Straordinari
di
Vic.
genere
etero
Straordinari. È la prima volta che ti viene chiesto di farli. È così strano l’ufficio semivuoto e con il panorama scuro fuori dalla finestra. Sei in piedi accanto al tuo capo che controlla sullo schermo l’ultima bozza. Lo guardi in silenzio, in attesa. “Buon lavoro.” Conclude. “Ma non è per questo che sei qui.” Aggiunge. Cosa sarà successo? Non chiedi. “Devi imparare a lavorare meglio in team. Devi scioglierti.” Mentre lo dice le sue dita ti sfiorano la coscia nuda e salgono sotto la gonna, poi tornano giù. “Non ti preoccupare.” Dice facendo pressione quanto basta per farti cadere sulle sue gambe. Sei rigida. Non sai cosa fare. Respiri. Senti il suo fiato sul collo, lo sta accarezzando con le labbra mentre le dita tornano sotto la gonna. “Tranquilla. Sciogliti.” Sussurra mentre ti accarezza la fica da sopra l’intimo. Le dita poi vanno sotto la mutandina di pizzo e incontrano la figa umida. “Non sei frigida come sembri allora.” Sorride compiaciuto mentre affonda due dita dentro. Ti mordi le labbra inferiori. Ti senti violata, sei ancora rigida con gran parte del corpo, eppure la situazione è così eccitante. Senza il suo cazzo che preme sul tuo sedere mentre continua penetrarti con le dita e baciarti il collo lentamente. L’altra mano passa sulla camicia, ti accarezza il seno generoso e cerca i bottoni. “Io…” Finalmente riesci a parlare. “Credo sia meglio andare.” Ti alzi di scatto, ma lui fa lo stesso. “No.” Portandosi avanti ti blocca tra lui e la scrivania. Porta una mano tra i tuoi capelli e ti costringe a piegarti appena in avanti. Poggi le mano sulla superficie per tenerti. “So che lo vuoi.” Non rispondi mentre ti alza la gonna e sposta la mutandina. Senti il rumore della zip che si abbassa e subito dopo il suo cazzo che entra con estrema facilità per quanto sei bagnata. “Fai tanto la sostenuta e invece…” Esce lentamente per poi affondare nuovamente forte in te. “Sei una grande troia. Lo sai?” Senti il sorriso che ghigna mentre di nuovo esce e rientra. “Ti ho fatto una domanda.” Dice e affonda di nuovo. “Si, capo.” Rispondi timida. “Si cosa?” Chiede mentre inizia a scoparti più velocemente. “Sono una troia.” Una troia che ansima sulla scrivania del suo capo. Ha un cazzo bello grosso e ad ogni affondo è un piacere immenso. Ti prende per i fianchi e aumenta il ritmo è la forza. Gemi mentre il piacere ti invade. Senti le gambe tremare, gli spasmi che precedono l’orgasmo e inizi a urlare. “Oh si.” Non riesci a trattenerti. “Ah. Ah. Ah.” Ad ogni affondo un urlo. Vieni con un verso che echeggia per l’ufficio vuoto. Squirti sul suo cazzo. Non se lo aspetta ed esce di colpo per non venire. Ti prende per i capelli e ti fa capire cosa vuoi. “Inginocchiati.” Specifica se non fosse abbastanza chiaro. Obbedisci subito e ti trovi il suo cazzo in faccia. Lo struscia sulle guance e poi sulle labbra. Tiri fuori la lingua e assapori il tuo stesso orgasmo. Gli lecchi il glande e lo circondi poi con le labbra. Cominci a succhiare con voglia e desiderio. “Sei pure più brava del previsto.” Senti il pene che si fa sempre più gonfio e capisci che sta per raggiungere l’orgasmo. Sei pronta ad ingoiare ma esce nuovamente e te lo sbatte in faccia. “Apri la bocca.” Obbedisci e tiri fuori la lingua leccandolo ogni volta che ti raggiunge. Qualche secondo e esplode in parte in bocca e in parte sul tuo viso. Ingoi e glielo succhi per pulirlo. Si rialza la zip e ti guarda dall’alto. “Pulisci e chiudi tu.”
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