Maledetto covid 4 epilogo

di
genere
etero

Racconto di fantasia. Sono graditi critiche, suggerimenti e consigli.
Buona lettura


La strada scorre veloce sotto la macchina, la musica diffusa dagli altoparlanti riempie l’abitacolo. Automobili e camion si alternano intorno. Ripenso a quanto successo in questi giorni e a quanto la mia vita è cambiata. La notte dell’ultimo dell’anno si è conclusa solo all’alba quando i miei suoceri e i loro amici si sono finalmente decisi a terminare il gioco. Per un tempo indefinito sono rimasta appesa in quella scomoda posizione poi finalmente mi hanno slegata. E sono diventata la protagonista dei loro giochi. Una vera e propria orgia dove ho provato il sesso in molte forme. Fino alla doppia penetrazione con mio suocero che mi pompava davanti e il suo amico che mi sfondava di dietro. Quel pensiero mi fa bagnare ancora
-hei amore, a cosa stai pensando, ti sei sbrodolata tutta
-a niente… è la tua mano
Guardo Andrea in parte a me mentre con una mano tiene saldo il volante e con l’altra mi masturba spudoratamente. La mattina che siamo partiti mi sono vestita con la camicetta bianca, la minigonna rossa di pelle, le calze autoreggenti, ma invece degli stivali lunghi ho indossato le mie Louboutin, per essere più comoda. Andrea mi ha guardata stupito e si è complimentato molto per la scelta. ”Finalmente il mio sogno si avvera” così ha detto, poi ha continuato “sapevo di avere sposato una bellissima donna peccato che non ha mai avuto il coraggio di mostrarsi” e ha concluso con “spero sia solo l’inizio di un cambiamento più profondo”. E mi ha baciata. Ma non un semplice bacio, mi ha baciata con trasporto, con vigore, con passione, con voglia.
Il suono prolungato del clacson di un camion accompagna uno dei tanti orgasmi che Andrea non vuol smettere di procurarmi. Cerco di ricompormi come posso e scoppiamo a ridere
-che vergogna!!!... che figura mi fai fare, basta adesso
-perché? Non ti piace?
-sì, certo che mi piace però… ci vedono tutti… cosa penserà quel camionista? E se ci conosce?
-meglio, sarà felice di avere come conoscente una bellissima donna che non ha paura a farsi masturbare da suo marito in macchina
-ma quanto sei scemo
-comunque non è la prima volta che ti fai vedere da estranei in atteggiamenti compromettenti
-cosa vorresti dire?
-l’altra sera a casa dei miei genitori hai fatto una sfilata niente male, dire fortemente provocante è forse poco
-ma che c’entra… era una situazione diversa, non voluta, sai come sono i tuoi genitori… e comunque è finito tutto lì…
-davvero? Faccio fatica a credere che i miei genitori abbiano mollato così presto il loro proposito di svezzarti…
-svezzarmi?!?!? Cosa vuoi dire?... sapevi tutto, eri d’accordo con loro!...
La rabbia mi monta dentro, mi sento tradita… come ha potuto farmi una cosa del genere… serro immediatamente le gambe e mi volto verso il finestrino… non voglio più vederlo, non voglio più sentirlo
-come puoi pensarlo…
-taci!
-come ti viene in mente questa cosa?
-taci ho detto! Non voglio più sentirti!
Mi sento sopraffatta dall’angoscia. Non avrei mai pensato di vivere un momento così, di provare questo dolore, questa rabbia… com’è possibile che il mio uomo abbia potuto farmi questo?
-sei uno stronzo… un bastardo… uno schifoso…
-se non ricordo male però la voglia di masturbarti in casa dei miei genitori è venuta a te…
-ma tu mi hai lasciata sola con loro…
-adesso è colpa mia se ero positivo al covid!?
-questo lo dici tu, nessuno ha visto il test…
-cazzo, sono andato in farmacia da solo perché c’era il rischio che fossi positivo, e così è stato… e comunque l’altra sera hai fatto una sfilata non proprio da educanda…
-e tu eri contento, hai continuato a dire quanto ero bella, quanto ti facevo eccitare…
-perché era la verità… non hai mai fatto una cosa del genere, vederti così mi ha eccitato
-non solo te…
-cosa vuoi dire?
-erano i tuoi genitori… puoi immaginare…
-sei andata oltre?!
-e tu dov’eri? Ti ho chiamato e non mi hai più risposto… ricorda che tu potevi vedermi mentre io no… mi hai abbandonata… sei un vero stronzo, sapevi cosa sarebbe successo
-no, non lo so, se mi spieghi forse capisco…
-potevi fermarmi!!!
-da quando in qua devo essere io a dirti cosa devi o non devi fare? Mi sembri abbastanza grande per decidere da sola… e mi sembra che hai deciso…
-non avevo alternative
-quindi cos’è successo?
-lo sai benissimo cos’è successo…
-come posso saperlo? Forse dimentichi che io non c’ero… e se per caso c’ero mi piacerebbe sentirtelo raccontare
-sei uno stronzo…
-quindi posso pensare quello che voglio, anche che tu ti sei proposta per una serata di sesso libero, magari con qualche amico, approfittando della mia assenza…
-sai che non è così…
-allora dimmi com’è, semplice
Con tutta la rabbia che ho in corpo gli sputo addosso l’intera storia, come è cominciata, come mi hanno coinvolta, come mi hanno circuita, ricattata, obbligata, ma anche di come ho voluto fargliela pagare per avermi abbandonata in mano ai suoi genitori, come ho voluto approfittare dell’immenso piacere che provavo e che mi era sconosciuto. Di come all’inizio si sono concentrati solo su di me e di come ad un certo punto si è aggiunto un altro uomo, della sensazione che quell’uomo fosse lui e di come poi fosse svanito nel nulla. E guardare le due coppie scopare, vedere suo padre farsi inculare dalla signora Marica e di come poi è stata presa in tutti i modi dagli uomini e dalle donne e dell’indescrivibile piacere provato quando suo padre e il suo amico l’hanno presa uno davanti e uno dietro insieme per poi ricevere in faccia tutto il loro seme. E il tocco sublime di sua mamma, la lingua sulla figa e poi in bocca a giocare con la mia per poi renderle uguale piacere
-e tutto questo mentre tu non c’eri, mentre tu te ne stavi a chattare con chissà chi
-ma chi ti ha messo in testa questa cosa? E chi ti dice che io non stessi guardando? E comunque ti è piaciuto?
-…
-ti è piaciuto sì o no?
-sì! Mi è piaciuto bastardo, mi è piaciuto tantissimo…
-e allora dov’è il problema?
-il problema è che… il problema è che…
-il problema è che se non succedeva questa cosa noi oggi saremmo ancora a guardarci negli occhi con la paura di dire o fare cose che, magari, potrebbero ferirci. Invece tu adesso ti sbottoni la camicetta, fai vedere bene le tette e apri di nuovo le gambe così ritorno a farti godere come una puttana, perché è quello che sei, la mia puttana
-…
-dillo che sei la mia puttana
-si, sono la tua puttana
Torno ad aprire le gambe mentre mi sbottono la camicetta. Le dita di Andrea scivolano facili tra le labbra per concentrarsi poi sul sensibilissimo clitoride. Questa fantastica parte del mio corpo, fino a pochi giorni fa sconosciuta, è diventata ormai la mia compagna di giochi preferita e non passa giorno che non vada a stimolarla provocandomi bellissimi e numerosi orgasmi.
Il suono prolungato del clacson di un camion accompagna l’estasi dell’orgasmo e mentre guardo l’incredulo camionista una domanda mi esce spontanea
-me l’hai messo tu quella sera il cazzo nel culo…
-chi lo sa amore… chi lo sa…
scritto il
2022-02-10
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