Ora sapevi cap. 2

di
genere
prime esperienze

-se ci sono problemi mi chiami pure a qualsiasi ora, comunque il mese prossimo passo a fare una verifica. Arrivederci
Guardo il furgoncino del tecnico allontanarsi mentre una strana euforia mi assale.
Torno con la mente a quel pomeriggio dove il dottor Alberti mi ha fatto spogliare, il pomeriggio che ha cambiato la consapevolezza di chi sono, il rapporto col mio corpo, il pomeriggio che mi ha fatto incontrare il piacere fisico.
Quando il dottore se n’è andato, invece di rientrare subito in casa sono rimata fuori a guardare il grande giardino circondato dagli alberi secolari che chiudono il mondo fuori. Così com’ero con solo la biancheria intima indosso ho cominciato a passeggiare per i vialetti, incerta sui tacchi alti mentre la brezza della sera accarezzava il mio corpo e ripensavo all’ultima ora vissuta. Gli ordini del dottore, lo schiaffo, il dovermi spogliare davanti lui. Camminavo e ad ogni passo che facevo sentivo crescere quel piacere che mi aveva fatto accelerare il cuore prima. Sentivo il seno gonfiarsi i capezzoli tirarsi e ho sentito la necessità di toccarli, di strizzarli e più lo facevo più cresceva il piacere. Era un crescendo continuo di sensazioni sconosciute, positive e volevo continuare a viverle. Poi, inaspettata, è successa una cosa che non dimenticherò mai più. Ho cominciato a tremare, non potevo sedermi da nessuna parte, e una scossa generata dal mio sesso si è irradiata in tutto il corpo. Non riuscivo a controllarmi, ero in piedi ma ho dovuto ripiegarmi su me stessa, le gambe serrate il respiro trattenuto, singhiozzavo, piangevo, ridevo, rivoli di un liquido a me sconosciuto mi rigavano le gambe imbrattando le calze… non sapevo cosa fare ma sapevo che era bello unico indescrivibile, un piacere che esulava dalla mia volontà si era impossessato del mio corpo della mia mente. Gemevo, urlavo sperando che tutto questo non finisse mai. Dopo un tempo indefinito sono riuscita a riprendermi e con passo incerto sono tornata in casa.
Da quel giorno ho cercato l’occasione di riprovare quel piacere ma solo la presenza del dottore riesce a risvegliare il mio corpo. E solo quando lo faccio arrabbiare, cosa che ultimamene capita con una certa frequenza, un po’ perché lo provoco io un po’ perché non è sereno, qualcosa lo turba. Dev’essere qualcosa che ha a che fare con l’associazione. Anche per questo ho fatto installare un sistema di microcamere nelle stanze dove si riuniscono. Voglio sapere cosa fanno e cosa turba il dottore, devo solo avere pazienza undici giorni poi potrò soddisfare la mia curiosità.

La mano chiusa a conchiglia sul mio sesso, figa la chiamano, cerca di bloccare l’urina che non riesco più a trattenere, colpa del secondo orgasmo in pochi minuti. Sono nella mia stanza davanti al computer e le immagini che scorrono mi sconvolgono. Quella che doveva essere una semplice riunione di un’associazione benefica che si interessa di ragazze di strada si è pian piano trasformata in un amplesso totale, un orgia che non risparmia nessuno, anzi, tutti fanno a gara per trarne più piacere possibile. E’ cominciato tutto per quello che credevo fosse, con l’arrivo delle persone che già conosco, stimati uomini e donne, single o coppie giunti da città più o meno vicine. Più di quaranta persone tra i trenta e gli ottant’anni che si sono registrate ponendo la firma su un registro e versando una quota di 500 euro per le “spese di gestione” così le hanno chiamate. Poi il dottor Alberti ha preso la parola…

Sentire il mio nome come argomento della serata e stato come una scossa e la curiosità è salita. Hanno discusso, anche animatamente, sul fatto se sia il caso di ammettermi nell’associazione o rispettare il fermo volere di mia zia di tenermi fuori. Mentre il dottore ha difeso ad oltranza la scelta di mia zia praticamente tutti vogliono che io entri a far parte della famiglia. A questo punto il dottore non ha potuto far altro che accettare il volere di tutti ma ha posto la condizione che sia lui a guidarmi nella mia nuova vita. “La mia nuova vita”, cosa vorrà dire?
E poi il pugno allo stomaco…
Tirata al guinzaglio da un uomo una giovane donna, sui trent’anni molto alta, più di un metro e novanta, capelli corti e fisico atletico molto ben fatto su due gambe incredibili inguainate in lunghi stivali neri dal tacco altissimo vestita con un elegantissimo tubino nero “il capitano della nostra squadra di pallavolo” così l’ha presentata il dottor Alberti
-è qui per noi… suo marito, il nostro stimato dott. Perti vuole che entri a far parte della nostra squadra e noi siamo felici di accontentarlo. Deve essere educata perché a parte del solito e monotono sesso tradizionale non conosce altro e sarà quindi con grande piacere che questa notte potremo usarla a piacere. Lei non è ancora completamente convinta ma sono certo che alla fine non vorrà più mancare alle nostre riunioni. Invito quindi il nostro amico Perti a spogliarla e poi… che festa sia
Con occhi sgranati guardo un uomo avvicinarsi. Nei lineamenti del volto, nel modo di muoversi mi ricorda una iena e mi chiedo com’è possibile che una così bella donna possa sposare un uomo così brutto.
La guarda ma nei suoi occhi non leggo tenerezza e amore ma bramosia, rivalsa.
Senza parlarle le toglie l’abito rivelando quello che era già evidente. Un corpo perfetto impreziosito da un completino reggiseno e brasiliana di tulle trasparente color malva. La donna è evidentemente a disagio ma lascia fare. Poi le toglie il reggiseno che lancia ai presenti
-da ora in poi non dovrai più indossarlo se non quando te lo ordinerò io
Istintivamente la donna si protegge il seno con le mani ma un occhiata gelida del marito la convince a donarci la splendida vista di una quarta piena impreziosita da splendidi capezzoli grandi e dal colore rosso vivo, sicuramente colorati col rossetto come mi ha insegnato Alessia per proteggerli e mantenerli morbidi, mi sembra ancora di sentirla - sai i capezzoli sono come le labbra, devono essere curati e protetti, devono rimanere morbidi e sensibili - Alessia, quanto mi manca… poi l’uomo infila una mano nelle mutandine della moglie che si irrigidisce trattenendo il fiato, pochi attimi e la vedo sciogliersi allargando le gambe come a facilitare il contatto. La sta masturbando davanti a tutti e lei gradisce molto. Il suo corpo trasmette magnificamente il piacere che sta provando, il movimento del bacino, la testa buttata indietro, il respiro affannoso i capezzoli gonfi che lei comincia a strizzarsi… un crescendo mozzafiato finché la donna aggrappandosi al marito comincia a tremare a contorcersi e con un verso gutturale libera l’orgasmo in un getto che imbratta completamente i calzoni del marito… e si accascia a terra
-prego signori è tutta vostra, solo un’informazione… il culo è vergine
scritto il
2020-07-09
3 . 7 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Ora sapevi cap. 1

racconto sucessivo

Ora sapevi cap. 3
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.