutto è condivisione, sostegno, partecipazione, dono di sé, è mettere l’altro prima di tutto, è aiuto, conforto, cura, è follia e fantasia, silenzio ed euforia… e certo, anche dolore. Non voleva ferirmi, avrebbe preferito condividere con me questa scoperta di sé come donna nuova ma ormai era successo e non poteva più tornare indietro, avrebbe continuato a godere del sesso con o senza di me, e avrebbe continuato ad amarmi come prima, anzi più di prima se avessi condiviso la sua nuova vita.
È stata una giornata pesante, abbiamo lasciato Barcellona facendo rotta verso una località francese che non conosco, Cap d’Age, dicono che sarà una piacevole sorpresa. Le parole di Anna mi hanno sconvolto, sentirla raccontare della serata, di come ha goduto in quella che immagino una grande orgia, saperla disponibile a tutte quelle pratiche che mi ha sempre negato perché sporche, da pervertiti, sentirsi dire che ormai vuol continuare su quella strada è stato shoccante… dovrei credere al suo amore? Sincerità o convenienza? Ma io, io… cosa sono io senza di lei?...
Guardo il sole… sembra una immensa arancia rossa che si tuffa nel mare. Piatto, fermo, scuro. Come la mia anima in questo momento. Nessun gabbiano a volteggiare sopra di noi lanciando grida ripetute. Anche i motori del Ferretti da 78 piedi sono muti. Tutto questo silenzio fa da cornice ai versi animaleschi dell’amplesso che si sta consumando a poppa. Mi alzo, devo andare da Anna…
… e intanto mi slaccio la cintura dei pantaloni.
Sono seduto a prua, solo, ripensando a come tutto è successo. Ho 55 anni e da 40 lavoro nell’azienda di Giuliano. Non ero portato per gli studi e dopo un anno perso alla ricerca di un lavoro sono stato assunto come apprendista dal signor Dalia, il padre di Giuliano. Un gradino alla volta sono salito di grado fino a diventare direttore di produzione. In questo ha contribuito anche la ritrovata voglia di studiare diplomandomi, da privato, perito industriale.
Giuliano, mio coetaneo, l’ho conosciuto appena assunto. Frequentava spesso l’azienda del padre e, visto il carattere solare e anche un po’ guascone, non è stato difficile legare con lui. Non che frequentassimo gli stessi ambienti, ma l’essere figlio del capo non lo ha mai reso sgradevole o superiore. Sandro l’ho conosciuto quando è diventato socio di Giuliano alla guida di una delle aziende satellite. Suo compagno di università mi ha sempre dato l’impressione di essere una persona dalla doppia personalità. Normalmente pacato e gentile a volte deve rimarcare il suo essere capo e lo fa in modo duro e sgradevole. E lo fa solo con le dipendenti.
Giuliano e Sandro, due amici più che due titolari. Presenti ai rispettivi matrimoni, un paio di volte all’anno ci si trova con le mogli per una cena in ristoranti stellati, tutto rigorosamente a carico dell’azienda, a cui Anna partecipa controvoglia. Non che non gli piacciano quelle persone ma non è il suo mondo, il nostro mondo. E anche l’invito a partecipare a quella crociera nel mediterraneo non è stato gradito. Solo i tanti costi sostenuti negli ultimi due anni per ristrutturare la casa e i figli partiti a studiare all’estero con relativo prosciugamento del conto in banca l’hanno fatta accettare. Quindici giorni sarebbero passati presto e c’ero io… avrebbe sopportato.
Certo se le donne non si fossero messe in topless appena salite a bordo la cosa sarebbe stata meno traumatica, specialmente per Anna che invece, vergognosa com’è, indossa sempre i pantaloncini e la canottiera. Li toglie solo per fare il bagno dando modo a tutti di ammirarla in bikini. In quel momento è lei la vera regina della festa. Elena e Sofia sono due belle donne certo, ma Anna ha “quel non so che” che la rende desiderabile. Il fisico tonico grazie ai tanti anni di pallavolo giocati ad alto livello il viso dolce e delicato, e un’aria timida e impacciata catturano sistematicamente gli sguardi degli uomini. Con Giuliano e Sandro, sul lavoro, si parla spesso di donne, raccontandoci congetture e fantasie sul cambiare partner, arrivando persino una sera, dopo una discreta bevuta di birra, a confidare loro come mi sarebbe piaciuto vederla partecipe di un’orgia, dovendomi però accontentare di piacevolissime ma rituali scopate. Averla lì in quella situazione è certamente una forte tentazione per loro che se la mangiano letteralmente con gli occhi. E non mancano di farlo notare. Apprezzamenti e battutine si sprecano senza però diventare sconvenienti. Anna normalmente arrossisce e abbassa gli occhi ma dopo qualche giorno ha cominciato a rispondere in modo provocatorio creando stupore in tutti. Parlandone con lei la sera mi ha detto che era colpa mia se accettava quel gioco perché ero stato io a portarla su quella barca con quelle persone, a creare quella situazione. Da parte mia le ho detto che questo suo partecipare mi piaceva molto e che finalmente cominciava a godersi la vacanza e di insistere su questa strada. Così il giorno dopo ha lasciato pantaloncini e canottiera per stare tutto il giorno in bikini. La guardavo e sognavo di vederla tra le braccia di Giuliano o di Sandro e perché no, baciare una delle donne mentre l’altra le strizzava i seni… ma mi sarebbe bastato vederla in topless come Elena e Sofia. E non avrebbe certo sfigurato. Le tette di Anna sono una terza scarsa naturali, piene e sode con due capezzoli piccoli ma irriverenti al centro di areole perfettamente tonde come due monete da un euro. Niente a che fare con quelle di Elena grandi e cadenti e quelle di Sofia, piene e sostenute solo perché rifatte da sembrare due palle attaccate con la colla.
Il giorno dopo sono sulla plancia di comando mentre chiacchiero con Julio, il comandante, e Anna è sdraiata a prua a prendere il sole con Elena e Sofia quando sento Sofia chiedere a mia moglie di spalmarle l’olio solare. Anna, sempre molto disponibile, sebbene a disagio si adopera con impegno. La guardo mentre passa le mani su quel corpo, le spalle, la schiena e si ferma ma Sofia insiste perché continui. Le tremano le mani quando le passa sul culo della donna, invero ben fatto nulla da dire, e mi sembra che la cosa pian piano cominci a piacergli. Si sofferma a lungo su quella parte e sulle cosce. In parte a me Julio è molto compiaciuto da quello che vede e mi strizza l’occhio. Poi Sofia si gira e la invita a fare altrettanto anche davanti. Dopo una certa esitazione Anna comincia pian piano a spalmare l’olio stando però bene attenta a non toccare i seni. Sofia però le prende le mani e le appoggia sulle tette accompagnandola nel movimento finché le lascia perché continui da sola il massaggio. È un crescendo di emozioni ed eccitazione mie ma soprattutto sue, di Anna, che svolge quel compito con infinita lentezza e cura. Solo l’ordine di Sofia di fermarsi la toglie dalla trance in cui è caduta. Dieci minuti dopo Elena chiama Jasmine, la ragazza di bordo, ordinandole di spalmare l’olio a mia moglie. Anna non vorrebbe poi però si lascia andare. È un tempo indefinito dove Anna pian piano si rilassa e lascia che le mani della donna corrano sul suo corpo. Non l’ho mai vista così, non riesce a rilassarsi completamente nemmeno quando l’olio glielo spalmo io. Sono convinto che se Jasmine avesse osato un po’ di più si sarebbe lasciata anche masturbare. Desiderava l’orgasmo, era evidente a tutti. Quando poi la sera, da soli nella nostra camera, gliel’ho fatto notare si è arrabbiata molto volendo sapere perché non ero intervenuto, accusandomi di fantasie perverse, dandomi del porco schifoso, che prova piacere a guardare la moglie nelle mani di altri. Il giorno dopo si è vendicata trattandomi con disinteresse, facendo invece la civettuola con gli altri uomini arrivando al punto di chiedere a Sandro di slacciargli il reggiseno per stare poi tutto il giorno in topless come Elena e Sofia. Senza rendersi conto però che questo suo modo di vendicarsi era quanto io speravo da sempre. Vederla così disponibile, così sciolta, così esposta mi ha caricato a mille al punto che le palle han cominciato a farmi male tanto erano piene. Ero pronto ad affrontare una notte di sesso per scaricare la tensione e farle capire quanto gradivo la cosa, quanto la amassi per questa sua nuova disponibilità ma la freddezza con cui mi ha fermato appena entrati in camera mi ha spaventato e non sono riuscito a dormire. Speravo che la notte avrebbe calmato la sua rabbia ma mi sbagliavo. La mattina, con me, stessa freddezza, stesso distacco per dimostrarsi invece solare e disponibile con gli altri. Mi faceva male il cazzo per quanto era pieno, inoltre non mi sentivo molto bene, avevo avuto una notte agitata, avevo mal di testa e sentivo salire la nausea. Mi sono appisolato sul materassino e mi sono svegliato solo quando ho sentito Giuliano proporre di fare il bagno. Come per un tacito accordo Giuliano Sandro Elena e Sofia si sono spogliati rimanendo completamente nudi. Anna poco lontana era immobile rapita da quella visione, gli occhi spalancati e fissi sul cazzo di Sandro decisamente grosso nonostante fosse a riposo. Lui, cogliendo al volo la situazione, le si è avvicinato. Lei si è messa a sedere sul lettino trovandosi così a pochi centimetri dal grosso cazzo. Ero impietrito, catturato da quella situazione, sperando che Anna rompesse gli indugi ma Sandro porgendole la mano l’ha invitata ad unirsi a loro per un bagno ristoratore e lei, docile, l’ha seguito. Non così però ha detto Sandro e, avvicinatala a me, mi ha detto di toglierle le mutandine. Ho provato a guardare Anna negli occhi anche solo per chiederle l’approvazione ma lei li teneva fissi sull’uomo e mi sono trovato con le mani che lentamente abbassavano quei leggeri triangoli di stoffa. Un conato di vomito mi ha obbligato a correre in bagno. Quando sono tornato sul ponte i cinque erano in acqua che si divertivano come ragazzini. Si spingevano, si spruzzavano, si abbracciavano… ma non erano ragazzini… ad un certo punto Elena è scomparsa sott’acqua e, dall’espressione che è comparsa sul viso di Giuliano ho capito che gli stava facendo un pompino. Quando è riemersa si sono abbracciati baciandosi. Sandro, intanto, portatosi dietro a Sofia le strizzava i capezzoli. Anna, come uno squalo che sonda la preda, nuotava intorno in silenzio non perdendosi nulla di quel che succedeva in acqua.
È tardo pomeriggio quando entriamo in porto a Barcellona, il programma prevede cena in un ristorante tipico della città e serata in un locale. Io però non sono ancora in condizione di festeggiare e sono rimasto sullo yacth. Li guardo allontanarsi, una improbabile compagnia, tre uomini e quattro donne, due miei coetanei in eleganti e firmati capi sportivi, due donne che sembrano più due zoccole con quei vestiti dentro cui si vedono le tette libere dal reggiseno, un uomo di circa settant’anni ma dal fisico possente e atletico, una donna di forse trent’anni con un abitino bianco di maglina che le fascia perfettamente il corpo e copre a malapena il fondoschiena e cammina sicura su scarpe dal tacco altissimo e mia moglie, con la solita camicetta rosa, la gonna di jeans al ginocchio le ballerine nere e l’immancabile maglioncino sulla schiena. Certe abitudini non cambiano mai. Mi ritrovo solo sulla barca, solo con i miei pensieri, solo con i miei dubbi, eccitato e impaurito, curioso. Vago un po’ sulla barca, mangio qualcosa, guardo la televisione e mi addormento sul divano. Mi sveglio di soprassalto quando sento delle voci. Sullo yacth in parte al nostro delle persone sono rientrate dalla serata. Guardo l’orologio, sono quasi le tre. Scendo in cabina ma di Anna non c’è traccia, anche le altre cabine sono vuote. Sul telefono nessun messaggio. Provo a chiamarla e il suono del suo cellulare riempie la cabina… non l’ha preso. Provo con Giuliano, poi con Sandro ma è inutile, i cellulari suonano liberi ma nessuno risponde. Torno sul ponte dove giungono i versi inequivocabili di qualcuno che scopa. Mi porto a prua e li vedo, un uomo più o meno della mia età sta inculando un ragazzo di circa trent’anni che lo incita mentre due donne, sembrano madre e figlia, comodamente sedute chiacchierano bevendo champagne. È una scena surreale che mi coglie impreparato. Non condanno l’omosessualità ma non riesco a guardare due uomini che si baciano figuriamoci vederli scopare. Faccio con calma un giro della barca e torno sperando che nel frattempo anche le donne abbiano preso parte alla scopata ma rimango deluso. Sono sempre i due uomini a far sesso solo che ora è il vecchio che fa un pompino al giovane. Le donne continuano tranquille a chiacchierare come se gli uomini non esistessero. Penso a Anna, mi chiedo dove sarà adesso, cosa starà facendo e sono preoccupato, anzi spaventato all’idea che possa tradirmi, che possa fare qualcosa di insensato, qualcosa che… ho sempre sognato. Guardo alternativamente gli uomini e le donne con questo tarlo che scava… e se anche Anna stesse facendo sesso? Perché non sono contento, perché la cosa mi spaventa? Sono bloccato in questi pensieri quando vedo le donne sorridermi e alzare i calici verso di me. Ricambio impacciato il saluto e mi rintano in cabina. Accendo la tv cercando una distrazione ma dopo poco la spengo. Sognavo di condurre un gioco dove Anna era la protagonista ma ora mi trovo ad essere spettatore inerme di un film di cui non vedo nemmeno le scene. Sono come un condannato in attesa di giudizio inappellabile. Torno a vagare per la barca, entro nelle stanze tutte estremamente ordinate e pulite, sicuramente opera di Jasmine. Curiosare nelle stanze di altre persone è un po’ come frugare nel loro intimo, scopri cose, vedi sfumature che fino a ora non avevi conosciuto. I vestiti, le scarpe, ma anche gli accessori, trovare l’intimo delle donne fa sempre un certo effetto. Perizomi, reggiseni, guepiere, collant e autoreggenti varie, tutto di gran qualità, hanno risvegliato l’eccitazione. Nella cabina di Sandro rimango colpito da una bibbia appoggiata sul comodino. La prendo, è usata e tra le pagine vi sono numerosi santini e immagini di persone, probabilmente cari defunti, la stringo a me cercando conforto e consolazione ma il fervore di fede che avevo a vent’anni è scomparso ormai da troppo tempo.
Il sole fa capolino all’orizzonte quando la comitiva rientra sulla barca. Ho passato la notte in bianco aspettando che tornassero e quel che vedo mi spaventa. Anna, completamente ubriaca, è sorretta dai due uomini anche perché indossa dei sandali argento dal tacco a spillo che non è abituata a portare. Indossa un abito lungo blu senza spalline, il corpetto contiene a fatica il seno tanto che un capezzolo ormai è completamente fuori. La gamba sinistra è praticamente scoperta dallo spacco che arriva fino all’anca. Faccio fatica a riconoscerla con i capelli tagliati a caschetto di colore blu imbrattati di sperma secco, le labbra lucide di rossetto rosso vivo sbavato, l’ombretto brillantinato alle palpebre, anche questo in parte incrostato di sperma, sembra una puttana di lusso, una bellissima puttana di lusso. Ed è mia moglie.
Ieri l’ho passato con la morte nel cuore; volevo spiegazioni ma Anna non era in grado di darmene ancora troppo sconvolta dall’alcool e forse anche da qualche pasticca. Con gli altri non volevo parlare, anzi, penso che al rientro mi licenzierò, non voglio avere più nulla a che fare con queste persone. Stamattina finalmente siamo riusciti a parlare. Era arrabbiata con me, delusa per come l’ho trascinata in questo gioco perverso senza dirle niente. Sospettava qualcosa ma parlando con Elena e Sofia ha avuto la conferma che quella crociera doveva essere il banco di prova per il suo cambiamento. A nulla sono valsi i miei tentativi di dire la verità su quella vacanza. Voleva farmela pagare così ha deciso di stare al gioco togliendomi però il controllo. Ne ha parlato con le donne che hanno organizzato tutto. Un paio di pastigliette delle varie che hanno sempre a portata di mano sciolte nel bicchiere di rum che ho bevuto prima di andare a dormire e la vendetta era servita. Mi ha raccontato di come ha lasciato che la trasformassero nella nuova Anna, più bella, più libera. Di come si sentisse euforica della sua nuova immagine, di come veniva guardata, ammirata. Mi ha raccontato della cena, del vino abbondante, della compagnia. Della passeggiata sulla rambla in mezzo alla folla felice, dei tanti apprezzamenti ricevuti e anche di qualche palpata di culo. Del locale dove sono andati a ballare e del fatto che non era una semplice discoteca ma di un locale dove numerose ragazze si esibivano quasi nude. Di come si sentisse euforica grazie anche ai cocktail che venivano sistematicamente offerti alle donne. Di come qualcuno, non ricorda chi, ad un certo punto ha cominciato ad accarezzarla fino ad abbassarle il corpetto liberandone i seni che ha poi baciato. Così com’era, col seno al vento sono poi andati in un altro locale, più di lusso, forse un club, dove Giuliano e Sandro erano conosciuti, e dove si sono seduti in un separé a chiacchierare e bere champagne. Sempre più euforica ma anche un po’ stordita si è lasciata guidare in una grande stanza poco illuminata con un grande divano rotondo al centro dove delle persone stavano facendo sesso. Vedere quella scena l’ha fatta cedere definitivamente. Il suo corpo desiderava quelle attenzioni, voleva godere di quel piacere. Si stava bagnando e voleva essere scopata. Si è tolta il vestito e si è sdraiata sul grande divano e li è successo. Ha chiuso gli occhi e… mani di uomini, di donne, baci, carezze, poi cazzi da succhiare, lingue a darle piacere, di uomini ma anche di donne. E finalmente un cazzo. Il primo ad entrare dentro di lei è stato Julio, poi è stata la volta di Sandro, poi uno degli uomini presenti infine è toccato a Giuliano. Non è stato facile ricevere un cazzo così grosso e all’inizio le ha fatto un po’ male ma presto il piacere ha preso il sopravvento. Non sa quanto è durato ma sembrava non si stancasse mai. Ad ogni affondo le sembrava di toccare piaceri mai conosciuti e ha perso il conto degli orgasmi provati. E Jasmine, perfida e dolcissima donna, così l’ha definita, le sue mani la sua lingua sul suo corpo, e gli infiniti baci, lingua contro lingua, e quel dito, strafottente, irriverente, a violare il suo ultimo segreto, a penetrare la sua più nascosta intimità dove poi ha posato la lingua, birichina, famelica, rilassante per permettere di ricevere due dita e poi il cazzo di Sandro. Mi ha confessato che è stata una scoperta sconvolgente, pensare alle inutili paure, ai tanti rifiuti alle mie insistenze… il cazzo che entra facendosi strada nello stretto pertugio, avanti e indietro, avanti e indietro, una due tre dieci cento volte e le palle a sbattere contro la figa raddoppiando il piacere. E terminare al centro di una decina di uomini che si masturbano e a turno riversano il loro seme sul suo corpo, sul suo viso. Il viaggio di ritorno e il sonno ristoratore. E la consapevolezza di ciò che è stato. E scoprirsi serena, con sé stessa e con me, il suo solo amore. Basta rabbia, basta rancore, solo la gratitudine per averla fatta diventare finalmente donna. Mi ha detto con una serenità disarmante che in questi giorni ha capito cos’è veramente l’amore. Sentirsi esclusa, ingannata, tradita… pensava che in tanti anni di matrimonio certe cose, certi desideri, anche folli, potevo confessarglieli, avrebbero forse litigato, si sarebbe forse sentita offesa ma… esclusa, ingannata tradita… quello no. E nonostante tutto, scoprirsi ancora follemente innamorata di me. La notte passata, l’esperienza vissuta, la scoperta di un modo diverso di vivere il sesso è stato quanto di più sconvolgente e bello avesse mai provato prima, e di questo doveva ringraziare me che l’avevo messa su quella strada, che le avevo dato la forza per superare tutti i suoi tabù, andare oltre un’educazione becera e falsa e liberare il suo corpo al piacere. Ma tutto questo era solo sesso, nulla a che fare con l’amore… l’amore è un’altra cosa, l’amore lega indissolubilmente l’anima non il corpo, l’amore è si passione ma prima di tutto è condivisione, sostegno, partecipazione, dono di sé, è mettere l’altro prima di tutto, è aiuto, conforto, cura, è follia e fantasia, silenzio ed euforia… e certo, anche dolore. Non voleva ferirmi, avrebbe preferito condividere con me questa scoperta di sé come donna nuova ma ormai era successo e non poteva più tornare indietro, avrebbe continuato a godere del sesso con o senza di me, e avrebbe continuato ad amarmi come prima, anzi più di prima se avessi condiviso la sua nuova vita.
È stata una giornata pesante, abbiamo lasciato Barcellona facendo rotta verso una località francese che non conosco, Cap d’Age, dicono che sarà una piacevole sorpresa. Le parole di Anna mi hanno sconvolto, sentirla raccontare della serata, di come ha goduto in quella che immagino una grande orgia, saperla disponibile a tutte quelle pratiche che mi ha sempre negato perché sporche, da pervertiti, sentirsi dire che ormai vuol continuare su quella strada è stato shoccante… dovrei credere al suo amore? Sincerità o convenienza? Ma io, io… cosa sono io senza di lei?...
Guardo il sole… sembra una immensa arancia rossa che si tuffa nel mare. Piatto, fermo, scuro. Come la mia anima in questo momento. Nessun gabbiano a volteggiare sopra di noi lanciando grida ripetute. Anche i motori del Ferretti da 78 piedi sono muti. Tutto questo silenzio fa da cornice ai versi animaleschi dell’amplesso che si sta consumando a poppa. Mi alzo, devo andare da Anna…
… e intanto mi slaccio la cintura dei pantaloni.
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