Il santone 2
di
rimembrando
genere
gay
Dopo aver reso qualche informazione conclusi che l’uomo che avevo incontrato sulla spiaggia (vedere il santone 1) era un individuo curioso ma sostanzialmente innocuo. Decisi di andarlo a trovare in quella che aveva definito la villa. In particolare mi aveva incuriosito ed anche eccitato la disinvoltura con cui si era masturbato davanti a me senza mostrare il minimo imbarazzo, io invece, anche se avevo fatto il possibile per non farlo vedere ero molto imbarazzato.
Una mattina mi preparai per tempo, feci la doccia e mi vestii nel modo che mi sembrò più adatto: Una maglietta, un paio di sandali e un paio di pantaloncini senza mettere la biancheria intima. Andai nel posto che mi aveva indicato, la villa era in realtà una casa colonica ristrutturata, lontana da altre abitazioni e circondata da una fitta siepe. Suonai il campanello e mi venne ad aprire il mio possiamo dire amico in persona, vestito di una specie di chimono.
_ Entra entra _ Mi disse _ sono contento che tu sia venuto _.
Appena entrato nella casa si tolse il chimono rimanendo in costume adamitico, potei osservarlo con attenzione: come ho detto doveva avere sui quaranta anni, era snello e muscoloso, una cosa strana, era completamente depilato, niente peli sul petto, sotto le braccia o sul sesso, nemmeno peli sul culo come potei con statere in seguito.
_ Mettiti pure in libertà _
Capii cosa intendeva e in un batter d’occhio mi tolsi maglietta e calzoncini rimanendo anch’io con l’abbigliamento che madre natura mi aveva fatto. Del resto non era la prima volta che ero nudo davanti ad altri, da ragazzo andavo con i miei amici a nuotare senza costume e dopo la ginnastica facevamo la doccia tutti assieme.
Il mio ospite mi presentò il resto degli abitanti della casa: due ragazzi che definì suoi “discepoli”, anche loro nudi e depilati. Poi c’era la governante, una donna sui 35 anni, anche abbastanza bella, era l’unica a non essere nuda, indossava un reggiseno ed un grembiulino sotto il quale, si vedeva, non portava le mutandine.
_ Sai _ mi disse il santone (d’ora in poi lo chiamerò così) _ Essere nudi permette di ricevere meglio le energie cosmiche e rafforza il prana _
Confesso la mia ignoranza, non sapevo cosa fosse il prana, ma immaginai che fosse qualcosa che aveva a che fare con le filosofie orientali di cui il santone diceva di essere maestro.
Mi fece accomodare in una stanza le cui pareti erano coperte da immagini di divinità indiane, c’era anche poca luce prodotta da una candela. Si sedette a gambe incrociate su una stuoia e mi invitò a fare altrettanto. Cominciò la conversazione parlando di quello che avevamo fatto sulla spiaggia, mi chiese:
_ Ti dai spesso da fare con il tuo lingam? _
Impiegai qualche secondo per capire che stava parlando del mio cazzo… Devo dire che erano anni che mi masturbavo spesso e volentieri, la cosa non era un segreto, quando avevo 13 anni ed ero alle prime menate fui una volta trovato da mio padre mentre stavo lavorando… Per fortuna i miei non credevano alle frottole che si raccontano sui danni di questa pratica, papà mi disse:
_ Non ti preoccupare, diversamente da quanto raccontano menarsi l’uccello non fa diventare scemi, non fa diventare ciechi e non fa crescere i peli delle mani… Del resto quasi tutti i ragazzi lo fanno e non abbiamo un’epidemia di cecità. Alla tua età lo facevo anch’io, anzi a volte lo faccio ancora. L’importante è non esagerare _
In seguito mi raccontò altre cose riguardanti il sesso, vedremo nel seguito. Ma torniamo alla conversazione
_ Ho visto che te lo menavi in un modo che non permette di ottenere il massimo del piacere, ora ti insegnerò io _
Mi fece stendere sulla stuoia in modo che il mio membro che nel frattempo si era eretto, fosse a portata delle due mani, poi cominciò a darsi da fare. In particolare prese tra pollice ed indice il filetto
_ Questo è il frenulo, la parte più sensibile dell’organo maschile, bisogna stimolarlo delicatamente e si ottiene il massimo del piacere _
In effetti, forse per la sua stimolazione che per l’eccitazione di ciò che stavamo facendo, provavo una sensazione molto piacevole, più del solito. In passato mi ero fatto menare il cazzo da altri ragazzi, e io avevo menato il loro, sentirsi manipolati da una mano che non è la propria risultava molto eccitante, ma la sensazione non era paragonabile a quella che mi provocava quel che mi stava succedendo.
L’azione continuò per un po’ sempre in modo delicato, ad un certo punto sentii che stavo per venire, lo dissi al mio maestro.
_ Aspetta _ Mi disse
Prese il mio pene in bocca, cominciò a lavorarlo con la lingua, poi lo inghiottì quasi tutto e disse:
_ Adesso vieni! _
Schizzai nella sua bocca quello che avevo prodotto nei coglioni, lui inghiottì tutto e succhiò sino a raccogliere anche l’ultima goccia di sborra.
A questo punto non era finita, il santone cambiò posizione e mise il suo membro, che era ritto, davanti alla mia bocca. Capii che si aspettava che gli restituissi il servizio. In passato giocando con i miei amici ci era capitato di prenderceli in bocca, ma ci eravamo limitati a dare un paio di succhiate. Non mi sentivo di respingerlo dopo quello che aveva fatto a me, presi il suo organo in bocca, prima cominciai a far girare la lingua attorno alla cappella, poi inghiottii sin quasi in gola
_ Ecco prendi _ Ed emise tra o quattro schizzi, sentii il sapore del suo seme nella bocca, non era spiacevole, in passato avevo provato ad assaggiare il mio, mi dava l’impressione di essere un misto di dolce e salato. Per completare il lavoro inghiottii tutto anch’io.
_ Ecco che abbiamo mescolato uno il mana dell’altro _ Spiegò con una delle altre parole di cui non conoscevo il significato.
_ Cerco sempre di bere il seme di ragazzi giovani, tiene in buona salute _
A questo punto gli venne in mente che aveva un impegno, aspettava una persona, quindi dovemmo interrompere l’attività che era tanto bene iniziata. Ma altre sedute sarebbero seguite, ne parliamo nelle prossime puntate.
Una mattina mi preparai per tempo, feci la doccia e mi vestii nel modo che mi sembrò più adatto: Una maglietta, un paio di sandali e un paio di pantaloncini senza mettere la biancheria intima. Andai nel posto che mi aveva indicato, la villa era in realtà una casa colonica ristrutturata, lontana da altre abitazioni e circondata da una fitta siepe. Suonai il campanello e mi venne ad aprire il mio possiamo dire amico in persona, vestito di una specie di chimono.
_ Entra entra _ Mi disse _ sono contento che tu sia venuto _.
Appena entrato nella casa si tolse il chimono rimanendo in costume adamitico, potei osservarlo con attenzione: come ho detto doveva avere sui quaranta anni, era snello e muscoloso, una cosa strana, era completamente depilato, niente peli sul petto, sotto le braccia o sul sesso, nemmeno peli sul culo come potei con statere in seguito.
_ Mettiti pure in libertà _
Capii cosa intendeva e in un batter d’occhio mi tolsi maglietta e calzoncini rimanendo anch’io con l’abbigliamento che madre natura mi aveva fatto. Del resto non era la prima volta che ero nudo davanti ad altri, da ragazzo andavo con i miei amici a nuotare senza costume e dopo la ginnastica facevamo la doccia tutti assieme.
Il mio ospite mi presentò il resto degli abitanti della casa: due ragazzi che definì suoi “discepoli”, anche loro nudi e depilati. Poi c’era la governante, una donna sui 35 anni, anche abbastanza bella, era l’unica a non essere nuda, indossava un reggiseno ed un grembiulino sotto il quale, si vedeva, non portava le mutandine.
_ Sai _ mi disse il santone (d’ora in poi lo chiamerò così) _ Essere nudi permette di ricevere meglio le energie cosmiche e rafforza il prana _
Confesso la mia ignoranza, non sapevo cosa fosse il prana, ma immaginai che fosse qualcosa che aveva a che fare con le filosofie orientali di cui il santone diceva di essere maestro.
Mi fece accomodare in una stanza le cui pareti erano coperte da immagini di divinità indiane, c’era anche poca luce prodotta da una candela. Si sedette a gambe incrociate su una stuoia e mi invitò a fare altrettanto. Cominciò la conversazione parlando di quello che avevamo fatto sulla spiaggia, mi chiese:
_ Ti dai spesso da fare con il tuo lingam? _
Impiegai qualche secondo per capire che stava parlando del mio cazzo… Devo dire che erano anni che mi masturbavo spesso e volentieri, la cosa non era un segreto, quando avevo 13 anni ed ero alle prime menate fui una volta trovato da mio padre mentre stavo lavorando… Per fortuna i miei non credevano alle frottole che si raccontano sui danni di questa pratica, papà mi disse:
_ Non ti preoccupare, diversamente da quanto raccontano menarsi l’uccello non fa diventare scemi, non fa diventare ciechi e non fa crescere i peli delle mani… Del resto quasi tutti i ragazzi lo fanno e non abbiamo un’epidemia di cecità. Alla tua età lo facevo anch’io, anzi a volte lo faccio ancora. L’importante è non esagerare _
In seguito mi raccontò altre cose riguardanti il sesso, vedremo nel seguito. Ma torniamo alla conversazione
_ Ho visto che te lo menavi in un modo che non permette di ottenere il massimo del piacere, ora ti insegnerò io _
Mi fece stendere sulla stuoia in modo che il mio membro che nel frattempo si era eretto, fosse a portata delle due mani, poi cominciò a darsi da fare. In particolare prese tra pollice ed indice il filetto
_ Questo è il frenulo, la parte più sensibile dell’organo maschile, bisogna stimolarlo delicatamente e si ottiene il massimo del piacere _
In effetti, forse per la sua stimolazione che per l’eccitazione di ciò che stavamo facendo, provavo una sensazione molto piacevole, più del solito. In passato mi ero fatto menare il cazzo da altri ragazzi, e io avevo menato il loro, sentirsi manipolati da una mano che non è la propria risultava molto eccitante, ma la sensazione non era paragonabile a quella che mi provocava quel che mi stava succedendo.
L’azione continuò per un po’ sempre in modo delicato, ad un certo punto sentii che stavo per venire, lo dissi al mio maestro.
_ Aspetta _ Mi disse
Prese il mio pene in bocca, cominciò a lavorarlo con la lingua, poi lo inghiottì quasi tutto e disse:
_ Adesso vieni! _
Schizzai nella sua bocca quello che avevo prodotto nei coglioni, lui inghiottì tutto e succhiò sino a raccogliere anche l’ultima goccia di sborra.
A questo punto non era finita, il santone cambiò posizione e mise il suo membro, che era ritto, davanti alla mia bocca. Capii che si aspettava che gli restituissi il servizio. In passato giocando con i miei amici ci era capitato di prenderceli in bocca, ma ci eravamo limitati a dare un paio di succhiate. Non mi sentivo di respingerlo dopo quello che aveva fatto a me, presi il suo organo in bocca, prima cominciai a far girare la lingua attorno alla cappella, poi inghiottii sin quasi in gola
_ Ecco prendi _ Ed emise tra o quattro schizzi, sentii il sapore del suo seme nella bocca, non era spiacevole, in passato avevo provato ad assaggiare il mio, mi dava l’impressione di essere un misto di dolce e salato. Per completare il lavoro inghiottii tutto anch’io.
_ Ecco che abbiamo mescolato uno il mana dell’altro _ Spiegò con una delle altre parole di cui non conoscevo il significato.
_ Cerco sempre di bere il seme di ragazzi giovani, tiene in buona salute _
A questo punto gli venne in mente che aveva un impegno, aspettava una persona, quindi dovemmo interrompere l’attività che era tanto bene iniziata. Ma altre sedute sarebbero seguite, ne parliamo nelle prossime puntate.
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