Storia vera: Il muratore rumeno. Pt. 3
di
Fiore di Maggio
genere
gay
La settimana passo velocemente, io nel frattempo cercai su internet modi per fare correttamente una pulizia anale (non volevo essere impreparato). Arrivati al sabato, solita scusa a casa, solito posto dopo scuola dove vederci e via. Di nuovo a casa sua.
Questa volta ero stato ligio al dovere, a casa durante la settimana mi ero masturbato mettendomi delle dita nel culo, per cercare di ammorbidire il muscolo anale. Cercai di fare il possibile… Andammo in camera ed iniziamo a baciarci. Poco dopo, eccitati, mi spogliai ed adai in bagno a pulirmi per bene. Uscito fuori trovai lui già disteso ad attendermi. Mi allungai sopra di lui e ci baciamo ancora per qualche minuto. Poi lui mi prese, mi stese su letto, si mise sopra di me, con le sue mani mi bloccava le mani ai lati, mi guardò in modo profondo e mi disse:«Oggi voglio tuo culeto… Oggi tu diventi mia dona». Io lo guardai e risposi:«Io sono già la tua donna». Mi sentivo molto più sicuro della settimana scorsa. Lasciò la presa ed andai a prendere i preservativi ed il lubrificante. Misi il preservativo sul suo enorme cazzo ed io iniziai a lubrificare sia il mio culetto, che il suo cazzo. Poco dopo, lui mi prese, mi butto sul letto a pancia in su, mi alzò e spalancò le gambe ed iniziò a penetrami. Io mi aggrappai alla sua possente schiena, cercai di chiudere gli occhi. La sua cappella iniziò ad entrare, era enorme, possente, dura, fece male, ma cercai di resistere, mentre gemitavo. Piano piano entrò anche l’asta. Sentivo dentro di me un copro enorme farsi strada, le pareti interne che toccavano quella bestia, che piano piano entrava sempre più in fondo. Per quanto cercai di resistere, il mio buchino era stretto e quindi mi fece male. Alla fine con un colpo decisivo entrò tutto. Si in quel momento capì la sua frase, ora ero davvero la sua donna. Lui da sopra, con il suo immenso corpo mi dominava e mi scopava. Mi diceva:«Ora sei mia! Putanela. Sei la mia dona», ed io, con la voce ansimante tra dolore e piacere:«Si… sono solo tuo… la tua donna…. Solo.. tua…».
Mi scopava con vigore, ma dolcemente, Lui anche era eccitato, molto eccitato perché era tantissimo tempo che non scopava. Poco dopo, gli chiesi di cambiare posizione, mi misi nella posizione della smorzacandela, ma con il mio viso rivolte verso di lui. Per far entrare il suo cazzone vi volle sempre un po, ma alla fine riesci a farlo entrare. Inziai a muovere il mio culetto sodo per farlo godere e lui ansimava da piacere. Poi anche lui, con le sue gambe mi sollevava per penetrarmi più a fondo, a quel punto facevo davvero fatica a resistere dal godere. Mi disse«Quando viene tu, viene io…» Io gli dissi che stavo per venire ed esplosi, gli schizzi arrivarono ovunque, lui si avvicino a me, mi aiuto con le sue braccia ad alzarmi dal suo cazzo, ed alla fine tirò fuori la sua bestia e venne sul mio ventre. Ero in una dimensione nuova, un piacere unico. Qualcosa di fenomenale. Ci allungammo di nuovo e ci abbracciamo. Io avvicinai la mano al mio buchino. Ero ferito, ma c’era d’aspettarselo. Il mio culetto era aperto ed io mi sentivo più vivo che mai.
Ora ero davvero suo, ero la sua donna, la sua puttana. Ed io non disideravo altro. Ci abbracciamo dolcemente e mi chiese come stavo, risposi:«bene, meravigliosamente bene». Dopo qualche minuto ci addormentammo. Dormire vicino al lui, vicino all’uomo dei miei desideri, delle pulsioni più recondite, era qualcosa di bellissimo. Dopo un’ora ci svegliammo ed era quasi ora di andare. Solo che avrei voluto passare una notta intera con lui. Avevo bisogno di fare qualcosa, di inventarmi qualcosa per far si che questo di avverasse…
Continua nella parte 4
Questa volta ero stato ligio al dovere, a casa durante la settimana mi ero masturbato mettendomi delle dita nel culo, per cercare di ammorbidire il muscolo anale. Cercai di fare il possibile… Andammo in camera ed iniziamo a baciarci. Poco dopo, eccitati, mi spogliai ed adai in bagno a pulirmi per bene. Uscito fuori trovai lui già disteso ad attendermi. Mi allungai sopra di lui e ci baciamo ancora per qualche minuto. Poi lui mi prese, mi stese su letto, si mise sopra di me, con le sue mani mi bloccava le mani ai lati, mi guardò in modo profondo e mi disse:«Oggi voglio tuo culeto… Oggi tu diventi mia dona». Io lo guardai e risposi:«Io sono già la tua donna». Mi sentivo molto più sicuro della settimana scorsa. Lasciò la presa ed andai a prendere i preservativi ed il lubrificante. Misi il preservativo sul suo enorme cazzo ed io iniziai a lubrificare sia il mio culetto, che il suo cazzo. Poco dopo, lui mi prese, mi butto sul letto a pancia in su, mi alzò e spalancò le gambe ed iniziò a penetrami. Io mi aggrappai alla sua possente schiena, cercai di chiudere gli occhi. La sua cappella iniziò ad entrare, era enorme, possente, dura, fece male, ma cercai di resistere, mentre gemitavo. Piano piano entrò anche l’asta. Sentivo dentro di me un copro enorme farsi strada, le pareti interne che toccavano quella bestia, che piano piano entrava sempre più in fondo. Per quanto cercai di resistere, il mio buchino era stretto e quindi mi fece male. Alla fine con un colpo decisivo entrò tutto. Si in quel momento capì la sua frase, ora ero davvero la sua donna. Lui da sopra, con il suo immenso corpo mi dominava e mi scopava. Mi diceva:«Ora sei mia! Putanela. Sei la mia dona», ed io, con la voce ansimante tra dolore e piacere:«Si… sono solo tuo… la tua donna…. Solo.. tua…».
Mi scopava con vigore, ma dolcemente, Lui anche era eccitato, molto eccitato perché era tantissimo tempo che non scopava. Poco dopo, gli chiesi di cambiare posizione, mi misi nella posizione della smorzacandela, ma con il mio viso rivolte verso di lui. Per far entrare il suo cazzone vi volle sempre un po, ma alla fine riesci a farlo entrare. Inziai a muovere il mio culetto sodo per farlo godere e lui ansimava da piacere. Poi anche lui, con le sue gambe mi sollevava per penetrarmi più a fondo, a quel punto facevo davvero fatica a resistere dal godere. Mi disse«Quando viene tu, viene io…» Io gli dissi che stavo per venire ed esplosi, gli schizzi arrivarono ovunque, lui si avvicino a me, mi aiuto con le sue braccia ad alzarmi dal suo cazzo, ed alla fine tirò fuori la sua bestia e venne sul mio ventre. Ero in una dimensione nuova, un piacere unico. Qualcosa di fenomenale. Ci allungammo di nuovo e ci abbracciamo. Io avvicinai la mano al mio buchino. Ero ferito, ma c’era d’aspettarselo. Il mio culetto era aperto ed io mi sentivo più vivo che mai.
Ora ero davvero suo, ero la sua donna, la sua puttana. Ed io non disideravo altro. Ci abbracciamo dolcemente e mi chiese come stavo, risposi:«bene, meravigliosamente bene». Dopo qualche minuto ci addormentammo. Dormire vicino al lui, vicino all’uomo dei miei desideri, delle pulsioni più recondite, era qualcosa di bellissimo. Dopo un’ora ci svegliammo ed era quasi ora di andare. Solo che avrei voluto passare una notta intera con lui. Avevo bisogno di fare qualcosa, di inventarmi qualcosa per far si che questo di avverasse…
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