Strada nucului pitesti 5

di
genere
gay

Vasile mi sveglia con dei calci al fianco, mi alzo mi rivesto e saliti sul camion ripartiamo per la meta finale. Il fortilizio di Adrian.
Dodici ore di viaggio durante il quale non succede nulla, salvo le solite necessità di Vasile.
Arriviamo a Pitesti.
Ci infiliamo con il camion in una costruzione industriale, un magazzino di logistica in parziale disuso.
È il forte di Adrian e dei suoi accoliti, una quarantina di maschi della peggior specie. Provenienti da ogni parte del mondo. Raccolti da Vasile e Mikail durante i loro viaggi.
Riportati ad Adrian se non venivano accolti da lui, facevano una brutta fine.
Venivano ripassati da tutti e poi il turco, un bel maschio ma molto feroce, mentre li scopava tagliava loro la gola provocando lo stringimento del culo e lui sborrava.
Adrian vedendomi ebbe una espressione di felicità e di ludibrio.
Mi fece portare in una stanza abbastanza grande, completamente arredata e mi lascio riposare.
Mentre mi guardavo in giro mi spogliai e feci un lunghissimo bagno.
Rivestitomi guardai cosa c’era oltre la porta che vidi in un angolo.
Un attimo di paura mi prese alla gola, era una vera stanza delle torture, molto pulita ma con un vago sentore di sangue.
Chiusi la porta mi sdraiai sul letto e mi addormentai.
Verso sera venne un uomo molto grande a portarmi la cena,. Mi disse di spogliarmi, quando avessi finito di cenare, e se ne andò.
Così feci e mi riaddormentai.
A mezzanotte o le due mi sentii scuotere quasi gentilmente, era Adrian nudo.
Mi guardava e credo volesse scusarsi per il trattamento subito.
Mi disse che mi aveva aperto perché gli piacevo molto.
Si sdraiò accanto a me per lo spostamento del letto rotolai verso di lui.
Mi disse di leccarlo tutto.
Iniziai coi piedi e salii lungo le gambe, sapeva di pulito.
Quando arrivai ai coglioni il cazzo era già duro.
Continuai a leccarlo ignorando per il momento il cazzo.
Infilai la lingua nell’ombelico.
Salii a leccargli i capezzoli. Gli piaceva molto quello che stavo facendo.
Leccai le ascelle per molti minuti.
Poi si mise di fianco e volle che gli leccassi il culo.
Cominciai a leccare e infilai anche la lingua poi mentre infilavo la lingua infilai anche un dito, non disse nulla, ne infilai due e vedevo che muoveva il culo soddisfatto.
Terminai e si rigirò supino e mi chiese se me la sentivo di sedermi sul suo cazzo.
Ricordando e vedendo le dimensioni, ebbi un po’ paura.
Mi passo un tubetto con della crema, che non usò la prima volta, che mi spalmai e spalmai sul suo cazzo.
Mi alzai in piedi sul letto e guardandolo cominciai ad infilare la bestia che così lubrificata entro quasi senza dolore.
Lui mi guardava e aveva un sorriso soddisfatto quando arrivai a toccare col culo i suoi coglioni.
A quel punto si mise in movimento lui, tenendomi per le cosce mi sollevava e mi lasciava scivolare giù sul suo cazzo.
Fu una notte molto lunga, venne tre volte nel culo senza mai toglierlo.
Io ero distrutto ma felice.
Adrian fu molto dolce.
Fu anche l’ultima volta che mi scopò consenziente.

CONTINUA
scritto il
2022-07-23
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