Il numero di telefono
di
sophie
genere
orge
L’esperienza al cinema mi aveva elettrizzata, era stato facile e…….piacevole, era ormai passata una settimana, ricordai quel bigliettino e, anche se mi tremavano un po’ le mani, riuscii a comporre il numero, mi rispose la voce di un uomo come pensavo e mi chiese :” chi sei?” io fui solo capace di dire solo :”al cinema….”. Mi diede solo un indirizzo ed un orario, era un po’ lontano ed avevo ancora qualche ora, avrei preso un taxi.
Feci un bel bagno caldo, un po’ di trucco e poi scelsi la biancheria, un completino nero semi trasparente, di pizzo, un vestitino bianco, non cortissimo, quasi monacale e degli stivali, fuori pioveva , dissi alla mamma che sarei andata a mangiare la pizza con delle ex compagne di scuola e che non sarei tornata molto tardi, poi chiamai un taxi ed uscii.
Al tassista diedi l’indirizzo : Via Savona, sorvolo sul numero civico, arrivata a destinazione mi trovai davanti ad un portone, era aperto ed entrai, ero in un cortile, il fabbricato era vecchio, verso la strada c’er la casa vera e propria con degli appartamenti, nel cortile una specie di capannone, era lì l’appuntamento, chissà come sarebbe stato quell’uomo, mah se non mi piaceva potevo sempre andarmene, pensai.
Suonai il campanello alla porta del capannone e questa si aprì quasi subito, la spinsi ed entrai, dentro non riuscivo a vedere niente, c’era una forte luce rivolta verso l’ingresso e quindi su di me, ma il resto era buio e non vedevo altro che il nulla intorno a me, però guardando quel poco vidi che il posto era pulito, il pavimento in parquet sembrava lucidato da poco.
“c’è qualcuno?” dissi, stupida certo che c’è qualcuno, chi mi aveva aperto ? Non è che la situazione mi piacesse molto, devo dire, feci per girarmi ed andarmene, ma una voce, da abbastanza lontano : “sei venuta, non ci credevo, avvicinati, fai qualche passo avanti” mi disse, obbedii, poi la luce si spense e tutto fu buio, improvvisamente un’altra luce alla mia destra, illuminò un divano ed ancora la voce :” accomodati, togli il soprabito e vai al divano” anche questa volta eseguii poi proseguì “ sappiamo tutti e due perché sei venuta, quindi spogliati, fatti guardare”; questa volta risposi :” vorrei prima vedere in faccia chi ho davanti”, mi rispose subito :” cosa importa, dobbiamo solo godere entrambi”, come mi aveva inquadrato subito, era così evidente? Beh forse sì, il mio comportamento al cinema lo era senz’altro.
Tolsi il soprabito e lo gettai sul divano, feci scorrere la lampo del vestito e lasciai che mi cadesse ai piedi, poi tolsi gli stivali rimanendo in reggiseno e mutandine, ancora la voce :” togli anche quelli” lo feci rimanendo completamente nuda, si spense anche quella luce e se ne accese un’altra che illuminò un letto posto sopra un specie di pedana con alcuni gradini, non ci fu bisogno che mi dicesse cosa dovevo fare, andai al letto e mi ci sdraiai, la voce disse solo :”brava” e poi la luce si spense, cercai di guardarmi attorno, ma i miei occhi erano ancora abbagliati dalla luce appena spenta, riuscii solo ad intravedere una sagoma vicino al letto, poi sentii che qualcuno era al mio fianco, una mano mi stava accarezzando dolcemente, partì dai miei capelli, poi il mio viso, scese al mio seno e poi il mio ventre e le mie cosce, aveva un buon profumo, mi baciò sulle labbra, dapprima rimasi immobile poi restituii il bacio, il silenzio era completo, si sentiva solo il rumore delle nostre lingue che si intrecciavano e quello dei nostri corpi che si muovevano sulle lenzuola, poi il bacio finì e sentii le sue labbra scivolare sul mio corpo fino a raggiungere la mia passerina, la sua lingua cominciò a leccarmela ed ogni tanto con la bocca stringeva le mie grandi labbra, mi inarcai all’indietro appoggiando i gomiti sul letto, le sue mani intanto stropicciavano i miei seni, era bellissimo, intanto la sua lingua mi penetrava sempre di più ed io cominciavo a gemere di piacere, poi si fermò e le sue dita sostituirono la lingua, non si limitarono però alle mia passerina, penetrarono un po’ anche il mio buchino posteriore poi riprese anche con la lingua, stavo già per venire, il mio orgasmo fu liberatorio.
Poi fu il mio turno, cominciai ad accarezzarlo, poi cercai le sue labbra, volevo sentire il mio sapore sulla sua lingua, aveva un corpo abbastanza tonico, il suo pene lo era senz’altro, lo presi in mano e lo accarezzai, gli soppesai lo scroto e poi avvicinai le labbra alla sua cappella, il sapore non era spiacevole, lo leccai, con passione, sentivo che vibrava tra le mie labbra, e la mia mano che lo impugnava faceva quasi fatica a circondarlo tutto, a dire il vero non ho delle mani molto grandi, mi mise le mani sulla testa e le sue dita si infilarono tra i miei capelli, seguiva il movimento della mia testa ma ad un certo punto mi fermò, si stese sopra di me e mi penetrò con un colpo solo, facendomi anche un po’ male devo dire, poi cominciò a muoversi dentro di me abbastanza velocemente, sempre più a fondo, io lo assecondavo come potevo, poi fece un verso strano e sentii il suo sperma inondarmi la vagina, dopo pochi secondi uscì da me e presami la testa con le mani guidò la mia bocca a riprendere il suo lavoro di prima e mia lingua assaporò il sapore dei nostri umori mischiati.
Non disse una parola ed io neppure, giacemmo stesi vicini con il ritmo dei nostri respiri che si faceva sempre più regolare, poi ricominciammo ad accarezzarci a vicenda baciandoci, le sue dita cercavano sempre più spesso il mio buchino posteriore e capii subito quale era la sua intenzione, di sfuggita lanciai uno sguardo al quadrante luminoso del mio orologio e vidi che era ancora presto, ora nel mio buchino aveva messo due dita e me lo stava allargando ed inumidendo a colpi di lingua, ecco che mi fece girare, mi sollevò un po’ il sederino e puntò il suo pene direttamente lì, questa volta fece piano, entrando un po’ per volta, a piccoli colpi, era doloroso ma………….piacevole e lo fu ancora di più quando arrivò in fondo e poi cominciò a muoversi, con le dita, comunque, continuava a masturbare la mia passerina, ebbi un altro paio di orgasmi prima che anche lui, uscendo da me con il rumore di un tappo di champagne, mi ricoprisse la schiena di sborra calda e densa.
Mi addormentai, abbracciata ad un suo braccio, non so quanto tempo passò ma venni svegliata da lui che mi stava penetrando mentre dormivo, mi sollevò quasi di peso e mi trovai stesa sopra di lui che mi teneva stretta, con le braccia cingeva le mie impedendomi di muovermi ed intanto andava e veniva dentro di me, non ero dispiaciuta ma cercai comunque di divincolarmi, dall’abbraccio intendo, ma era molto forte e non ci riuscii, poi capii, sentii altre mani sul mio sedere, ed un altro pene puntare al mio buchino ancora allargato da prima, cercai di urlare ma , l’unico risultato fu che mi ritrovai la bocca riempita da un terzo pene, mio Dio, pensai, mi stanno violentando e sono in tre.
Una voce, diversa da quella del primo uomo disse :”non fare la stupida, se collabori faremo le cose con calma e ci divertiremo tutti, se no noi ci divertiremo comunque e tu……..rischi di farti male”; riacquistai immediatamente la mia lucidità, il mio cervello analizzò la situazione e mi resi conto che aveva ragione, del resto perché ero andata lì se non per quello? Rilassai il mio corpo ed inizia ad assecondare i loro movimenti, contemporaneamente iniziai a leccare e succhiare quel pene che mi riempiva la bocca, si resero subito conto del fatto che avevo deciso per il meglio, per loro ma, soprattutto, per me; il primo uomo mi lasciò andare le braccia ed io subito riacquistai il mio equilibrio, con una mano accarezzai lo scroto dell’uomo che mi stava davanti e con l’altra mi appoggiai al petto di quello che stava sotto di me, mi faceva male quella doppia penetrazione, ma già sentivo montare il mio primo orgasmo, non so per quanto tempo continuammo la girandola, mi ritrovai anche tutti e tre i membri davanti alla bocca da leccare e da ripulire dalla sborra che avevano versato abbondantemente sul mio corpo, mi accarezzavano, pizzicavano, stringevano, sculacciavano, ogni tanto qualcuno mi penetrava, insomma mi trattavano come una bambola a loro disposizione, non so quanto tempo durò, ormai non contavo più i miei orgasmi, mi faceva male dappertutto e mi………...addormentai.
Al mio risveglio tutte le luci erano accese, potei finalmente guardarmi intorno, l’ambiente era pulito ma completamente spoglio, oltre al letto ed al divano che avevo visto c’erano solo un tavolo e qualche sedia, lì non abitava sicuramente nessuno, mi alzai dal letto barcollando ed andai verso una porta che doveva essere il bagno, lo trovai, mi infilai sotto la doccia senza badare al fatto che l’acqua non era proprio caldissima, stetti lì per un po’, accovacciata per terra, sotto l’acqua che scrosciava il mio corpo si ripuliva ed il dolore, lentamente passava. Recuperai il mio orologio per terra vicino al letto, mi accorsi che erano le 4 del mattino, chissà la Mamma, per fortuna ricordai una cabina telefonica poco distante dal posto dov’ero, la raggiunsi dopo essermi rivestita e rimessa un po’ in ordine, chiamai un taxi e mi feci portare a casa, i miei dormivano, mi infilai in camera mia e subito nel mio bagno dove mi sdraiai nella vasca con i miei sali preferiti, poi senza asciugarmi, direttamente a letto.
Con la scusa di una leggera influenza, passai a letto ed in camera mia i seguenti 4 giorni, usai creme ed unguenti che la mia amica Carla mi aveva procurato, il mio corpo riprese l’aspetto normale, per fortuna la mia abbronzatura naturale nascondeva gli ultimi lividi refrattari ed i miei non si accorsero di niente, intanto però, mentre il mio corpo guariva, io mi interrogavo su me stessa, se ero disposta a questo per avere il mio godimento, ero pronta a tutto, se questa era la mia indole…………….beh, cosi sia.
Feci un bel bagno caldo, un po’ di trucco e poi scelsi la biancheria, un completino nero semi trasparente, di pizzo, un vestitino bianco, non cortissimo, quasi monacale e degli stivali, fuori pioveva , dissi alla mamma che sarei andata a mangiare la pizza con delle ex compagne di scuola e che non sarei tornata molto tardi, poi chiamai un taxi ed uscii.
Al tassista diedi l’indirizzo : Via Savona, sorvolo sul numero civico, arrivata a destinazione mi trovai davanti ad un portone, era aperto ed entrai, ero in un cortile, il fabbricato era vecchio, verso la strada c’er la casa vera e propria con degli appartamenti, nel cortile una specie di capannone, era lì l’appuntamento, chissà come sarebbe stato quell’uomo, mah se non mi piaceva potevo sempre andarmene, pensai.
Suonai il campanello alla porta del capannone e questa si aprì quasi subito, la spinsi ed entrai, dentro non riuscivo a vedere niente, c’era una forte luce rivolta verso l’ingresso e quindi su di me, ma il resto era buio e non vedevo altro che il nulla intorno a me, però guardando quel poco vidi che il posto era pulito, il pavimento in parquet sembrava lucidato da poco.
“c’è qualcuno?” dissi, stupida certo che c’è qualcuno, chi mi aveva aperto ? Non è che la situazione mi piacesse molto, devo dire, feci per girarmi ed andarmene, ma una voce, da abbastanza lontano : “sei venuta, non ci credevo, avvicinati, fai qualche passo avanti” mi disse, obbedii, poi la luce si spense e tutto fu buio, improvvisamente un’altra luce alla mia destra, illuminò un divano ed ancora la voce :” accomodati, togli il soprabito e vai al divano” anche questa volta eseguii poi proseguì “ sappiamo tutti e due perché sei venuta, quindi spogliati, fatti guardare”; questa volta risposi :” vorrei prima vedere in faccia chi ho davanti”, mi rispose subito :” cosa importa, dobbiamo solo godere entrambi”, come mi aveva inquadrato subito, era così evidente? Beh forse sì, il mio comportamento al cinema lo era senz’altro.
Tolsi il soprabito e lo gettai sul divano, feci scorrere la lampo del vestito e lasciai che mi cadesse ai piedi, poi tolsi gli stivali rimanendo in reggiseno e mutandine, ancora la voce :” togli anche quelli” lo feci rimanendo completamente nuda, si spense anche quella luce e se ne accese un’altra che illuminò un letto posto sopra un specie di pedana con alcuni gradini, non ci fu bisogno che mi dicesse cosa dovevo fare, andai al letto e mi ci sdraiai, la voce disse solo :”brava” e poi la luce si spense, cercai di guardarmi attorno, ma i miei occhi erano ancora abbagliati dalla luce appena spenta, riuscii solo ad intravedere una sagoma vicino al letto, poi sentii che qualcuno era al mio fianco, una mano mi stava accarezzando dolcemente, partì dai miei capelli, poi il mio viso, scese al mio seno e poi il mio ventre e le mie cosce, aveva un buon profumo, mi baciò sulle labbra, dapprima rimasi immobile poi restituii il bacio, il silenzio era completo, si sentiva solo il rumore delle nostre lingue che si intrecciavano e quello dei nostri corpi che si muovevano sulle lenzuola, poi il bacio finì e sentii le sue labbra scivolare sul mio corpo fino a raggiungere la mia passerina, la sua lingua cominciò a leccarmela ed ogni tanto con la bocca stringeva le mie grandi labbra, mi inarcai all’indietro appoggiando i gomiti sul letto, le sue mani intanto stropicciavano i miei seni, era bellissimo, intanto la sua lingua mi penetrava sempre di più ed io cominciavo a gemere di piacere, poi si fermò e le sue dita sostituirono la lingua, non si limitarono però alle mia passerina, penetrarono un po’ anche il mio buchino posteriore poi riprese anche con la lingua, stavo già per venire, il mio orgasmo fu liberatorio.
Poi fu il mio turno, cominciai ad accarezzarlo, poi cercai le sue labbra, volevo sentire il mio sapore sulla sua lingua, aveva un corpo abbastanza tonico, il suo pene lo era senz’altro, lo presi in mano e lo accarezzai, gli soppesai lo scroto e poi avvicinai le labbra alla sua cappella, il sapore non era spiacevole, lo leccai, con passione, sentivo che vibrava tra le mie labbra, e la mia mano che lo impugnava faceva quasi fatica a circondarlo tutto, a dire il vero non ho delle mani molto grandi, mi mise le mani sulla testa e le sue dita si infilarono tra i miei capelli, seguiva il movimento della mia testa ma ad un certo punto mi fermò, si stese sopra di me e mi penetrò con un colpo solo, facendomi anche un po’ male devo dire, poi cominciò a muoversi dentro di me abbastanza velocemente, sempre più a fondo, io lo assecondavo come potevo, poi fece un verso strano e sentii il suo sperma inondarmi la vagina, dopo pochi secondi uscì da me e presami la testa con le mani guidò la mia bocca a riprendere il suo lavoro di prima e mia lingua assaporò il sapore dei nostri umori mischiati.
Non disse una parola ed io neppure, giacemmo stesi vicini con il ritmo dei nostri respiri che si faceva sempre più regolare, poi ricominciammo ad accarezzarci a vicenda baciandoci, le sue dita cercavano sempre più spesso il mio buchino posteriore e capii subito quale era la sua intenzione, di sfuggita lanciai uno sguardo al quadrante luminoso del mio orologio e vidi che era ancora presto, ora nel mio buchino aveva messo due dita e me lo stava allargando ed inumidendo a colpi di lingua, ecco che mi fece girare, mi sollevò un po’ il sederino e puntò il suo pene direttamente lì, questa volta fece piano, entrando un po’ per volta, a piccoli colpi, era doloroso ma………….piacevole e lo fu ancora di più quando arrivò in fondo e poi cominciò a muoversi, con le dita, comunque, continuava a masturbare la mia passerina, ebbi un altro paio di orgasmi prima che anche lui, uscendo da me con il rumore di un tappo di champagne, mi ricoprisse la schiena di sborra calda e densa.
Mi addormentai, abbracciata ad un suo braccio, non so quanto tempo passò ma venni svegliata da lui che mi stava penetrando mentre dormivo, mi sollevò quasi di peso e mi trovai stesa sopra di lui che mi teneva stretta, con le braccia cingeva le mie impedendomi di muovermi ed intanto andava e veniva dentro di me, non ero dispiaciuta ma cercai comunque di divincolarmi, dall’abbraccio intendo, ma era molto forte e non ci riuscii, poi capii, sentii altre mani sul mio sedere, ed un altro pene puntare al mio buchino ancora allargato da prima, cercai di urlare ma , l’unico risultato fu che mi ritrovai la bocca riempita da un terzo pene, mio Dio, pensai, mi stanno violentando e sono in tre.
Una voce, diversa da quella del primo uomo disse :”non fare la stupida, se collabori faremo le cose con calma e ci divertiremo tutti, se no noi ci divertiremo comunque e tu……..rischi di farti male”; riacquistai immediatamente la mia lucidità, il mio cervello analizzò la situazione e mi resi conto che aveva ragione, del resto perché ero andata lì se non per quello? Rilassai il mio corpo ed inizia ad assecondare i loro movimenti, contemporaneamente iniziai a leccare e succhiare quel pene che mi riempiva la bocca, si resero subito conto del fatto che avevo deciso per il meglio, per loro ma, soprattutto, per me; il primo uomo mi lasciò andare le braccia ed io subito riacquistai il mio equilibrio, con una mano accarezzai lo scroto dell’uomo che mi stava davanti e con l’altra mi appoggiai al petto di quello che stava sotto di me, mi faceva male quella doppia penetrazione, ma già sentivo montare il mio primo orgasmo, non so per quanto tempo continuammo la girandola, mi ritrovai anche tutti e tre i membri davanti alla bocca da leccare e da ripulire dalla sborra che avevano versato abbondantemente sul mio corpo, mi accarezzavano, pizzicavano, stringevano, sculacciavano, ogni tanto qualcuno mi penetrava, insomma mi trattavano come una bambola a loro disposizione, non so quanto tempo durò, ormai non contavo più i miei orgasmi, mi faceva male dappertutto e mi………...addormentai.
Al mio risveglio tutte le luci erano accese, potei finalmente guardarmi intorno, l’ambiente era pulito ma completamente spoglio, oltre al letto ed al divano che avevo visto c’erano solo un tavolo e qualche sedia, lì non abitava sicuramente nessuno, mi alzai dal letto barcollando ed andai verso una porta che doveva essere il bagno, lo trovai, mi infilai sotto la doccia senza badare al fatto che l’acqua non era proprio caldissima, stetti lì per un po’, accovacciata per terra, sotto l’acqua che scrosciava il mio corpo si ripuliva ed il dolore, lentamente passava. Recuperai il mio orologio per terra vicino al letto, mi accorsi che erano le 4 del mattino, chissà la Mamma, per fortuna ricordai una cabina telefonica poco distante dal posto dov’ero, la raggiunsi dopo essermi rivestita e rimessa un po’ in ordine, chiamai un taxi e mi feci portare a casa, i miei dormivano, mi infilai in camera mia e subito nel mio bagno dove mi sdraiai nella vasca con i miei sali preferiti, poi senza asciugarmi, direttamente a letto.
Con la scusa di una leggera influenza, passai a letto ed in camera mia i seguenti 4 giorni, usai creme ed unguenti che la mia amica Carla mi aveva procurato, il mio corpo riprese l’aspetto normale, per fortuna la mia abbronzatura naturale nascondeva gli ultimi lividi refrattari ed i miei non si accorsero di niente, intanto però, mentre il mio corpo guariva, io mi interrogavo su me stessa, se ero disposta a questo per avere il mio godimento, ero pronta a tutto, se questa era la mia indole…………….beh, cosi sia.
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