Adrian - Strada Nucului- Pitesti 2
di
Avventurosso
genere
gay
Mi sono appisolato anche se a fatica respirando non troppo bene , con palla in bocca bavaglio e stracci sopra.
Dietro ad una barriera di frutta.
Il cassone è refrigerato e gli stracci addosso mi danno un parziale sollievo.
Sono tutto dolorante per quanto patito in casa da parte di Vasile e dei miei due ex amici.
Che spero di non vedere più.
Sento il camion che si ferma, Vasile dovrà andare in bagno.
Pia illusione, sento che si apre il cassone e Vasile entra, passa attraverso la barriera di frutta e mi scopre mi prende per i capelli e mi mette in ginocchio.
Toglie bavaglio e pallina e mi piscia in bocca, al gusto del suo piscio ci sono abituato e con l’arsura che avevo mi sembra un ottima bibita.
Mi dice che siamo quasi al confine, visioneranno il carico e se farò dei rumori attirando l’attenzione dei doganieri, lui sarà arrestato ma ci sarà chi sistemerà le cose con me.
Col pollice traccia una striscia sul suo collo.
Col cazzo ancora fuori mezzo duro, ora vuole sborrare.
Mi prende la testa e comincia a copiarmi la gola.
Non riesco a respirare e produco un fiume di saliva che mi cola addosso e ne riveste il cazzo.
Sento il cazzo gonfiarsi e qualche istante dopo la bocca si riempie di sborra che devo ingoiare perché Vasile lascia che il cazzo si smolli in bocca.
Mi riavverte di stare zitto, mi rimette pallina e bavaglio mi ributta sotto gli stracci e se ne va.
Il camion riparte.
A Gorizia il primo varco di confine, sono passate altre 4 ore dall’avviso di Vasile.
Siamo in coda per entrare nell’ autoporto.
Parcheggiamo e la Polizia di frontiera sale a verificare il carico. Tutto ok. Scendono e danno il benestare per ripartire.
Vasile si rimette in strada e dopo alcuni chilometri si ferma. Questa volta non viene a dissetarmi. Peccato. Avevo sete.
Ripartiamo credo sia ormai notte.
Tra qualche ora ci dovrebbe essere un altra frontiera.
Vasile si ferma in un grosso parcheggio e viene nel cassone. Mi slega, mi toglie tutto e mi fa scendere.
Finalmente vedo la luce.
Mi fa sgranchire le gambe e mi porta nei cessi del parcheggio.
Ci sono una decina di camionisti di tutte le nazionalità.
Non mi fa spogliare per non fare vedere le condizioni del corpo, basta l’occhio nero.
Parla coi camionisti che sembrano interessati a svuotarsi solo in bocca.
Non riesco a quantificare in quanti hanno svuotato palle e vescica nella mia gola.
Dopo due ore ero vicino a vomitare tutto.
Vasile a quel punto mi riporta sul camion e mi riprepara per passare il confine successivo.
A Dragogna nuovo confine da attraversare. Anche a questo confine tutto ok.
Ora siamo diretti all’ultimo confine, Croazia Romania.
Attraversiamo il confine a Vukovar.
Dopo diversi chilometri Vasile si ferma da alcuni suoi parenti.
Non mi può portare da Adrian conciato così mi ha conciato lui.
Finalmente avrò un letto su cui dormire.
Mi tira giù dal camion e mi porta in un casale che deve essere la stalla.
Mi fa spogliare e dopo avermi legato una catena al piede mi butta su un mucchio di paglia.
Non sarà un letto ma almeno posso respirare liberamente.
Continua
Dietro ad una barriera di frutta.
Il cassone è refrigerato e gli stracci addosso mi danno un parziale sollievo.
Sono tutto dolorante per quanto patito in casa da parte di Vasile e dei miei due ex amici.
Che spero di non vedere più.
Sento il camion che si ferma, Vasile dovrà andare in bagno.
Pia illusione, sento che si apre il cassone e Vasile entra, passa attraverso la barriera di frutta e mi scopre mi prende per i capelli e mi mette in ginocchio.
Toglie bavaglio e pallina e mi piscia in bocca, al gusto del suo piscio ci sono abituato e con l’arsura che avevo mi sembra un ottima bibita.
Mi dice che siamo quasi al confine, visioneranno il carico e se farò dei rumori attirando l’attenzione dei doganieri, lui sarà arrestato ma ci sarà chi sistemerà le cose con me.
Col pollice traccia una striscia sul suo collo.
Col cazzo ancora fuori mezzo duro, ora vuole sborrare.
Mi prende la testa e comincia a copiarmi la gola.
Non riesco a respirare e produco un fiume di saliva che mi cola addosso e ne riveste il cazzo.
Sento il cazzo gonfiarsi e qualche istante dopo la bocca si riempie di sborra che devo ingoiare perché Vasile lascia che il cazzo si smolli in bocca.
Mi riavverte di stare zitto, mi rimette pallina e bavaglio mi ributta sotto gli stracci e se ne va.
Il camion riparte.
A Gorizia il primo varco di confine, sono passate altre 4 ore dall’avviso di Vasile.
Siamo in coda per entrare nell’ autoporto.
Parcheggiamo e la Polizia di frontiera sale a verificare il carico. Tutto ok. Scendono e danno il benestare per ripartire.
Vasile si rimette in strada e dopo alcuni chilometri si ferma. Questa volta non viene a dissetarmi. Peccato. Avevo sete.
Ripartiamo credo sia ormai notte.
Tra qualche ora ci dovrebbe essere un altra frontiera.
Vasile si ferma in un grosso parcheggio e viene nel cassone. Mi slega, mi toglie tutto e mi fa scendere.
Finalmente vedo la luce.
Mi fa sgranchire le gambe e mi porta nei cessi del parcheggio.
Ci sono una decina di camionisti di tutte le nazionalità.
Non mi fa spogliare per non fare vedere le condizioni del corpo, basta l’occhio nero.
Parla coi camionisti che sembrano interessati a svuotarsi solo in bocca.
Non riesco a quantificare in quanti hanno svuotato palle e vescica nella mia gola.
Dopo due ore ero vicino a vomitare tutto.
Vasile a quel punto mi riporta sul camion e mi riprepara per passare il confine successivo.
A Dragogna nuovo confine da attraversare. Anche a questo confine tutto ok.
Ora siamo diretti all’ultimo confine, Croazia Romania.
Attraversiamo il confine a Vukovar.
Dopo diversi chilometri Vasile si ferma da alcuni suoi parenti.
Non mi può portare da Adrian conciato così mi ha conciato lui.
Finalmente avrò un letto su cui dormire.
Mi tira giù dal camion e mi porta in un casale che deve essere la stalla.
Mi fa spogliare e dopo avermi legato una catena al piede mi butta su un mucchio di paglia.
Non sarà un letto ma almeno posso respirare liberamente.
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