Le regole, i giochi - con dialoghi
di
Mat-Chain
genere
dominazione
Il precedente inserimento e' sprovvisto di dialoghi, ecco lo stesso capitolo con il parlato tra virgolette (sperando che ora vengo recepito dal sistema)
Dopo l’ispezione di Silvia sento uno strano fermento interno come se un’energia mi stesse attraversando dalla testa ai piedi. La scintilla accesa vedendo la mia collega alle prese con un plug e leggendo il suo diario ha trovato un ottimo combustibile in me e tutto ciò che e’ successo poi non ha fatto che far ingrandire questo fuoco che ora sento ardermi dentro. Erano anni che non ispezionavo una schiava o presunta tale. Anni in cui avevo cercato di eliminare anche solo il pensiero di tutto questo. Ed ora, dopo neanche un’ora che sono in questa casa ho difficoltà a gestire l’energia che sento dentro. Dentro i miei pantaloni sento l’erezione che prepotente spinge contro il tessuto ed i miei occhi non smettono di divorare quel corpo appena esaminato. La desidero, ma ho un compito, uno scopo, e non mi posso permettere di spingermi troppo in la con una donna cosi’ inesperta.
Faccio un passo indietro, e le chiedo di farmi strada fino in salone. Le voglio parlare e voglio fissare le prime regole del nostro nuovo rapporto.
Lei mi asseconda e muovendo quel corpo completamente nudo cammina in punta di piedi per il corridoio fino ad arrivare in salone e li fermarsi.
Lateralmente al divano c'è una bellissima poltrona di pelle e subito mi si illuminano gli occhi vedendola tanto che, senza dire nulla, mi muovo a passi decisi e lascio cadere il mio corpo su quei morbidi cuscini.
" qui davanti Silvia" le ordino fissandola ed assumendo una postura composta con entrambi i piedi a terra, le gambe appena divaricate e la schiena dritta che non poggia sullo schienale esprimendo quindi una non completa rilassatezza, ma piuttosto un’attenzione a cosa sto guardando e cosa sta succedendo.
Lei non risponde, ma si muove velocemente e si posiziona a meno di un metro da me con la schiena ben dritta ed i seni esposti.
" le tue gambe devono essere divaricate quel tanto che basta per far raggiungere alla mia mano la tua fica senza problemi in ogni occasione a mio piacimento" le dico mentre la mia mano destra, partendo dall’altezza delle sue ginocchia sale seguendo l’interno coscia verso il sesso per farle capire di quanti centimetri tenere le gambe divaricate. Lei, docile, adatta la sua postura ai miei movimenti e dopo poco mi ritrovo ancora con le dita bagnate dei suoi umori. La donna che ho di fronte non smette di eccitarsi e, per quanto il suo volto cerchi di mantenere un’espressione distaccata, il suo corpo ne da’ chiare e continue dimostrazioni smentendolo.
Ritraggo la mano dopo aver giocato per qualche secondo con il suo clitoride e poi la guardo in volto.
" Ora inginocchiati davanti a me, Silvia " ordino fissandola in viso
lei sembra come in trance, come fosse posseduta da un’eccitazione forse attesa ed immaginata per molto, troppo tempo. Non risponde esplicitamente, ma e’ ancora il corpo a parlare e si piega sulle ginocchia.
Sembra sapere già cosa fare e come farlo.. probabilmente ha letto e visto moltissimo sul tema informandosi con la stessa attenzione che mi ha sempre dimostrato avere sul lavoro. Poggia il culo sui talloni e tiene le ginocchia leggermente più aperte delle spalle. Le mani si vanno a posare sulle cosce con i palmi verso il basso, le spalle sono dritte, il seno ben esposto, la bocca socchiusa e lo sguardo non sale oltre il mio addome.
Sorrido ammirato da quella dedizione e dalla dimostrazione di quanto realmente desiderasse essere in quella situazione tanto l’aveva immaginata.
" Ora ti dirò alcune cose del nostro rapporto Silvia" il tono e’ deciso e fermo, le mie braccia riposano sulla poltrona.
" tu mi risponderai con un “si Padrone” e null’altro" sentendo “Padrone” la vedo inghiottire e gli occhi, per un attimo, si alzano incrociando i miei.
"chiaro Silvia?" la esorto alzando il tono di voce dopo pochi secondi di silenzio.
lei riempie i polmoni con un lungo respiro e replica " si, Padrone" guardando verso il pavimento mentre le dita delle sue mani carezzano le cosce su cui sono poggiate.
"brava" sussurro allungando la mano destra e carezzandole la testa con un movimento dall’alto al basso fino alla guancia. Il tocco e’ delicato e per nulla invasivo e veloce.
" In questo rapporto tu ti dedicherai completamente a me ed al mio piacere" esordisco " assecondando ogni mia voglia e desiderio ed impegnandoti al meglio delle tue possibilità’ per rendermi fiero di te"
Lei guarda ancora a terra, socchiude gli occhi e poi
" si Padrone"
" Se sarai brava ti ricompenserò, ma se non reputerò il tuo comportamento all’altezza o mi deluderai ti punirò"
il suo respiro e’ forte, rapido, violento e lo sento distintamente dalla mia posizione
" si Padrone"
" ti e’ vietata la masturbazione se non espressamente chiesta da me"
continuo a darle quelle semplici regole di base e lei continua a rispondermi educatamente "si Padrone"
Aggiungo alla lista altre due-tre cose molto banali riguardanti la cura del corpo, il modo di interagire con me, l’attenzione ai dettagli..lei non smette di ripetere, come un mantra, quelle due parole che esplicitano la sua sottomissione nei miei confronti.
Terminata questa fase essenziale decido di verificare cosa ella avesse tentato di fare in autonomia senza la guida di una persona come me.
"Ora Silvia voglio che mi porti qui davanti tutti gli oggetti che hai usato per fingere di essere una schiava"
lei mi guarda in viso alzando gli occhi finalmente su di me
"lo so che hai giocato da sola leggendo magari delle storie, facendo finta di avere un Padrone, di essere una schiava..." la sfotto un poco umiliandola e poi torno serio "plug, corde, scarpe, cazzi finti, mollette..qualsiasi cosa Silvia, sbrigati"
il tono e’ ora quasi arrabbiato dato il suo temporeggiare e non le sto concedendo alcun alibi.
Lei percepisce il mio stato d’animo e subito replica
" si, Padrone, mi servono alcuni minuti, scusi"
annuisco e con l’indice della mano destra le faccio cenno di alzarsi ed eseguire l’ordine.
Quel corpicino nudo si solleva da terra ed inizia a vagare per la stanza recuperando dai posti più incredibili dei piccoli oggetti.
Ecco che vedo comparire la scatola di scarpe, il cofanetto contenete il plug ed un piccolo vibratore, un sacchetto con dentro 3 mollettine ed infine un cucchiaio di legno piuttosto robusto.
Mentre lei porta i suoi giocattoli davanti ai miei occhi io mi sistemo mettendomi decisamente piu comodo, togliendo la camicia e restando a petto nudo.
Non sono eccessivamente muscoloso, ma ho il fisico di chi ha fatto attività sportiva per anni e, con l'età, ha diminuito l’impegno facendo comparire un filo di pancetta.
Mi sfilo anche le scarpe ed i calzini riponendo il tutto lateralmente alla poltrona in modo molto ordinato. Ho un 44 di scarpe e dei piedi senza calli, con le unghie curate e dei peli che colorano le dita.
Lei termina il recupero dei suoi attrezzi e poi riassume, da brava, la posizione in ginocchio da cui era partita.
"scarpe con il tacco molto alto.." dico io piegandomi in avanti ed iniziando ad esaminare, da sinistra a destra tutto ciò che vedo.
Le prendo in mano, le osservo attentamente e poi dico
" Queste le indosserai quando deciderò sarà arrivato il momento, per ora ti voglio completamente nuda"
lei annuisce e mi risponde " si Padrone, certo, come vuole"
io continuo a guardare quegli oggetti e passo al secondo
" un plug piccolino.." dico quasi screditandolo " sono sicuro che questo lo indossi facilmente, vero?" lei annuisce e fa per rispondermi, ma la fermo immediatamente e le porgo il plug " mettitelo in bocca" ordino.
Lei, chinandosi e senza usare le mani, prende quel cono di metallo direttamente dalla mie dita infilandolo tra le labbra.
" questo vibratore lo proveremo stasera a cena credo.." dico senza perderci troppo tempo e lei mugugna qualcosa che immagino siano quelle due parole che ha imparato a dire.
"mollettine e cucchiaio.." ci penso un attimo "hai forse provato a punirti per qualcosa?" chiedo e vedo che annuendo ha degli occhi aperti e furbi di chi vorrebbe parlare.
Allungando la mano tiro fuori il plug dalla sua bocca ed ordino
"voltati e mettiti a 4 zampe"
Lei esegue e ben presto mi ritrovo il suo culo esposto al mio sguardo. Lo accarezzo con la mano libera e poi, aprendole le natiche, le poggio il plug sul buchetto buchetto.
La saliva che lo bagna rende più agevole l’ingresso e mentre le mie dita spingono la base del plug l’ano si allarga appena senza fare resistenza accogliendolo tutto. Lei geme un poco, oscillando prima in avanti e poi indietro ed inarca appena la schiena per poi riprendere a respirare.
"torna in ginocchio" le ordino e lei esegue rapidamente.
Il suo viso e’ ora arrossato e percepisco dai suoi occhi che l’eccitazione e’ quasi incontenibile
"hai forse provato a punirti per qualcosa Silvia?" riprendo la domanda e vedo che lei, facendosi coraggio, apre bocca.
"si Padrone, ho usato le mollette quando non riuscivo ad ingoiare lo sperma di mio marito. So che per una schiava e’ importante non perdere neanche una goccia di seme e mi sono esercitata con mio marito. Queste mollette le usavo le prime volte per punirmi se non ero perfetta."
La lascio continuare
"Il cucchiaio di legno lo usavo quando non riuscivo ad infilare il plug oppure ora che non riesco a mettermi quei tacchi per uscire. Mi do 15 sculacciate per natica e 5 sul clitoride, ma piano.."
La ascolto estasiato da tanto impegno e dedizione e poi
"brava Silvia, ora questi oggetti diventano miei e deciderò io quando e come usarli"
"Si, Padrone, ha ragione" lei replica velocemente.
"Rimetti tutto in ordine tranne le mollette e torna qui" dico e la vedo alzarsi di scatto per andare a riporre ogni singolo oggetto nel suo nascondiglio, mentre il plug che le resta infilato nell’ano.
Silvia torna poco dopo e mi trova sulla poltrona in una posa molto piu comoda di prima.
Sono quasi ditesto e con la mano destra mi massaggio un’evidente erezione mentre la sinistra ha raccolto le mollettine da terra e le agita minacciosamente. Lei si inginocchia davanti ai miei piedi e fissa il mio sesso. Si morde il labbro inferiore e poi la sua lingua scorre lenta intorno alla bocca.
"Ora vediamo se ti sei allenata bene" dico io riagganciandomi al suo discorso di poco prima.
Percepisco il suo desiderio ed il suo timore mentre la zip si abbassa..
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Dopo l’ispezione di Silvia sento uno strano fermento interno come se un’energia mi stesse attraversando dalla testa ai piedi. La scintilla accesa vedendo la mia collega alle prese con un plug e leggendo il suo diario ha trovato un ottimo combustibile in me e tutto ciò che e’ successo poi non ha fatto che far ingrandire questo fuoco che ora sento ardermi dentro. Erano anni che non ispezionavo una schiava o presunta tale. Anni in cui avevo cercato di eliminare anche solo il pensiero di tutto questo. Ed ora, dopo neanche un’ora che sono in questa casa ho difficoltà a gestire l’energia che sento dentro. Dentro i miei pantaloni sento l’erezione che prepotente spinge contro il tessuto ed i miei occhi non smettono di divorare quel corpo appena esaminato. La desidero, ma ho un compito, uno scopo, e non mi posso permettere di spingermi troppo in la con una donna cosi’ inesperta.
Faccio un passo indietro, e le chiedo di farmi strada fino in salone. Le voglio parlare e voglio fissare le prime regole del nostro nuovo rapporto.
Lei mi asseconda e muovendo quel corpo completamente nudo cammina in punta di piedi per il corridoio fino ad arrivare in salone e li fermarsi.
Lateralmente al divano c'è una bellissima poltrona di pelle e subito mi si illuminano gli occhi vedendola tanto che, senza dire nulla, mi muovo a passi decisi e lascio cadere il mio corpo su quei morbidi cuscini.
" qui davanti Silvia" le ordino fissandola ed assumendo una postura composta con entrambi i piedi a terra, le gambe appena divaricate e la schiena dritta che non poggia sullo schienale esprimendo quindi una non completa rilassatezza, ma piuttosto un’attenzione a cosa sto guardando e cosa sta succedendo.
Lei non risponde, ma si muove velocemente e si posiziona a meno di un metro da me con la schiena ben dritta ed i seni esposti.
" le tue gambe devono essere divaricate quel tanto che basta per far raggiungere alla mia mano la tua fica senza problemi in ogni occasione a mio piacimento" le dico mentre la mia mano destra, partendo dall’altezza delle sue ginocchia sale seguendo l’interno coscia verso il sesso per farle capire di quanti centimetri tenere le gambe divaricate. Lei, docile, adatta la sua postura ai miei movimenti e dopo poco mi ritrovo ancora con le dita bagnate dei suoi umori. La donna che ho di fronte non smette di eccitarsi e, per quanto il suo volto cerchi di mantenere un’espressione distaccata, il suo corpo ne da’ chiare e continue dimostrazioni smentendolo.
Ritraggo la mano dopo aver giocato per qualche secondo con il suo clitoride e poi la guardo in volto.
" Ora inginocchiati davanti a me, Silvia " ordino fissandola in viso
lei sembra come in trance, come fosse posseduta da un’eccitazione forse attesa ed immaginata per molto, troppo tempo. Non risponde esplicitamente, ma e’ ancora il corpo a parlare e si piega sulle ginocchia.
Sembra sapere già cosa fare e come farlo.. probabilmente ha letto e visto moltissimo sul tema informandosi con la stessa attenzione che mi ha sempre dimostrato avere sul lavoro. Poggia il culo sui talloni e tiene le ginocchia leggermente più aperte delle spalle. Le mani si vanno a posare sulle cosce con i palmi verso il basso, le spalle sono dritte, il seno ben esposto, la bocca socchiusa e lo sguardo non sale oltre il mio addome.
Sorrido ammirato da quella dedizione e dalla dimostrazione di quanto realmente desiderasse essere in quella situazione tanto l’aveva immaginata.
" Ora ti dirò alcune cose del nostro rapporto Silvia" il tono e’ deciso e fermo, le mie braccia riposano sulla poltrona.
" tu mi risponderai con un “si Padrone” e null’altro" sentendo “Padrone” la vedo inghiottire e gli occhi, per un attimo, si alzano incrociando i miei.
"chiaro Silvia?" la esorto alzando il tono di voce dopo pochi secondi di silenzio.
lei riempie i polmoni con un lungo respiro e replica " si, Padrone" guardando verso il pavimento mentre le dita delle sue mani carezzano le cosce su cui sono poggiate.
"brava" sussurro allungando la mano destra e carezzandole la testa con un movimento dall’alto al basso fino alla guancia. Il tocco e’ delicato e per nulla invasivo e veloce.
" In questo rapporto tu ti dedicherai completamente a me ed al mio piacere" esordisco " assecondando ogni mia voglia e desiderio ed impegnandoti al meglio delle tue possibilità’ per rendermi fiero di te"
Lei guarda ancora a terra, socchiude gli occhi e poi
" si Padrone"
" Se sarai brava ti ricompenserò, ma se non reputerò il tuo comportamento all’altezza o mi deluderai ti punirò"
il suo respiro e’ forte, rapido, violento e lo sento distintamente dalla mia posizione
" si Padrone"
" ti e’ vietata la masturbazione se non espressamente chiesta da me"
continuo a darle quelle semplici regole di base e lei continua a rispondermi educatamente "si Padrone"
Aggiungo alla lista altre due-tre cose molto banali riguardanti la cura del corpo, il modo di interagire con me, l’attenzione ai dettagli..lei non smette di ripetere, come un mantra, quelle due parole che esplicitano la sua sottomissione nei miei confronti.
Terminata questa fase essenziale decido di verificare cosa ella avesse tentato di fare in autonomia senza la guida di una persona come me.
"Ora Silvia voglio che mi porti qui davanti tutti gli oggetti che hai usato per fingere di essere una schiava"
lei mi guarda in viso alzando gli occhi finalmente su di me
"lo so che hai giocato da sola leggendo magari delle storie, facendo finta di avere un Padrone, di essere una schiava..." la sfotto un poco umiliandola e poi torno serio "plug, corde, scarpe, cazzi finti, mollette..qualsiasi cosa Silvia, sbrigati"
il tono e’ ora quasi arrabbiato dato il suo temporeggiare e non le sto concedendo alcun alibi.
Lei percepisce il mio stato d’animo e subito replica
" si, Padrone, mi servono alcuni minuti, scusi"
annuisco e con l’indice della mano destra le faccio cenno di alzarsi ed eseguire l’ordine.
Quel corpicino nudo si solleva da terra ed inizia a vagare per la stanza recuperando dai posti più incredibili dei piccoli oggetti.
Ecco che vedo comparire la scatola di scarpe, il cofanetto contenete il plug ed un piccolo vibratore, un sacchetto con dentro 3 mollettine ed infine un cucchiaio di legno piuttosto robusto.
Mentre lei porta i suoi giocattoli davanti ai miei occhi io mi sistemo mettendomi decisamente piu comodo, togliendo la camicia e restando a petto nudo.
Non sono eccessivamente muscoloso, ma ho il fisico di chi ha fatto attività sportiva per anni e, con l'età, ha diminuito l’impegno facendo comparire un filo di pancetta.
Mi sfilo anche le scarpe ed i calzini riponendo il tutto lateralmente alla poltrona in modo molto ordinato. Ho un 44 di scarpe e dei piedi senza calli, con le unghie curate e dei peli che colorano le dita.
Lei termina il recupero dei suoi attrezzi e poi riassume, da brava, la posizione in ginocchio da cui era partita.
"scarpe con il tacco molto alto.." dico io piegandomi in avanti ed iniziando ad esaminare, da sinistra a destra tutto ciò che vedo.
Le prendo in mano, le osservo attentamente e poi dico
" Queste le indosserai quando deciderò sarà arrivato il momento, per ora ti voglio completamente nuda"
lei annuisce e mi risponde " si Padrone, certo, come vuole"
io continuo a guardare quegli oggetti e passo al secondo
" un plug piccolino.." dico quasi screditandolo " sono sicuro che questo lo indossi facilmente, vero?" lei annuisce e fa per rispondermi, ma la fermo immediatamente e le porgo il plug " mettitelo in bocca" ordino.
Lei, chinandosi e senza usare le mani, prende quel cono di metallo direttamente dalla mie dita infilandolo tra le labbra.
" questo vibratore lo proveremo stasera a cena credo.." dico senza perderci troppo tempo e lei mugugna qualcosa che immagino siano quelle due parole che ha imparato a dire.
"mollettine e cucchiaio.." ci penso un attimo "hai forse provato a punirti per qualcosa?" chiedo e vedo che annuendo ha degli occhi aperti e furbi di chi vorrebbe parlare.
Allungando la mano tiro fuori il plug dalla sua bocca ed ordino
"voltati e mettiti a 4 zampe"
Lei esegue e ben presto mi ritrovo il suo culo esposto al mio sguardo. Lo accarezzo con la mano libera e poi, aprendole le natiche, le poggio il plug sul buchetto buchetto.
La saliva che lo bagna rende più agevole l’ingresso e mentre le mie dita spingono la base del plug l’ano si allarga appena senza fare resistenza accogliendolo tutto. Lei geme un poco, oscillando prima in avanti e poi indietro ed inarca appena la schiena per poi riprendere a respirare.
"torna in ginocchio" le ordino e lei esegue rapidamente.
Il suo viso e’ ora arrossato e percepisco dai suoi occhi che l’eccitazione e’ quasi incontenibile
"hai forse provato a punirti per qualcosa Silvia?" riprendo la domanda e vedo che lei, facendosi coraggio, apre bocca.
"si Padrone, ho usato le mollette quando non riuscivo ad ingoiare lo sperma di mio marito. So che per una schiava e’ importante non perdere neanche una goccia di seme e mi sono esercitata con mio marito. Queste mollette le usavo le prime volte per punirmi se non ero perfetta."
La lascio continuare
"Il cucchiaio di legno lo usavo quando non riuscivo ad infilare il plug oppure ora che non riesco a mettermi quei tacchi per uscire. Mi do 15 sculacciate per natica e 5 sul clitoride, ma piano.."
La ascolto estasiato da tanto impegno e dedizione e poi
"brava Silvia, ora questi oggetti diventano miei e deciderò io quando e come usarli"
"Si, Padrone, ha ragione" lei replica velocemente.
"Rimetti tutto in ordine tranne le mollette e torna qui" dico e la vedo alzarsi di scatto per andare a riporre ogni singolo oggetto nel suo nascondiglio, mentre il plug che le resta infilato nell’ano.
Silvia torna poco dopo e mi trova sulla poltrona in una posa molto piu comoda di prima.
Sono quasi ditesto e con la mano destra mi massaggio un’evidente erezione mentre la sinistra ha raccolto le mollettine da terra e le agita minacciosamente. Lei si inginocchia davanti ai miei piedi e fissa il mio sesso. Si morde il labbro inferiore e poi la sua lingua scorre lenta intorno alla bocca.
"Ora vediamo se ti sei allenata bene" dico io riagganciandomi al suo discorso di poco prima.
Percepisco il suo desiderio ed il suo timore mentre la zip si abbassa..
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