La nuova routine - Cap 1
di
Meizu
genere
esibizionismo
Capitolo Uno – La nuova routine
Appena finito di lavorare, apro la porta dell’appartamento che ormai da un anno condividevo con Erika, studentessa fuori corso e cameriera di origini Romane, saluto lei, il suo ragazzo Ivan e il suo (ormai anche mio) amico Fabio, e chiedo loro se volessero la pizza per cena.
Non ci sarebbe nulla di strano, non fosse che nel frattempo Erika, a pecora sul divano, si stava facendo scopare da Fabio mentre succhiava il cazzo di Ivan.
Questa, ormai da qualche mese, era una delle situazioni surreali che costituivano la nostra normalità.
Tutto ebbe inizio il giorno che rientrai a casa molto prima del mio orario di fine turno a causa di un blackout che paralizzò l’azienda. Quando aprii la porta di casa che da direttamente sul salotto, la prima cosa che vidi fu Erika sul divano, completamente nuda, che con le gambe spalancate ed un plug nell’ano si infilava un dildo di dimensioni notevoli davanti.
La cosa mi lascò così interdetto che, non sapendo come reagire, finsi totale indifferenza, salutando come nulla fosse. Inaspettatamente anche Erika, anziché dare vita ad uno di quegli imbarazzanti teatrini in cui ci si copre e si cercano scuse impossibili, rispose al saluto con un sorriso sornione, e proseguì beatamente la sua attività.
Inutile dire che mi esplose una violenta erezione, e che feci in modo di poter continuare ad ammirare lo spettacolo, andandomi a sedere al tavolo da pranzo su cui posizionai il pc portatile aziendale che avevo in borsa e mettendomi normalmente a lavorare.
Ora la situazione era questa: Erika che si masturbava con passione sul divano a due metri da me, io che guardavo un po’ il monitor ed un po’ lei, con un’erezione ormai dolorosa che avevo bisogno di sfogare in qualche modo. Data la situazione surreale pensai che non doveva essere poi così fuori luogo prendermelo in mano e fare anche io quello che stava facendo lei, così lo tirai fuori ed iniziai a menarmelo quasi distrattamente. A quella scena Erika rispose aumentando il ritmo degli affondi e dei respiri, sorridendo compiaciuta mentre mi fissava il cazzo.
Ciò che non potevo sapere era che la mia coinquilina non era sola: dopo due minuti si aprì la porta del bagno ed uscì Fabio, un ragazzo veneto che studiava spesso con Erika e con cui, frequentando casa, avevo sviluppato quella confidenza che arriva quando due ragazzi condividono più di una volta qualche birra. Anche lui era completamente nudo, con un pisello di buone dimensioni quasi del tutto eretto che si muoveva in direzione opposta ad ogni passo.
Ormai ero in ballo, quindi decisi di mantenere lo stesso registro, e salutai Fabio come se lo avessi incrociato camminando per la strada, continuando a menarmi il cazzo che ormai stava mostrandosi in tutta la sua massima dimensione.
“Ciao Fa’! Tutto bene?”
Esitando un attimo, mi rispose fissandomi anche lui fra le gambe “Direi proprio di si, ed anche tu vedo!” E soffocò una leggera risata, mentre cominciava anche lui a smanacciarsi.
In quel momento realizzai che, essendo Erika fidanzata, quella situazione poteva essere decisamente più rischiosa per loro che per me, e rassicurato da questo pensiero mi lasciai andare.
“Continuate pure, spero di non disturbavi se resto qui”
A quel punto Erika prese la parola per la prima volta, con la voce evidentemente alterata dal piacere che si stava dando: “Non solo non ci disturbi, ma ci fa proprio piacere! Adoro essere guardata e Fabio si esalta in queste situazioni, vero Fa’?” e così dicendo strizzò l’occhio all’amico, che pensò bene di avvicinarsi a lei e di poggiarle il cazzo sulle labbra. Evidentemente anche la mia cara coinquilina non aspettava altro, visto che ingoiò quei 20 centimetri di carne sino alla gola, coordinando il ritmo della bocca e del dildo.
Rimasi a guardare per qualche minuto, ma la situazione mi eccitò tanto che non riuscii a trattenermi ed esplosi in una sborrata abbondante ed appagante, producendo una discreta pozzetta nel pavimento di fianco al tavolo che, evidentemente non passò inosservata allo sguardo attento di Erika.
Dopo qualche minuto l’erezione non accennava a diminuire, ma non accontentandomi più di masturbarmi ed allo stesso tempo non volendo inserirmi nel gioco di coppia, decisi di andare a farmi una doccia, così feci per prendere un fazzoletto di carta per pulire la pozza di sperma nel pavimento, ma Erika si sfilò per un attimo il cazzo di Fabio dalla gola e mi disse: “Tranquillo, lascia stare: ci penso io!”, e con uno sguardo da troia che non le avevo mai visto, ricomincia a succhiare fissandomi negli occhi.
A quel punto le sorrisi, mi alzai dalla sedia e mi diressi, sempre col cazzo ben in vista, verso il bagno, passando di fianco a loro ed incrociando sorrisi e sguardi di intesa.
Rimasto solo nel bagno ripensai a quanto fosse assurdo quello che era appena successo, e mi chiesi se stessi sognando. Una risata e lo scroscio dell’acqua della doccia mi riportarono in uno stato di lucidità, nel quale riuscii a ragionare su quali meravigliosi presupposti si fossero appena creati per rendere decisamente più piacevole ed intrigante la condivisione di quell’appartamento.
Appena finito di lavorare, apro la porta dell’appartamento che ormai da un anno condividevo con Erika, studentessa fuori corso e cameriera di origini Romane, saluto lei, il suo ragazzo Ivan e il suo (ormai anche mio) amico Fabio, e chiedo loro se volessero la pizza per cena.
Non ci sarebbe nulla di strano, non fosse che nel frattempo Erika, a pecora sul divano, si stava facendo scopare da Fabio mentre succhiava il cazzo di Ivan.
Questa, ormai da qualche mese, era una delle situazioni surreali che costituivano la nostra normalità.
Tutto ebbe inizio il giorno che rientrai a casa molto prima del mio orario di fine turno a causa di un blackout che paralizzò l’azienda. Quando aprii la porta di casa che da direttamente sul salotto, la prima cosa che vidi fu Erika sul divano, completamente nuda, che con le gambe spalancate ed un plug nell’ano si infilava un dildo di dimensioni notevoli davanti.
La cosa mi lascò così interdetto che, non sapendo come reagire, finsi totale indifferenza, salutando come nulla fosse. Inaspettatamente anche Erika, anziché dare vita ad uno di quegli imbarazzanti teatrini in cui ci si copre e si cercano scuse impossibili, rispose al saluto con un sorriso sornione, e proseguì beatamente la sua attività.
Inutile dire che mi esplose una violenta erezione, e che feci in modo di poter continuare ad ammirare lo spettacolo, andandomi a sedere al tavolo da pranzo su cui posizionai il pc portatile aziendale che avevo in borsa e mettendomi normalmente a lavorare.
Ora la situazione era questa: Erika che si masturbava con passione sul divano a due metri da me, io che guardavo un po’ il monitor ed un po’ lei, con un’erezione ormai dolorosa che avevo bisogno di sfogare in qualche modo. Data la situazione surreale pensai che non doveva essere poi così fuori luogo prendermelo in mano e fare anche io quello che stava facendo lei, così lo tirai fuori ed iniziai a menarmelo quasi distrattamente. A quella scena Erika rispose aumentando il ritmo degli affondi e dei respiri, sorridendo compiaciuta mentre mi fissava il cazzo.
Ciò che non potevo sapere era che la mia coinquilina non era sola: dopo due minuti si aprì la porta del bagno ed uscì Fabio, un ragazzo veneto che studiava spesso con Erika e con cui, frequentando casa, avevo sviluppato quella confidenza che arriva quando due ragazzi condividono più di una volta qualche birra. Anche lui era completamente nudo, con un pisello di buone dimensioni quasi del tutto eretto che si muoveva in direzione opposta ad ogni passo.
Ormai ero in ballo, quindi decisi di mantenere lo stesso registro, e salutai Fabio come se lo avessi incrociato camminando per la strada, continuando a menarmi il cazzo che ormai stava mostrandosi in tutta la sua massima dimensione.
“Ciao Fa’! Tutto bene?”
Esitando un attimo, mi rispose fissandomi anche lui fra le gambe “Direi proprio di si, ed anche tu vedo!” E soffocò una leggera risata, mentre cominciava anche lui a smanacciarsi.
In quel momento realizzai che, essendo Erika fidanzata, quella situazione poteva essere decisamente più rischiosa per loro che per me, e rassicurato da questo pensiero mi lasciai andare.
“Continuate pure, spero di non disturbavi se resto qui”
A quel punto Erika prese la parola per la prima volta, con la voce evidentemente alterata dal piacere che si stava dando: “Non solo non ci disturbi, ma ci fa proprio piacere! Adoro essere guardata e Fabio si esalta in queste situazioni, vero Fa’?” e così dicendo strizzò l’occhio all’amico, che pensò bene di avvicinarsi a lei e di poggiarle il cazzo sulle labbra. Evidentemente anche la mia cara coinquilina non aspettava altro, visto che ingoiò quei 20 centimetri di carne sino alla gola, coordinando il ritmo della bocca e del dildo.
Rimasi a guardare per qualche minuto, ma la situazione mi eccitò tanto che non riuscii a trattenermi ed esplosi in una sborrata abbondante ed appagante, producendo una discreta pozzetta nel pavimento di fianco al tavolo che, evidentemente non passò inosservata allo sguardo attento di Erika.
Dopo qualche minuto l’erezione non accennava a diminuire, ma non accontentandomi più di masturbarmi ed allo stesso tempo non volendo inserirmi nel gioco di coppia, decisi di andare a farmi una doccia, così feci per prendere un fazzoletto di carta per pulire la pozza di sperma nel pavimento, ma Erika si sfilò per un attimo il cazzo di Fabio dalla gola e mi disse: “Tranquillo, lascia stare: ci penso io!”, e con uno sguardo da troia che non le avevo mai visto, ricomincia a succhiare fissandomi negli occhi.
A quel punto le sorrisi, mi alzai dalla sedia e mi diressi, sempre col cazzo ben in vista, verso il bagno, passando di fianco a loro ed incrociando sorrisi e sguardi di intesa.
Rimasto solo nel bagno ripensai a quanto fosse assurdo quello che era appena successo, e mi chiesi se stessi sognando. Una risata e lo scroscio dell’acqua della doccia mi riportarono in uno stato di lucidità, nel quale riuscii a ragionare su quali meravigliosi presupposti si fossero appena creati per rendere decisamente più piacevole ed intrigante la condivisione di quell’appartamento.
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