Uno sconosciuto nella notte.

di
genere
incesti

La finestra della camera da letto era aperta e il vento fresco mi sfiorava la pelle, le lenzuola erano profumate ed il cuscino soffice come il velluto. Che bella sensazione, di pulito e pace. Quando nel sonno sentii un leggero rumore di una porta che si apre, lo ignorai, esso venne seguito da un respiro silenzioso ma affannato, c'era qualcuno che si stava avvicinando a me... da quel leggero sonno mi svegliai senza farlo notare e aprii leggermente le palpebre, l'ombra di una mano era su di me. Rimasi immobilizzata dalla paura, la mano si appoggio sul mio seno, il respiro della persona si fece più affannoso. C'era solo la luce della luna ad illuminare la stanza e questa figura era nella penombra, la sua mano era dolce e stava toccando i miei seni lentamente, il suo volto si avvicinò al mio, diede un bacio sulle mie labbra, poi ci fu un cigolio e fuggì.
Ecco che mi alzai di soprassalto guardandomi attorno, chi era quella figura? Perché era lì? Passai la notte a girare per la stanza in cerca di un indizio, poi a guardare fuori dalla finestra. Arrivò l'alba e i raggi del sole illuminarono la la camera e mi saltò all'occhio un particolare che nel buio della notte non avevo notato, un po' di terra stava accanto al mio letto, terra molto scura e sabbiosa. Soddisfatta di aver trovato qualcosa di concreto andai al letto e dormii per le seguenti due ore fino a quando mia madre non mi chiamò per la colazione. Scesa in giardino guardai com'era la terra, non era la stessa, troppo chiara ed umida, anche quella delle case circostanti era così. Aspettai la notte sperando che lui tornasse. Misi il cellulare a registrare un video nascosto fra i libri prima di andare a dormire. Non riuscivo ad addormentarmi, l'ansia mista a eccitazione era troppa, ma verso l'una di notte mi addormentai di colpo, ecco che la porta si aprì. I passi e il respiro affannoso mi svegliarono, sentii chiudere a chiave la porta, come la scorsa notte divenni di pietra per la paura, persi la capacità di muovere il mio corpo e iniziai a sudare. Aprii gli occhi e gridai con tutto il fiato che avevo in gola, ma lui mi schiaccio un asciugamano davanti alla bocca per non far sentire l'urlo. Era vestito con la divisa da calciatore e aveva anche gli scarpini sporchi di terra, terra scura e sabbiosa. La divisa aveva i colori della Roma, come quella di mio fratello, tutti i miei sogni erotici andarono in frantumi. “Che cazzo fai? Porca puttana!” sussurrai furiosa. Lui non rispose. “Lo dirò a mamma e papà sai?” continuai, lui nulla. “Da ora dovrai fare tutto quello che dico io se non vuoi che spifferi tutto...”, il suo volto mutò in una smorfia di ansia. “Non dirgli niente...” riuscì a sibilare. Ci guardammo negli occhi. “Ma perché te ne vai in giro a l'una di notte con la tuta di calcio?” gli domandai ridendo. “Meglio se non lo sai...” mi consigliò, “Vuoi che lo dica a mamma e papà?”, “Va bene cazzo... ecco... ero eccitato e vestito così mi sono strusciato addosso ad Alessia mentre eravamo nella calca... e farmi una sega così era... eccitante... ma ecco... non mi bastava...”.
“Che pena...” bisbigliai, “Ma vaffanculo...” mi inveì contro “Parla quella che si eccita per uno “sconosciuto.”.
Lo guardai negli occhi, “Sei vergine eh?” chiesi seria, lui mi imbronciò, poi però annuì, mi avvicinai a lui, e gli abbassai i pantaloncini e le mutande, lui mi guardò allibito, aveva un pisello di ragguardevoli dimensioni... lo bacia sulla punta poi lo ingoiai e lentamente mi misi a succhiarlo.

Se volete sapere cos'è successo poi scrivetelo nei commenti.
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scritto il
2022-06-10
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