L’anonima vicina 2 - La donna con la sFiga
di
Davide Autore
genere
trio
Alberto pensava da giorni al rapporto avuto con la vicina di casa, in quel momento non sapeva neppure il nome ma chiedendolo alla madre scoprì essere Enrica Bendio. E già era un ben di Dio secondo il ragazzo. Erano giorni che non la vedeva dopo quello che era successo la bramava, la desiderava più di qualsiasi altra cosa al mondo; quella figa l’aveva ammaliato e reso un burattino. Scoprì pure che non era sposata ne aveva figli, non sapeva il lavoro che svolgeva ma era sicuro che vivesse una vita agiata e piena di lussi.
Passarono altri giorni in cui il giovane si segava sui ricordi di lei, fino a quando non si fece rivedere. Questa volta senza scuse e senza fronzoli, gli disse subito che voleva scopare con lui e lo voleva fare subito, aveva bisogno di un cazzo che la farcisse.
Iniziarono i preliminari, una carezza un bacio e poi giù di pompino feroce e ingordo da parte di lei, prese a baciargli tutta la cappella rossa e fremente, leccò tutto il contorno della stessa e fini con ingoiare tutto l’arnese del ragazzo.
«Ora mettimelo dentro»
«Come mai hai tutta questa fretta?»
«Tra poco inizio a lavorare e ho fretta, dai su scopami»
Alberto non se lo fece ripetere due volte, la prese da dietro mentre lei era a 90 gradi appoggiata al tavolo, andava spedito e mentre lei godeva lui pensava, pensava che andava tutto troppo di fretta e che c’era qualcosa sotto che lui non sapeva.
Venne molto velocemente, Enrica se ne rese conto e chiese spiegazioni.
«Stai male? L’altra sera eri più energico»
«Mi nascondi qualcosa»
«Se te lo dico mi scoperai come si deve?»
«Certo»
«Perfetto, aspetto una amica e devo scopare con lei, per questo ho fretta».
«Ah… Non mi aspettavo una cosa del genere»
«Ti vuoi unire a noi?»
Il ragazzo rispose si senza neanche pensarci.
Nel frattempo che aspettavano l’arrivo dell’amica i due si stuzzicavano con toccatine e masturbazioni. Erano passati circa trenta minuti e finalmente l’amica arrivò.
Alberto rimase sorpreso nel vedere la sua amica e compagna universitaria Elisabetta, di soli vent’anni.
Elisabetta era una ragazza un po’ robusta con un gran seno, ed era bisex. Saltarono subito i convenevoli ed Enrica mise subito la lingua in gola alla ragazza ventenne, «Alberto per ora guardaci, e segati», - disse Enrica. Cosi il ragazzo fece; si abbassò i pantaloni e tirò fuori il pene iniziando a menarselo.
Elisabetta si mise nuda e con calma quasi snervante iniziò a baciare il corpo dell’amante, si soffermò sui seni e sulle natiche. Pian piano le due iniziavano a penetrarsi con le dita e gioire come puledre in calore, Enrica tolse fuori un dildo che usò per penetrare meglio la giovane amica, che, nel frattempo si era messa a pecora. Mentre le due ci davano dentro Alberto si segava, avendo paura di sborrare subito; per questo si diede una calmata, desiderava tuttavia mettersi in mezzo, e, chiavare prima una e poi l’altra… Non poteva farlo quelle due lo provocavano con gesti e sguardi che lo rendevano marmoreo in un istante… Passarono i minuti e quando le due stavano sforbiciando, lui si alzò agitato prese per una gamba Enrica la tirò a sé e la penetrò, la donna gli diceva di lasciarla andare ma lui continuava e sotto sotto a lei andava bene, diceva di no soltanto per farlo incazzare, Elisabetta mise il suo grosso culo sopra la faccia di Enrica e si lasciò leccare come una vacca. Alberto cambiò posizione ponendosi di lato, precisamente a sinistra. Penetrandola lentamente, si poteva sentire benissimo il rumore prodotto dall’attrito tra il pene e la vagina… Lentamente sempre più lentamente per poi riprendere velocità e andarci forte. La donna urlava di gioia e senza rendersene conto stava implorando il cielo di farlo continuare. Elisabetta si sollevata dal viso di Enrica, ora stava masturbandosi con il dildo viola dell’amica.
«SCOPAMI PIÙ FORTE CAZZO»
«ZITTA SEGUIRAI I MIEI TEMPI»
«NO LURIDO BASTARDO VAI PIÙ FORTE, ORA!»
«È INUTILE CHE URLI, NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUELLO CHE DICI, FAI SILENZIO E BASTA INUTILE VACCA».
Il ragazzo caricava velocemente la donna, con colpi sempre più veloci e potenti… Ormai mancava poco per sborrarle dentro.
«Ci sono anche io dai!» Elisabetta esclamò.
Ma agli altri due non fregava nulla, andavano sempre più forti. Enrica cambiò anche la posizione mettendosi seduta su di lui e cavalcandolo come un amazzone farebbe con il suo stallone e tra un «CAZZO SI» e un «VOGLIO LA TUA SBORRA» i due raggiunsero l’apice del piacere, lei squirtò pesantemente e lui sborrò dentro di lei, senza aver paura di metterla incinta.
Elisabetta fu l’unica a non essere penetrata de Alberto, almeno per ora…
Alberto e Enrica guardandosi dissero simultaneamente a gran voce: «CHE DONNA SFIGATA», verso Elisabetta, per poi baciarsi e darsi appuntamento per il fine settimana.
CONTINUA
Se la storia vi è piaciuta lasciate un commento. Potete seguirmi su telegram (dove metto i miei lavori) se vi interessa il link lo trovate nei commenti ( sono l’utente Davide autore) Grazie.
Passarono altri giorni in cui il giovane si segava sui ricordi di lei, fino a quando non si fece rivedere. Questa volta senza scuse e senza fronzoli, gli disse subito che voleva scopare con lui e lo voleva fare subito, aveva bisogno di un cazzo che la farcisse.
Iniziarono i preliminari, una carezza un bacio e poi giù di pompino feroce e ingordo da parte di lei, prese a baciargli tutta la cappella rossa e fremente, leccò tutto il contorno della stessa e fini con ingoiare tutto l’arnese del ragazzo.
«Ora mettimelo dentro»
«Come mai hai tutta questa fretta?»
«Tra poco inizio a lavorare e ho fretta, dai su scopami»
Alberto non se lo fece ripetere due volte, la prese da dietro mentre lei era a 90 gradi appoggiata al tavolo, andava spedito e mentre lei godeva lui pensava, pensava che andava tutto troppo di fretta e che c’era qualcosa sotto che lui non sapeva.
Venne molto velocemente, Enrica se ne rese conto e chiese spiegazioni.
«Stai male? L’altra sera eri più energico»
«Mi nascondi qualcosa»
«Se te lo dico mi scoperai come si deve?»
«Certo»
«Perfetto, aspetto una amica e devo scopare con lei, per questo ho fretta».
«Ah… Non mi aspettavo una cosa del genere»
«Ti vuoi unire a noi?»
Il ragazzo rispose si senza neanche pensarci.
Nel frattempo che aspettavano l’arrivo dell’amica i due si stuzzicavano con toccatine e masturbazioni. Erano passati circa trenta minuti e finalmente l’amica arrivò.
Alberto rimase sorpreso nel vedere la sua amica e compagna universitaria Elisabetta, di soli vent’anni.
Elisabetta era una ragazza un po’ robusta con un gran seno, ed era bisex. Saltarono subito i convenevoli ed Enrica mise subito la lingua in gola alla ragazza ventenne, «Alberto per ora guardaci, e segati», - disse Enrica. Cosi il ragazzo fece; si abbassò i pantaloni e tirò fuori il pene iniziando a menarselo.
Elisabetta si mise nuda e con calma quasi snervante iniziò a baciare il corpo dell’amante, si soffermò sui seni e sulle natiche. Pian piano le due iniziavano a penetrarsi con le dita e gioire come puledre in calore, Enrica tolse fuori un dildo che usò per penetrare meglio la giovane amica, che, nel frattempo si era messa a pecora. Mentre le due ci davano dentro Alberto si segava, avendo paura di sborrare subito; per questo si diede una calmata, desiderava tuttavia mettersi in mezzo, e, chiavare prima una e poi l’altra… Non poteva farlo quelle due lo provocavano con gesti e sguardi che lo rendevano marmoreo in un istante… Passarono i minuti e quando le due stavano sforbiciando, lui si alzò agitato prese per una gamba Enrica la tirò a sé e la penetrò, la donna gli diceva di lasciarla andare ma lui continuava e sotto sotto a lei andava bene, diceva di no soltanto per farlo incazzare, Elisabetta mise il suo grosso culo sopra la faccia di Enrica e si lasciò leccare come una vacca. Alberto cambiò posizione ponendosi di lato, precisamente a sinistra. Penetrandola lentamente, si poteva sentire benissimo il rumore prodotto dall’attrito tra il pene e la vagina… Lentamente sempre più lentamente per poi riprendere velocità e andarci forte. La donna urlava di gioia e senza rendersene conto stava implorando il cielo di farlo continuare. Elisabetta si sollevata dal viso di Enrica, ora stava masturbandosi con il dildo viola dell’amica.
«SCOPAMI PIÙ FORTE CAZZO»
«ZITTA SEGUIRAI I MIEI TEMPI»
«NO LURIDO BASTARDO VAI PIÙ FORTE, ORA!»
«È INUTILE CHE URLI, NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUELLO CHE DICI, FAI SILENZIO E BASTA INUTILE VACCA».
Il ragazzo caricava velocemente la donna, con colpi sempre più veloci e potenti… Ormai mancava poco per sborrarle dentro.
«Ci sono anche io dai!» Elisabetta esclamò.
Ma agli altri due non fregava nulla, andavano sempre più forti. Enrica cambiò anche la posizione mettendosi seduta su di lui e cavalcandolo come un amazzone farebbe con il suo stallone e tra un «CAZZO SI» e un «VOGLIO LA TUA SBORRA» i due raggiunsero l’apice del piacere, lei squirtò pesantemente e lui sborrò dentro di lei, senza aver paura di metterla incinta.
Elisabetta fu l’unica a non essere penetrata de Alberto, almeno per ora…
Alberto e Enrica guardandosi dissero simultaneamente a gran voce: «CHE DONNA SFIGATA», verso Elisabetta, per poi baciarsi e darsi appuntamento per il fine settimana.
CONTINUA
Se la storia vi è piaciuta lasciate un commento. Potete seguirmi su telegram (dove metto i miei lavori) se vi interessa il link lo trovate nei commenti ( sono l’utente Davide autore) Grazie.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
L’anonima vicinaracconto sucessivo
Non c’è cosa più divina della troia di mia cugina.
Commenti dei lettori al racconto erotico