Chi si rivede
di
Rudy 44
genere
etero
Ci ritrovammo abbracciati quasi al buio e quasi senza volerlo in una vecchia casa durante un festino. Abbracciati così come altre coppie tutt'intorno presenti. Quando ero entrato, un po' in ritardo e un po' arruffato per la mia irrinunciabile partita di calcio domenicale, si era staccata da Marco, venendomi incontro come se mi aspettasse. Le aveva parlato di me, poi me lo disse, la sua amica ed ospite cui piacevo così tanto "da essere causa di ripetuti sospiri nel corso della giornata , in collegio".
Fu un'attrazione reciproca, immediata e molto forte, forse anche dovuta, da parte sua, alla consapevolezza di rompere così i canoni dell'amicizia, di farglielo vedere all'Anna come si fa...da parte mia al fascino della sconosciuta, all'impressione di vivere la scena di un film. Tanti baci e tanti frenetici abbracci durante e dopo, usciti dalla casa, in automobile. Quelli furono gli anni del mio momento migliore, piacevo e sapevo di piacere ma quella serata e quell'incontro ebbero una presa particolare. Ci lasciammo gli indirizzi e ci scrivemmo qualche lettera infuocata. Io che avrei voluto entrarle dentro "fino all'anima", lei che, ammalatasi per colpa dei miei baci, diceva "che non era mai stata così bene, stando così male", che, guarda un po', al suo ideale di uomo biondo con gli occhi azzurri si era sostituito nella realtà e con grande piacere una specie di "feroce Saladino"...
Qualche mio viaggio a Roma in cinquecento e lì qualche passeggiata in luoghi appartati che non ricordo, dove lei mi conduceva, allontanandosi tuttavia ogni volta sempre di più. Ero stato un'avventura, una bella avventura e stavo rovinando tutto, volendola trasformare in un legame.. Capii la cosa con un po' di dispiacere e solo a distanza di tempo, per i successivi sviluppi della mia vita sentimentale, capii che forse la decisione di Clara era stata un modo di togliersi di mezzo e lasciare il campo libero all'amica tradita.
Trent'anni dopo in un salotto televisivo spunta il volto di una sessuologa. Non ci sono dubbi, è lei, ma guarda la coincidenza. Inevitabili ricordi frantumati in una sequela di flash back: caldo buio dentro, freddo buio fuori, un vestito di vigogna "che ero proprio un fico", una giovanile pelliccia di ocelot così poco sessantottina ma così densa di richiami erotici, la cinquecento con i suoi innumerevoli ostacoli, tuttavia sormontabili e sormontati, il sapore dolce amaro dei suoi baci, un misto di sale, miele, alcol e tabacco, un misto amalgamato da un inconfondibile ed inebriante retrogusto di giovane femmina eccitata.
Fu un'attrazione reciproca, immediata e molto forte, forse anche dovuta, da parte sua, alla consapevolezza di rompere così i canoni dell'amicizia, di farglielo vedere all'Anna come si fa...da parte mia al fascino della sconosciuta, all'impressione di vivere la scena di un film. Tanti baci e tanti frenetici abbracci durante e dopo, usciti dalla casa, in automobile. Quelli furono gli anni del mio momento migliore, piacevo e sapevo di piacere ma quella serata e quell'incontro ebbero una presa particolare. Ci lasciammo gli indirizzi e ci scrivemmo qualche lettera infuocata. Io che avrei voluto entrarle dentro "fino all'anima", lei che, ammalatasi per colpa dei miei baci, diceva "che non era mai stata così bene, stando così male", che, guarda un po', al suo ideale di uomo biondo con gli occhi azzurri si era sostituito nella realtà e con grande piacere una specie di "feroce Saladino"...
Qualche mio viaggio a Roma in cinquecento e lì qualche passeggiata in luoghi appartati che non ricordo, dove lei mi conduceva, allontanandosi tuttavia ogni volta sempre di più. Ero stato un'avventura, una bella avventura e stavo rovinando tutto, volendola trasformare in un legame.. Capii la cosa con un po' di dispiacere e solo a distanza di tempo, per i successivi sviluppi della mia vita sentimentale, capii che forse la decisione di Clara era stata un modo di togliersi di mezzo e lasciare il campo libero all'amica tradita.
Trent'anni dopo in un salotto televisivo spunta il volto di una sessuologa. Non ci sono dubbi, è lei, ma guarda la coincidenza. Inevitabili ricordi frantumati in una sequela di flash back: caldo buio dentro, freddo buio fuori, un vestito di vigogna "che ero proprio un fico", una giovanile pelliccia di ocelot così poco sessantottina ma così densa di richiami erotici, la cinquecento con i suoi innumerevoli ostacoli, tuttavia sormontabili e sormontati, il sapore dolce amaro dei suoi baci, un misto di sale, miele, alcol e tabacco, un misto amalgamato da un inconfondibile ed inebriante retrogusto di giovane femmina eccitata.
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