Ritorno a MIlano
di
sophie
genere
orge
Ottobre 1977, sono rientrata a Milano, il mio anno sabbatico è passato, mentre ero in viaggio ho compiuto i miei diciannove anni, un giorno, forse, racconterò quello che ho fatto in questo anno in giro per l’Italia, diciamo solo che ho fatto diverse “esperienze”. Adesso si tratta di accontentare, almeno in parte, Papà e andare all’università, non che ne abbia molta voglia, lui comunque ha già provveduto, sono iscritta al primo anno di ingegneria civile, in Politecnico per adesso, l’unico posto che sto frequentando è il bar della matricola in Piazza Leonardo da Vinci, poi si vedrà.
Al mattino, comunque, esco sempre per andare in università, assisto anche a qualche lezione, non è poi così male, e decido, quindi, perlomeno di provarci.
C’è anche la mensa, ma preferisco andare in Piazza Castello da Viel a bere un paio di frullati poi, di solito, gironzolo un po’ a piedi in centro, è bella Milano, anche d’inverno, il problema è che a volte non so resistere e la mia carta di credito piange, devo spesso ricorrere a Papà per rifornirla, comunque la mia vita scorre abbastanza tranquilla, l’unica cosa che mi manca, in questo periodo è……...il sesso, o almeno, con qualche compagno di università l’ho fatto, ma niente di eclatante, io ho bisogno di qualcosa di più, non è solo l’atto in se, è anche la situazione che …...mi deve coinvolgere.
È venerdì sera, prima di andare a dormire, mentre metto nel portagioie gli orecchini ritrovo quel vecchio bigliettino con il numero di telefono, chissà se…………. sono proprio fuori, cosa vado a pensare, però………………
Mi sveglio tardi, sabato mattina niente università, una bella doccia e poi girovago per casa con addosso solo una vecchia t-shirt, forse non abbastanza grande, comunque sono da sola, anche mamma è fuori, faccio colazione con i soliti corn flakes poi, come al solito, accendo lo stereo e sfoglio qualche rivista di arredamento, la mamma ne compra a quintali, poi , in casa, non cambia mai niente; sono le undici, chissà se a quel numero risponde ancora qualcuno, in effetti sono un po’ titubante ma ……… una voce risponde dopo il terzo squillo, dico il mio nome, gli rammento il cinema, un anno fa………. si ricorda il suo commento è :”ah però!”; gli chiarisco che non ho intenzione di creare problemi, che vorrei………… incontrarlo senza altre sorprese, come l’altra volta, decidiamo per un caffè nel pomeriggio da Gattullo.
Parcheggio la macchina proprio davanti alla pasticceria, lo vedo quasi subito che fuma una sigaretta vicino al posteggio dei taxi, mi sorride, si guarda intorno e mi raggiunge, un bacio sulla guancia ed entriamo. Seduti al tavolino e , dopo aver ordinato lui un caffè io una cioccolata, mi guarda e resta in attesa che io dica qualcosa, gli spiego della mia insoddisfazione, lui annuisce ma non dice niente, mi invita a continuare, gli chiarisco che non sopporto la costrizione e la violenza e lui allora, annuendo ancora, mi dice che va bene, che ci pensa lui, l’appuntamento è per le nove della sera davanti allo stadio di San Siro, lo saluto e torno a casa già eccitata, chissà cosa succederà.
Mi trucco con attenzione, ho ancora i capelli lunghi, li raccolgo in uno chignon, collana ed orecchini di perle, biancheria nera di pizzo, però poi indosso solo il reggicalze con delle calze di seta nere velate, niente slip e niente reggiseno, decolté nere di vernice tacco 10 ed un soprabito sempre nero con la cintura (Valentino), pronta ad uscire, la mamma mi dice che sono bellissima ed io che vado a cena con le amiche e poi a ballare, farò tardi, un bacio e via.
Arrivo puntuale, una macchina mi lampeggia, poi si mette in moto ed io la seguo, per fortuna non c’è molto traffico, arriviamo in centro, Largo Corsia dei Servi, parcheggio sotterraneo, parcheggiamo vicini ed usciamo a piedi, una passeggiata sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele, fino a Piazza del Duomo, poi in Via Torino, sulla destra, in una rientranza, un piccolo cinema d’essai, c’è un cartello “CHIUSO” ma entriamo lo stesso, nella sala stanno proiettando un film porno, almeno, quello che vedo sullo schermo è un gran pompino, intravedo altre quattro o cinque persone, noi ci sediamo nella fila centrale, dove c’è più spazio,quasi a metà sala. Ho ancora il mio soprabito stretto in vita, mentre guardiamo il film, il mio compagno si tocca l’uccello attraverso la stoffa dei pantaloni e, nel frattempo mi accarezza le gambe arrivando presto ad infilarsi sotto il mio soprabito e a toccare la mia passerina già completamente bagnata, mi guardo intorno e vedo che gli altri spettatori si sono fatti più vicini ed attenti,ora guardano noi, non lo schermo, lui mi sta masturbando, poi si slaccia i pantaloni, estrae il suo membro già irrigidito e, mettendomi una mano sulla testa la guida ad imboccarlo, inizio a leccarlo lentamente, succhiandolo e bagnandolo con la mia saliva, gli lambisco anche lo scroto con la lingua, gli mordicchio il filetto, sento che sta per esplodere, lo voglio bere tutto, finalmente ecco che arriva, calda, densa e…..abbondante, non ne perdo una goccia, sembra soddisfatto, ora li ho tutti intorno, i membri tra le loro mani, ecco cosa mi aspetta, il mio corpo usato per il loro ….ed il mio piacere.
Lui mi fa alzare e togliere il soprabito, ora sono praticamente nuda davanti ai loro occhi, mi fa inginocchiare sul mio sedile rivolta all’indietro, nella fila dietro la nostra un uomo in piedi mostra il suo uccello alla mia bocca che se ne appropria subito, intanto sento delle dita rovistare nella mia passerina, la allargano, sento una cappella appoggiarcisi contro e poi la spinta, ecco, il primo è dentro di me, devo tenermi con forza alla spalliera del sedile, le sue spinte sono possenti, ma la mia bocca non lascia la preda, spinge sempre di più, sempre più velocemente, poi delle dita si infilano nel mio culetto, lo allargano, l’uomo dentro di me esce all’improvviso per poi rientrare subito dopo dalla porta di servizio, mamma che dolore, è stato improvviso, ma dopo poco, che bello, sento la sua sborra schizzare nel mio sfintere, e, quasi contemporaneamente, mentre apro la bocca per urlare il mio piacere, quello di fronte a me mi schizza sulla lingua, ecco quello che cercavo.
Ora il mio primo compagno mi prende e, quasi sollevandomi mi fa sedere sul suo cazzo di nuovo duro, lo infila nel mio culetto, comincio a ballonzolare su e giù, non mi fa male, non è grandissimo, ma il mio piacere quello sì, ma non basta ancora, un altro mi prende per le caviglie allargandomi ancora di più le gambe e si infila tra le mie cosce puntando alla mia passerina implume, ecco che entra dentro di me, che sensazione, due membri che quasi si toccano, separati solo da una membrana della mia carne, con la testa all’indietro miagolo come una gatta, ma non basta ancora, mentre il mio compagno sotto di me mi strapazza i seni, mi trovo due membri davanti alla faccia, i loro proprietari devono essere saliti in piedi sulle poltrone al nostro fianco, mi do subito da fare con la lingua, ma è difficile con due che ti trapanano e sembra vogliano sfondarti, è bellissimo, meraviglioso, mi ritrovo , da li a poco, piena di sborra, su tutto il corpo, me la spalmo con le dita che poi mi porto alle labbra, che splendida serata.
C’è lo scambio dei ruoli o, per meglio dire, dei posti, e, di nuovo devo “subire “ un nuovo assalto, ma non mi dispiace affatto, sono li per questo, sono li per godere.
Il film è finito, tutti se ne sono andati, anche il mio compagno, io sono semi sdraiata su una poltrona, tutta impiastricciata a riprendere fiato, con un sospiro mi alzo, prendo il mio soprabito e vado in bagno, con delle salviette di carta mi ripulisco un po’ e con il mio necessaire mi sistemo il trucco, indosso il soprabito ed esco, nella hall del cinema la porta è chiusa, e adesso, da dove accidenti esco, un uomo arriva da dietro una tenda e mi dice di passare di lè, perché la porta principale è chiusa con il catenaccio, lo seguo e saliamo un piccola scala a chiocciola in ferro, mi ritrovo in una stanzetta con un proiettore, una branda ed un’altra porta che immagino dia all’esterno e mi dirigo verso quella, l’uomo dietro di me, però mi dice :”ah, signorina, dimenticavo, lei non ha pagato il biglietto”, mi volto a guardarlo e vedo che si tiene il membro con una mano, un sospiro e …….tolgo il soprabito, è una lunga notte.
Al mattino, comunque, esco sempre per andare in università, assisto anche a qualche lezione, non è poi così male, e decido, quindi, perlomeno di provarci.
C’è anche la mensa, ma preferisco andare in Piazza Castello da Viel a bere un paio di frullati poi, di solito, gironzolo un po’ a piedi in centro, è bella Milano, anche d’inverno, il problema è che a volte non so resistere e la mia carta di credito piange, devo spesso ricorrere a Papà per rifornirla, comunque la mia vita scorre abbastanza tranquilla, l’unica cosa che mi manca, in questo periodo è……...il sesso, o almeno, con qualche compagno di università l’ho fatto, ma niente di eclatante, io ho bisogno di qualcosa di più, non è solo l’atto in se, è anche la situazione che …...mi deve coinvolgere.
È venerdì sera, prima di andare a dormire, mentre metto nel portagioie gli orecchini ritrovo quel vecchio bigliettino con il numero di telefono, chissà se…………. sono proprio fuori, cosa vado a pensare, però………………
Mi sveglio tardi, sabato mattina niente università, una bella doccia e poi girovago per casa con addosso solo una vecchia t-shirt, forse non abbastanza grande, comunque sono da sola, anche mamma è fuori, faccio colazione con i soliti corn flakes poi, come al solito, accendo lo stereo e sfoglio qualche rivista di arredamento, la mamma ne compra a quintali, poi , in casa, non cambia mai niente; sono le undici, chissà se a quel numero risponde ancora qualcuno, in effetti sono un po’ titubante ma ……… una voce risponde dopo il terzo squillo, dico il mio nome, gli rammento il cinema, un anno fa………. si ricorda il suo commento è :”ah però!”; gli chiarisco che non ho intenzione di creare problemi, che vorrei………… incontrarlo senza altre sorprese, come l’altra volta, decidiamo per un caffè nel pomeriggio da Gattullo.
Parcheggio la macchina proprio davanti alla pasticceria, lo vedo quasi subito che fuma una sigaretta vicino al posteggio dei taxi, mi sorride, si guarda intorno e mi raggiunge, un bacio sulla guancia ed entriamo. Seduti al tavolino e , dopo aver ordinato lui un caffè io una cioccolata, mi guarda e resta in attesa che io dica qualcosa, gli spiego della mia insoddisfazione, lui annuisce ma non dice niente, mi invita a continuare, gli chiarisco che non sopporto la costrizione e la violenza e lui allora, annuendo ancora, mi dice che va bene, che ci pensa lui, l’appuntamento è per le nove della sera davanti allo stadio di San Siro, lo saluto e torno a casa già eccitata, chissà cosa succederà.
Mi trucco con attenzione, ho ancora i capelli lunghi, li raccolgo in uno chignon, collana ed orecchini di perle, biancheria nera di pizzo, però poi indosso solo il reggicalze con delle calze di seta nere velate, niente slip e niente reggiseno, decolté nere di vernice tacco 10 ed un soprabito sempre nero con la cintura (Valentino), pronta ad uscire, la mamma mi dice che sono bellissima ed io che vado a cena con le amiche e poi a ballare, farò tardi, un bacio e via.
Arrivo puntuale, una macchina mi lampeggia, poi si mette in moto ed io la seguo, per fortuna non c’è molto traffico, arriviamo in centro, Largo Corsia dei Servi, parcheggio sotterraneo, parcheggiamo vicini ed usciamo a piedi, una passeggiata sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele, fino a Piazza del Duomo, poi in Via Torino, sulla destra, in una rientranza, un piccolo cinema d’essai, c’è un cartello “CHIUSO” ma entriamo lo stesso, nella sala stanno proiettando un film porno, almeno, quello che vedo sullo schermo è un gran pompino, intravedo altre quattro o cinque persone, noi ci sediamo nella fila centrale, dove c’è più spazio,quasi a metà sala. Ho ancora il mio soprabito stretto in vita, mentre guardiamo il film, il mio compagno si tocca l’uccello attraverso la stoffa dei pantaloni e, nel frattempo mi accarezza le gambe arrivando presto ad infilarsi sotto il mio soprabito e a toccare la mia passerina già completamente bagnata, mi guardo intorno e vedo che gli altri spettatori si sono fatti più vicini ed attenti,ora guardano noi, non lo schermo, lui mi sta masturbando, poi si slaccia i pantaloni, estrae il suo membro già irrigidito e, mettendomi una mano sulla testa la guida ad imboccarlo, inizio a leccarlo lentamente, succhiandolo e bagnandolo con la mia saliva, gli lambisco anche lo scroto con la lingua, gli mordicchio il filetto, sento che sta per esplodere, lo voglio bere tutto, finalmente ecco che arriva, calda, densa e…..abbondante, non ne perdo una goccia, sembra soddisfatto, ora li ho tutti intorno, i membri tra le loro mani, ecco cosa mi aspetta, il mio corpo usato per il loro ….ed il mio piacere.
Lui mi fa alzare e togliere il soprabito, ora sono praticamente nuda davanti ai loro occhi, mi fa inginocchiare sul mio sedile rivolta all’indietro, nella fila dietro la nostra un uomo in piedi mostra il suo uccello alla mia bocca che se ne appropria subito, intanto sento delle dita rovistare nella mia passerina, la allargano, sento una cappella appoggiarcisi contro e poi la spinta, ecco, il primo è dentro di me, devo tenermi con forza alla spalliera del sedile, le sue spinte sono possenti, ma la mia bocca non lascia la preda, spinge sempre di più, sempre più velocemente, poi delle dita si infilano nel mio culetto, lo allargano, l’uomo dentro di me esce all’improvviso per poi rientrare subito dopo dalla porta di servizio, mamma che dolore, è stato improvviso, ma dopo poco, che bello, sento la sua sborra schizzare nel mio sfintere, e, quasi contemporaneamente, mentre apro la bocca per urlare il mio piacere, quello di fronte a me mi schizza sulla lingua, ecco quello che cercavo.
Ora il mio primo compagno mi prende e, quasi sollevandomi mi fa sedere sul suo cazzo di nuovo duro, lo infila nel mio culetto, comincio a ballonzolare su e giù, non mi fa male, non è grandissimo, ma il mio piacere quello sì, ma non basta ancora, un altro mi prende per le caviglie allargandomi ancora di più le gambe e si infila tra le mie cosce puntando alla mia passerina implume, ecco che entra dentro di me, che sensazione, due membri che quasi si toccano, separati solo da una membrana della mia carne, con la testa all’indietro miagolo come una gatta, ma non basta ancora, mentre il mio compagno sotto di me mi strapazza i seni, mi trovo due membri davanti alla faccia, i loro proprietari devono essere saliti in piedi sulle poltrone al nostro fianco, mi do subito da fare con la lingua, ma è difficile con due che ti trapanano e sembra vogliano sfondarti, è bellissimo, meraviglioso, mi ritrovo , da li a poco, piena di sborra, su tutto il corpo, me la spalmo con le dita che poi mi porto alle labbra, che splendida serata.
C’è lo scambio dei ruoli o, per meglio dire, dei posti, e, di nuovo devo “subire “ un nuovo assalto, ma non mi dispiace affatto, sono li per questo, sono li per godere.
Il film è finito, tutti se ne sono andati, anche il mio compagno, io sono semi sdraiata su una poltrona, tutta impiastricciata a riprendere fiato, con un sospiro mi alzo, prendo il mio soprabito e vado in bagno, con delle salviette di carta mi ripulisco un po’ e con il mio necessaire mi sistemo il trucco, indosso il soprabito ed esco, nella hall del cinema la porta è chiusa, e adesso, da dove accidenti esco, un uomo arriva da dietro una tenda e mi dice di passare di lè, perché la porta principale è chiusa con il catenaccio, lo seguo e saliamo un piccola scala a chiocciola in ferro, mi ritrovo in una stanzetta con un proiettore, una branda ed un’altra porta che immagino dia all’esterno e mi dirigo verso quella, l’uomo dietro di me, però mi dice :”ah, signorina, dimenticavo, lei non ha pagato il biglietto”, mi volto a guardarlo e vedo che si tiene il membro con una mano, un sospiro e …….tolgo il soprabito, è una lunga notte.
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