Riflessione e rivalsa
di
MorettaBauta
genere
bondage
La luce dell’orologio sul comò indica le 8.11 quando Marco apre gli occhi per la prima volta, si gira sul fianco sinistro e vede la sua donna riposare serena e appagata. Avevano fatto l’amore tutta la sera e anche durante la notte si erano svegliati senza sapere come, ritrovandosi uno dentro l’altra.
Nella stanza si riusciva a percepire l’odore della passione, e sotto le lenzuola i loro corpi nudi e ancora umidi richiamavano istinti primordiali …..
…..Per seppellirsi tutta nell'odore
Che le rimane addosso delle ore
Che non si vuole mai più lavare
Per non rischiare di dimenticare…
Questo momento di riflessione serena era tutto suo. Rifletteva sul fatto che per mesi erano riusciti a fare l’amore in tanti modi vista la lontananza forzata. Aveva capito che l’amore si fa in tanti modi e non solo attraverso la penetrazione. Non smetteva mai di imparare anche grazie a lei.
Aveva capito che nella sessualità femminile, e soprattutto in quella della sua donna, c’è un potere così forte, cosi grande cosi infinito da far paura a tanti uomini, spesso anche alle donne stesse e qualche volta anche a lui.
Ripensava a come e dove si erano conosciuti la prima volta.
Assurdo si, conoscersi durante la luna di miele. Che strano il destino, avevano dovuto sposarsi prima con altri due partner per potersi incontrare e conoscersi alle Seychelles e solo dopo 10 anni di silenzi dopo due matrimoni finiti le loro anime si erano ritrovate e piano piano si erano scoperte fatte l’uno per l’altra.
Subito aveva capito quanto Lara fosse strepitosa per lui, quanto lei fosse un fiore non ancora sbocciato, una bomba non ancora esplosa e quanto fosse migliore di quello che tutti le avevano fatto credere. Oltre ad essere bellissima era anche timida e introversa. Ovviamente tutto questo si rifletteva anche sulla sua sfera sessuale ma lui era riuscito a percepire subito il suo valore ancora inespresso……
Lei non lo sapeva ma aspettava un uomo
Che la scuotesse proprio come un tuono
Che la calmasse come un perdono
Che la possedesse e fosse anche un dono…
Era simile ad uno strumento musicale che può essere suonato in molti modi, può essere utilizzato per suonare molte diverse melodie dando mille emozioni diverse, farti volare ma anche cadere negli abissi profondi. Si Marco lo sapeva bene perché la musica gli aveva sempre fatto lo stesso effetto che da tempo le faceva la sua donna.
Ripensava a quello che era successo la sera prima, a come la sua donna riusciva a trasformarsi, essere tutto e il contrario di tutto. Sapeva essere la donna più dolce del mondo, la più timida, la più introversa ma sapeva anche essere forte, coraggiosa, sexy e trasgressiva oltre i suoi limiti apparenti proprio come amava lui…
Sapeva, orgoglioso, che era soprattutto grazie a lui se Lara era riuscita ad esprimersi cosi e lo faceva sempre di più, sempre meglio perché lui era il suo suonatore e lei era felice di farsi strumento e incantarlo.
Lei non lo sapeva ma aspettava un uomo
………Che la fa sentire intelligente
Bella, porca ed elegante
Come se fosse nuda tra la gente
Ma pura e santa come un diamante……
Continuava a spiarla sotto le lenzuola, le sue curve, la sua pelle, il suo odore e più ammirava tutto e più risaliva la voglia di lei.
Iniziava anche a sentire la sua vescica che aveva bisogno di essere svuotata e sapeva che se Lara si fosse svegliata prima che lui avesse fatto la pipi non gli avrebbe dato più il tempo per farla tranquillamente quindi prese coraggio e piano piano si alzo nella penombra della stanza e si diresse verso il bagno.
Apri la porta del bagno e subito gli tornò in mente la scena del giorno prima, ogni frame ogni sensazione, Lara a 90° …
bella porca ed elegante….
Nuda tra la gente
pura e santa come un diamante …
Mentre faceva la pipì sentiva pulsare il suo pisello perché non riusciva a non pensare a quello che era successo la sera precedente e a quello che sarebbe potuto succedere la sera stessa a cena.
Chi c’era dall’altra parte dell’etere? Con chi avevano scopato cosi selvaggiamente in webcam? Con chi si sarebbero visti la sera stessa a cena? Che cosa aveva organizzato a sua insaputa? Si chiedeva come la sua donna fosse riuscita a organizzare tutto questo, dove avesse trovato il coraggio…
……Proprio lei che fino all'altro ieri
Si controllava anche nei desideri
Lei che viveva nell'illusione
Di dominare ogni sua passione
Lei che disprezzava la troppa emozione
Come nemica della ragione...
Avrebbe voluto svegliarla e farle tutte queste domande per capire, ma sapeva anche che avrebbe potuto con una sola parola rovinare tutto. Si perché Lara era come una bellissima cavalla che nessuno e neanche lui era riuscito a domare completamente la sua sessualità, poteva scalciare in qualsiasi momento senza preavviso anche per piccole questioni cosi come avrebbe potuto lasciarsi cavalcare nei territori più inesplorati. A suo modo era imprevedibile.
Infatti mentre era ancora intento a svuotare la sua vescica assorto nei suoi pensieri, Lara entra in bagno un po' assonnata, totalmente nuda e vedendo il water occupato senza dire nulla e senza nessun tipo di “problema” entra in doccia si accovaccia e ... piano piano inizia una lenta ma continua pioggia dorata.
Solo dopo pochi secondi, mentre ancora si stava liberando dalla sua pipi, guardò il suo uomo che perplesso la stava ammirando e con uno sguardo dolcissimo chiuse leggermente le ginocchia come se si stesse vergognando e abbassò lo sguardo.
Finito di fare la pipi pulì sommariamente con le dita la sua fighetta ancora bagnata e dirigendosi verso l’uscita del bagno le passò sulle labbra di Marco prima di infilargliele in bocca aspettando che Marco le succhiasse e senza dire nulla andò di nuovo nel letto.
Di nuovo solo in bagno si girò verso lo specchio e dentro vide un uomo stupito. Iniziava a capire che qualcosa era cambiato in lei. Erano stati 70 giorni senza vedersi e qualcosa in Lara era cambiato. Pur rimanendo sempre amorevole, delicata ed elegante nei modi, era diventata un po’ più…. sfacciata, sicura di se, provocatrice, era come se le stesse lanciando dei messaggi consapevoli o inconsapevoli, questo era il suo dubbio.
Si diede una bella rinfrescata al viso e invece di tornare nel letto da lei, si diresse verso la cucina per preparare una robusta colazione anche perché Lara si sarebbe dovuta alzare dopo poco per fare un breve turno in ufficio.
Infatti subito dopo la senti prepararsi in fretta e furia e sbraitare che era in ritardo ma non le diede troppa corda. Arrivò in cucina già pronta per uscire, vestita con una gonna longuette nera e camicetta con voulant azzurrina ancora fin troppo aperta, truccata come sempre molto soft ma luminosa da sembrare una ragazzina. Bevve un succo alla pesca velocemente, baciò furtivamente il suo uomo e usci di corsa.
Avrebbe preso l’autobus come spesso faceva ultimamente anche se aveva la sua auto parcheggiata sotto.
Nel silenzio della casa e dopo essersi rifocillato a dovere torno in camera da letto per farsi un altro pisolino ma una volta entrato vide la loro “scatola del piacere” con tutti i loro giochi erotici aperta. Conosceva bene tutti quei giochi perché era lui ad averglieli regalati. Inizio a ripensare a quando, anni prima, erano entrati la prima volta dentro un sexy shop. Aveva dovuto insistere tanto per persuaderla ad entrare e acquistare il loro primo sexy toys. Con un sorriso si ricordò di quanto era timida e insicura.
Da allora ne avevano poi acquistati altri, era diventato uno dei loro tanti modi di vivere la loro sessualità ed anche grazie a questo che era riuscita a lasciarsi andare alle sue passioni e diventare anche…
porca ed elegante…
Ma mentre guardava i loro giochini, smise di sorridere perché ne mancava uno, le due sfere azzurre vaginali, e pur guardando bene nella scatola non le trovava.
Si fece subito una domanda che non gli venne in mente prima. Perché quella mattina la scatola era aperta? Loro non avevano usato ancora quei giochini da quando lui era arrivato. Dove aveva messo le palline?
Gli venne in mente che settimane prima Lara le aveva inviato una foto delle sue dita mentre infilava le due sfere nelle sue mutandine nere e azzurre per fargli vedere l’accostamento dei colori. Si ok, era un gioco che facevano ogni tanto ma non per andare in ufficio e a sua insaputa. Cosa stava tramando? Non era quindi la prima volta che lo faceva, ma perché?
Iniziava ad essere nervoso, troppe cose non tornavano di lei. Cosa le stava succedendo? Cosa le stava nascondendo?
Non voleva passare per geloso ma era quello che stava succedendo, si stava ingelosendo.
Dopo molto tempo che girava a vuoto per casa le inviò un messaggio con scritto: “dove sono le nostre palline?”. Dopo pochi secondi come risposta arrivò una foto di Lara seduta alla sua scrivana con la gonna leggermente alzata, nell’inquadratura le sue mutandine con il cordino delle sfere che esce di lato e un messaggio di accompagnamento con scritto “qualcuno le apprezza”.
Qualcuno apprezza? Che voleva dire? Era sempre più confuso, gli piaceva quando la sua donna prendeva qualche iniziativa ma da quando ieri era arrivato che non la riconosceva più, sentiva che non riusciva più a guidarla, che non era più sotto le sue briglia ma che scalciava sempre più libera.
Si stava innervosendo sempre di più quando decise che quello che ci voleva era darle una lezione. Farle capire chi è che “comanda” correndo il rischio di rovinare il loro rapporto ma cosi proprio Marco non riusciva a stare.
Si mise a cercare in casa, cinture dei pantaloni, cinture degli accappatoi, lunghi foulard e poi ritrovo anche le sue fasce di kick boxing che aveva lasciato lui tempo fa, perfette, lunghe morbide e leggermente elastiche. Non sapeva bene cosa precisamente avrebbe fatto ma sicuramente avrebbe fatto in modo che lei capisse, capisse che era solo sua e per quanto erano comunque complici, era lui a comandare.
Si mise ad aspettarla, tanto sarebbe arrivata da lì a poco.
Dalla finestra la vide arrivare lungo il viottolo che dal cancello del giardino arriva al portoncino. Bella come sempre, con un passo fiero, ancora con la camicetta aperta come l’aveva vista la mattina e soprattutto si chiedeva se avesse ancora indosso le sfere.
Aspettò che entrasse in casa, non le diede neanche il tempo di andare in bagno e fare la pipì come sempre faceva quando arrivava, non voleva darle questo piacere. Si avvicino a Lara, la bacio appassionatamente la spinse verso il divano della sala e velocemente le infilò una mano sotto la gonna. Subito senti ancora il cordino delle sfere. Mentre si guardavano negli occhi con aria strana quasi di sfida Marco prese in cordino e a velocita costante tirò fuori la prima e poi, la seconda pallina mentre lei non riuscì a non fare un mugolio di piacere/fastidio.
Ancora con la gonna alzata le mutandine bagnate e labbra della fighetta fuori dalle mutandine la spinse verso il divano costringendola a sedersi. Si guardarono ancora negli occhi e nessuno dei due riusciva a capire le intenzioni dell’altro. Fu Lara a decidersi a parlare dicendo semplicemente: “che c’è? Che vuoi?
Non era la domanda che Marco voleva sentirsi dire quindi le prese la testa per i capelli e la girò meglio verso di lui, si avvicinò al suo viso e la baciò ancora ma poi…. le diede uno schiaffo sulla coscia scoperta.
Adesso anche Lara era a non capire quei baci e poi quella forza usata su di lei.
Marco prese il primo foulard e glielo passò ordinandole di bendarsi bene e stretta e lei, dando un ultimo sguardo sorridente, fece come le era stato ordinato. Per tranquillizzarla un po' Marco disse: “adesso facciamo un gioco”.
Certo, la comunicazione non era coerente e univoca, parlava di gioco ma la voce era falsamente giocosa e il suo fare era duro. La fece girare, le legò i polsi dietro abbastanza stretti e vicini l’un l’altro. Fatto l’ultimo nodo la fece piegare fino a poggiare il busto sul divano. Indietreggiò un po' per studiare meglio la situazione. Era inginocchiata sul pavimento, piegata sul divano, le sue mani ben curate dietro la schiena con i polsi legati, la gonna alzata, le mutandine spostate e la fighetta con le labbra ancora un po' aperte.
Il lavoro era appena iniziato. Prese l’altra fascia di kick boxing e le lego i polsi alle caviglie a circa 50 cm di distanza in modo che non potesse alzarsi e muoversi con facilità.
Mentre faceva tutto questo vedeva Lara leccarsi e mordersi le labbra, ancora una volta lo stava provocando.
Prese le palline zuppe dei suoi umori le avvicinò alla sua bocca e gli ordino di annusarle e leccarle chiedendole: “cosa sono queste?” Lara non riuscendo a vedere e a capire di cosa stesse parlando le annusò e non ancora sicura di cosa fosse le iniziò a leccare…..leccare….leccare.
Solo dopo pochi secondi e dopo una pausa di silenzio Lara disse: “sono le mie sfere”. Non fece in tempo a finire la frase che ricevette uno schiaffo fortissimo inaspettato sul suo culo scoperto al quale segui un suo urlo di dolore.
“risposta sbagliata, ti ripropongo la domanda, che cosa sono queste?” disse Marco con voce ancora più decisa.
Lara sapeva quale fosse la risposta che voleva sentirsi dire ma ovviamente lo stava provocando, lo stava provocando da giorni, anche lei stava conducendo il suo gioco e Marco reagiva esattamente come lei voleva. E adesso voleva un po' accontentarlo quindi rispose: “sono le nostre sfere”.
Marco: “Ecco brava, e quando le indossi?
Lara: “quando ne ho voglia”
Secondo schiaffo ancora più forte e senza che Marco dicesse nulla…
Lara: “quando tu mi dici di indossarle”
Marco: “vedi che allora la teoria la conosci, adesso dobbiamo fare in modo che tu conosca anche la pratica”.
Senza darle troppe spiegazioni le fece aprire la bocca e piano piano ci inserì una delle due sfere, poi prese un altro foulard e la fascio in modo che non potesse più far uscire il suo giochino preferito. Non poteva più parlare.
Un po' arrabbiato, un po' geloso, un po' eccitato la guardava. Guardava le sue cosce nude e all’interno vide un rivolo che scendeva giù. Si avvicinò, l’accarezzò tra le gambe asciugando e risalendo quel rivolo che portava alla sua fighetta. Le passò due dita tra le grandi labbra e capi immediatamente quanto fosse fradicia di piacere tanto da far scendere i suoi umori lungo le sue cosce lisce.
Ancora una volta era stupito del comportamento di Lara ma non si diede per vinto. Iniziò a penetrarla con due dita cosi per pochi secondi solo per darle il dispiacere di smettere.
Mentre Lara non poteva guardare, Marco si succhio le dita piene dei suoi umori. Adorava quel sapore e il suo odore. Lo aveva sempre trovato inebriante.
Lara iniziò a emettere dei mugolii, voleva dire qualcosa ma ovviamente non riusciva e lui era soddisfatto di questo. Le aveva impedito di muoversi, le aveva impedito di parlare e finalmente lei si stava un po' dimenando. Aveva preparato tutto, prese il frustino che avevano e iniziò a farlo scivolare tra le sue cosce fino ad arrivare alle sue belle chiappette rosa, lascio partire una prima frustata, pochi secondi dopo la seconda e poi una terza sulla fighetta con la giusta forza.
Continuava ad emettere quei mugoli misti di piacere e sofferenza. Prese tutti i loro giochini, una sedia e si sedette proprio dietro di lei per qualche minuto. Voleva provocarla fino a ... non sapeva bene cosa volesse ottenere ma questo nuovo gioco stava piacendo a entrambe.
Le gambe di Lara cercavano di stringersi mentre provava a dire qualcosa ma niente, lui non voleva ascoltare.
Si avvicino al suo buchino e ci sputò sopra massaggiandolo un po'. Aveva voglia di leccarlo, di leccarla tutta di assaporarla ma non voleva farla godere ancora quindi decise di succhiare i suoi umori solo per qualche secondo. Si chinò sotto di lei e iniziò a leccarla quando incominciò a sentire un sapore leggermente diverso più aspro e caldo. Non capiva cosa fosse ma vedeva Lara un po’ dimenarsi e un po' rilassarsi. Ancora intriso di tutti i suoi umori decise di ascoltare cosa volesse dire lei. Le tolse la benda poi la sfera dalla bocca solo per il tempo di ascoltare cosa volesse: “vuoi dirmi che se dispiaciuta del tuo comportamento?” e Lara: “no, voglio dirti solo che devo fare la pipì, sto scoppiando”.
Non voleva slegarla e farla andare in bagno ma qualcosa doveva pur fare. Andò in cucina prese un grande barattolo vuoto si mise dietro di lei e le ordinò di farla. Finalmente Lara si lascio andare e inizio a far uscire quel filo di acqua leggermente colorata. Mentre Marco teneva il barattolo tra le sue cosce guardava la sua fica liberarsi. L’aveva vista tante volte in bagno fare la pipi ma mai come questa volta. Era ipnotizzato, a pochi centimetri dai suoi anfratti e poteva guardare, sentire, annusare, assaporare e toccare la fica della sua donna mentre era nel suo momento intimo di pisciare.
Si, era ipnotizzato fino a quando usci l’ultima goccia, poi gli venne naturale poggiare il barattolo di fianco a lei, chinarsi e leccarla tutta, prima dolcemente e poi sempre più avidamente come se dovesse assaporare l’elisir d’amore.
Lara svuotata, rilassata, ma ancora eccitata lasciò che Marco leccasse meglio possibile allargandosi più che poteva.
Non sembrava ma era più di un’ora che stavano “giocando” e non si erano accorti del tempo che scorreva fino a quando il cellulare di Lara iniziò a squillare…. Numero privato, 2, 3, 4, 5 squilli e nulla più.
Lei torno a mugolare come se volesse dire qualcosa.
Marco le tolse nuovamente il foulard e le sfere e le chiese: “chi è che ti chiama alle 19.30 con numero privato?”
Prima ancora che Lara rispondesse, il cell tornò a squillare con numero privato…. Lei prese coraggio e disse: “è il nostro appuntamento per questa sera a cena, ricordi?”
Marco preso dalla situazione, lo aveva rimosso o forse non aveva dato tanto peso alle sue parole della sera prima non credendo potesse essere capace di organizzare una seratina simile….
Attivò la chiamata sul cell e avvicino il cellulare all’orecchio di Lara ordinandole di rispondere al suo interlocutore/trice…
Lei non lo sapeva ma aspettava un uomo
……Che la faccia osare di sognarsi
Come non è mai riuscita ad immaginarsi…
(Questo è il seguito del racconto "LA SORPRESA" e continua con il racconto "CAMBIO PROGRAMMA")
….To be continued….
Nella stanza si riusciva a percepire l’odore della passione, e sotto le lenzuola i loro corpi nudi e ancora umidi richiamavano istinti primordiali …..
…..Per seppellirsi tutta nell'odore
Che le rimane addosso delle ore
Che non si vuole mai più lavare
Per non rischiare di dimenticare…
Questo momento di riflessione serena era tutto suo. Rifletteva sul fatto che per mesi erano riusciti a fare l’amore in tanti modi vista la lontananza forzata. Aveva capito che l’amore si fa in tanti modi e non solo attraverso la penetrazione. Non smetteva mai di imparare anche grazie a lei.
Aveva capito che nella sessualità femminile, e soprattutto in quella della sua donna, c’è un potere così forte, cosi grande cosi infinito da far paura a tanti uomini, spesso anche alle donne stesse e qualche volta anche a lui.
Ripensava a come e dove si erano conosciuti la prima volta.
Assurdo si, conoscersi durante la luna di miele. Che strano il destino, avevano dovuto sposarsi prima con altri due partner per potersi incontrare e conoscersi alle Seychelles e solo dopo 10 anni di silenzi dopo due matrimoni finiti le loro anime si erano ritrovate e piano piano si erano scoperte fatte l’uno per l’altra.
Subito aveva capito quanto Lara fosse strepitosa per lui, quanto lei fosse un fiore non ancora sbocciato, una bomba non ancora esplosa e quanto fosse migliore di quello che tutti le avevano fatto credere. Oltre ad essere bellissima era anche timida e introversa. Ovviamente tutto questo si rifletteva anche sulla sua sfera sessuale ma lui era riuscito a percepire subito il suo valore ancora inespresso……
Lei non lo sapeva ma aspettava un uomo
Che la scuotesse proprio come un tuono
Che la calmasse come un perdono
Che la possedesse e fosse anche un dono…
Era simile ad uno strumento musicale che può essere suonato in molti modi, può essere utilizzato per suonare molte diverse melodie dando mille emozioni diverse, farti volare ma anche cadere negli abissi profondi. Si Marco lo sapeva bene perché la musica gli aveva sempre fatto lo stesso effetto che da tempo le faceva la sua donna.
Ripensava a quello che era successo la sera prima, a come la sua donna riusciva a trasformarsi, essere tutto e il contrario di tutto. Sapeva essere la donna più dolce del mondo, la più timida, la più introversa ma sapeva anche essere forte, coraggiosa, sexy e trasgressiva oltre i suoi limiti apparenti proprio come amava lui…
Sapeva, orgoglioso, che era soprattutto grazie a lui se Lara era riuscita ad esprimersi cosi e lo faceva sempre di più, sempre meglio perché lui era il suo suonatore e lei era felice di farsi strumento e incantarlo.
Lei non lo sapeva ma aspettava un uomo
………Che la fa sentire intelligente
Bella, porca ed elegante
Come se fosse nuda tra la gente
Ma pura e santa come un diamante……
Continuava a spiarla sotto le lenzuola, le sue curve, la sua pelle, il suo odore e più ammirava tutto e più risaliva la voglia di lei.
Iniziava anche a sentire la sua vescica che aveva bisogno di essere svuotata e sapeva che se Lara si fosse svegliata prima che lui avesse fatto la pipi non gli avrebbe dato più il tempo per farla tranquillamente quindi prese coraggio e piano piano si alzo nella penombra della stanza e si diresse verso il bagno.
Apri la porta del bagno e subito gli tornò in mente la scena del giorno prima, ogni frame ogni sensazione, Lara a 90° …
bella porca ed elegante….
Nuda tra la gente
pura e santa come un diamante …
Mentre faceva la pipì sentiva pulsare il suo pisello perché non riusciva a non pensare a quello che era successo la sera precedente e a quello che sarebbe potuto succedere la sera stessa a cena.
Chi c’era dall’altra parte dell’etere? Con chi avevano scopato cosi selvaggiamente in webcam? Con chi si sarebbero visti la sera stessa a cena? Che cosa aveva organizzato a sua insaputa? Si chiedeva come la sua donna fosse riuscita a organizzare tutto questo, dove avesse trovato il coraggio…
……Proprio lei che fino all'altro ieri
Si controllava anche nei desideri
Lei che viveva nell'illusione
Di dominare ogni sua passione
Lei che disprezzava la troppa emozione
Come nemica della ragione...
Avrebbe voluto svegliarla e farle tutte queste domande per capire, ma sapeva anche che avrebbe potuto con una sola parola rovinare tutto. Si perché Lara era come una bellissima cavalla che nessuno e neanche lui era riuscito a domare completamente la sua sessualità, poteva scalciare in qualsiasi momento senza preavviso anche per piccole questioni cosi come avrebbe potuto lasciarsi cavalcare nei territori più inesplorati. A suo modo era imprevedibile.
Infatti mentre era ancora intento a svuotare la sua vescica assorto nei suoi pensieri, Lara entra in bagno un po' assonnata, totalmente nuda e vedendo il water occupato senza dire nulla e senza nessun tipo di “problema” entra in doccia si accovaccia e ... piano piano inizia una lenta ma continua pioggia dorata.
Solo dopo pochi secondi, mentre ancora si stava liberando dalla sua pipi, guardò il suo uomo che perplesso la stava ammirando e con uno sguardo dolcissimo chiuse leggermente le ginocchia come se si stesse vergognando e abbassò lo sguardo.
Finito di fare la pipi pulì sommariamente con le dita la sua fighetta ancora bagnata e dirigendosi verso l’uscita del bagno le passò sulle labbra di Marco prima di infilargliele in bocca aspettando che Marco le succhiasse e senza dire nulla andò di nuovo nel letto.
Di nuovo solo in bagno si girò verso lo specchio e dentro vide un uomo stupito. Iniziava a capire che qualcosa era cambiato in lei. Erano stati 70 giorni senza vedersi e qualcosa in Lara era cambiato. Pur rimanendo sempre amorevole, delicata ed elegante nei modi, era diventata un po’ più…. sfacciata, sicura di se, provocatrice, era come se le stesse lanciando dei messaggi consapevoli o inconsapevoli, questo era il suo dubbio.
Si diede una bella rinfrescata al viso e invece di tornare nel letto da lei, si diresse verso la cucina per preparare una robusta colazione anche perché Lara si sarebbe dovuta alzare dopo poco per fare un breve turno in ufficio.
Infatti subito dopo la senti prepararsi in fretta e furia e sbraitare che era in ritardo ma non le diede troppa corda. Arrivò in cucina già pronta per uscire, vestita con una gonna longuette nera e camicetta con voulant azzurrina ancora fin troppo aperta, truccata come sempre molto soft ma luminosa da sembrare una ragazzina. Bevve un succo alla pesca velocemente, baciò furtivamente il suo uomo e usci di corsa.
Avrebbe preso l’autobus come spesso faceva ultimamente anche se aveva la sua auto parcheggiata sotto.
Nel silenzio della casa e dopo essersi rifocillato a dovere torno in camera da letto per farsi un altro pisolino ma una volta entrato vide la loro “scatola del piacere” con tutti i loro giochi erotici aperta. Conosceva bene tutti quei giochi perché era lui ad averglieli regalati. Inizio a ripensare a quando, anni prima, erano entrati la prima volta dentro un sexy shop. Aveva dovuto insistere tanto per persuaderla ad entrare e acquistare il loro primo sexy toys. Con un sorriso si ricordò di quanto era timida e insicura.
Da allora ne avevano poi acquistati altri, era diventato uno dei loro tanti modi di vivere la loro sessualità ed anche grazie a questo che era riuscita a lasciarsi andare alle sue passioni e diventare anche…
porca ed elegante…
Ma mentre guardava i loro giochini, smise di sorridere perché ne mancava uno, le due sfere azzurre vaginali, e pur guardando bene nella scatola non le trovava.
Si fece subito una domanda che non gli venne in mente prima. Perché quella mattina la scatola era aperta? Loro non avevano usato ancora quei giochini da quando lui era arrivato. Dove aveva messo le palline?
Gli venne in mente che settimane prima Lara le aveva inviato una foto delle sue dita mentre infilava le due sfere nelle sue mutandine nere e azzurre per fargli vedere l’accostamento dei colori. Si ok, era un gioco che facevano ogni tanto ma non per andare in ufficio e a sua insaputa. Cosa stava tramando? Non era quindi la prima volta che lo faceva, ma perché?
Iniziava ad essere nervoso, troppe cose non tornavano di lei. Cosa le stava succedendo? Cosa le stava nascondendo?
Non voleva passare per geloso ma era quello che stava succedendo, si stava ingelosendo.
Dopo molto tempo che girava a vuoto per casa le inviò un messaggio con scritto: “dove sono le nostre palline?”. Dopo pochi secondi come risposta arrivò una foto di Lara seduta alla sua scrivana con la gonna leggermente alzata, nell’inquadratura le sue mutandine con il cordino delle sfere che esce di lato e un messaggio di accompagnamento con scritto “qualcuno le apprezza”.
Qualcuno apprezza? Che voleva dire? Era sempre più confuso, gli piaceva quando la sua donna prendeva qualche iniziativa ma da quando ieri era arrivato che non la riconosceva più, sentiva che non riusciva più a guidarla, che non era più sotto le sue briglia ma che scalciava sempre più libera.
Si stava innervosendo sempre di più quando decise che quello che ci voleva era darle una lezione. Farle capire chi è che “comanda” correndo il rischio di rovinare il loro rapporto ma cosi proprio Marco non riusciva a stare.
Si mise a cercare in casa, cinture dei pantaloni, cinture degli accappatoi, lunghi foulard e poi ritrovo anche le sue fasce di kick boxing che aveva lasciato lui tempo fa, perfette, lunghe morbide e leggermente elastiche. Non sapeva bene cosa precisamente avrebbe fatto ma sicuramente avrebbe fatto in modo che lei capisse, capisse che era solo sua e per quanto erano comunque complici, era lui a comandare.
Si mise ad aspettarla, tanto sarebbe arrivata da lì a poco.
Dalla finestra la vide arrivare lungo il viottolo che dal cancello del giardino arriva al portoncino. Bella come sempre, con un passo fiero, ancora con la camicetta aperta come l’aveva vista la mattina e soprattutto si chiedeva se avesse ancora indosso le sfere.
Aspettò che entrasse in casa, non le diede neanche il tempo di andare in bagno e fare la pipì come sempre faceva quando arrivava, non voleva darle questo piacere. Si avvicino a Lara, la bacio appassionatamente la spinse verso il divano della sala e velocemente le infilò una mano sotto la gonna. Subito senti ancora il cordino delle sfere. Mentre si guardavano negli occhi con aria strana quasi di sfida Marco prese in cordino e a velocita costante tirò fuori la prima e poi, la seconda pallina mentre lei non riuscì a non fare un mugolio di piacere/fastidio.
Ancora con la gonna alzata le mutandine bagnate e labbra della fighetta fuori dalle mutandine la spinse verso il divano costringendola a sedersi. Si guardarono ancora negli occhi e nessuno dei due riusciva a capire le intenzioni dell’altro. Fu Lara a decidersi a parlare dicendo semplicemente: “che c’è? Che vuoi?
Non era la domanda che Marco voleva sentirsi dire quindi le prese la testa per i capelli e la girò meglio verso di lui, si avvicinò al suo viso e la baciò ancora ma poi…. le diede uno schiaffo sulla coscia scoperta.
Adesso anche Lara era a non capire quei baci e poi quella forza usata su di lei.
Marco prese il primo foulard e glielo passò ordinandole di bendarsi bene e stretta e lei, dando un ultimo sguardo sorridente, fece come le era stato ordinato. Per tranquillizzarla un po' Marco disse: “adesso facciamo un gioco”.
Certo, la comunicazione non era coerente e univoca, parlava di gioco ma la voce era falsamente giocosa e il suo fare era duro. La fece girare, le legò i polsi dietro abbastanza stretti e vicini l’un l’altro. Fatto l’ultimo nodo la fece piegare fino a poggiare il busto sul divano. Indietreggiò un po' per studiare meglio la situazione. Era inginocchiata sul pavimento, piegata sul divano, le sue mani ben curate dietro la schiena con i polsi legati, la gonna alzata, le mutandine spostate e la fighetta con le labbra ancora un po' aperte.
Il lavoro era appena iniziato. Prese l’altra fascia di kick boxing e le lego i polsi alle caviglie a circa 50 cm di distanza in modo che non potesse alzarsi e muoversi con facilità.
Mentre faceva tutto questo vedeva Lara leccarsi e mordersi le labbra, ancora una volta lo stava provocando.
Prese le palline zuppe dei suoi umori le avvicinò alla sua bocca e gli ordino di annusarle e leccarle chiedendole: “cosa sono queste?” Lara non riuscendo a vedere e a capire di cosa stesse parlando le annusò e non ancora sicura di cosa fosse le iniziò a leccare…..leccare….leccare.
Solo dopo pochi secondi e dopo una pausa di silenzio Lara disse: “sono le mie sfere”. Non fece in tempo a finire la frase che ricevette uno schiaffo fortissimo inaspettato sul suo culo scoperto al quale segui un suo urlo di dolore.
“risposta sbagliata, ti ripropongo la domanda, che cosa sono queste?” disse Marco con voce ancora più decisa.
Lara sapeva quale fosse la risposta che voleva sentirsi dire ma ovviamente lo stava provocando, lo stava provocando da giorni, anche lei stava conducendo il suo gioco e Marco reagiva esattamente come lei voleva. E adesso voleva un po' accontentarlo quindi rispose: “sono le nostre sfere”.
Marco: “Ecco brava, e quando le indossi?
Lara: “quando ne ho voglia”
Secondo schiaffo ancora più forte e senza che Marco dicesse nulla…
Lara: “quando tu mi dici di indossarle”
Marco: “vedi che allora la teoria la conosci, adesso dobbiamo fare in modo che tu conosca anche la pratica”.
Senza darle troppe spiegazioni le fece aprire la bocca e piano piano ci inserì una delle due sfere, poi prese un altro foulard e la fascio in modo che non potesse più far uscire il suo giochino preferito. Non poteva più parlare.
Un po' arrabbiato, un po' geloso, un po' eccitato la guardava. Guardava le sue cosce nude e all’interno vide un rivolo che scendeva giù. Si avvicinò, l’accarezzò tra le gambe asciugando e risalendo quel rivolo che portava alla sua fighetta. Le passò due dita tra le grandi labbra e capi immediatamente quanto fosse fradicia di piacere tanto da far scendere i suoi umori lungo le sue cosce lisce.
Ancora una volta era stupito del comportamento di Lara ma non si diede per vinto. Iniziò a penetrarla con due dita cosi per pochi secondi solo per darle il dispiacere di smettere.
Mentre Lara non poteva guardare, Marco si succhio le dita piene dei suoi umori. Adorava quel sapore e il suo odore. Lo aveva sempre trovato inebriante.
Lara iniziò a emettere dei mugolii, voleva dire qualcosa ma ovviamente non riusciva e lui era soddisfatto di questo. Le aveva impedito di muoversi, le aveva impedito di parlare e finalmente lei si stava un po' dimenando. Aveva preparato tutto, prese il frustino che avevano e iniziò a farlo scivolare tra le sue cosce fino ad arrivare alle sue belle chiappette rosa, lascio partire una prima frustata, pochi secondi dopo la seconda e poi una terza sulla fighetta con la giusta forza.
Continuava ad emettere quei mugoli misti di piacere e sofferenza. Prese tutti i loro giochini, una sedia e si sedette proprio dietro di lei per qualche minuto. Voleva provocarla fino a ... non sapeva bene cosa volesse ottenere ma questo nuovo gioco stava piacendo a entrambe.
Le gambe di Lara cercavano di stringersi mentre provava a dire qualcosa ma niente, lui non voleva ascoltare.
Si avvicino al suo buchino e ci sputò sopra massaggiandolo un po'. Aveva voglia di leccarlo, di leccarla tutta di assaporarla ma non voleva farla godere ancora quindi decise di succhiare i suoi umori solo per qualche secondo. Si chinò sotto di lei e iniziò a leccarla quando incominciò a sentire un sapore leggermente diverso più aspro e caldo. Non capiva cosa fosse ma vedeva Lara un po’ dimenarsi e un po' rilassarsi. Ancora intriso di tutti i suoi umori decise di ascoltare cosa volesse dire lei. Le tolse la benda poi la sfera dalla bocca solo per il tempo di ascoltare cosa volesse: “vuoi dirmi che se dispiaciuta del tuo comportamento?” e Lara: “no, voglio dirti solo che devo fare la pipì, sto scoppiando”.
Non voleva slegarla e farla andare in bagno ma qualcosa doveva pur fare. Andò in cucina prese un grande barattolo vuoto si mise dietro di lei e le ordinò di farla. Finalmente Lara si lascio andare e inizio a far uscire quel filo di acqua leggermente colorata. Mentre Marco teneva il barattolo tra le sue cosce guardava la sua fica liberarsi. L’aveva vista tante volte in bagno fare la pipi ma mai come questa volta. Era ipnotizzato, a pochi centimetri dai suoi anfratti e poteva guardare, sentire, annusare, assaporare e toccare la fica della sua donna mentre era nel suo momento intimo di pisciare.
Si, era ipnotizzato fino a quando usci l’ultima goccia, poi gli venne naturale poggiare il barattolo di fianco a lei, chinarsi e leccarla tutta, prima dolcemente e poi sempre più avidamente come se dovesse assaporare l’elisir d’amore.
Lara svuotata, rilassata, ma ancora eccitata lasciò che Marco leccasse meglio possibile allargandosi più che poteva.
Non sembrava ma era più di un’ora che stavano “giocando” e non si erano accorti del tempo che scorreva fino a quando il cellulare di Lara iniziò a squillare…. Numero privato, 2, 3, 4, 5 squilli e nulla più.
Lei torno a mugolare come se volesse dire qualcosa.
Marco le tolse nuovamente il foulard e le sfere e le chiese: “chi è che ti chiama alle 19.30 con numero privato?”
Prima ancora che Lara rispondesse, il cell tornò a squillare con numero privato…. Lei prese coraggio e disse: “è il nostro appuntamento per questa sera a cena, ricordi?”
Marco preso dalla situazione, lo aveva rimosso o forse non aveva dato tanto peso alle sue parole della sera prima non credendo potesse essere capace di organizzare una seratina simile….
Attivò la chiamata sul cell e avvicino il cellulare all’orecchio di Lara ordinandole di rispondere al suo interlocutore/trice…
Lei non lo sapeva ma aspettava un uomo
……Che la faccia osare di sognarsi
Come non è mai riuscita ad immaginarsi…
(Questo è il seguito del racconto "LA SORPRESA" e continua con il racconto "CAMBIO PROGRAMMA")
….To be continued….
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