Ricompongo il puzzle

di
genere
dominazione

Torno al mio lavoro ancora un po’ scosso da quanto visto in pausa pranzo, ma ben presto, dopo un paio di telefonate ed una decina di mail ricevute, mi focalizzo completamente sulle mie attività e le quattro ore pomeridiane scorrono velocemente.
Sono le 18:45 quando vedo comparire un messaggio anonimo di Silvia sulla chat aziendale
< quando vuoi chiamami >
Per me non e’ solo l’ennesimo messaggio di lavoro..no.. Quelle tre parole mi fanno rivenire in mente ogni singolo dettaglio di quella donna che ho spiato nella sua intimità e che mi ha lasciato con molti dubbi ed una gran curiosità.
< dammi 10 minuti > le scrivo.
Devo un attimo raccogliere le idee. Non ho intenzione di dire o fare nulla che possa farle capire cio’ che io so e che ho visto, ma sono sicuro – mi conosco – che non sara’ cosi’ semplice fingere di essere io il solito Filippo, lei la solita Silvia ed il nostro il solito rapporto professionale.
Mi alzo dalla mia postazione e mi fumo una sigaretta guardando fuori dalla finestra. Il cielo celeste e’ ancora illuminato dal sole di inizio estate ed il mio fumo blu scopare nell’aria poco dopo esser uscito dai miei polmoni. Mi sento vivo..
Torno alla scrivania, mi sistemo e premo con il mouse sul pulsante della cornetta verde.
Lei risponde immediatamente e vedo il suo volto a tutto schermo. E’ ben truccata ancora, ma lo sguardo sembra preoccupato.
< cosa e’ successo? > le domando d’istinto < la direzione ti ha dato brutte notizie? >
Lei mi fissa attraverso lo schermo e risponde
< no, sono solo stanca e questo periodo mi sento strana > con la mano destra si sistema i capelli dietro l’orecchio e poi < ti mostro il piano fatto con la direzione > dice condividendomi il suo schermo.
Inizia un dialogo piuttosto tecnico sulle tematiche discusse in amministrazione, lei che mi indica grafici, mi spiega, mi aggiorna. Io prendo appunti, faccio osservazioni, chiedo chiarimenti e poi sento una voce che si sovrappone alla sua
< Silvia chiudi tu? > domanda un uomo in modo piuttosto retorico come a volerle far capire di esser rimasta da sola in ufficio
< Si Giorgio > risponde lei < Finisco con Filippo ed esco, buona serata>.
Silvia riprende i suoi discorsi e dopo cinque minuti termina il suo monologo.
dico con tono sicuro. Sono piuttosto bravo nel lavoro e le mostro come ci siano dei piccoli dettagli errati che potrebbero creare poi dei problemi.
Lei diventa ancora più seria
si lagna un po ed io prendo le redini della situazione < dai, dammi il controllo del tuo schermo che ti faccio vedere> dico cercando di darle una mano.
La donna mi concede di poter utilizzare il suo computer e poi , nervosa,
< mi alzo un attimo che sono stata tutto il giorno seduta e non ce la faccio piu >.
La vedo sollevarsi e riconosco sia la camicetta che la gonna che le avevo visto indossare qualche ora prima. Chissa’ se ha ancora quel plug piantato nel culo e come deve sentirsi a girare per l’ufficio senza lo straccio di un indumento intimo..
< Mettiti comoda Silvia, non c’e’ nessuno e se ti togli i tacchi e ti rilassi un attimo mentre io lavoro non puo’ che farti bene>
Lei mi guarda attraverso lo schermo
< non ho i tacchi> risponde quasi con un sussurro e poi < vado pero’ un attimo al bagno> sentenzia e, dopo aver preso la borsetta, sculetta fino all’uscita dell’open space.
L’occasione fa l’uomo ladro, si dice. Ed io, dopo quanto visto in pausa pranzo, ho cambiato l’idea che avevo della mia collega e mi sento come mosso da un senso di potere che cresce attimo dopo attimo. In me si sta come risvegliando qualcosa di sopito e le mie azioni sono decisamente piu azzardate del dovuto.
Come uno squalo in cerca della preda seguo le tracce che trovo sul suo pc. Controllo la cartella “personale” e la cronologia del browser, ma niente... Controllo la cartella condivisa del suo Iphone e trovo subito un indizio.
Una folder chiamata “me” al cui interno ci sono molti file di testo ed alcune immagini. Queste ultime sono quelle che scorro piu rapidamente e vedo una serie di donne nude. Qualcuna indossa un collare, altre dei tacchi esagerati, altre sono bendate e legate.. Apro un file di testo dal nome “diario” e li trovo tutte le risposte che stavo cercando.
Da qualche mese Silvia ha iniziato a leggere, vedere, informarsi riguardo l’essere una schiava. Ci sono link a racconti, a video, a siti dai nomi improbabili.. Ognuno seguito da descrizioni e considerazioni.. I suoi pensieri scritti sono quasi un grido tanto percepisco la necessita’ con cui li ha immortalati in quelle parole.
Non ho tempo di guardare tutto e vado velocemente alla data di oggi.
“non posso continuare da sola. Oggi non sono riuscita neanche a mettere i tacchi. Ho bisogno di una Guida, di un Padrone”
Nella mia mente si ricompone un puzzle immaginario e tutto diventa chiaro, limpido, con un senso.
Velocemente richiudo tutto e torno a lavorare sul grafico che lei mi aveva lasciato a disposizione.
Passano alcuni minuti ancora e poi la vedo tornare. E’ ancora piu ombrosa. Non indago, non domando, non voglio farle da amico. Terminiamo di sistemare quei numeri e quelle analisi e, velocemente, ci salutiamo con un semplice “a domani”.
Chiudo la chiamata e sorrido da solo.
Eccolo, il mio passato, che rientra dalla finestra dopo che avevo deciso di buttarlo fuori dalla porta.
Eccolo quel fremito dentro che non posso ignorare.

Intro -> Da una video call (pt1 e pt2)
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scritto il
2022-08-07
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