Mamma dolce mamma
di
lulù54
genere
incesti
Olivia si aggirava seminuda per la casa, consapevole che il marito aveva nascosto telecamere in tutta la casa per riprendere a moglie nella sue attività sessuali con gli altri uomini.
Amava, poi rivederle con Olivia, o da solo.
La donna, amava assistere a quelle manifestazioni dalla propria sensualità scatenata.
Olivia era bella, abbastanza giovanile alta, con tutti gli attributi della bellezza mediterranea: occhi e capelli neri, grande seno, capezzoli scuri con grandi aureole, naso ben disegnato, labbra vermiglie e carnose. Corpo lievemente sovrappeso, cosce un po’ grosse e piedi deliziosi, calzati in un paio di sandali argentati dai tacchi altissimi.
Aveva un figlio, Giovannino, che aveva da poco compiuto diciott’anni, un bel ragazzo snello, prestante, dal carattere dolce e gentile, e, soprattutto, molto attaccato a Sua madre.
Il ragazzo ignorava, quanto accadeva in quella casa e riteneva di appartenere a una famiglia assolutamente per bene.
Olivia amava fantasticare, e, doveva realizzare assolutamente i contenuti delle sue fantasie, altrimenti ci stava male.
Le piaceva immaginare di essere una prostituta e che il figlio, fosse un cliente da lei adescato. Sognava di portarlo in uno squallido alberghetto e scopare con lui.
Olivia si era svegliata presto, per preparare la colazione al marito che doveva partire. Rimasta sola aveva rassettato la cucina e ogni tanto assumeva atteggiamenti provocanti, davanti alle telecamere, si scopriva il seno, si abbassava le mutandine e accennava a masturbarsi.
Le sue fantasie si svolgevano, soprattutto, in uno sgabuzzino, attrezzato a camera degli ospiti, che aveva reso più simile possibile alla squallida stanza in cui sognava di prostituirsi
Giovannino, la sera prima aveva ricevuto la sua paghetta, e questo le diede l’ispirazione.
Andò nella sua stanza, si truccò in maniera esagerata, si mise, sopra un reggiseno e un paio di mutandine, che lasciavano vedere quanto avrebbero dovuto nascondere e una maglietta trasparente. Vide che le scarpe erano adatte e le lasciò. Si guardò un ultima volta allo specchio e si compiacque del suo aspetto puttanesco.
Si mise nell’angolo della porta della cucina, e chiamò:
“Giovannino, vieni in cucina, a mamma”
Il ragazzo uscì dalla sua stanza, con solo i calzoni del pigiama, e andò verso la cucina.
La madre gli si parò davanti, facendo roteare la lingua e imprimendo al seno una serie di oscillazione:
“Vieni qua bel bambino, vieni a farti una scopata… “
Il ragazzo guardò la madre trasecolato, che gli disse:
“Se mi dai *** euro, ti faccio anche un pompino”
Accompagnò la proposta accennando a un movimento di risucchio con la bocca.
Il ragazzo, tremante, chiese:
“Che devo fare?”
La madre:
“Vai a prendere i soldi e dammeli”
Il ragazzo andò, e tornò col denaro.
La madre gli strappò le banconote di mano e se le infilò nel reggiseno.
Poi disse:
“Vieni”
E lo guidò verso la stanzetta che aveva attrezzato.
Giovannino aveva le idee confuse, ma l’abbigliamento e i gesti di Olivia gli avevano provocato un’erezione incredibile.
La madre lo spinse sul letto e con una risata sguaiata, disse
“Bimbo bello, vedrai che ti farà Olivia la troia”
Portò le mani del ragazzo sul proprio seno, dicendo:
“Toccami, palpami, non avere paura”
Gli abbassò il pigiama e gli slip, e disse:
“Ce l’hai bello grosso, bimbo”
Con una mano prese a muoversi lungo l’asta del pene, mentre con l’altra giocherellava con coglioni del figlio.
Poi abbasso la testa e risucchiò in bocca la cappella di Giovannino.
Il pensiero del proprio ruolo di puttana da strada, misto alla consapevolezza che aveva in bocca il cazzo di suo figlio e alla presenza delle telecamere, le provocava un irrigidimento nella zona delle labbra della fica, sempre più umida.
Prese dal comodino un preservativo e lo fece scivolare sul membro del figlio.
Si stese sul letto, allargò le cosce, aprì con le mani la cavità vaginale, e disse:
“Scopami!”
Olivia guidò il cazzo del figlio, dentro la sua fica e si abbandonò ai colpi che il ragazzo le menava, infine ebbe un lungo orgasmo e quando venne anche Giovannino, la madre lo fece uscire da sé e gli tolse il preservativo pieno di liquido bianchiccio:
“Ne hai fatta di sborra, bimbo”
Il ragazzo cercò di abbracciare nuovamente sua madre, che gli disse:
“No, se vuoi farlo un’altra volta, devi darmi altri soldi”
Giovannino, andò in camera, prese altro denaro, e così versò alla donna tutta la sua paghetta.
Olivia lo fece eccitare di nuovo, lo spompinò e si fece scopare, godette lei e fece godere Giovannino.
Poi si precipitò nel bagnetto e si fece un rapido bidet.
Infine, andò in camera sua, si mise qualcosa addosso e andò in cucina.
Chiamò:
“Giovannino, vieni a fare colazione!”
Il ragazzo si sedette davanti a una tazza di caffellatte, la madre lo abbracciò da dietro e gli disse:
“Promettimi, che faremo ancora il gioco della puttana e del cliente… “
“Si mamma, sai che per te farei qualunque cosa”
Amava, poi rivederle con Olivia, o da solo.
La donna, amava assistere a quelle manifestazioni dalla propria sensualità scatenata.
Olivia era bella, abbastanza giovanile alta, con tutti gli attributi della bellezza mediterranea: occhi e capelli neri, grande seno, capezzoli scuri con grandi aureole, naso ben disegnato, labbra vermiglie e carnose. Corpo lievemente sovrappeso, cosce un po’ grosse e piedi deliziosi, calzati in un paio di sandali argentati dai tacchi altissimi.
Aveva un figlio, Giovannino, che aveva da poco compiuto diciott’anni, un bel ragazzo snello, prestante, dal carattere dolce e gentile, e, soprattutto, molto attaccato a Sua madre.
Il ragazzo ignorava, quanto accadeva in quella casa e riteneva di appartenere a una famiglia assolutamente per bene.
Olivia amava fantasticare, e, doveva realizzare assolutamente i contenuti delle sue fantasie, altrimenti ci stava male.
Le piaceva immaginare di essere una prostituta e che il figlio, fosse un cliente da lei adescato. Sognava di portarlo in uno squallido alberghetto e scopare con lui.
Olivia si era svegliata presto, per preparare la colazione al marito che doveva partire. Rimasta sola aveva rassettato la cucina e ogni tanto assumeva atteggiamenti provocanti, davanti alle telecamere, si scopriva il seno, si abbassava le mutandine e accennava a masturbarsi.
Le sue fantasie si svolgevano, soprattutto, in uno sgabuzzino, attrezzato a camera degli ospiti, che aveva reso più simile possibile alla squallida stanza in cui sognava di prostituirsi
Giovannino, la sera prima aveva ricevuto la sua paghetta, e questo le diede l’ispirazione.
Andò nella sua stanza, si truccò in maniera esagerata, si mise, sopra un reggiseno e un paio di mutandine, che lasciavano vedere quanto avrebbero dovuto nascondere e una maglietta trasparente. Vide che le scarpe erano adatte e le lasciò. Si guardò un ultima volta allo specchio e si compiacque del suo aspetto puttanesco.
Si mise nell’angolo della porta della cucina, e chiamò:
“Giovannino, vieni in cucina, a mamma”
Il ragazzo uscì dalla sua stanza, con solo i calzoni del pigiama, e andò verso la cucina.
La madre gli si parò davanti, facendo roteare la lingua e imprimendo al seno una serie di oscillazione:
“Vieni qua bel bambino, vieni a farti una scopata… “
Il ragazzo guardò la madre trasecolato, che gli disse:
“Se mi dai *** euro, ti faccio anche un pompino”
Accompagnò la proposta accennando a un movimento di risucchio con la bocca.
Il ragazzo, tremante, chiese:
“Che devo fare?”
La madre:
“Vai a prendere i soldi e dammeli”
Il ragazzo andò, e tornò col denaro.
La madre gli strappò le banconote di mano e se le infilò nel reggiseno.
Poi disse:
“Vieni”
E lo guidò verso la stanzetta che aveva attrezzato.
Giovannino aveva le idee confuse, ma l’abbigliamento e i gesti di Olivia gli avevano provocato un’erezione incredibile.
La madre lo spinse sul letto e con una risata sguaiata, disse
“Bimbo bello, vedrai che ti farà Olivia la troia”
Portò le mani del ragazzo sul proprio seno, dicendo:
“Toccami, palpami, non avere paura”
Gli abbassò il pigiama e gli slip, e disse:
“Ce l’hai bello grosso, bimbo”
Con una mano prese a muoversi lungo l’asta del pene, mentre con l’altra giocherellava con coglioni del figlio.
Poi abbasso la testa e risucchiò in bocca la cappella di Giovannino.
Il pensiero del proprio ruolo di puttana da strada, misto alla consapevolezza che aveva in bocca il cazzo di suo figlio e alla presenza delle telecamere, le provocava un irrigidimento nella zona delle labbra della fica, sempre più umida.
Prese dal comodino un preservativo e lo fece scivolare sul membro del figlio.
Si stese sul letto, allargò le cosce, aprì con le mani la cavità vaginale, e disse:
“Scopami!”
Olivia guidò il cazzo del figlio, dentro la sua fica e si abbandonò ai colpi che il ragazzo le menava, infine ebbe un lungo orgasmo e quando venne anche Giovannino, la madre lo fece uscire da sé e gli tolse il preservativo pieno di liquido bianchiccio:
“Ne hai fatta di sborra, bimbo”
Il ragazzo cercò di abbracciare nuovamente sua madre, che gli disse:
“No, se vuoi farlo un’altra volta, devi darmi altri soldi”
Giovannino, andò in camera, prese altro denaro, e così versò alla donna tutta la sua paghetta.
Olivia lo fece eccitare di nuovo, lo spompinò e si fece scopare, godette lei e fece godere Giovannino.
Poi si precipitò nel bagnetto e si fece un rapido bidet.
Infine, andò in camera sua, si mise qualcosa addosso e andò in cucina.
Chiamò:
“Giovannino, vieni a fare colazione!”
Il ragazzo si sedette davanti a una tazza di caffellatte, la madre lo abbracciò da dietro e gli disse:
“Promettimi, che faremo ancora il gioco della puttana e del cliente… “
“Si mamma, sai che per te farei qualunque cosa”
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