Sguardi allo specchio - parte prima
di
Igor Grimorio
genere
esibizionismo
L'acqua del ruscello era limpida e fresca, bagnata da un sole caldo e spendente.
Ma a Jonny non interessava nulla del paesaggio. Era solo concentrato sulla fronte di Luana che gli stava sbattendo ritmicamente sulla pancia.
“ Come succhi bene, tesoro. Così, delicatamente… piano, piano”.
Avevano steso una coperta sulla tenera erba in un anfratto del bosco. A Jonny piaceva fare camminate nei boschi, soprattutto con Luana, Soprattutto facendo quelle pause con Luana.
“Leccamelo adesso tutto, per bene. Brava. Anche la cappella… così".
Con gli occhi socchiusi e disteso a gambe aperte l'uomo si stava godendo quel fantastico pompino.
All'improvviso sentì un fruscio tra la vegetazione. “Hai sentito anche tu?”, chiese alla donna che imperterrita continuava a lavorare di lingua. Lei scosse la testa e approfittò di quel movimento per prenderglielo di nuovo in bocca.
“No, dai, aspetta. Forse c'è qualcuno lì in mezzo che ci spia". Si alzò, ancora con il membro eretto, e puntò facendosi ombra con la mano verso dei ciuffi fitti di erba alta.
“E che cazzo, amore!”, brontolò Luana sbuffando inginocchiata, “proprio adesso che mi stavo scaldando per bene!"
“Scusa tesoro, hai ragione. Sarà stata la mia immaginazione o il passaggio di qualche animaletto. Vieni qui", e le afferrò la testa accompagnandola nuovamente contro il suo cazzo. “Coraggio, gustatelo ancora un poco, che poi te lo infilo dentro".
Il vento intanto aveva iniziato a soffiare delicatamente tra gli steli della flora del posto, facendoli ondeggiare a destra e a sinistra. Tra quegli stessi steli, però, e nascosti ben bene da un'alta coltre erbosa, si erano effettivamente appostate due sagome umane.
“Dì, Franco, dici che ci hanno visti?”
“No, non credo. La tipa ha ricominciato a sbocchinarlo come niente fosse…”
“Beh, meglio così. Però stai più attento a non far rumore la prossima volta. Però…ti si è già ammosciato?”
Ora, e a rigor di cronaca, bisogna sapere che per ironia della sorte un’altra coppia lussuriosa aveva scelto quel posto immerso nella natura e appartato per concedersi una pausa dalle lunghe e faticose camminate.
La coppia erano Franco e Kuna, due giovani curiosi e affiatati amanti, che non disdegnavano di concedersi spesso ad un eccitante voyeurismo erotico. Non appena si erano accorti dell'altra coppia già calda, infatti, avevano deciso si spiarli per aumentare la loro carica di libido.
“Lascia che te lo raddrizzi un pochino", sentenziò Kuna dopo aver afferrato il pene del suo ragazzo in mano. Iniziò a fargli una sega, ammirando a bocca aperta quel coso crescergli nel palmo a poco a poco. Quando fu soddisfatta della consistenza raggiunta, decise di concedersi qualche boccone di quella carne così irresistibile, così, tanto per fargli raggiungere la massima erezione. Intanto, con la coda dell'occhio continuava ad osservare gli altri due, che si stavano accingendo a scopare.
Franco, dal canto suo, era già visibilmente arrapato e quindi decise di rallentare, per non finire quel gioco prematuramente. “Ehi troietta, vacci piano con quella bocca, che voglio tenermi per dopo…lo sai cosa ti aspetta, vero?”.
Lei lo sapeva e le piaceva da impazzire. Fece di sì con la testa ed estrasse l'asta del ragazzo dalle sue labbra sorridenti, lasciando una scia di saliva. Non voleva, però, che si ammosciasse di nuovo, così lo mantenne ben rigido con un sapiente movimento di mano lento e cadenzato.
...(continua)
Ma a Jonny non interessava nulla del paesaggio. Era solo concentrato sulla fronte di Luana che gli stava sbattendo ritmicamente sulla pancia.
“ Come succhi bene, tesoro. Così, delicatamente… piano, piano”.
Avevano steso una coperta sulla tenera erba in un anfratto del bosco. A Jonny piaceva fare camminate nei boschi, soprattutto con Luana, Soprattutto facendo quelle pause con Luana.
“Leccamelo adesso tutto, per bene. Brava. Anche la cappella… così".
Con gli occhi socchiusi e disteso a gambe aperte l'uomo si stava godendo quel fantastico pompino.
All'improvviso sentì un fruscio tra la vegetazione. “Hai sentito anche tu?”, chiese alla donna che imperterrita continuava a lavorare di lingua. Lei scosse la testa e approfittò di quel movimento per prenderglielo di nuovo in bocca.
“No, dai, aspetta. Forse c'è qualcuno lì in mezzo che ci spia". Si alzò, ancora con il membro eretto, e puntò facendosi ombra con la mano verso dei ciuffi fitti di erba alta.
“E che cazzo, amore!”, brontolò Luana sbuffando inginocchiata, “proprio adesso che mi stavo scaldando per bene!"
“Scusa tesoro, hai ragione. Sarà stata la mia immaginazione o il passaggio di qualche animaletto. Vieni qui", e le afferrò la testa accompagnandola nuovamente contro il suo cazzo. “Coraggio, gustatelo ancora un poco, che poi te lo infilo dentro".
Il vento intanto aveva iniziato a soffiare delicatamente tra gli steli della flora del posto, facendoli ondeggiare a destra e a sinistra. Tra quegli stessi steli, però, e nascosti ben bene da un'alta coltre erbosa, si erano effettivamente appostate due sagome umane.
“Dì, Franco, dici che ci hanno visti?”
“No, non credo. La tipa ha ricominciato a sbocchinarlo come niente fosse…”
“Beh, meglio così. Però stai più attento a non far rumore la prossima volta. Però…ti si è già ammosciato?”
Ora, e a rigor di cronaca, bisogna sapere che per ironia della sorte un’altra coppia lussuriosa aveva scelto quel posto immerso nella natura e appartato per concedersi una pausa dalle lunghe e faticose camminate.
La coppia erano Franco e Kuna, due giovani curiosi e affiatati amanti, che non disdegnavano di concedersi spesso ad un eccitante voyeurismo erotico. Non appena si erano accorti dell'altra coppia già calda, infatti, avevano deciso si spiarli per aumentare la loro carica di libido.
“Lascia che te lo raddrizzi un pochino", sentenziò Kuna dopo aver afferrato il pene del suo ragazzo in mano. Iniziò a fargli una sega, ammirando a bocca aperta quel coso crescergli nel palmo a poco a poco. Quando fu soddisfatta della consistenza raggiunta, decise di concedersi qualche boccone di quella carne così irresistibile, così, tanto per fargli raggiungere la massima erezione. Intanto, con la coda dell'occhio continuava ad osservare gli altri due, che si stavano accingendo a scopare.
Franco, dal canto suo, era già visibilmente arrapato e quindi decise di rallentare, per non finire quel gioco prematuramente. “Ehi troietta, vacci piano con quella bocca, che voglio tenermi per dopo…lo sai cosa ti aspetta, vero?”.
Lei lo sapeva e le piaceva da impazzire. Fece di sì con la testa ed estrasse l'asta del ragazzo dalle sue labbra sorridenti, lasciando una scia di saliva. Non voleva, però, che si ammosciasse di nuovo, così lo mantenne ben rigido con un sapiente movimento di mano lento e cadenzato.
...(continua)
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