Sveltina

di
genere
etero

"Dai, non c'è tempo"
"Sono così carico, ti voglio, subito, qui". La trascino in bagno e chiudo a chiave, le tolgo la camicetta e il suo seno straripa, lo bacio, lo lecco, mordicchio i capezzoli rosa, duri come chiodi, geme miagola, strilla , la mia mano che sotto avvolge la passera gonfia, umida per la libidine. Si toglie la gonna e io in ginocchio la lecco lì tra le cosce, lecco le mutandine sempre più bagnate e mi gusto un sapore di sale un acidulo sentore di sesso. Daria solleva una gamba, vuole che continui così e me lo dice, quasi mi invoca mentre la lingua si insinua nella profondità della fica. "Dai scopami, ora"! e allora, allora glielo sbatto dentro con forza, con brutale trasporto, vorrei.. sbranarla mentre la sua lingua è nella mia bocca, una bocca in cui riconosce il suo stesso sesso e le piace. In un attimo pieno di gioia veniamo insieme e la stanza si inonda dei nostri umori indecenti. La porta di sotto si apre, le voci dei colleghi in ingresso, ci rivestiamo in fretta cercando di ricomporci alla meglio. Io esco, lei si trattiene per sistemarsi di più, Franco mi chiede: "Che hai"? "Niente, perché"? "Mi sembri stravolto". Lo tiro da parte e gli sussurro: "Una sveltina con Daria, la portiera, una.. goduria"!
scritto il
2024-02-04
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