Lei è sicura di sé 1
di
Bruno Bohn
genere
dominazione
Questo racconto è il seguito di alcune fantasie che scambio con una persona speciale. Alcune rimangono fantasie, altre no. I protagonisti sono gli stessi di "Con i tuoi occhi".
Non hai idea di perché ti metti in queste situazioni
È una settimana che vi provocate a vicenda, messaggi, foto, telefonate. Vivi in perenne stato di eccitazione.
Hai un po' di tempo libero e la inviti a casa tua. Capisci subito che c'è qualcosa di diverso. La vedi arrivare, ha una falcata sicura molto sicura. Indossa uno spolverino corto, i tacchi e una borsa. Il ritmo del rumore dei tacchi che percorrono il vialetto di ingresso che aumenta accelerando per superare i gradini prima della porta è musicale.
Entra in casa è senza che tu possa dire niente ti bacia, la sua lingua ti esplora. Non è alta, ma oggi è statuaria, sicura, quasi ti intimorisce.
Poi ricordi che sei tu l'uomo, provi a mettere le mani sotto lo spolverino, rimedi una sonora pacca sulle dita e la fine del bacio.
- Oggi non si tocca, ti dice
Si allontana e prende una sedia. La sposta strisciandola a terra su due gambe e con un passo incrociato, sinuoso la porta vicino a te.
Poi ti è attaccata, ancora lingua in bocca. Le tue gambe sono morbide, quasi cedono. Si stacca e ti da uno spintone deciso. Cadi seduto sul divano quasi senza accorgerti.
Lei si siede sulla sedia, accavalla sensuale le gambe, noti la balza delle autoreggenti. Si alza, si avvicina. Hai il riflesso condizionato di allungare le mani verso di lei. Altro sonoro schiaffo sulle dita.
- Ho detto di no!
La sua pancia è a pochi centimetri dal tuo viso. Sbottona ad uno ad uno i bottoni dello spolverino. Lo lascia aperto e torna sulla sedia.
Questa volta si appoggia allo schienale e accavalla le gambe come fanno gli uomini.
Sotto lo spolverino solo un bellissimo completo nero.
Autoreggenti, reggicalze, perizoma di pizzo e reggiseno tutto coordinato.
Con le mani e le braccia fa forza sulla seduta e si solleva mettendo le gambe a squadra e poi le apre. Impressionante la sua forza.
Salta giù dalla sedia, e ti viene vicino. Si gira. Questa volta il suo culo è a pochi centimetri da te. Naturalmente la cerchi, e ancora una pacca sulle mani.
- Ho detto di, no! Ti Lego!
E lo spolverino cade a terra
Cazzo se è figa.
Glielo dici, ancora non avervi parlato.
- Shh, silenzio. Ti devo anche imbavagliare?
Con passo quasi danzante raggiunge la sedia e la usa per fare una verticale. Dalla verticale allarga le gambe in spaccata.
Per te è troppo.
Ti alzi le vuoi leccare la stoffa del perizoma che noti umido, lucente.
Lei si accorge, si proietta fuori dalla sedia. Ti si attacca addosso. Ti sbilancia, e ti trovi tu seduto sulla sedia.
- Adesso stai fermo, ti avevo avvertito.
Dalla borsa tira fuori delle fascette di plastica. Non saranno ecologiche, ma hai paura che saranno tremendamente efficaci per quello che ti vuole fare.
Ti mette le mani dietro la schiena e serra una fascetta. Con un'altra fissa le tue mani congiunte allo schienale.
Poi ti blocca le caviglie alle gambe della sedia.
Provi a divincolarti, ma cazzo ti ha proprio bloccato.
Ti si striscia addosso, avvicina la lingua alla tua bocca come per baciarti, ma con una piroetta scappa via.
Le dici che ti fa male il cazzo nei pantaloni.
- Uffa, ho detto silenzio. Non riesci proprio ad obbedire.
Si gira, si siede proprio sul tuo cazzo ormai dolorante. Tira su le gambe in posizione quasi rannicchiata. Tutto il suo peso grava lì.
Soffri un po' ma è molto eccitante.
Si toglie. Si china a 180 gradi la testa la tiene in mezzo alle sue gambe. La sua figa è vicino al tuo viso. Senti l'odore, tiri fuori la lingua ma non ci arrivi.
Lei chinata accarezza le sue gambe, prende l'elastico delle mutandine e lentamente le abbassa. Vedi che sono un po' incollate dal bagnato e faticano a staccarsi dalla figa. Noti che le aveva messe sopra il reggicalze.
Quindi rimane con tacchi, calze e reggicalze e reggiseno. La figa è depilata e lucente di umori.
Fa una palla con le mutandine le annusa e te le fa annusare.
Senti il suo odore.
Poi te le mette in bocca, provi a parlare ma riesci solo a mugugnare.
- Oh, finalmente silenzio
Ti mette la punta della scarpa sullo schienale, il tacco appoggia sulla tua clavicola. Non ti fa male, ma potrebbe. In questa posizione, è molto esposta. Si tocca e ti guarda negli occhi.
To be continued...
Non hai idea di perché ti metti in queste situazioni
È una settimana che vi provocate a vicenda, messaggi, foto, telefonate. Vivi in perenne stato di eccitazione.
Hai un po' di tempo libero e la inviti a casa tua. Capisci subito che c'è qualcosa di diverso. La vedi arrivare, ha una falcata sicura molto sicura. Indossa uno spolverino corto, i tacchi e una borsa. Il ritmo del rumore dei tacchi che percorrono il vialetto di ingresso che aumenta accelerando per superare i gradini prima della porta è musicale.
Entra in casa è senza che tu possa dire niente ti bacia, la sua lingua ti esplora. Non è alta, ma oggi è statuaria, sicura, quasi ti intimorisce.
Poi ricordi che sei tu l'uomo, provi a mettere le mani sotto lo spolverino, rimedi una sonora pacca sulle dita e la fine del bacio.
- Oggi non si tocca, ti dice
Si allontana e prende una sedia. La sposta strisciandola a terra su due gambe e con un passo incrociato, sinuoso la porta vicino a te.
Poi ti è attaccata, ancora lingua in bocca. Le tue gambe sono morbide, quasi cedono. Si stacca e ti da uno spintone deciso. Cadi seduto sul divano quasi senza accorgerti.
Lei si siede sulla sedia, accavalla sensuale le gambe, noti la balza delle autoreggenti. Si alza, si avvicina. Hai il riflesso condizionato di allungare le mani verso di lei. Altro sonoro schiaffo sulle dita.
- Ho detto di no!
La sua pancia è a pochi centimetri dal tuo viso. Sbottona ad uno ad uno i bottoni dello spolverino. Lo lascia aperto e torna sulla sedia.
Questa volta si appoggia allo schienale e accavalla le gambe come fanno gli uomini.
Sotto lo spolverino solo un bellissimo completo nero.
Autoreggenti, reggicalze, perizoma di pizzo e reggiseno tutto coordinato.
Con le mani e le braccia fa forza sulla seduta e si solleva mettendo le gambe a squadra e poi le apre. Impressionante la sua forza.
Salta giù dalla sedia, e ti viene vicino. Si gira. Questa volta il suo culo è a pochi centimetri da te. Naturalmente la cerchi, e ancora una pacca sulle mani.
- Ho detto di, no! Ti Lego!
E lo spolverino cade a terra
Cazzo se è figa.
Glielo dici, ancora non avervi parlato.
- Shh, silenzio. Ti devo anche imbavagliare?
Con passo quasi danzante raggiunge la sedia e la usa per fare una verticale. Dalla verticale allarga le gambe in spaccata.
Per te è troppo.
Ti alzi le vuoi leccare la stoffa del perizoma che noti umido, lucente.
Lei si accorge, si proietta fuori dalla sedia. Ti si attacca addosso. Ti sbilancia, e ti trovi tu seduto sulla sedia.
- Adesso stai fermo, ti avevo avvertito.
Dalla borsa tira fuori delle fascette di plastica. Non saranno ecologiche, ma hai paura che saranno tremendamente efficaci per quello che ti vuole fare.
Ti mette le mani dietro la schiena e serra una fascetta. Con un'altra fissa le tue mani congiunte allo schienale.
Poi ti blocca le caviglie alle gambe della sedia.
Provi a divincolarti, ma cazzo ti ha proprio bloccato.
Ti si striscia addosso, avvicina la lingua alla tua bocca come per baciarti, ma con una piroetta scappa via.
Le dici che ti fa male il cazzo nei pantaloni.
- Uffa, ho detto silenzio. Non riesci proprio ad obbedire.
Si gira, si siede proprio sul tuo cazzo ormai dolorante. Tira su le gambe in posizione quasi rannicchiata. Tutto il suo peso grava lì.
Soffri un po' ma è molto eccitante.
Si toglie. Si china a 180 gradi la testa la tiene in mezzo alle sue gambe. La sua figa è vicino al tuo viso. Senti l'odore, tiri fuori la lingua ma non ci arrivi.
Lei chinata accarezza le sue gambe, prende l'elastico delle mutandine e lentamente le abbassa. Vedi che sono un po' incollate dal bagnato e faticano a staccarsi dalla figa. Noti che le aveva messe sopra il reggicalze.
Quindi rimane con tacchi, calze e reggicalze e reggiseno. La figa è depilata e lucente di umori.
Fa una palla con le mutandine le annusa e te le fa annusare.
Senti il suo odore.
Poi te le mette in bocca, provi a parlare ma riesci solo a mugugnare.
- Oh, finalmente silenzio
Ti mette la punta della scarpa sullo schienale, il tacco appoggia sulla tua clavicola. Non ti fa male, ma potrebbe. In questa posizione, è molto esposta. Si tocca e ti guarda negli occhi.
To be continued...
1
voti
voti
valutazione
10
10
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Con i tuoi occhi
Commenti dei lettori al racconto erotico