La Punizione
di
Barsine
genere
dominazione
Buongiorno a tutti,
sono Manu. Ci siamo già incontrati in alcuni miei precedenti racconti. Vi avevo lasciato nel racconto Bambola (https://www.eroticiracconti.it/racconto/74641-bambola) dove il mio Maestro mi aveva chiesto di rimanere tassativamente ferma qualsiasi cosa mi avesse fatto ma una sua particolare “maestria” nel giocare con la mia fica mi ha provocato un orgasmo tale da avere un fremito alle gambe e avviluppare il suo corpo con le mie cosce.
La punizione sarebbe arrivata SOLO e SOLTANTO se mi fossi mossa in qualche maniera durante l’amplesso. La regola era semplice. Io ero una bambola. La sua bambola.
“Cosa ti avevo detto Manu? Tu sarai solo un oggetto di piacere, devi stare assolutamente ferma, ti concedo solo i movimenti tipici della fellatio e della penetrazione di bacino, ma poi in tutto il resto dovrai essere IMMOBILE”.
“Sei stata immobile?”
“no Maestro”.
“e adesso cosa ti meriti?”
“la punizione. La sua punizione Maestro”
E questa è l’attuale storia che mi accingo a scrivere.
“Cara Manu, il percorso verso la sudditanza è molto lunga. Quelli che dicono o scrivono sui siti che si riesce a creare una Schiava in pochi mesi, raccontano solo balle; parlano, come ti ho sempre detto, di quel tipo di schiava fisica che niente altro è se non un’estensione della proprietà, un oggetto da usare per farle fare le cose più estreme a livello sessuale o altro”
“Lo so Maestro. Me l’ha già spiegato più volte che quello a cui lei aspira è una totale e completa sottomissione mentale da parte mia, che la parte fisica sarà solamente la conseguenza di quella mentale”
“Esattamente Manu ed è per questo che la punizione sarà prettamente mentale. Beh, qualcosa di fisico ci sarà sicuramente ma ti posso assicurare che sarai punita in maniera decisa e senza alcuna pietà a livello prettamente mentale"
Il mio Maestro si avvicinò, mi tolse la benda dagli occhi, mi sciolse la cintura di restrizione ai polsi e lentamente con quel suo passo felpato ma deciso si allontanò dalla stanza da letto per andare a prendere sicuramente un altro dei suoi meravigliosi giochini di cui tanto mi aveva parlato.
Il mio cuore batteva a mille, sapevo di aver fallito la prova, mi ero detta certa che sarei stata perfettamente immobile. Me ne aveva parlato, mi aveva detto che secondo lui non ero pronta per la prova della “bambola” che ancora avevo dei comportamenti troppo impulsivi, che non riuscivo ancora a controllare in maniera adeguata il mio piacere e i miei orgasmi. Come spesso accade, aveva ragione lui. Ma forse, come mi aveva anche detto il mio Maestro, non vedevo l’ora di essere punita. Era già passato troppo tempo dall’ultima punizione e la precedente era stata sublime.
Persa nel mio fiume di pensieri liquidi mi accorsi solo all’ultimo istante che il mio Maestro era tornato in stanza portando con sé un attrezzo strano, una sorta di ceppo con quattro fori.
“Cara Manu. Questo è un Doggy Style Pillory. Sai cosa vuol dire Pillory in inglese?”
“No Maestro ma credo di intuire”
“Pillory vuol dire gogna. E questa è una gogna speciale per farti assumere quella che si chiama la posizione doggy style bassa, altrimenti detta in italiano pecorina accovacciata”.
“Una gogna per una pecorina? …”
Non posso negare che alla vista di quell’oggetto, il mio cervello volava verso mille possibili folli e terrificanti applicazioni di cui, fino a pochi secondi prima, neanche mai avrei potuto immaginare l’esistenza.
“Vedi Manu, questa gogna viene usata in svariate maniere ma io oggi per te ho deciso di utilizzare questo piacevole strumento del piacere per educare al meglio al controllo del tuo orgasmo, al controllo del tuo piacere, al controllo del tuo corpo mentre godi”
Senza che me ne rendessi neanche conto, sentii le mani del mio Maestro scivolare sulle mie gambe nude, sudate, beh chi non si è letto il precedente racconto forse non sa che al momento dello “STOP” io ero già venuta quelle milla mila volte e siamo sempre d’agosto, anche con il fresco serate, con l’aria condizionata, metteteci tutto, ma si suda, eccome se si suda.
Le mani del mio Maestro scivolarono sulle mie caviglie e le vidi appoggiarci sopra la “pillory”, la gogna”. Appoggiata sopra la mia caviglia destra, sentivo il peso, era morbida, l’imbottitura era di cuoio, si vedeva che era una cosa bella sofisticata, io che pensavo che mi sarei fatta malissimo e invece la sensazione che provavo era quella di un tocco soffice ma sapevo già che era solo un’impressione. La punizione sarebbe stata durissima.
Anche la caviglia sinistra venne collocata nel mezzo buco della parte superiore della gogna. Adoro il mio Maestro perché è sempre così attento a fare le cose nella maniera adeguata, corretta; non ha chiuso la gogna in maniera ruvida veloce, raffazzonata.
No. Lui sapeva benissimo che ogni istante che passava io guardavo questo oggetto di costrizione e mi eccitavo. Ogni secondo che passavo con questo oggetto addosso mi eccitavo sempre di più e mi veniva voglia di quello che sarebbe successo dopo.
Ero quindi a pancia in su, le gambe aperte e il mio Maestro prese entrambi i miei polsi e li appoggiò nei rispettivi fori della gogna. “Stai ferma”, mi intimò con quella sua voce calma e pacata.
Si girò e prese la seconda parte dell’oggetto, la vera e propria gogna, quella che mi avrebbe bloccato nei movimenti. Sapete come nei film del medioevo, quando calava dall’alto la gogna e tu eri esposta al pubblico ludibrio con i ragazzini, stronzi, che ti tiravano addosso di tutto? Ecco questa non cala dall’alto. Questa al contrario si insinuava dal basso.
Ero in una posizione molto strana, gambe larghe accovacciate e braccia stese tra le mie gambe. Lentamente iniziavo a capire cosa fosse la posizione doggystyle bassa. Le mie braccia erano tra le mie gambe dritte davanti a me, le mie gambe erano aperte e tirate tu come se dovessi avvilupparmi addosso al corpo del mio Maestro ma …
clic.
La gogna si chiuse. Ero bloccata. I polsi chiusi nei due buchi centrali. Le caviglie nei due buchi laterali. Le gambe spalancate. Io che potevo muovermi solo in teoria rotolando di lato. Se fossi stata in piedi, sarei stata in una posizione fortemente accovacciata, come per fare pipì, ma con le mani tra le mie cosce, se fossi stata a pancia in giù, avrei avuto il mio culo spalancato alla vista del mio Maestro ma per qualche strano motivo mi aveva lasciata a pancia in alto. Lo vedevo, lo potevo vedere e la cosa da una parte mi eccitava, dall’altra mi spaventava. Non ero più bendata e so che adesso mi sarebbe capitato qualcosa che mi avrebbe fatto impazzire.
“Cara Manu, adesso siamo pronti per la punizione. Sei pronta?”
“Si Maestro, sono pronta. La ascolto”
“Devi imparare a controllare il tuo corpo nel piacere. Adesso tu proverai una serie di orgasmi. Devi imparare a provare il piacere e allo stesso tempo non dimostrare nulla esteriormente, non permettere quindi a nessuno che si accorga del tuo piacere. Immagina quando andremo in un ristorante con un vibratore a controllo bluetooth, dovrai ordinare e mangiare davanti ad altri clienti e camerieri mentre io aumento la frequenza del tuo vibratore. Puoi tu iniziare ad ansimare e a godere come una matta? Nessuno dovrà accorgersi del tuo orgasmo, del tuo piacere, del tuo essere MIA. Non voglio che nessuno sappia che tu stai provando piacere per me. Chiaro?”
“Sì Maestro, devo imparare a godere senza che nessuno se ne accorga”
“Cara Manu, devi imparare a godere di testa. L’orgasmo sta nella testa lo sai, te l’ho già spiegato e scende giù tra le gambe ma quando stai per ricevere le tue contrazioni muscolari, devi dividerti in due Emanuele. La prima sarà quella fisica che lascia scendere l’orgasmo tra le tue cosce e ti fa godere fisicamente, la seconda cercherà la calma dentro di te, riporterà il piacere dell’orgasmo nella tua testa, lo gestirà, lo placherà a livello esteriore e sarà pronta a ripartire da capo”
“Non è facile quello che mi sta chiedendo Maestro lo sa vero?”
“Ti ho mai detto che il percorso verso la completa sottomissione è un percorso facile?”
Mentre lentamente scuotevo la testa in un evidente segno di negazione, vidi che il mio Maestro si era avvicinato e aveva portato una sedia. Ah scusate, sono imperdonabile, mi sono dimenticata un particolare non banale. Il Maestro prima mi aveva fatta scendere dal letto e mi aveva posizionata sul tavolo della cucina, non prima di averci steso sopra un top coprimaterasso.
Mi trovavo quindi nuda, sul tavolo della cucina in posizione di pecorina accovacciata. Il mio Maestro seduto al lato del tavolo dove era in mostra, in offerta speciale, la mia fica.
“Adesso cara Manu, io ti masturberò lentamente. In maniera tremendamente lenta. Dentro, fuori, ruotando, con le dita, con il dildo. Giocherò in ogni possibile maniera per farti godere. Tu dovrai godere senza che io me ne accorga. Lo sai che vedrò le contrazioni dei tuoi addominali quando godi, ma non dovrai urlare, muoverti, parlare, gemere troppo forte. Dovrà essere una cosa normale, come se fossi seduta in tram mentre vai a lavoro”
“Maestro, sarà durissima, proverò a pensare a cose strane così…”
“no Manu. Non voglio che tu non venga. Tu devi venire. Io voglio contare almeno 5 orgasmi senza che tu ne dia evidenza all’esterno. Chiara la punizione?”
“Maestro la punizione è chiarissima. Ma non so se riuscirò a superare la prova”
“Cotidie damnatur qui semper timet. L’uomo che vive nella paura è condannato ogni giorno. Fidati, piano piano imparerai”
Ed è così che iniziò una delle esperienze più folli della mia vita. Godere come una matta, fingendo di non provare assolutamente nulla.
Quante volte avevo dovuto fare esattamente il contrario. Dimostrare al fidanzatino di turno che le sue possenti membra mi stavano mandando letteralmente in visibilio e che l’orgasmo che mi stava procurando era assolutamente “unico ma in realtà falso”. Oggi dovevo dimostrare che l’orgasmo che il mio Maestro mi stava procurando era “unico ma in realtà non mi aveva fatto cambiare il mio comportamento esterno”
Le mie parti basse erano aperte ed esposte al mio Maestro, legata mani e piedi. Improvvisamente sentii le sue dita che iniziavano lentamente a carezzare le mie grandi labbra. Anche se non c’è stata ancora una grandissima intimità, in queste settimane io ho raccontato al mio Maestro tutti i segreti per far godere Manuela in pochi istanti. Io adoro essere accarezzata sul clitoride, in maniera circolare lenta, dolcemente e poi prendere ritmo, continuare a carezzare sempre nello stesso identico posto fino a quando lentamente sento il piacere che monta. A quel punto io desidero che il solo dito medio si fermi con la sua punta esattamente sul clitoride e si inizi a fare un massaggio ad aprire e chiudere le labbra. Adoro quella sensazione delle labbra che stringono la clitoride, che mi tengono chiusa la fica, le dita che le aprono e poi le richiudono e poi tornano a fare il movimento circolare. Adoro essere perennemente sul quel baratro del piacere, ad un passo dall’esplosione. Mi ricordo che gliel'ho confessato qualche settimana fa. Adoro rimandare l’orgasmo in maniera che quando arrivi sia devastante.
E lui in questo momento sembrava che il Maestro avesse perfettamente memorizzato la lezione. Non sarebbe un Maestro se non conoscesse le lezioni. Giocava con il clitoride con rapidi cerchi con due dita a stringerlo e a massaggiarlo, poi si fermava spingendo esattamente lì, poi apriva le labbra e le chiudeva lasciando scivolare fuori liquidi su liquidi di piacere.
Cazzo eccolo, lo sentivo, sentivo l’orgasmo e lo sentiva anche lui mentre lo sentii fare una cosa che io adoro, prese il clitoride e lo tirò tra le dita e tornò a muoversi a cerchio e mentre vedeva i muscoli della mia pancia iniziare a muoversi e i miei gemiti farsi troppo rumorosi, infilò due dita dentro e bang. Eccolo. Il mio orgasmo e dalla mia bocca uscì un gemito forte, una parola strozzata un “go..” che mi regalò in tutta risposta dal mio Maestro una serie di colpi delicati ma decisi sul clitoride, una serie di schiaffetti ripetuti sul mio bottoncino e bang: venuta!
Prima prova fallita. Cazzo.
“Mi è sembrato di vedere delle evidenze fisiche del tuo piacere, vero Manu?”
“Sì Maestro. Devo migliorare”
E non mi fece neanche finire la frase che cambiò strategia. Due dita dentro. Oddio esattamente quello che mi aveva fatto mezz’ora prima quando avevo perso la sfida della bambola. Lo sapeva. Glielo avevo detto. Io sono sia vaginale sia clitoridea. Cazzo. Adesso siamo passati al vaginale.
Gli uomini un po’ più attenti e sicuramente tutte le femminucce, sanno che il primo orgasmo di solito è quello più lungo a venire ma poi, più volte vieni, e più il tempo che intercorre tra uno e l’altro è breve. Alla stessa maniera più è intenso l’orgasmo e più rapido sarà il secondo nell’arrivare.
Sentivo le due dita del mio Maestro che scavavano dentro di me. Ero aperta. Lo sapevo cosa stava cercando di fare. Quello che io adoro. Adoro quando arrivano alla fine della vagina. Quando si arriva al collo dell’utero. Ci sono donne che sentono dolore quando si arriva lì. Per me invece è una scossa di folle piacere e lui adesso scavava. Cazzo se scavava. Due dita dentro. Medio e anulare. Si mi piace quando mi prende così. È decisamente più intenso del medio e indice. L’anulare mi fa impazzire quando scava dentro. Il mio Maestro ha delle belle mani, ampie, con dita belle grandi e un palmo che sembra una bella pala e sentirlo che scavava dentro di me mi stava nuovamente mandando fuori di testa.
Manu calmati! Manu respira. Non devi solo venire, devi non farti accorgere che ...ohhhh mi è uscito un gemito, Manu cazzo calmati, fermati, non devi farti sgamare, non deve sentire che stai per … stai per … Manuuuu chiudi la bocca, chiudi il cervello, cerca la pace, ricordati i tuoi insegnamenti zen, pensa a qualcosa di rilassante e piacevole, pensa all’appagamento che …AAAARGGGHHHHH cazzoooooooooooo!!!!! Venuta.
“Siamo andati un po’ meglio ma ancora siamo lontani. Proviamo ancora dai!”
Non ero contenta, avevo chiuso forte i pugni, avevo cercato di resistere, avevo cercato di non far capire che stavo godendo ma poi alla fine la scossa è stata troppo forte. Cazzo non ce la farò mai.
“Manu, non devi combattere il tuo orgasmo, lo devi accompagnare in una zona calma del tuo cervello, devi imparare a vivere il tuo orgasmo come un piacevole compagno della tua vita naturale. Non lo ostacolare, conducilo dove vuoi tu”
La fa sempre così semplice lui, con quel suo fottutto aplomb. Sembra un medico, asettico, sembra così lontano, sembra quasi che non mi stia facendo nulla. Se non fossi così legata sarei curiosa di andarlo a toccare, a cercare il suo cazzo. Magari lo troverei anche che non è così tremendamente duro come dovrebbe. Ma dove cazzo lo trova quel suo equilibrio così fottutamente affascinante?
Mentre pensavo al suo cazzo, in realtà avrei dovuto pensare a qualcosa di dolce e rilassante non certo al suo cazzo duro dentro di me, sentii entrare nella mia fica un sinuoso dildo. Ne avevo già fatta conoscenza qualche settimana fa, quando si era divertito ad usare il dildo per farmi perdere la testa. Ecco vediamo cosa succede.
Non feci in tempo a sentire il dildo che scivolava nella fica che sentii una seconda tremenda e inattesa piacevole invasione. Un plug anale. Cazzo questo no.
In un’altra occasione vi racconterò il mio controverso rapporto con il mio lato b ma è indubbio che nonostante tutti i miei strani rapporti con il mio culo, essere invasa da un plug anale mentre un dildo mi scava dentro la ficaaaaa …. ooohhhh eccolo cazzo …
Pensa al plug anale, Manu pensa al plug anale, al piacere che ti dà ma pensa anche a quanto sei dovuta crescere per imparare ad accettare quello che succedeva, pensa al plug, concentrati sul plug anale e magari ti dimentichi che … oooohhhh
“godddoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo”
“cazzoooooooooooooooooooooooo cazzooooooooooooooooooo”
“cazzoooo caaaz….. Maesstrooooo cazzzzooo mi dispiaceeeeeeeeeeeeeeeeee”
“Maestro la sua Troia non è stata in graaa….. ahhhh goddoooooooo ancoraaaaaaaa”
“Maestroooooooooo ….”
non feci in tempo a finire la frase che uno schizzo di me uscì dalla fica. Gli uomini vanno matti per le donne che squirtano. Pensano che sia veramente troppo esagerato. Se solo sapessero che praticamente quasi tutte le donne possono squirtare se vengono sollecitate nella maniera corretta. A me era già capitato altre volte con altri uomini, ma il mio Maestro sembra avere questa fottuta capacità di farmi schizzare ovunque e comunque.
“Manu. Direi che non sei pronta. La situazione sta peggiorando e non migliorando. Direi che è inutile andare avanti con la punizione”
“Maestro mi dispiace, non sono alla sua altezza. Mi aiuti a crescere”
“Manu. Adesso ti slego dalla gogna e ti porto in bagno. Hai cinque minuti per fare tutte le tue cose, sistemarti per dormire e poi vieni in camera”
Mi trovavo improvvisamente bagnata fradicia, amareggiata, con una pipì che mi esplodeva nella vescica.
“tre minuti e 47 secondi, non arrivare tardi, non peggiorare la situazione”
Corsi in camera e giusto al 28esimo secondo mi trovai sul letto davanti al mio Maestro.
“Maestro. Sono pronta. Ho fallito la punizione. Faccia di me quello che ritiene più utile per la mia crescita”.
Il Maestro mi guardò sorridendo. “Manu, devi imparare la dolce arte del controllo. Devi imparare che il corpo si controlla con la testa, che la testa ha il potere di farti stare bene o di farti stare male”
“Maestro ha ragione. Ho fallito in tutte le mie prove. Sono pronta ad accettare il suo giudizio per progredire nel mio percorso”
“Stenditi a letto e mettiti nella posizione della gogna”
Abbassai gli occhi e nuda mi misi esattamente nella posizione che avevo imparato a conoscere benissimo. Questa volta il Maestro fu decisamente più rapido e più rude nel sistemare le chiusure ai polsi e alle caviglie. In pochi secondi mi trovai nuovamente legata nella posizione della pecorina accovacciata.
“Visto che hai fallito la precedente parte della punizione della gogna, ho deciso che è bene che tu ci faccia sopra un buon sonno ristoratore, anche se la posizione non è delle più comode. Domani a lavoro, quando i tuoi muscoli urleranno di dolore per la posizione un po’ strana in cui hai dormito stanotte, potrai iniziare a lavorare per capire che la testa ha il potere totale su piacere e dolore”
“grazie Maestro”
"Io dormirò accanto a te stanotte, vedi di non disturbare troppo con movimenti strani o con gemiti di dolore. Non migliorerebbero il tuo percorso di crescita”
“buona notte Manu”
“buona notte Maestro”
sono Manu. Ci siamo già incontrati in alcuni miei precedenti racconti. Vi avevo lasciato nel racconto Bambola (https://www.eroticiracconti.it/racconto/74641-bambola) dove il mio Maestro mi aveva chiesto di rimanere tassativamente ferma qualsiasi cosa mi avesse fatto ma una sua particolare “maestria” nel giocare con la mia fica mi ha provocato un orgasmo tale da avere un fremito alle gambe e avviluppare il suo corpo con le mie cosce.
La punizione sarebbe arrivata SOLO e SOLTANTO se mi fossi mossa in qualche maniera durante l’amplesso. La regola era semplice. Io ero una bambola. La sua bambola.
“Cosa ti avevo detto Manu? Tu sarai solo un oggetto di piacere, devi stare assolutamente ferma, ti concedo solo i movimenti tipici della fellatio e della penetrazione di bacino, ma poi in tutto il resto dovrai essere IMMOBILE”.
“Sei stata immobile?”
“no Maestro”.
“e adesso cosa ti meriti?”
“la punizione. La sua punizione Maestro”
E questa è l’attuale storia che mi accingo a scrivere.
“Cara Manu, il percorso verso la sudditanza è molto lunga. Quelli che dicono o scrivono sui siti che si riesce a creare una Schiava in pochi mesi, raccontano solo balle; parlano, come ti ho sempre detto, di quel tipo di schiava fisica che niente altro è se non un’estensione della proprietà, un oggetto da usare per farle fare le cose più estreme a livello sessuale o altro”
“Lo so Maestro. Me l’ha già spiegato più volte che quello a cui lei aspira è una totale e completa sottomissione mentale da parte mia, che la parte fisica sarà solamente la conseguenza di quella mentale”
“Esattamente Manu ed è per questo che la punizione sarà prettamente mentale. Beh, qualcosa di fisico ci sarà sicuramente ma ti posso assicurare che sarai punita in maniera decisa e senza alcuna pietà a livello prettamente mentale"
Il mio Maestro si avvicinò, mi tolse la benda dagli occhi, mi sciolse la cintura di restrizione ai polsi e lentamente con quel suo passo felpato ma deciso si allontanò dalla stanza da letto per andare a prendere sicuramente un altro dei suoi meravigliosi giochini di cui tanto mi aveva parlato.
Il mio cuore batteva a mille, sapevo di aver fallito la prova, mi ero detta certa che sarei stata perfettamente immobile. Me ne aveva parlato, mi aveva detto che secondo lui non ero pronta per la prova della “bambola” che ancora avevo dei comportamenti troppo impulsivi, che non riuscivo ancora a controllare in maniera adeguata il mio piacere e i miei orgasmi. Come spesso accade, aveva ragione lui. Ma forse, come mi aveva anche detto il mio Maestro, non vedevo l’ora di essere punita. Era già passato troppo tempo dall’ultima punizione e la precedente era stata sublime.
Persa nel mio fiume di pensieri liquidi mi accorsi solo all’ultimo istante che il mio Maestro era tornato in stanza portando con sé un attrezzo strano, una sorta di ceppo con quattro fori.
“Cara Manu. Questo è un Doggy Style Pillory. Sai cosa vuol dire Pillory in inglese?”
“No Maestro ma credo di intuire”
“Pillory vuol dire gogna. E questa è una gogna speciale per farti assumere quella che si chiama la posizione doggy style bassa, altrimenti detta in italiano pecorina accovacciata”.
“Una gogna per una pecorina? …”
Non posso negare che alla vista di quell’oggetto, il mio cervello volava verso mille possibili folli e terrificanti applicazioni di cui, fino a pochi secondi prima, neanche mai avrei potuto immaginare l’esistenza.
“Vedi Manu, questa gogna viene usata in svariate maniere ma io oggi per te ho deciso di utilizzare questo piacevole strumento del piacere per educare al meglio al controllo del tuo orgasmo, al controllo del tuo piacere, al controllo del tuo corpo mentre godi”
Senza che me ne rendessi neanche conto, sentii le mani del mio Maestro scivolare sulle mie gambe nude, sudate, beh chi non si è letto il precedente racconto forse non sa che al momento dello “STOP” io ero già venuta quelle milla mila volte e siamo sempre d’agosto, anche con il fresco serate, con l’aria condizionata, metteteci tutto, ma si suda, eccome se si suda.
Le mani del mio Maestro scivolarono sulle mie caviglie e le vidi appoggiarci sopra la “pillory”, la gogna”. Appoggiata sopra la mia caviglia destra, sentivo il peso, era morbida, l’imbottitura era di cuoio, si vedeva che era una cosa bella sofisticata, io che pensavo che mi sarei fatta malissimo e invece la sensazione che provavo era quella di un tocco soffice ma sapevo già che era solo un’impressione. La punizione sarebbe stata durissima.
Anche la caviglia sinistra venne collocata nel mezzo buco della parte superiore della gogna. Adoro il mio Maestro perché è sempre così attento a fare le cose nella maniera adeguata, corretta; non ha chiuso la gogna in maniera ruvida veloce, raffazzonata.
No. Lui sapeva benissimo che ogni istante che passava io guardavo questo oggetto di costrizione e mi eccitavo. Ogni secondo che passavo con questo oggetto addosso mi eccitavo sempre di più e mi veniva voglia di quello che sarebbe successo dopo.
Ero quindi a pancia in su, le gambe aperte e il mio Maestro prese entrambi i miei polsi e li appoggiò nei rispettivi fori della gogna. “Stai ferma”, mi intimò con quella sua voce calma e pacata.
Si girò e prese la seconda parte dell’oggetto, la vera e propria gogna, quella che mi avrebbe bloccato nei movimenti. Sapete come nei film del medioevo, quando calava dall’alto la gogna e tu eri esposta al pubblico ludibrio con i ragazzini, stronzi, che ti tiravano addosso di tutto? Ecco questa non cala dall’alto. Questa al contrario si insinuava dal basso.
Ero in una posizione molto strana, gambe larghe accovacciate e braccia stese tra le mie gambe. Lentamente iniziavo a capire cosa fosse la posizione doggystyle bassa. Le mie braccia erano tra le mie gambe dritte davanti a me, le mie gambe erano aperte e tirate tu come se dovessi avvilupparmi addosso al corpo del mio Maestro ma …
clic.
La gogna si chiuse. Ero bloccata. I polsi chiusi nei due buchi centrali. Le caviglie nei due buchi laterali. Le gambe spalancate. Io che potevo muovermi solo in teoria rotolando di lato. Se fossi stata in piedi, sarei stata in una posizione fortemente accovacciata, come per fare pipì, ma con le mani tra le mie cosce, se fossi stata a pancia in giù, avrei avuto il mio culo spalancato alla vista del mio Maestro ma per qualche strano motivo mi aveva lasciata a pancia in alto. Lo vedevo, lo potevo vedere e la cosa da una parte mi eccitava, dall’altra mi spaventava. Non ero più bendata e so che adesso mi sarebbe capitato qualcosa che mi avrebbe fatto impazzire.
“Cara Manu, adesso siamo pronti per la punizione. Sei pronta?”
“Si Maestro, sono pronta. La ascolto”
“Devi imparare a controllare il tuo corpo nel piacere. Adesso tu proverai una serie di orgasmi. Devi imparare a provare il piacere e allo stesso tempo non dimostrare nulla esteriormente, non permettere quindi a nessuno che si accorga del tuo piacere. Immagina quando andremo in un ristorante con un vibratore a controllo bluetooth, dovrai ordinare e mangiare davanti ad altri clienti e camerieri mentre io aumento la frequenza del tuo vibratore. Puoi tu iniziare ad ansimare e a godere come una matta? Nessuno dovrà accorgersi del tuo orgasmo, del tuo piacere, del tuo essere MIA. Non voglio che nessuno sappia che tu stai provando piacere per me. Chiaro?”
“Sì Maestro, devo imparare a godere senza che nessuno se ne accorga”
“Cara Manu, devi imparare a godere di testa. L’orgasmo sta nella testa lo sai, te l’ho già spiegato e scende giù tra le gambe ma quando stai per ricevere le tue contrazioni muscolari, devi dividerti in due Emanuele. La prima sarà quella fisica che lascia scendere l’orgasmo tra le tue cosce e ti fa godere fisicamente, la seconda cercherà la calma dentro di te, riporterà il piacere dell’orgasmo nella tua testa, lo gestirà, lo placherà a livello esteriore e sarà pronta a ripartire da capo”
“Non è facile quello che mi sta chiedendo Maestro lo sa vero?”
“Ti ho mai detto che il percorso verso la completa sottomissione è un percorso facile?”
Mentre lentamente scuotevo la testa in un evidente segno di negazione, vidi che il mio Maestro si era avvicinato e aveva portato una sedia. Ah scusate, sono imperdonabile, mi sono dimenticata un particolare non banale. Il Maestro prima mi aveva fatta scendere dal letto e mi aveva posizionata sul tavolo della cucina, non prima di averci steso sopra un top coprimaterasso.
Mi trovavo quindi nuda, sul tavolo della cucina in posizione di pecorina accovacciata. Il mio Maestro seduto al lato del tavolo dove era in mostra, in offerta speciale, la mia fica.
“Adesso cara Manu, io ti masturberò lentamente. In maniera tremendamente lenta. Dentro, fuori, ruotando, con le dita, con il dildo. Giocherò in ogni possibile maniera per farti godere. Tu dovrai godere senza che io me ne accorga. Lo sai che vedrò le contrazioni dei tuoi addominali quando godi, ma non dovrai urlare, muoverti, parlare, gemere troppo forte. Dovrà essere una cosa normale, come se fossi seduta in tram mentre vai a lavoro”
“Maestro, sarà durissima, proverò a pensare a cose strane così…”
“no Manu. Non voglio che tu non venga. Tu devi venire. Io voglio contare almeno 5 orgasmi senza che tu ne dia evidenza all’esterno. Chiara la punizione?”
“Maestro la punizione è chiarissima. Ma non so se riuscirò a superare la prova”
“Cotidie damnatur qui semper timet. L’uomo che vive nella paura è condannato ogni giorno. Fidati, piano piano imparerai”
Ed è così che iniziò una delle esperienze più folli della mia vita. Godere come una matta, fingendo di non provare assolutamente nulla.
Quante volte avevo dovuto fare esattamente il contrario. Dimostrare al fidanzatino di turno che le sue possenti membra mi stavano mandando letteralmente in visibilio e che l’orgasmo che mi stava procurando era assolutamente “unico ma in realtà falso”. Oggi dovevo dimostrare che l’orgasmo che il mio Maestro mi stava procurando era “unico ma in realtà non mi aveva fatto cambiare il mio comportamento esterno”
Le mie parti basse erano aperte ed esposte al mio Maestro, legata mani e piedi. Improvvisamente sentii le sue dita che iniziavano lentamente a carezzare le mie grandi labbra. Anche se non c’è stata ancora una grandissima intimità, in queste settimane io ho raccontato al mio Maestro tutti i segreti per far godere Manuela in pochi istanti. Io adoro essere accarezzata sul clitoride, in maniera circolare lenta, dolcemente e poi prendere ritmo, continuare a carezzare sempre nello stesso identico posto fino a quando lentamente sento il piacere che monta. A quel punto io desidero che il solo dito medio si fermi con la sua punta esattamente sul clitoride e si inizi a fare un massaggio ad aprire e chiudere le labbra. Adoro quella sensazione delle labbra che stringono la clitoride, che mi tengono chiusa la fica, le dita che le aprono e poi le richiudono e poi tornano a fare il movimento circolare. Adoro essere perennemente sul quel baratro del piacere, ad un passo dall’esplosione. Mi ricordo che gliel'ho confessato qualche settimana fa. Adoro rimandare l’orgasmo in maniera che quando arrivi sia devastante.
E lui in questo momento sembrava che il Maestro avesse perfettamente memorizzato la lezione. Non sarebbe un Maestro se non conoscesse le lezioni. Giocava con il clitoride con rapidi cerchi con due dita a stringerlo e a massaggiarlo, poi si fermava spingendo esattamente lì, poi apriva le labbra e le chiudeva lasciando scivolare fuori liquidi su liquidi di piacere.
Cazzo eccolo, lo sentivo, sentivo l’orgasmo e lo sentiva anche lui mentre lo sentii fare una cosa che io adoro, prese il clitoride e lo tirò tra le dita e tornò a muoversi a cerchio e mentre vedeva i muscoli della mia pancia iniziare a muoversi e i miei gemiti farsi troppo rumorosi, infilò due dita dentro e bang. Eccolo. Il mio orgasmo e dalla mia bocca uscì un gemito forte, una parola strozzata un “go..” che mi regalò in tutta risposta dal mio Maestro una serie di colpi delicati ma decisi sul clitoride, una serie di schiaffetti ripetuti sul mio bottoncino e bang: venuta!
Prima prova fallita. Cazzo.
“Mi è sembrato di vedere delle evidenze fisiche del tuo piacere, vero Manu?”
“Sì Maestro. Devo migliorare”
E non mi fece neanche finire la frase che cambiò strategia. Due dita dentro. Oddio esattamente quello che mi aveva fatto mezz’ora prima quando avevo perso la sfida della bambola. Lo sapeva. Glielo avevo detto. Io sono sia vaginale sia clitoridea. Cazzo. Adesso siamo passati al vaginale.
Gli uomini un po’ più attenti e sicuramente tutte le femminucce, sanno che il primo orgasmo di solito è quello più lungo a venire ma poi, più volte vieni, e più il tempo che intercorre tra uno e l’altro è breve. Alla stessa maniera più è intenso l’orgasmo e più rapido sarà il secondo nell’arrivare.
Sentivo le due dita del mio Maestro che scavavano dentro di me. Ero aperta. Lo sapevo cosa stava cercando di fare. Quello che io adoro. Adoro quando arrivano alla fine della vagina. Quando si arriva al collo dell’utero. Ci sono donne che sentono dolore quando si arriva lì. Per me invece è una scossa di folle piacere e lui adesso scavava. Cazzo se scavava. Due dita dentro. Medio e anulare. Si mi piace quando mi prende così. È decisamente più intenso del medio e indice. L’anulare mi fa impazzire quando scava dentro. Il mio Maestro ha delle belle mani, ampie, con dita belle grandi e un palmo che sembra una bella pala e sentirlo che scavava dentro di me mi stava nuovamente mandando fuori di testa.
Manu calmati! Manu respira. Non devi solo venire, devi non farti accorgere che ...ohhhh mi è uscito un gemito, Manu cazzo calmati, fermati, non devi farti sgamare, non deve sentire che stai per … stai per … Manuuuu chiudi la bocca, chiudi il cervello, cerca la pace, ricordati i tuoi insegnamenti zen, pensa a qualcosa di rilassante e piacevole, pensa all’appagamento che …AAAARGGGHHHHH cazzoooooooooooo!!!!! Venuta.
“Siamo andati un po’ meglio ma ancora siamo lontani. Proviamo ancora dai!”
Non ero contenta, avevo chiuso forte i pugni, avevo cercato di resistere, avevo cercato di non far capire che stavo godendo ma poi alla fine la scossa è stata troppo forte. Cazzo non ce la farò mai.
“Manu, non devi combattere il tuo orgasmo, lo devi accompagnare in una zona calma del tuo cervello, devi imparare a vivere il tuo orgasmo come un piacevole compagno della tua vita naturale. Non lo ostacolare, conducilo dove vuoi tu”
La fa sempre così semplice lui, con quel suo fottutto aplomb. Sembra un medico, asettico, sembra così lontano, sembra quasi che non mi stia facendo nulla. Se non fossi così legata sarei curiosa di andarlo a toccare, a cercare il suo cazzo. Magari lo troverei anche che non è così tremendamente duro come dovrebbe. Ma dove cazzo lo trova quel suo equilibrio così fottutamente affascinante?
Mentre pensavo al suo cazzo, in realtà avrei dovuto pensare a qualcosa di dolce e rilassante non certo al suo cazzo duro dentro di me, sentii entrare nella mia fica un sinuoso dildo. Ne avevo già fatta conoscenza qualche settimana fa, quando si era divertito ad usare il dildo per farmi perdere la testa. Ecco vediamo cosa succede.
Non feci in tempo a sentire il dildo che scivolava nella fica che sentii una seconda tremenda e inattesa piacevole invasione. Un plug anale. Cazzo questo no.
In un’altra occasione vi racconterò il mio controverso rapporto con il mio lato b ma è indubbio che nonostante tutti i miei strani rapporti con il mio culo, essere invasa da un plug anale mentre un dildo mi scava dentro la ficaaaaa …. ooohhhh eccolo cazzo …
Pensa al plug anale, Manu pensa al plug anale, al piacere che ti dà ma pensa anche a quanto sei dovuta crescere per imparare ad accettare quello che succedeva, pensa al plug, concentrati sul plug anale e magari ti dimentichi che … oooohhhh
“godddoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo”
“cazzoooooooooooooooooooooooo cazzooooooooooooooooooo”
“cazzoooo caaaz….. Maesstrooooo cazzzzooo mi dispiaceeeeeeeeeeeeeeeeee”
“Maestro la sua Troia non è stata in graaa….. ahhhh goddoooooooo ancoraaaaaaaa”
“Maestroooooooooo ….”
non feci in tempo a finire la frase che uno schizzo di me uscì dalla fica. Gli uomini vanno matti per le donne che squirtano. Pensano che sia veramente troppo esagerato. Se solo sapessero che praticamente quasi tutte le donne possono squirtare se vengono sollecitate nella maniera corretta. A me era già capitato altre volte con altri uomini, ma il mio Maestro sembra avere questa fottuta capacità di farmi schizzare ovunque e comunque.
“Manu. Direi che non sei pronta. La situazione sta peggiorando e non migliorando. Direi che è inutile andare avanti con la punizione”
“Maestro mi dispiace, non sono alla sua altezza. Mi aiuti a crescere”
“Manu. Adesso ti slego dalla gogna e ti porto in bagno. Hai cinque minuti per fare tutte le tue cose, sistemarti per dormire e poi vieni in camera”
Mi trovavo improvvisamente bagnata fradicia, amareggiata, con una pipì che mi esplodeva nella vescica.
“tre minuti e 47 secondi, non arrivare tardi, non peggiorare la situazione”
Corsi in camera e giusto al 28esimo secondo mi trovai sul letto davanti al mio Maestro.
“Maestro. Sono pronta. Ho fallito la punizione. Faccia di me quello che ritiene più utile per la mia crescita”.
Il Maestro mi guardò sorridendo. “Manu, devi imparare la dolce arte del controllo. Devi imparare che il corpo si controlla con la testa, che la testa ha il potere di farti stare bene o di farti stare male”
“Maestro ha ragione. Ho fallito in tutte le mie prove. Sono pronta ad accettare il suo giudizio per progredire nel mio percorso”
“Stenditi a letto e mettiti nella posizione della gogna”
Abbassai gli occhi e nuda mi misi esattamente nella posizione che avevo imparato a conoscere benissimo. Questa volta il Maestro fu decisamente più rapido e più rude nel sistemare le chiusure ai polsi e alle caviglie. In pochi secondi mi trovai nuovamente legata nella posizione della pecorina accovacciata.
“Visto che hai fallito la precedente parte della punizione della gogna, ho deciso che è bene che tu ci faccia sopra un buon sonno ristoratore, anche se la posizione non è delle più comode. Domani a lavoro, quando i tuoi muscoli urleranno di dolore per la posizione un po’ strana in cui hai dormito stanotte, potrai iniziare a lavorare per capire che la testa ha il potere totale su piacere e dolore”
“grazie Maestro”
"Io dormirò accanto a te stanotte, vedi di non disturbare troppo con movimenti strani o con gemiti di dolore. Non migliorerebbero il tuo percorso di crescita”
“buona notte Manu”
“buona notte Maestro”
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