Ma che "culo"!
di
maxborns4u
genere
tradimenti
Frequentavo un locale notturno nella mia città, il 'Moby', di proprietà di un amico.
Musica dal martedì al giovedì. Sabato e domenica piano bar.
Le bariste, sempre ragazze, cambiavano spesso. Sia a causa degli orari notturni, sia perché molti compagni o fidanzati non gradivano gli 'abitué' del locale.
Con altri amici anch'io facevo tappa fissa prima di passare a locali più 'notturni'.
L'ultima barista era una ragazza mora, capelli lunghi e neri, occhi scuri, carnagione olivastra, un metro e settanta circa, terza abbondante e un culo che parlava! Bello, tondo, alto. Sembrava disegnato da tanto era bello e perfetto.
Lei lo metteva in mostra indossando sempre pantaloni aderentissimi e maglie corte sopra l'ombelico.
Molti clienti la invitavano a uscire o ci provavano più o meno esplicitamente. Lei però sapeva i fatto suo. Concedeva qualche sorriso e piccole confidenze, ma poi teneva tutti al loro posto.
Per me era un periodo di cambiamenti lavorativi e i pensieri giornalieri cercavo di metterli a dormire con il buio. La notte pensavo solo a rilassarmi con gli amici e qualche drink. L'ultimo dei miei pensieri erano le donne.
Con Cinzia, la barista, ero educato, gentile ma distaccato.
Una sera come tante, mentre aspettavo l'arrivo degli amici seduto al bancone sorseggiando il mio 'Laphoraig', lei sistemava un po' la sua postazione.
C - "sei l'unico che non si è mai sbilanciato nei miei confronti. Meglio così."
Io - "meglio così?! Cosa intendi? Non hai mi mai fatto un sorriso o una parola in più degli altri. Hanno tutti sbattuto contro il tuo muro ed io, che in questo momento ho altri pensieri, non ho certo bisogno di rimanerci male."
C - "meglio così, perché io sono fidanzata e non voglio uscire con te. Mi piaci troppo e non riuscirei a resisterti, finiremmo sicuramente a letto."
Ero spiazzato dalle sue parole. Poi di colpo - "allora non dire niente a lui, usciamo, andiamo a mangiare fuori, poi giro per locali della Versilia fino all'alba. A quel punto colazione e poi ti riaccompagno a casa e non ci proverò. Ma attenzione, anche non provare ad avvicinarti, baciarmi o toccarmi, perché non te lo permetterò."
C - "però così mi destabilizzi. Non so cosa dovrei fare...."
Io - "devi solo accettare e goderti la serata. Non ci proverò mai."
Rimase sorpresa e dopo qualche mia insistenza accettò.
La sera si presentò con una mini cortissima di pelle nera, sandalo tacco 10/12 e maglietta aderente (evidentemente) senza reggiseno.
Avevo prenotato la cena in un ristorante sul mare. Niente di speciale, ma un bel panorama, cibo discreto e buon vino. Naturalmente io fui impeccabile, gentile ma senza battute spinte, provocazioni o tentativi di 'accorciare le distanze'.
Cinzia era felice e rilassata.
Mi fermai presso il cocktail bar di un amico, dove un buon caffè e il mio solito whisky ci allitarono il dopo cena.
Continuavo a trattarla come UN amicO. Lei iniziava ad innervosirsi. Mi provocava accavallando le gambe, lasciandomi intravedere i suo perizoma o strusciandosi il seno addosso con non curanza. Io impassibile.
Ci recammo poi in altri locali/disco dove, date le mie conoscenze, fu sempre trattata da principessa, assecondando ogni sua richiesta o capriccio. Era sempre più provocante, eccitata e compiaciuta dal trattamento riservatole e indispettita dalla mia assoluta apparente mancanza di interesse nei suoi confronti.
La notte volgeva al termine e rientrando, come promesso, ci recammo a far colazione. Cornetto e cappuccino e poi diretto verso casa sua.
Cinzia ora, oltre ad essere felice, soddisfatta ed eccitata, era anche, scioccata, nervosa e scocciata. Non sapeva come comportarsi. Voleva, sperava che io le saltassi addosso, ma, dato che non accennavo a rompere la promessa, non voleva essere lei a farsi avanti, a chiedermi o propormi di farlo.
Gli ultimi minuti in macchina furono di puro silenzio.
Sotto casa sua scesi dalla macchina e le aprii la porta.
Teneva un fazzoletto in mano, almeno così credevo. Scendendo allargò le gambe e vidi chiaramente la sua figa nuda davanti ai miei occhi. Tutta liscia con un piccolo ciuffo nero subito sopra. Fece il movimento molto lentamente, per essere certa che io notassi che si era tolta le mutandine.
Il mio cazzo già notevolmente sollecitato dalla nottata s'indurì quasi istantaneamente.
Lei lo notò e un sorrisino sbocciò sul suo viso.
Mi avvicinai, la baciai sulla guancia e - "buon riposo Tesoro. Ci sentiamo presto. Spero tu ti sia divertita stanotte. Sei bella ed eccitante come poche."
Ormai fumava dalle orecchie, tanto era nervosa.
C - "sei proprio un bastardo!" mi diede un bacio sulle labbra, che non ricambiai, e, piano piano, un passo alla volta, girandosi ogni passo, entrò nel portone.
Anch'io tornai subito a casa e, sdraiato nel letto, mi feci una gustosissima e necessaria sega pensando a lei, ai sui capezzoli duri e alla sua figa liscia e denudata per me.
Dopo qualche sera mi ripresentai al 'Moby'.
Lei, bella come sempre, serviva al bancone. Appena mi vide sbrigò velocemente l'ordine del cliente che, naturalmente, le stava facendo avances.
Io, diretto - "Questa sera, a fine turno, hai da fare? Facciamo un giro?"
C - "volentieri, però dovrei passare da casa per una doccia ed è un po lontana. Facciamo troppo tardi, mi dispiace."
Io - "io abito a 5 minuti da qui. Se vuoi, e ti fidi, puoi farla da me!"
Lei senza titubanze - "ok! Va bene!"
Dopo la chiusura saliamo da me.
Le faccio vedere il bagno e i saponi e non usando io accappatoi, le porgo due asciugamani da mani invece di quello grande.
Chiudo la porta, mi siedo sul divano e accendo la tv. Ma la mia mente è solo per lei, nuda, nella mia doccia che s'insapona. E l'uccello comincia ad indurirsi.
Penso - "che faccio? Non vorrai mica fartela scappare? Entro in doccia con lei? Sicuramente anche lei mi vuole... "
Mentre continuo a pensare sento aprire la porta del bagno.
C - "queste me l'ero già tolte l'altra volta per te ora, non avendo il cambio, non le rimetto neanche!" e così dicendo mi lanciò addosso il suo perizoma.
Alzo lo sguardo. Lei ha un'asciugamano in testa per i capelli e l'altro legato in vita.
Il suo seno svettava nudo e orgoglioso davanti ai miei occhi.
Pur essendo estate non ha alcun segno del costume. Il bordo delle areole lisce e gonfie, sembra ripassato con una matita scura. I capezzoli rilassati dal tepore della doccia, erano della stessa tonalità del bordo.
Afferrai le sue mutandine, mi alzai ed annusandole mi avvicinai.
Io - "questa volta non ti ho promesso niente."
C - "non te l'ho chiesto!"
La baciai facendole cadere subito l'asciugamano che aveva sui fianchi.
Accarezzai e strinsi forte i suoi glutei! Quel fantastico culo che tutti al locale ammiravamo è desideravamo. Era tra le mie mani e ne apprezzavo ogni millimetro di pelle.
Con una mano le toccai il seno strizzando leggermente tra indice e medio il capezzolo. Poi scesi fino alla sottile riga di peluria che indirizzava dritta alla sua passera. Giocai con due dita tra le grandi labbra allargandole e stuzzicando la sua fessura. Il suo caldo succo bagnava già abbondantemente tutta la vagina. La penetrai con due dita e con i polpastrelli perlustrai tutto l'interno. Mi fermai nel suo punto più sensibile, insistendo e strusciando le dita, seguendo il ritmo dei suoi sospiri che si erano fatti sempre più lunghi e pieni.
Guardandomi dritto negli occhi, con la sua mano tirò fuori a fatica il cazzo dai miei pantaloni, tanto si era indurito, e prese a menarlo piano piano.
Aumentavo il ritmo con la mano e lei ansimava più forte.
C - "ohhh! Siii! È stupendo! Mi piace! È meravigliosooo!"
La mia mano continuava a muoversi freneticamente dentro di lei, senza sosta e sempre piú velocemente. Le gambe iniziarono a cederle ed, appoggiandosi con la schiena alla parete schizzò innondandomi dei suoi umori densi. Ma non mi fermai. Continuai con la solita velocità e intensità.
Mi mollò l'uccello per reggersi con la mano allo stipite della porta.
C - "oh mio dio! Non fermati! Godo ancoraaa!"
Un secondo poderoso orgasmo le piegò le gambe facendola tremare dagli spasmi.
La feci sedere sul divano e togliendomi camicia abbassando i pantaloni la afferrai per i capelli liberati dall'asciugamano e le infilai il cazzo fino in gola.
Lei mi afferrò per i glutei e mi spinse ancora più avanti, facendo scomparire tutto il mio membro nella sua bocca. Poi tirò fuori la lingua e da sotto mi leccò le palle. Non ho un cazzo enorme, ma non è nemmeno piccolo! Riusciva a ingoiarlo tutto leccando scroto, tronco e cappella!
Lo afferrò con una mano facendola scorrere su e giù e roteandola lentamente. Con l'altra massaggiava palle e zona prostaica mentre ora ingoiava ed ora succhiava tutto il cazzo che poteva. Dopo qualche minuto di quel servizio l'uccello cominciò a gonfiarsi e pulsare velocemente. Le palle pompavano lo sperma su per il tronco fino alla cappella che spruzzò nella sua bocca fiotti di sborra calda.
Ingoio tutto fino all'ultima goccia e continuò a succhiare e leccare finché non fu pulito e nuovamente duro.
La sdraiai sul divano e le saltai letteralmente sopra. La sua figa zuppa di umori e desiderio si aprì immediatamente alla prima spinta del mio uccello. Il tepore del suo sesso avvolse il mio cazzo innondandolo di piacere.
Le tenevo le gambe alte e larghe. Riuscivo a penetrarla completamente, vedevo il mio membro scorrere su e giù nella sua fessura fradicia. Spingevo sempre più forte e più a fondo. Lei gemeva ad ogni mio affondo.
Ma il mio desiderio era un'altro.
La feci girare e inginocchiare sulla seduta del divano, con mani e viso appoggiate sullo schienale/poggiatesta. Il suo culo era lì davanti a me, nudo, spettacolare e aperto. Lei continuava ad ansimare senza proferire parola. Le presi le natiche allargandole dolcemente. Mi accovacciai dietro lei e con la lingua raccolsi diverse leccate di umori dalla sua figa gocciolante portandole sulla sua rosellina. Poi la inserivo nel buco lubrificandolo ben bene.
Feci la solita cosa con l'uccello. Dopo averlo strusciato, e ben inumidito, dal clitoride al buco posteriore, puntai la cappella. Poi, dolcemente, la feci entrare. Sobbalzò leggermente. Rimasi fermo per qualche secondo. Era molto stretta. Appena rilassò i muscoli, sempre con molta lentezza lo spinsi tutto dentro a quel monumento di bellezza. Ero felice, emozionato ed entusiasta di profanare quell'opera d'arte. Mi muovevo con estrema cautela all'interno di quel capolavoro. Mi godevo ogni centimetro, ogni spinta, ogni suo gemito o movimento. Ero affascinato da tanta bellezza e tanta grazia. Quel culo era così stretto che ogni volta che mi ritraevo sembrava me lo succhiasse. Lei gemeva, stringeva le mani e mordeva il bordo del divano.
Non ce la facevo più. Sarei sicuramente arrivato da lì a poco. Sentivo fremere e godere ogni cellula del mio corpo.
C - "lo sento! Lo sento bene! Stai per venire! Dai! Dai, più forte! Dai che godiamo insieme! Spingi! Vienimi dentrooo! Siiii!"
Io - "oh, si! Godo, godo! Hai il più bel culo che abbia mai scopato! Sei fantastica! Vengo, Godo, te lo riempioooo!"
Le sborrai dentro il fiume del mio liquido seminale mentre la sua figa schizzava nuovamente sul mio divano.
C - "oh, siii! È caldo! Bello!
Rimasi fermo, immobile dentro di lei finché il cazzo cominciò ad ammosciarsi.
Lo sfilai piano piano come lo avevo inserito. Il suo buchino si richiuse immediatamente uscita la punta della cappella.
Abbracciati ci sedemmo.
Io - " sei splendida! Ed hai un culo fantastico! Non solo è bello, ma è stretto e accogliente come pochi. Mi hai fatto godere da impazzire."
C - "sono felice che ti sia piaciuto. Anche per me è stato bellissimo. Non credevo che prenderlo dietro mi avrebbe dato tanta soddisfazione. Sei stato il primo e ti ricorderò per sempre. Anche quando lo concederò al mio ragazzo."
maxborns4u@gmail.com
Musica dal martedì al giovedì. Sabato e domenica piano bar.
Le bariste, sempre ragazze, cambiavano spesso. Sia a causa degli orari notturni, sia perché molti compagni o fidanzati non gradivano gli 'abitué' del locale.
Con altri amici anch'io facevo tappa fissa prima di passare a locali più 'notturni'.
L'ultima barista era una ragazza mora, capelli lunghi e neri, occhi scuri, carnagione olivastra, un metro e settanta circa, terza abbondante e un culo che parlava! Bello, tondo, alto. Sembrava disegnato da tanto era bello e perfetto.
Lei lo metteva in mostra indossando sempre pantaloni aderentissimi e maglie corte sopra l'ombelico.
Molti clienti la invitavano a uscire o ci provavano più o meno esplicitamente. Lei però sapeva i fatto suo. Concedeva qualche sorriso e piccole confidenze, ma poi teneva tutti al loro posto.
Per me era un periodo di cambiamenti lavorativi e i pensieri giornalieri cercavo di metterli a dormire con il buio. La notte pensavo solo a rilassarmi con gli amici e qualche drink. L'ultimo dei miei pensieri erano le donne.
Con Cinzia, la barista, ero educato, gentile ma distaccato.
Una sera come tante, mentre aspettavo l'arrivo degli amici seduto al bancone sorseggiando il mio 'Laphoraig', lei sistemava un po' la sua postazione.
C - "sei l'unico che non si è mai sbilanciato nei miei confronti. Meglio così."
Io - "meglio così?! Cosa intendi? Non hai mi mai fatto un sorriso o una parola in più degli altri. Hanno tutti sbattuto contro il tuo muro ed io, che in questo momento ho altri pensieri, non ho certo bisogno di rimanerci male."
C - "meglio così, perché io sono fidanzata e non voglio uscire con te. Mi piaci troppo e non riuscirei a resisterti, finiremmo sicuramente a letto."
Ero spiazzato dalle sue parole. Poi di colpo - "allora non dire niente a lui, usciamo, andiamo a mangiare fuori, poi giro per locali della Versilia fino all'alba. A quel punto colazione e poi ti riaccompagno a casa e non ci proverò. Ma attenzione, anche non provare ad avvicinarti, baciarmi o toccarmi, perché non te lo permetterò."
C - "però così mi destabilizzi. Non so cosa dovrei fare...."
Io - "devi solo accettare e goderti la serata. Non ci proverò mai."
Rimase sorpresa e dopo qualche mia insistenza accettò.
La sera si presentò con una mini cortissima di pelle nera, sandalo tacco 10/12 e maglietta aderente (evidentemente) senza reggiseno.
Avevo prenotato la cena in un ristorante sul mare. Niente di speciale, ma un bel panorama, cibo discreto e buon vino. Naturalmente io fui impeccabile, gentile ma senza battute spinte, provocazioni o tentativi di 'accorciare le distanze'.
Cinzia era felice e rilassata.
Mi fermai presso il cocktail bar di un amico, dove un buon caffè e il mio solito whisky ci allitarono il dopo cena.
Continuavo a trattarla come UN amicO. Lei iniziava ad innervosirsi. Mi provocava accavallando le gambe, lasciandomi intravedere i suo perizoma o strusciandosi il seno addosso con non curanza. Io impassibile.
Ci recammo poi in altri locali/disco dove, date le mie conoscenze, fu sempre trattata da principessa, assecondando ogni sua richiesta o capriccio. Era sempre più provocante, eccitata e compiaciuta dal trattamento riservatole e indispettita dalla mia assoluta apparente mancanza di interesse nei suoi confronti.
La notte volgeva al termine e rientrando, come promesso, ci recammo a far colazione. Cornetto e cappuccino e poi diretto verso casa sua.
Cinzia ora, oltre ad essere felice, soddisfatta ed eccitata, era anche, scioccata, nervosa e scocciata. Non sapeva come comportarsi. Voleva, sperava che io le saltassi addosso, ma, dato che non accennavo a rompere la promessa, non voleva essere lei a farsi avanti, a chiedermi o propormi di farlo.
Gli ultimi minuti in macchina furono di puro silenzio.
Sotto casa sua scesi dalla macchina e le aprii la porta.
Teneva un fazzoletto in mano, almeno così credevo. Scendendo allargò le gambe e vidi chiaramente la sua figa nuda davanti ai miei occhi. Tutta liscia con un piccolo ciuffo nero subito sopra. Fece il movimento molto lentamente, per essere certa che io notassi che si era tolta le mutandine.
Il mio cazzo già notevolmente sollecitato dalla nottata s'indurì quasi istantaneamente.
Lei lo notò e un sorrisino sbocciò sul suo viso.
Mi avvicinai, la baciai sulla guancia e - "buon riposo Tesoro. Ci sentiamo presto. Spero tu ti sia divertita stanotte. Sei bella ed eccitante come poche."
Ormai fumava dalle orecchie, tanto era nervosa.
C - "sei proprio un bastardo!" mi diede un bacio sulle labbra, che non ricambiai, e, piano piano, un passo alla volta, girandosi ogni passo, entrò nel portone.
Anch'io tornai subito a casa e, sdraiato nel letto, mi feci una gustosissima e necessaria sega pensando a lei, ai sui capezzoli duri e alla sua figa liscia e denudata per me.
Dopo qualche sera mi ripresentai al 'Moby'.
Lei, bella come sempre, serviva al bancone. Appena mi vide sbrigò velocemente l'ordine del cliente che, naturalmente, le stava facendo avances.
Io, diretto - "Questa sera, a fine turno, hai da fare? Facciamo un giro?"
C - "volentieri, però dovrei passare da casa per una doccia ed è un po lontana. Facciamo troppo tardi, mi dispiace."
Io - "io abito a 5 minuti da qui. Se vuoi, e ti fidi, puoi farla da me!"
Lei senza titubanze - "ok! Va bene!"
Dopo la chiusura saliamo da me.
Le faccio vedere il bagno e i saponi e non usando io accappatoi, le porgo due asciugamani da mani invece di quello grande.
Chiudo la porta, mi siedo sul divano e accendo la tv. Ma la mia mente è solo per lei, nuda, nella mia doccia che s'insapona. E l'uccello comincia ad indurirsi.
Penso - "che faccio? Non vorrai mica fartela scappare? Entro in doccia con lei? Sicuramente anche lei mi vuole... "
Mentre continuo a pensare sento aprire la porta del bagno.
C - "queste me l'ero già tolte l'altra volta per te ora, non avendo il cambio, non le rimetto neanche!" e così dicendo mi lanciò addosso il suo perizoma.
Alzo lo sguardo. Lei ha un'asciugamano in testa per i capelli e l'altro legato in vita.
Il suo seno svettava nudo e orgoglioso davanti ai miei occhi.
Pur essendo estate non ha alcun segno del costume. Il bordo delle areole lisce e gonfie, sembra ripassato con una matita scura. I capezzoli rilassati dal tepore della doccia, erano della stessa tonalità del bordo.
Afferrai le sue mutandine, mi alzai ed annusandole mi avvicinai.
Io - "questa volta non ti ho promesso niente."
C - "non te l'ho chiesto!"
La baciai facendole cadere subito l'asciugamano che aveva sui fianchi.
Accarezzai e strinsi forte i suoi glutei! Quel fantastico culo che tutti al locale ammiravamo è desideravamo. Era tra le mie mani e ne apprezzavo ogni millimetro di pelle.
Con una mano le toccai il seno strizzando leggermente tra indice e medio il capezzolo. Poi scesi fino alla sottile riga di peluria che indirizzava dritta alla sua passera. Giocai con due dita tra le grandi labbra allargandole e stuzzicando la sua fessura. Il suo caldo succo bagnava già abbondantemente tutta la vagina. La penetrai con due dita e con i polpastrelli perlustrai tutto l'interno. Mi fermai nel suo punto più sensibile, insistendo e strusciando le dita, seguendo il ritmo dei suoi sospiri che si erano fatti sempre più lunghi e pieni.
Guardandomi dritto negli occhi, con la sua mano tirò fuori a fatica il cazzo dai miei pantaloni, tanto si era indurito, e prese a menarlo piano piano.
Aumentavo il ritmo con la mano e lei ansimava più forte.
C - "ohhh! Siii! È stupendo! Mi piace! È meravigliosooo!"
La mia mano continuava a muoversi freneticamente dentro di lei, senza sosta e sempre piú velocemente. Le gambe iniziarono a cederle ed, appoggiandosi con la schiena alla parete schizzò innondandomi dei suoi umori densi. Ma non mi fermai. Continuai con la solita velocità e intensità.
Mi mollò l'uccello per reggersi con la mano allo stipite della porta.
C - "oh mio dio! Non fermati! Godo ancoraaa!"
Un secondo poderoso orgasmo le piegò le gambe facendola tremare dagli spasmi.
La feci sedere sul divano e togliendomi camicia abbassando i pantaloni la afferrai per i capelli liberati dall'asciugamano e le infilai il cazzo fino in gola.
Lei mi afferrò per i glutei e mi spinse ancora più avanti, facendo scomparire tutto il mio membro nella sua bocca. Poi tirò fuori la lingua e da sotto mi leccò le palle. Non ho un cazzo enorme, ma non è nemmeno piccolo! Riusciva a ingoiarlo tutto leccando scroto, tronco e cappella!
Lo afferrò con una mano facendola scorrere su e giù e roteandola lentamente. Con l'altra massaggiava palle e zona prostaica mentre ora ingoiava ed ora succhiava tutto il cazzo che poteva. Dopo qualche minuto di quel servizio l'uccello cominciò a gonfiarsi e pulsare velocemente. Le palle pompavano lo sperma su per il tronco fino alla cappella che spruzzò nella sua bocca fiotti di sborra calda.
Ingoio tutto fino all'ultima goccia e continuò a succhiare e leccare finché non fu pulito e nuovamente duro.
La sdraiai sul divano e le saltai letteralmente sopra. La sua figa zuppa di umori e desiderio si aprì immediatamente alla prima spinta del mio uccello. Il tepore del suo sesso avvolse il mio cazzo innondandolo di piacere.
Le tenevo le gambe alte e larghe. Riuscivo a penetrarla completamente, vedevo il mio membro scorrere su e giù nella sua fessura fradicia. Spingevo sempre più forte e più a fondo. Lei gemeva ad ogni mio affondo.
Ma il mio desiderio era un'altro.
La feci girare e inginocchiare sulla seduta del divano, con mani e viso appoggiate sullo schienale/poggiatesta. Il suo culo era lì davanti a me, nudo, spettacolare e aperto. Lei continuava ad ansimare senza proferire parola. Le presi le natiche allargandole dolcemente. Mi accovacciai dietro lei e con la lingua raccolsi diverse leccate di umori dalla sua figa gocciolante portandole sulla sua rosellina. Poi la inserivo nel buco lubrificandolo ben bene.
Feci la solita cosa con l'uccello. Dopo averlo strusciato, e ben inumidito, dal clitoride al buco posteriore, puntai la cappella. Poi, dolcemente, la feci entrare. Sobbalzò leggermente. Rimasi fermo per qualche secondo. Era molto stretta. Appena rilassò i muscoli, sempre con molta lentezza lo spinsi tutto dentro a quel monumento di bellezza. Ero felice, emozionato ed entusiasta di profanare quell'opera d'arte. Mi muovevo con estrema cautela all'interno di quel capolavoro. Mi godevo ogni centimetro, ogni spinta, ogni suo gemito o movimento. Ero affascinato da tanta bellezza e tanta grazia. Quel culo era così stretto che ogni volta che mi ritraevo sembrava me lo succhiasse. Lei gemeva, stringeva le mani e mordeva il bordo del divano.
Non ce la facevo più. Sarei sicuramente arrivato da lì a poco. Sentivo fremere e godere ogni cellula del mio corpo.
C - "lo sento! Lo sento bene! Stai per venire! Dai! Dai, più forte! Dai che godiamo insieme! Spingi! Vienimi dentrooo! Siiii!"
Io - "oh, si! Godo, godo! Hai il più bel culo che abbia mai scopato! Sei fantastica! Vengo, Godo, te lo riempioooo!"
Le sborrai dentro il fiume del mio liquido seminale mentre la sua figa schizzava nuovamente sul mio divano.
C - "oh, siii! È caldo! Bello!
Rimasi fermo, immobile dentro di lei finché il cazzo cominciò ad ammosciarsi.
Lo sfilai piano piano come lo avevo inserito. Il suo buchino si richiuse immediatamente uscita la punta della cappella.
Abbracciati ci sedemmo.
Io - " sei splendida! Ed hai un culo fantastico! Non solo è bello, ma è stretto e accogliente come pochi. Mi hai fatto godere da impazzire."
C - "sono felice che ti sia piaciuto. Anche per me è stato bellissimo. Non credevo che prenderlo dietro mi avrebbe dato tanta soddisfazione. Sei stato il primo e ti ricorderò per sempre. Anche quando lo concederò al mio ragazzo."
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