Da una video call - intro pt2

di
genere
voyeur

L’attesa non e’ stata poi cosi’ lunga e quel che vedo attraverso lo schermo e’ tanto inaspettato quanto piacevole. Silvia e’ completamente nuda, tranne che per un asciugamano bianco avvolto intorno ai capelli raccolti il alto, sopra la testa. Il suo corpo e’ armonioso, i seni sono appena cadenti, ma pieni e con dei capezzoli piccolini che puntano dritti verso lo schermo, verso di me. Man mano che lei si avvicina alla scrivania vedo sempre più dettagli del suo corpo e noto una piccola cicatrice sul lato sinistro dell’addome. Il sesso e’ molto curato con una linea sottile di peli che sembrano indicarne la posizione e che terminano precisi sul monte di Venere.
Ormai e’ davanti al computer, in piedi, e la mia visuale va dall’ombelico a poco sotto la fica.
Non so perché’, ma, come d’istinto, avvio il programma per la registrazione dello schermo. Lei e’ completamente ignara dello spioncino che mi ha lasciato aperto attraverso cui la sto guardando e neanche immagina che da quello schermo qualcuno la stia immortalando in un video.
Sono ormai le 14 passate ed il mio telefono inizia a squillare. Un altro cliente, un altro argomento, altri problemi. Ora no. Ora sta succedendo qualcosa che mai mi sarei aspettato e che mai, immagino , ricapiterà. Decido quindi di silenziare lo smartphone e di concentrarmi completamente su Silvia.
Lei nel frattempo ha preso una scatola da sopra il computer. Immagino abbia una qualche mensola o uno scaffale, ma poco importa onestamente. Tra la cam e la sua fica posiziona questa scatolina nera che velocemente apre. Non posso vederne completamente il contenuto, ma ciò’ che lei estrae e’ inequivocabile. Appoggia sulla scrivania un plug, di quelli piccolini, di metallo. Sembra nuovissimo , e’ lucente e lei, da donna ordinata quale e’, lo maneggia con cura poggiandolo sulla base per poi chiudere la scatola e riporla al suo posto.
La mano destra di Silvia afferra il plug nella parte più stretta e poi, voltandosi, si allontana da me. Il suo culo ondeggia e lei lentamente, cammina sulle punte fino al divano.
Ora posso vederla a figura intera, ma di contro, alcuni dettagli si perdono tra i pixel. Silvia si volta, poggia il sedere sullo schienale del divano e porta il plug alla bocca. Vedo la lingua iniziare a leccarlo timidamente e poi le labbra avvolgerlo. Passano almeno un paio di minuti in cui lei, continua a tenere il quel cono di metallo in bocca mentre vedo il suo petto gonfiarsi ritmicamente. I seni salgono e scendono, l’addome si contrae appena e lei chiude gli occhi come a volersi concentrare al massimo.
Lentamente estrae il plug dalla bocca e , tenendolo sempre con la mano destra riassume la posizione eretta. Ruota su se stessa andando poi a piegarsi in avanti fino a far poggiare il petto li dove prima aveva messo il culo. Le gambe dritte, appena divaricate lontane un metro dal divano e quel plug che viene condotto verso il sedere per poi sparire tra le natiche. Non vedo i dettagli, li posso immaginare, ma vedo lei. Il suo corpo si contrae rivelandomi quanto sia nuova a questo genere di pratiche e, dopo quasi un minuto, un piccolo gemito rompe il silenzio che fino a quel momento aveva riempito la stanza.
Silvia resta in quella posizione per qualche secondo ancora, come a volersi adattare a quell’oggetto nel culo e poi si alza in piedi.
Mi fissa, o meglio, fissa lo schermo e per un attimo penso che si sia accorta di qualcosa. Forse una luce, forse un dettaglio.. Fortunatamente non e’ cosi’ e, dopo pochi attimi si volta e scompare nel corridoio.
Sono ancora piuttosto sorpreso da quanto successo, ma quei momenti di solitudine mi fanno riflettere e, scendendo con la mano destra verso il basso mi ritrovo a stringere tra le dita, da sopra i boxer, un’erezione che ora sta reclamando attenzioni.
Dalle casse del computer esce un rumore continuo e debole e non ci metto molto a capire che Silvia si sta asciugando i capelli. Passano dei minuti, le mie dita accarezzano il cazzo senza masturbarlo, ma solo disegnandone la forma da sopra il tessuto. La sto aspettando, ne voglio ancora.
Eccola, con i capelli asciutti che cadono morbidi dietro la schiena, a petto nudo e con solo delle autoreggenti nere che torna in sala, torna da me.
Questa donna e’ molto diversa dalla Silvia che sono abituato a conoscere e scoprirla cosi’, di nascosto, nella sua intimità’, mi lascia senza fiato.
Si piega sulle ginocchia mettendosi a quattro zampe e, mostrandomi il culo, si allunga sotto la libreria tirando fuori una scatola di scarpe rossa come il fuoco. Il plug e’ ancora al suo posto e, istintivamente, dopo essermi abbassato i boxer, la mia mano destra sta iniziando a scorrere lentamente sull’asta. Guardo Silvia a terra, in ginocchio, seduta sui talloni mentre, di profilo, tira fuori un paio di scarpe nere, con un tacco piuttosto alto che non saprei quantificare da qui. Le tiene in mano qualche secondo, le osserva e poi, inaspettatamente, le ripone nella scatola senza neanche averle indossate o provate.
Si allunga nuovamente sotto la libreria e poco dopo la vedo tornare in piedi con la faccia dubbiosa e forse preoccupata. Sono sincero e non sto capendo l’esatto motivo di tutto questo, ma la situazione mi sta comunque eccitando molto e sale il mio desiderio di quella donna dall’altra parte dello schermo.
Lei scompare ancora e torna, dopo pochi secondi con una gonna lunga fino al ginocchio. La riconosco.. Silvia indossa spesso quella gonna nera in ufficio e vederla mentre chiude la zip senza indossare l’intimo mi fa venire in mente un’infinita’ di situazioni in cui, forse, lei era cosi’ poco vestita proprio al mio fianco.
La mano destra continua a muoversi senza fretta sul cazzo percorrendolo in tutta la sua lunghezza, dalla base fin poco sotto la cappella. Abbasso per un attimo lo sguardo e vedo il mio sesso teso puntare verso l’alto. Il glande rosso, gonfio, appena umido si scopre e si ricopre parzialmente al ritmo della mia mano che sale e scende.
Silvia ora sta indossando una camicetta rossa senza neanche pensare di mettere il reggiseno. Vedo i suoi capezzoli scomparire sotto quel tessuto e, man mano che i bottoni si chiudono, il suo corpicino viene stretto e le sue forme diventano sempre più evidenti.
La vestizione termina con quei piedini avvolti dalle calze che si infilano in un paio di ballerine nere. La vedo avvicinarsi al computer e poco dopo tutto diventa nero.
Ha chiuso il laptop interrompendo la chiamata e lasciandomi molto eccitato e con molte, moltissime domande. Stoppo la registrazione, la salvo in una cartella nascosta e smetto di masturbarmi. Passano pochi minuti e mi arriva un messaggio proprio da Silvia.
< sto andando in ufficio, ti chiamo da li tra un paio d’ore dopo aver parlato con la direzione>
Sorrido, mi tiro su i boxer con il pene ancora gonfio e le rispondo

Non capirà’ mai la mia battuta, penso.



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pt 1 -> https://www.eroticiracconti.it/racconto/73998-da-una-video-call-intro
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scritto il
2022-08-06
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