Roberto ed io 1°

di
genere
prime esperienze

Roberto è mio cugino, figlio di un fratello di mia madre, siamo praticamente coetanei, ho quattro mesi più di lui.
Quando eravamo bambini le nostre famiglie abitavano a poche centinaia di metri di distanza, così potevamo passare molto tempo assieme. Da bambini giocavamo praticamente tutti i giorni. Giunti verso i 12 anni i nostri giochi cominciarono a interessare quello che avevamo tra le gambe. Era l’epoca in cui cominciavano ad uscire riviste porno esplicite, naturalmente erano proibite ai minori, ma in un modo o nell’altro finivamo per trovarne qualcuna, guardando le foto e leggendo i testi i nostri cazzetti si indurivano, era una sensazione che non avevamo mai provato prima, strana ma piacevole.
Dopo un po’ Roberto imparò da un ragazzino un po’ più grande come si facevano le seghe, segarci guardando i giornalini porno diventò uno dei nostri giochi preferiti. Trovammo anche un paio di coetanei che condividevano la nostra passione. Ci menavamo gli uccelli in gruppo e, quando erano belli duri, li misuravamo per avere chi ce l’aveva più lungo e più grosso. A quell’età non producevamo ancora sperma, al massimo uscivano un paio di goccioline trasparenti.
Quando eravamo solo noi due non ci limitavamo a menare ciascuno il proprio uccello, a volte Roberto menava il mio e io contemporaneamente menavo il suo. Quando ne avevamo la possibilità ci stringevamo l’un l’altro in modo che il nostri membri si potessero strofinare, la sensazione che ne provavamo era veramente piacevole, una volta che ci trovammo per alcune ore soli in casa sua, dopo esserci spogliati completamente, ci mettemmo sul letto e passammo un paio d’ore strofinandoci in questo modo e menandoceli tenendoli attaccati in modo da prenderli tutti e due.
Un giorno, senza preavviso, mentre Roberto mi lavorava con le mani (era diventato molto abile, quando me lo menava lui godevo più di quando mi segavo da solo) venni e, per la prima volta, emisi uno schizzo di quella materia che si produce nelle palle. Il cuginetto fu un po’ invidioso, ma qualche mese dopo tocco anche a lui. Non mancavamo di esibire le nostre nuove capacità ai due amichetti con cui facevamo i giochi in gruppo, ben presto alle gare per vedere chi ce l’aveva più lungo e più grosso si aggiunsero quelle a chi schizzava di più e più lontano.
Un paio di anni dopo Roberto e la sua famiglia si trasferirono in un’altra città, da allora dovemmo interrompere i nostri giochi dato che potevamo vederci di rado nelle occasioni in cui le nostre famiglie si incontravano.
Mancava poco al compimento dei 18 anni quando la famiglia degli zii mi invitò di andare al mare con loro per un mese. Nel frattempo mi ero trovato una fidanzatina di 16 anni, non che con lei facessi chissà quali cose, qualche bacio, qualche palpatina alle tette, con un po’ di insistenza l’avevo convinta a prendermelo in mano qualche volta, insomma cose da poco, mi dispiaceva però non poterla vedere per un mese; la cosa si risolse quando anche lei partì con la famiglia per la montagna.
Al mare gli zii avevano una villetta, eredità della zia, decisamente comoda: cucina, soggiorno, due camere da letto matrimoniali ed una camera più piccola e due bagni, insomma il luogo perfetto perché 5 persone passassero le vacanze estive. Ho detto 5 persone perché oltre agli zii, a Roberto e me c’era anche chiara, la cuginetta minore di circa 15 anni.
Eravamo così sistemati: una camera matrimoniale, la camera più piccola e il bagno più grande erano riservati agli zii e a Chiara, Roberto ed io eravamo alloggiati nell’altra camera matrimoniale ed avevamo a disposizione il bagno più piccolo.
Papà mi aveva portato al mare dagli zii e mi aveva lasciato raccomandandomi di comportarmi bene. Dopo che se ne fu andato Roberto mi guidò alla camera che avremo diviso per sistemare le mie cose. C’era un letto matrimoniale che doveva ospitarci entrambi, quando mi mostrai stupito il cuginetto mi ricordò i nostri giochi nel letto di qualche anno prima, mi venne in mente che forse voleva riprenderli, cosa che mi turbava un po’ ma non mi scandalizzava.
Roberto mi guidò a fare un giro per vedere come era la cittadina dove ci trovavamo, mi mostrò la spiaggia e mi presentò ad alcuni suoi amici ed amiche. Al ritorno ebbi la prima di molte sorprese: eravamo appena entrati in casa che la porta del bagno più grande si aprì e ne uscì la zia, era completamente nuda con un asciugamano avvolto intorno ai capelli. Non fece nemmeno un gesto per coprirsi e disse:
- Avevo proprio bisogno di una bella doccia! –
Roberto non fece una piega, io invece debbo aver fatto una faccia stupita, tanto che la zia mi disse in tono scherzoso:
- Cosa c’è? Non hai mai visto una donna nuda? –
Mi era capitato di vedere qualche volta la mamma nuda, ma lei aveva provveduto subito a coprirsi con le mani il seno e la fica, la zia invece mostrava le sue grazie senza preoccuparsi minimamente del fatto che potessimo vederla. Era una bella donna, con meno di quarant’anni, aveva un seno notevole, almeno una terza misura, e una figura piena, bei fianchi e bel culo.
Dopo che se ne fu andata in camera a vestirsi Roberto mi disse:
- Che te ne pare della mia mamma? Niente male vero? –
Arrivò a sera, lo zio, che durante il giorno era andato in città per lavoro, tornò per cena. Dopo la cena facemmo una passeggiata per prendere un po’ di fresco. Al ritorno a casa ci accingemmo ad andare a letto. Giunti in camera il cuginetto propose:
- Andiamo a fare una doccia prima di metterci a letto –
- Sì – risposi- voglio togliermi di dosso il sudore –
In un batter d’occhio lui si tolse maglietta, calzoncini e slip, poi mi guardò
- Cosa aspetti a spogliarti? –
Lo imitai, mi prese per mano e mi portò nel bagno a noi riservato, ci sistemammo sotto la doccia, aperta l’acqua tiepida Roberto rese il sapone e cominciò a insaponarmi la schiena, poi le sue mani scesero in basso, cominciarono a muoversi attorno al mio culetto e poi attorno al mio cazzo:
- Ti piace? - Mi chiese
Mi piaceva e si sentiva, poi mi passò il sapone e mi disse di fare lo stesso con lui.
Dopo esserci asciugati tornammo nella nostra camera. Io feci per mettermi un paio di slip ma lui mi disse:
- Con questo caldo non è il caso di mettersi niente, fai come me dormi nudo, lo facciamo tutti in famiglia –
L’avevo già visto nudo quando eravamo più piccoli, e lui aveva visto me, la cosa non mi turbava, quindi seguii il suo consiglio.
Ci mettemmo a letto con la finestra spalancata, c’era la zanzariera, tanto data la posizione della camera nessuno poteva vederci da fuori e dato che il sonno non veniva cominciamo a chiacchierare.
- Ti è piaciuta la mamma? –
Da parte mia non sapevo cosa rispondere
- Ti confesserò che, nonostante sia mia madre, alle volte mi si rizza quando al vedo così –
- Succede spesso ? – Chiesi
- Molte volte quando è nella vasca da bagno mi chiama perché le insaponi la schiena. Poi in alcune occasioni abbiamo fatto il bagno tutti insieme: lei, papà, Chiara ed io –
Cominciai a capire che la famiglia era piuttosto particolare, non aveva inibizioni di sorta, non che la mia famiglia fosse particolarmente bigotta, ma senza dubbio eravamo meno disinibiti di Roberto e dei suoi.
Intanto le chiacchiere avevano avuto effetto, tra le mie gambe aveva cominciato a muoversi qualcosa, dando un’occhiata nella scarsa luce della stanza potevo vedere che anche l’uccello del cuginetto stava dando segni di vita…
Ad un certo punto sentii la sua mano posarsi tra le mie gambe e cominciare ad accarezzarmi le palle
- Cosa fai? –
- Quello che abbiamo fatto tante volte. Vuoi che smetta? –
- No, continua –
Ho detto in precedenza che era molto abile nel lavorare il cazzo con le mani, nel periodo in cui non ci eravamo visti era diventato ancora più bravo, scoprii in seguito che aveva fatto molto esercizio.
Continuò a lavorarmi il cazzo accarezzandolo, tirandolo e in altri modi che non avevo mai provato. Ad un certo punto dissi:
- Sto per venire, rimarranno macchie sul lenzuolo –
- Non temere, lascia fare a me –
Mise due dita ad anello alla base dell’asta in modo che non potessi schizzare, poi portò il viso tra le mie cosce e prese in bocca la punta del membro. Nessuno mi aveva fatto una cosa del genere
- Cosa stai facendo? –
Lui staccò un momento la bocca e mi disse
- Stai calmo, vedrai che ti farò godere –
Riprese a lavorare con le labbra e con la lingua finché non dissi
- Non ce la faccio più! Lasciamo sborrare! –
Si fece entrare in bocca un bel pezzo di cazzo, poi tolse le dita con cui stringeva la base. Schizzai subito lanciando un grido. Lui prese in bocca quello che stavo emettendo, anzi succhiò con impegno per non farsene sfuggire nemmeno una goccia, trangugiò con avidità il mio seme, poi leccò per bene la punta per ripulirmi.
- Hai un buon sapore – Commentò
Da parte mia avevo assaggiato, per curiosità, un paio di volte la mia sborra, il sapore non era spiacevole, ma probabilmente l’eccitazione del momento lo faceva sembrare migliore.
A questo punto Roberto mi disse:
- Ora tocca a te –
Capii che voleva che gli restituissi il servizio che mi aveva appena fatto. Il suo membro era bello eretto, non potevo rifiutarmi, esisteva tra noi un patto, risalente ai nostri primi giochi, secondo il quale ci saremmo fatti le stesse cose.
Mi piegai sul suo basso ventre e cominciai a lavorarlo con la bocca. Sebbene non avessi esperienza in merito ci misi tutta la mia buona volontà. Comincia leccandogli le palle, poi, dietro suo suggerimento, cominciai a leccargli la cappella come se fosse stata un gelato, quando disse che stava per venire feci come aveva fatto lui: ospitai un bel pezzo dell’asta nella mia bocca, quando venne succhiai con forza in modo da raccogliere tutto quel che usciva. Debbo dire che il sapore e l’odore avevano un effetto inebriante. Ingoiai tutto senza provare nausea, anzi il sapore mi sembrò proprio buono: un misto di dolce e salato.
Mi leccai le labbra per raccogliere qualche goccia che non era finita nel mio intestino.
Stanchi dopo questa scopate con la bocca, ci accingemmo a dormire. Prima Però Roberto mi chiese:
- Ti è piaciuto? –
- Moltissimo – Risposi
- Allora ti insegnerò tanti altri giochi da ragazzi, vedrai che ci divertiremo –
Nei giorni e soprattutto nelle notti successivi, sperimentammo parecchi altri modi di godere (non dico fare l’amore, i sentimenti non c’entravano, era solo un’attività fisica). Alla fine, quando tornai a casa dalla permanenza al mare, ero diventato esperto.
Parleremo di tutto quello che accadde dopo e di altre cose nei prossimi racconti.

scritto il
2021-12-02
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