Le ripetizioni di una Prof. - Parte 1

di
genere
prime esperienze

Quando la mamma di Andrea mi disse che suo figlio aveva bisogno di ripetizioni, cercai tra le mie colleghe, qualche prof. disposta ad aiutarlo.
Ma erano tutte impegnate, come me, tra lezioni e vita familiare.
Luisa, la mamma di Andrea è una mia carissima amica, ci conosciamo dai tempi delle medie e, nonostante siano passati molti anni, ogni tanto riusciamo ancora a ritagliarci del tempo per bere qualcosa e fare quattro chiacchiere in amicizia, ricordando i vecchi tempi.
Elena ma ti ricordi di Fabio, il più bello della scuola? Era il ragazzo che tutte volevano e tu sei riuscita a strappargli un bacio!
Si, Luisa mi ricordo bene di lui e di quel bacio, come posso dimenticarlo? Eravate tutte li a  guardarmi a bocca aperta mentre lo baciavo sui gradini della scuola, prima di iniziare la lezione.
Oh Elena eri anche tu una delle più belle e lui aveva scelto te per quel bacio.
Le nostre conversazioni erano così, leggere e ricche di ricordi belli.
Luisa era preoccupata per il figlio che al pomeriggio non aveva per niente voglia di stare sui libri a studiare e non riusciva mai a prendere voti al di sopra della sufficienza. Preferiva di gran lunga uscire con gli amici o ascoltare musica chiudendosi in camera.
Andrea frequentava il quinto anno di liceo e la madre si chiedeva se avesse fatto la scelta giusta, forse era meglio un indirizzo diverso per lui.
Mi diceva sempre: "Elena, mio figlio è molto intelligente, gli basterebbe davvero poco. Ma non si vuole impegnare, sono sicura che tu potresti essere la persona giusta per dargli delle ripetizioni. Ti conosce e ti ascolterebbe.
Luisa, sei davvero caparbia tu! Quando ti metti in testa una cosa, non molli finché non l'hai ottenuta. Sai che mi farebbe piacere aiutare Andrea, ma al pomeriggio, dopo le lezioni, ho tanti impegni. Sai che non è facile conciliare il lavoro con la famiglia! Faccio davvero fatica a trovare il tempo.
Vabbè non ti prometto nulla, ci penso e ti faccio sapere, ok?
Elena grazie, apprezzo molto. Spero davvero che mi dirai di sì.
Nei giorni seguenti ebbi modo di pensare e alla fine decisi di aiutare Andrea nelle ripetizioni e, quando lo dissi a Luisa, ne fu entusiasta!
Allora io direi di provare 3 giorni alla settimana, vengo io a casa tua. Vediamo come va, che ne pensi?
Elena va benissimo e ti ringrazio davvero tanto. So che sei sempre impegnata ma sono davvero felice che tu abbia accettato.
Luisa, sai quanto tengo a te e ad Andrea, l'ho visto nascere ed è un peccato che non capisca quanto sia importante studiare. Mi impegnerò affinché raggiunga i risultati sperati.

Il giorno seguente, come previsto, andai da Andrea.
Suonai il campanello e mi trovai davanti un bel ragazzotto. L'ultima volta che lo vidi aveva su per giù una decina di anni.
Ciao Andrea, come stai? Ti ricordi di me vero?
Ciao Elena, bene, grazie. Certo che mi ricordo! Non sei per niente cambiata.
Sorrido e dico:"grazie, sei gentile ma gli anni passano anche per me! "
Entro così ci facciamo quattro chiacchiere. Che ne dici?
Si Elena vieni pure!

Prima dell'incontro pensai a come relazionarmi con lui, un ragazzo chiuso, in piena tempesta ormonale, una serie di fattori che potevano complicare la riuscita del mio obiettivo, quello di fargli capire l'importanza dello studio. Andrea non aveva bisogno di essere aiutato a studiare, era un ragazzo intelligente.
Così pensai che forse era meglio creare con lui un dialogo, una certa "complicità"... per poi arrivare ad affrontare l'argomento dolente dello studio.

Allora Andre, come ti vanno le cose?
Bene Elena, nulla di ché! Solita vita! Rispose annoiato.
Stai andando ancora a giocare a calcio?
Si certo, stasera ho gli allenamenti.
Ti è sempre piaciuto il calcio, fin da quando eri piccolo, una volta ero qui a cena e c'era la partita della Roma, ricordo quel goal che fece Totti e tu che esultavi, avevi poco più di 6 anni! Ti sei messo a correre per la casa gongolando! Dissi sorridendo.
Andrea sorrise, uno di quei sorrisi schivi, quasi imbarazzati!
Stai crescendo Andre, e a scuola come va?
Andrea, a questa mia domanda, alzò gli occhi al cielo.
Andre non intendo con lo studio, ma piuttosto c'è qualche ragazza che ti fa il filo?
Andrea arrossì e sorrise.
Secondo me ce ne sono tante, sei un bel ragazzo, avrai tantissime ammiratrici ne sono sicura, dissi sorridendo.
Ma no Elena, non ho nessuna ragazza! Balbettò imbarazzato.
Non ci credo, dissi ridendo. Sai che quando avevo la tua età, in classe con me c'era un ragazzo che ti somigliava molto, era il più bello della scuola. Tutte le ragazze, me compresa, avrebbero fatto carte false per baciarlo.
Ti confesso una cosa Andre, ma non dire a nessuno che te l'ho detto, mi raccomando. Dissi strizzando l'occhio.
Andrea alzo lo sguardo interessato, era curioso di sapere questo "segreto" ma non osava dirmelo.
Sai io sono stata l'unica a riuscire a baciarlo, il ragazzo figo! E tutte le altre morivano di invidia, compresa tua mamma! E scoppiai in una risata che contagiò anche lui.
Andre ma è tardissimo, dissi guardando l'orologio! Oggi non siamo riusciti a studiare.
Domani hai qualche verifica? Qualche interrogazione? Chiesi preoccupata.
No Elena, domani giornata tranquilla, devo solo fare questi esercizi di matematica, inglese e poi dovrei ripassare il capitolo di italiano. Giovedì ho la verifica di Inglese.
Dai Andre allora mettiamoci al lavoro subito... io ho davvero pochissimo tempo.
Ma no Elena, tranquilla vai se devi andare.
No Andre, come farai a fare tutto da solo? Ti ho fatto perdere tempo a chiacchierare e adesso dobbiamo fare le cose di fretta.
Mi piegai leggermente sul tavolo e mi misi gli occhiali per leggere gli esercizi. Quando alzai gli occhi, notai che Andrea stava fissando la mia scollatura che faceva leggermente intravedere il seno.
Non appena si accorse che lo guardavo, distolse lo sguardo imbarazzato e disse balbettando: "Elena, davvero non preoccuparti. Ti.. ti prometto che farò tutti i compiti, se devi andare vai.
Cioè... a me fa ... fa piacere se resti, però non voglio che fai tardi per colpa mia insomma".
E mentre disse l'ultima frase i suoi occhi si posarono di nuovo sui miei seni.
Ok Andre, mi raccomando però fai tutto e impegnati, me lo hai promesso! Domani è martedì e non verrò, ma mercoledì sarò qui e ripasseremo insieme per la verifica di inglese.
Senza perderci in chiacchiere però, dissi sorridendo con sguardo un pochino severo.
Si Elena, farò tutti i compiti come promesso.
Mi avvicinai a lui per abbracciarlo, ci salutammo e scappai di corsa a casa. Lui, che non si aspettava minimamente questo abbraccio, mi salutò restando quasi pietrificato.
Tornata a casa, c'era mio marito ad aspettarmi. Mi chiese come era andata. E io riposi istintivamente: "bene, Andrea è un bravo ragazzo ma ha bisogno di essere spronato!"
Subito dopo ripensai alla mia risposta, che mi sembrò ambigua e mi venne in mente Andrea che osservava i miei seni. Scossi la testa come per rimuovere questo pensiero e mi misi a preparare la cena.

Mercoledì alla solita ora, suonai puntualmente il campanello.
Ciao Andre, sono io.
Ciao Elena, vieni.
Notai subito il suo volto, mi sembrava fosse felice di vedermi.
Andre mettiamoci subito al lavoro, dai. Sei riuscito a fare tutti i compiti lunedì?
Si Elena, ho fatto tutto e sai oggi la prof di italiano mi ha fatto un'interrogazione a sorpresa e ho preso 7. Disse entusiasta.
Bravo Andre! Hai visto che se ti impegni, ottieni i risultati? Sono davvero orgogliosa di te e d'istinto lo abbracciai, felice di questa notizia.
Rispose all'abbraccio anche lui. E quando ci staccammo, notai di nuovo i suoi occhi puntare i miei seni.
Avevo dei seni generosi e sodi, una quarta.
Quel giorno non feci in tempo ad andare a casa a cambiarmi e il mio vestito era abbastanza scollato.
Il vestito faceva intravedere i miei capezzoli sporgenti e lasciava spazio all'immaginazione.
Lo sguardo di Andrea andava spesso sui miei seni, era come se non riuscisse ad evitarli.
Continuava a guardarli.
Dai Andre, prendi il libro e ripetiamo per la verifica di domani.
Ehm si Elena, eccoti il libro. Allora.....
E di nuovo lo sguardo sui miei seni.
Andre concentrati!!! Dissi severa
Ritornò in sé, distogliendo lo sguardo e riprese a leggere il testo in inglese.
Di tanto in tanto, il suo sguardo cadeva sui miei seni. Io, seduta accanto a lui, non potevo non notarlo.
Andre che c'è? Ti vuoi concentrare?
Si Elena, scusa. È che... che ...scusa ma hai due seni stupendi! Disse inizialmente balbettando e poi velocizzando.
Oh Andre, ti piacciono?
Si Elena, mi piacciono tantissimo.
Scusa, posso chiederti una cosa? Promettimi di non arrabbiarti però!  Disse arrossendo.
Dimmi Andre... risposi incuriosita
Ehm potrei toccarli? Chiese arrossendo nuovamente.
Andre ma che dici? Risposi severa.
Scusa Elena, è che sono davvero belli. Disse guardandoli ancora una volta.
Ti prego Elena, mi piacerebbe davvero tanto toccarli.
Andre su fai il bravo, dobbiamo ripetere, cerca di concentrarti.
Elena ti prometto che dopo mi concentro, disse implorante.
Pensai un pochino e alla fine risposi: "e va bene, Andre, puoi toccarli, basta che poi ti concentri a studiare, ok?
Va bene Elena.
Gli presi la mano e la avvicinai al seno, si vedeva che era impacciato ma allo stesso tempo impaziente di toccare. Appoggiai la sua mano sul mio seno e lui iniziò a muoverla palpando timidamente.
Mi guardava e poi guardava i seni con sguardo eccitato.
Dai Andre, adesso basta! dissi secca.
Mi accorsi di sentirmi bagnata, mi stavo eccitando. Mi stavo eccitando al tocco di un ragazzino appena adolescente???
Oddio, pensai.
Senza rendermene conto il mio sguardo si poggiò sul suo pene e mi sembrò di vedere un pochino di erezione dal pantalone della tuta di Andrea. O forse era la mia eccitazione a farmi pensare al suo pisello? Cercai di distogliere questo pensiero dalla mia mente.
Elena, posso vedere le tue tette? Mi chiese senza indugio.
Si capiva chiaramente che era eccitato.
Andreeeee
Dai ti prego Elena fammele vedere e toccare per l'ultima volta.
La mia figa pulsava al solo pensiero.
Che sarà mai un'ingenua palpatina? Pensai.
Eh va bene Andre, vuoi vederle?
Si Elena, lo desidero tanto. Rispose eccitato.
Sbottonai il vestito e uscirono fuori i miei seni abbondanti, avevo un reggiseno nero di pizzo.
Lui a questa vista spalancò gli occhi.
Presi le sue mani e le misi sui seni, facendoglieli toccare.
Poi mi tolsi il reggiseno. Alla vista dei miei capezzoli enormi e sporgenti, i suoi occhi sembravano infuocati. Iniziò a toccare delicatamente i miei seni, soppesandoli e palpandoli.
A quei tocchi, sentivo in me salire l'eccitazione e la mia figa era sempre più bagnata.
Ero eccitata.
Era in piedi davanti a me e mi guardava. Vedere quel suo sguardo eccitato e allo stesso tempo un po' perso nel nulla mi faceva impazzire.
Dai Andre, adesso basta che dobbiamo studiare! Dissi in tono deciso rivestendomi.
Va bene Elena.
Riprendemmo la ripetizione e non ci furono ulteriori distrazioni.
Bene Andre, direi che per oggi abbiamo lavorato molto, che ne pensi? Sei soddisfatto?
Si Elena, grazie.
Andre mi raccomando, non credo che ci sia bisogno di dirlo, ma questa cosa che abbiamo fatto, deve rimanere tra noi, lo sai vero?
Ma certo Elena.
Bene allora, direi che è il caso di andare ora. Ci vediamo venerdì. Mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia e andai.
Accesi l'auto e ripensai a quello che era successo, alla mia eccitazione e mi sembrava tutto così assurdo. Eppure mi ero eccitata e mi sentivo ancora bagnata.
Arrivai a casa, il marito non era ancora arrivato dal lavoro.
Mi diressi in camera e iniziai a toccarmi, pensando ad Andrea e al suo sguardo eccitato e perso nello stesso tempo.
Me lo immaginavo mentre gli facevo toccare la figa aiutandolo a fargli capire come doveva muovere il dito e poi iniziai ad immaginarlo mentre mi baciava e leccava la figa tenendogli la testa per indirizzarlo.
A quel pensiero su Andrea ebbi un orgasmo stupendo.
Il letto era bagnatissimo per la mia eccitazione.
Sentii la porta di casa aprirsi, era il marito!
Mi ricomposi subito.
Elena, sono io? Sono arrivato! Ho fatto tardi stasera, in ufficio avevo un bel po' di lavoro da fare.
Che cuciniamo Elena?
Stasera faccio io, ti preparo una cenetta squisita, disse tutto felice.
Elena che hai?
Niente, sono un pochino stanca!
Elena te l'avevo detto io che ti saresti stancata a fare anche le ripetizioni a quel ragazzo!
Ma no dai... ora ceniamo e poi riposo un pochino.
La solita testarda! Va bene dai, rilassati sul divano mentre preparo la cena.
Pensai al prossimo incontro con Andrea e provai un brivido che partiva dalla pancia e mi faceva pulsare la figa....
di
scritto il
2022-03-19
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