L’anonima vicina
di
Davide Autore
genere
etero
Alberto era un ragazzo che per motivi di studio viveva ancora con la madre, aveva ventitré anni e quel giorno restò a casa senza far un beato nulla.
La madre non c’era poiché stava dalla nonna e il padre invece stava a lavoro, e visto che stava solo aveva deciso di masturbarsi sull’ultimo video della pornostar più in voga. Prese il suo smartphone scelse il video e iniziò a toccarsi il pene. L’organo iniziava a gonfiarsi e rendersi duro, il ragazzo ci dava dentro; sognava di metterlo in gola alla ragazza del video per poi fare un bell’anale. Nel mentre che si stava segando suonarono alla porta, preso dalla paura spense tutto e cercò un minuto per far calmare l’erezione, appena il pene si calmò andò ad aprire la porta.
Ad aspettarlo fuori c’era la vicina quarantenne, la signora Roberta; che vedendolo ammiccò un mezzo sorrisetto.
«Scusami Alberto c’è tua madre?»
«No mi spiace, posso sapere perché la cerca?»
«Oh certamente, vedi mi servirebbe un po’ di zucchero»
«Lo doveva dire subito, se attende gliene do un po’»
Detto ciò si diresse in cucina a prendere giusto un po’ di zucchero, al ritorno vide negli occhi della signora un qualcosa che lo portò ad avere pensieri osceni.
«Ecco a lei»
«Ti ringrazio non vorrei abusare delle tua gentilezza tuttavia mi domandavo se potevi venire a casa, perché ho il televisore che non prende, potresti aiutarmi?»
«Certo non si preoccupi».
I due entrarono a casa e Alberto vide che la televisione aveva problemi di segnale, alla domanda della vicina se voleva un qualcosa da bere lui rispose di sì, nel frattempo lui cercava un modo per far tornare il segnale.
«Ecco a te Alberto».
Il ragazzo si girò e la vide nuda, il suo corpo era davvero molto bello e sodo, aveva una quarta, i capezzoli erano color rosa pallido e molto grandi, le sue curve erano perfette e davano un senso da cavalcatrice, la sua vagina era perfettamente rasata; con le grandi labbra che aspettavano soltanto d’essere baciate e accarezzate.
«Signora ma… Io vede».
«Suvvia non fare il timido, ho visto quando mi hai aperto la porta che avevi una leggere erezione, forza fammelo vedere».
Si diresse verso di lui lo baciò e nel mentre mise una mano dentro i pantaloncini di lui, massaggiandogli le palle. Il ragazzo sentiva la mano calda di lei che toccava il perineo causandogli una poderosa erezione, scese i pantaloni e si ritrovò il pene grosso e turgida davanti alla sua bocca, iniziò cosi un sonoro pompino senza mani, la donna ci dava dentro con vigore ed energia, non le bastava mai. Ad Alberto stavano mancando le forze; le gambe erano diventate inesistenti doveva sedersi o sarebbe caduto come un sacco di patate.
«Ora stai più comodo caro? Fatti leccare un po’ le palle e poi sbattimi come un troia»
«No in verità voglio la tua figa, e la voglio subito».
«Mi spiace ma non l’avrai, puoi avere il mio culo, ma, la figa no!»
«Fai la schizzinosa?»
«La figa la do solo a chi mi scopa bene il culo»
Il ragazzo la prese dai fianchi e la mise a pecorina, leccò bene il buco del culo, per farlo aprire bene ci mise prima lentamente un dito e quando ara abbastanza aperto ne inserì un altro per essere sicuro che il pene entrasse, in tutto questo lei ansimava e gioiva. Era il primo anale per Alberto dunque ci andò parecchio piano, mise prima la punta e poi lentamente tutto il tronco, lavorava di bacino e la vicina iniziava a sentirlo ben dentro di lei.
«Sono un puttana scopami tutta»
«Fa silenzio troia»
«Vuoi picchiarmi? Fallo stronzo impotente»
«Impotente a chi? Ti sto scopando come un lurida maiala»
Alberto preso dalla foga iniziò a prenderla a schiaffi e insulti, il sedere di lei era completamente rosso, ma a lui non bastava. La prese per i capelli e la tirò a sé, la scopava forte, sempre di più.
La vicina chiese pietà e chiese di essere sborrata sulle tette, fu accontentata.
«Bene mi sono meritato la figa?»
«Forse».
Continua
La madre non c’era poiché stava dalla nonna e il padre invece stava a lavoro, e visto che stava solo aveva deciso di masturbarsi sull’ultimo video della pornostar più in voga. Prese il suo smartphone scelse il video e iniziò a toccarsi il pene. L’organo iniziava a gonfiarsi e rendersi duro, il ragazzo ci dava dentro; sognava di metterlo in gola alla ragazza del video per poi fare un bell’anale. Nel mentre che si stava segando suonarono alla porta, preso dalla paura spense tutto e cercò un minuto per far calmare l’erezione, appena il pene si calmò andò ad aprire la porta.
Ad aspettarlo fuori c’era la vicina quarantenne, la signora Roberta; che vedendolo ammiccò un mezzo sorrisetto.
«Scusami Alberto c’è tua madre?»
«No mi spiace, posso sapere perché la cerca?»
«Oh certamente, vedi mi servirebbe un po’ di zucchero»
«Lo doveva dire subito, se attende gliene do un po’»
Detto ciò si diresse in cucina a prendere giusto un po’ di zucchero, al ritorno vide negli occhi della signora un qualcosa che lo portò ad avere pensieri osceni.
«Ecco a lei»
«Ti ringrazio non vorrei abusare delle tua gentilezza tuttavia mi domandavo se potevi venire a casa, perché ho il televisore che non prende, potresti aiutarmi?»
«Certo non si preoccupi».
I due entrarono a casa e Alberto vide che la televisione aveva problemi di segnale, alla domanda della vicina se voleva un qualcosa da bere lui rispose di sì, nel frattempo lui cercava un modo per far tornare il segnale.
«Ecco a te Alberto».
Il ragazzo si girò e la vide nuda, il suo corpo era davvero molto bello e sodo, aveva una quarta, i capezzoli erano color rosa pallido e molto grandi, le sue curve erano perfette e davano un senso da cavalcatrice, la sua vagina era perfettamente rasata; con le grandi labbra che aspettavano soltanto d’essere baciate e accarezzate.
«Signora ma… Io vede».
«Suvvia non fare il timido, ho visto quando mi hai aperto la porta che avevi una leggere erezione, forza fammelo vedere».
Si diresse verso di lui lo baciò e nel mentre mise una mano dentro i pantaloncini di lui, massaggiandogli le palle. Il ragazzo sentiva la mano calda di lei che toccava il perineo causandogli una poderosa erezione, scese i pantaloni e si ritrovò il pene grosso e turgida davanti alla sua bocca, iniziò cosi un sonoro pompino senza mani, la donna ci dava dentro con vigore ed energia, non le bastava mai. Ad Alberto stavano mancando le forze; le gambe erano diventate inesistenti doveva sedersi o sarebbe caduto come un sacco di patate.
«Ora stai più comodo caro? Fatti leccare un po’ le palle e poi sbattimi come un troia»
«No in verità voglio la tua figa, e la voglio subito».
«Mi spiace ma non l’avrai, puoi avere il mio culo, ma, la figa no!»
«Fai la schizzinosa?»
«La figa la do solo a chi mi scopa bene il culo»
Il ragazzo la prese dai fianchi e la mise a pecorina, leccò bene il buco del culo, per farlo aprire bene ci mise prima lentamente un dito e quando ara abbastanza aperto ne inserì un altro per essere sicuro che il pene entrasse, in tutto questo lei ansimava e gioiva. Era il primo anale per Alberto dunque ci andò parecchio piano, mise prima la punta e poi lentamente tutto il tronco, lavorava di bacino e la vicina iniziava a sentirlo ben dentro di lei.
«Sono un puttana scopami tutta»
«Fa silenzio troia»
«Vuoi picchiarmi? Fallo stronzo impotente»
«Impotente a chi? Ti sto scopando come un lurida maiala»
Alberto preso dalla foga iniziò a prenderla a schiaffi e insulti, il sedere di lei era completamente rosso, ma a lui non bastava. La prese per i capelli e la tirò a sé, la scopava forte, sempre di più.
La vicina chiese pietà e chiese di essere sborrata sulle tette, fu accontentata.
«Bene mi sono meritato la figa?»
«Forse».
Continua
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La ragazza pudicaracconto sucessivo
L’anonima vicina 2 - La donna con la sFiga
Commenti dei lettori al racconto erotico