Bambola
di
Barsine
genere
dominazione
Buongiorno sono Manu, mi avete già incontrata nei miei racconti di esordio quando vi ho raccontato una nottata folle di mezza estate in preda ai fumi del piacere che il mio Maestro mi sta regalando da qualche settimana a questa parte.
Ma partiamo dall’inizio. Io sono una giovane donna di 29 anni, attualmente single, dopo una lunga convivenza con un fidanzato tanto piacevole quanto noioso, tanto porco quanto ripetitivo. Alla fine per tutta una serie di motivi personali, anche il COVID ha sicuramente dato una mano, mi sono ritrovata a cambiare città, lasciare il fidanzato, trovare una nuova casa, un nuovo lavoro, nuovi amici e creare una nuova vita.
Insomma il 2022 è stato sicuramente un anno molto complesso e difficile per me, come per tanti ma … dovete sapere che scavando profondamente nel mio subconscio ho sempre sentito una lucina che si accendeva ogni volta che pensavo alla sottomissione, non dico essere “schiava” perché forse non sono ancora pronta, ma sicuramente ho sempre cullato l’idea di trovare un Maestro che mi guidasse verso nuove vie di approcciare e godere il sesso. E il 2022 per quanto anno duro e complesso, mi ha riservato questa straordinaria scoperta.
Questo Maestro per pura fortuna e casualità si è palesato nel tardo pomeriggio di una calda giornata estiva in una stanza completamente deserta di una videochat dove ero assolutamente per sbaglio ancora online e mi ha contattata con fare dolce ma deciso.
Chi di voi conosce bene il concetto di sudditanza, sottomissione, schiavitù sa benissimo che alla fine è una forma assolutamente pura e intensa di amore, di dedizione, di passione, di rispetto e di donarsi completamente all’altro. Spesso in tanti stereotipi da film porno di serie B, il padrone è solo colui che lega, picchia, umilia la sua schiava, insomma la classica proiezione del Padre Padrone tipicamente fallocentrico, tutta maschile in cui la femmina è una proprietà, è un oggetto da utilizzare e da far utilizzare a propria discrezione e piacere.
Se andate a studiare bene il fenomeno, soprattutto all’estero in culture dove il concetto di “proprietà della tua donna” non è neanche considerata accettabile, si scopre che la sottomissione è un vero atto di reciproco amore dove sia il Maestro che la Sottomessa danno tutti se stessi per compiacere le voglie e i piaceri dell’altro/a.
E il mio Maestro, forse anche perché ha vissuto tanti anni all’estero nel mondo nordico e anglosassone, mi ha introdotta e condotta piano piano in questo piacevole mondo del “do ut des”, del dare per avere, dove il mio più grande piacere è obbedire alle sue richieste oppure, a volte, disubbidire consapevolmente alle sue richieste per attendere piacevolmente le sue sublimi punizioni.
Premesso che il mio Maestro vive ad una distanza media da me (più di due ore di macchina) ed entrambi abbiamo una vita molto incasinata dal punto di vista logistico, ci siamo visti veramente troppo poco per poter avere già un bel bagaglio di esperienze “fisiche” e molto del nostro rapporto è ancora mentale e a distanza, ormai il COVID dopo la DAD ha creato anche il MAD, il Master a Distanza, ma a volte riusciamo a vederci e oggi voglio raccontarvi proprio uno di questi meravigliosi episodi fisici.
“ciao Manu, per motivi di lavoro la prossima settimana martedì o mercoledì passo dalle tue parti. Ti va se prendiamo un aperitivo e poi vediamo come evolve la serata? Considera che mercoledì presto devo essere a Roma, quindi anche nel caso si dovesse fare una serata intensa, io verso le 5 e mezzo dovrò lasciarti”.
“Maestro, come al solito lei è in grado di sconvolgere il mio già sconvolto ritmo di vita. Cosa le posso dire? Mi piacerebbe ma ho molta paura di incontrarla dal vivo, ogni volta è un’esperienza così forte che non so se sono ancora del tutto pronta”
“Manu, la mia non è una richiesta, non è un ordine, la mia è una proposta. Se ti va di passare una serata alternativa alle tue solite serate con amici e amiche, fammi sapere che mi organizzo e invece di andare dritto a Roma mi fermo dalle tue parti. Poi ovviamente se vuoi posso restare da te oppure andare a dormire in hotel. Hai tempo fino a lunedì sera per farmelo sapere”
Ecco. Vedete? Questa sua capacità di chiedere tutto senza chiedere nulla mi fa impazzire. Mi ha lanciato una proposta a cui è veramente durissima dire di no e la prima cosa che mi dice è “se non vuoi vederci, non è un problema, tranquilla, io sono felice anche se non ci vediamo, decidi tu se hai voglia o meno di …”. Lui mi conosce, lo sa che lui è il leone e io la gazzella. Io sono una gazzella particolare, ibridata con una scimmia e so già cosa gli dirò da qui a lunedì.
Ed eccoci a martedì sera. Non voglio tediarvi con le mille chat intermedie, con le mie paure e le mie voglie, con le sue discrete promesse di follia e soprattutto non voglio spoilerare quello che mi ha promesso mi avrebbe fatto nel caso ci fossimo visti.
Sono le 17 e 32 e il campanello suona. Eccolo è arrivato. La gazzella ha un attimo di terrore, si guarda attorno e cerca un’ultima disperata via di fuga. E finalmente è alla porta. Non è la prima volta che ci vediamo, la precedente volta è stata sublime, inutile che ve lo neghi. Si è superato in tutto e per tutto, quindi almeno non c’è lo choc dell’impatto fisico.
Il mio Maestro è un uomo alto ben 1.89 moro capelli castani scuri brizzolati, ben messo fisicamente, ha poco più di 50 anni ma gliene dareste non più di 43/45. Io invece sono bionda, minutina, 172 seno a coppa di champagne , fisico molto esile ma molto allenato da tutta l’attività fisica che faccio durante la settimana. Ah giusto. Entrambi abbiamo due cervelli il cui migliore aggettivo sarebbe “dirty” e quindi se si uniscono il famoso “dirty dancing” può avere inizio.
Si avvicina e mi bacia. Un bacio dolce, lento, sfiorato ma caldo. E mi sorride, salutandomi con un “ciao Manu, ciao dolce gazzella”. Il mio “Buongiorno Maestro, come sta?” è solo l’inizio dei classici convenevoli che sò già dureranno pochissimi minuti.
Non passa infatti neanche mezz’ora che siamo a letto. Ho preparato tutto quello che lui mi ha chiesto. Foulard neri, manette di cuoio, e come abbigliamento scarpe decoltee con tacco 18 con laccetto, autoreggenti nere leggerissime, siamo sempre d’agosto, reggicalze nero (ma non erano autoreggenti, si è vero non sono riuscita a trovare le calze che si abbinavano al reggicalze e comunque non è detto che le autoreggenti non possano essere tenute in posizioni anche da un reggicalze!), reggiseno push up senza coppe, cintura di restrizione per i polsi. Nuda.
Mi ha fatta distendere sul letto, prima di tutto mi ha bendata con uno dei foulard neri, ha controllato che non avessi nessun tipo di vista su quello che mi succedeva e poi lentamente ha preso la cintura di restrizione, l’ha legata attorno ai polsi, una chiusura decisa ma non dolorosa, mi potevo muovere ma come mi aveva sempre detto lui “non è il legame fisico che ti tiene ferma, è il legame mentale che ti inchioda a letto”.
Mani sopra la testa, mani legate, reggiseno push up che mi lascia completamente nudo il seno, reggicalze, calze autoreggenti e scarpe. Gambe piegate, testa leggermente reclinata all’indietro per tendere ulteriormente la mia colonna vertebrale.
Mi ha tenuto per una semi eternità lì ferma ad attendere gli eventi. Poi ho sentito che si avvicinava e ai due lati del letto. Lo sento appoggiare quelle che scoprirò essere due casse bluetooth. “come promesso, ecco la colonna musicale della serata”.
Lo sento avvicinarsi alla mia bocca, lo sento, sento il suo calore, il suo respiro, lo percepisco, è proprio vero che se si elimina un senso, gli altri iniziano a lavorare a mille per sopperire a quella mancanza.
Non vedo nulla attorno a me ma è come se avessi una chiara precisa percezione di tutto quello che mi circonda. Ad un certo punto sobbalzo. Le due casse iniziano a suonare L’Inverno di Vivaldi. I primi 75 secondi di riscaldamento, di piccoli tocchi dell’archetto sulle corde del violino poi al 1:15 parte uno dei pezzi di musica classica che adoro e che era stata la sua risposta ad una mia richiesta. Essere scopata con un sottofondo musicale sublime.
Lo sento che mi gira intorno, mi guarda, mi studia, mi osserva. È il leone che finalmente ha catturato la gazzella ed è sua, sono SUA, completamente SUA. Quante volte gliel'ho detto in questi mesi: TUA, tre lettere, un’emozione senza pari.
Ad un certo punto lo sento appoggiarsi sul letto e lo sento vicino, lo sento, lo vedo, lo annuso, è il suo CAZZO che finalmente è mio. Lo prendo in bocca, lo succhio, lo assaggio, lo assaporo. Posso muovere la testa di poco ma riesco ad andare su e giù lungo la sua asta del piacere. Me lo sfila di bocca mentre io lo cerco, poi lo rimette dentro fino in fondo a riempire la mia gola. Una sensazione meravigliosa di soffocare. Quanto l’ho desiderata questa sensazione, rimanere senza fiato di fronte al suo cazzo. Si diverte, gioca, gira attorno a me e nuovamente mi penetra la bocca, mi fa contorcere con i miei movimenti limitati per andare a cercare il suo cazzo, lo voglio, lo vorrei sempre in bocca, vorrei che mi schizzasse, vorrei il suo sperma che mi annaffia la bocca, il viso, le tette, ovunque. TI VOGLIO MAESTRO.
Ma lui ha altri programmi. Si sposta lasciandomi a “bocca asciutta”, non proprio asciutta ma comunque vuota, e lo sento insinuarsi tra le mie gambe. Le mie cosce sono piegate. Ferme come mi ha ordinato.
Io stasera sono una bambola da usare.
Io devo solo ricevere il piacere, subire, non muovermi, essere l’oggetto delle sue attenzioni, pena la punizione che abbiamo concordato.
"Mi raccomando Manu tu sei solo un oggetto di piacere, devi stare assolutamente ferma, ti concedo solo i movimenti tipici della fellatio e della penetrazione di bacino, ma poi in tutto il resto dovrai essere IMMOBILE”.
Tremendo supplizio. Io che vorrei avvilupparlo con le mie braccia, la mia pelle, i miei baci, i miei graffi, la gazzella che diventa il diavolo della Tasmania e lo avvolge nella sua passione, costretta invece ad essere immobile.
Bambola del sesso. Sarà durissima resistergli. Lo so già che sarà durissima e forse lo sa anche lui, meglio di me.
Lo sento che si avvicina alla mia figa. Lui lo sa. Gronda di piacere. Oh se lo sa. L’ha sempre saputo fin dal primo giorno che io sono una molto “liquida”. Ho questo rapporto molto intenso con l’acqua e l’umidità. Io mi bagno oltre modo e lui ha sempre sottolineato che “entrare in una donna con la fica asciutta è un peccato capitale da punire gravemente”.
Oggi non è il giorno di questa punizione grave. Con me questo peccato non lo commette di certo. Sono fradicia. Nella testa, nel cuore, nella fica. Sento che si piazza, sposta un po’ le gambe, le accarezza, sarà la quinta volta che Vivaldi riparte con il suo Inverno e io ancora sono qui che fremo come una matta, tesa come quella famosa corda del violino che mi fa impazzire con il suo suono così delicato e violento.
Mi accarezza le gambe, sfiorato, sulle calze, fa impressione, è estate eppure ho le calze e mi piace da impazzire il suo tocco sulla mia pelle. Lo sento come fossi nuda, sento la sua mano attraverso le calze e mi sento SUA. La mia testa è in tilt. Lo so, mancano pochi secondi, pochi minuti, poco poco poco pochissimo e … eccolo …
È entrato dentro di me. Oh sì cazzo. Finalmente. Da quanti giorni sogno questo momento? Quante notti mi sono masturbata follemente pensando alla prima meravigliosa spinta.
La prima spinta, quella che non si dimentica mai.
Un po’ come il primo bacio. Il primo contatto tra la mia fica e il suo cazzo è sublime. Sentire i miei muscoli che si aprono, che si fanno da parte, concedono spazio all’invasione. Sentire il suo cazzo che scivola in quel crogiuolo di lava e olio fuso che è la mia fica. Lo so. Non è piccolo. L’ho visto mille volte in cam, in foto, anche di persona l’altra volta in una concessione rapida di mano e bocca.
Il mio Maestro non è piccolissimo come dice lui. Sopra i 22 cm ma non trova alcun problema ad entrare. C’è spazio Maestro, entri pure, entri tutto. Affondi il suo piacere in me. La prego, mi faccia sentire quello che mi ha promesso.
Mi faccia sentire il suo cazzo che arriva al collo dell’utero e me lo massaggia. La prego, lo faccia. Ho voglia di essere aperta. La sua gazzella è pronta, non vede che le porge la gola. Mi azzanni. La prego. Oddio è dentro, è grande veramente ma mi riempie tutta. Sublime. La mano appoggiata sul fianco che mi tiene mentre mi penetra sembra fatta di lava. Mi sta bruciando la pelle come il sole dell’Equatore.
Cosa darei per non essere bendata, per non essere legata, per poterlo abbracciare, vedere mentre mi scopa, che voglia, che cosa folle e incredibile. Io lo vedo nel suo piacere. Sono bendata e lo vedo.
Poi, all’improvviso, esce dalla mia fica e viene a sedersi sul mio seno e me lo carezza e nuovamente trovo il suo cazzo nella mia bocca.
Sa di me. Oddio se sa di me. Mi piace il sapore della mia fica sul suo cazzo. Fin da bambina mi sono leccata le dita dopo i miei frenetici ditalini per assaggiare il mio miele e capire quanto fossi dolce o acida in base al periodo. Ma oggi il mio miele è confuso con il suo.
La sua mano sulla testa comanda i movimenti della bocca mentre sento il suo cazzo entrare e uscire dalle mie labbra. Ah è la stessa mano di fuoco che prima mi bruciava il fianco. Ustioni di vario livello su ogni parte del mio corpo. E c’è chi deve usare la cera e le sigarette per far sentire il dolore del calore alla sua sottomessa. A me basta la sua mano.
Ho voglia di lui. Sto impazzendo. So che sto perdendo il controllo ed è solo l’inizio.
Da lui? Nulla. Nessuna parola, nessun gemito, nessun segno di vita se non un enorme cazzo e due mani bollenti che mi lasciano strisciate di lava sulla pelle.
Si sposta di nuovo. Mi ha lasciata senza il mio leccalecca. Cazzo nooooo e ora? No. Adesso è tra le mie gambe. Oddio, lo so cosa succede adesso.
Sento la sua lingua che mi lecca la fica. Sento la punta della sua lingua che gioca con il mio clitoride e poi come se lo vedessi, sento le dita che entrano dentro di me.
Due dita. Medio e indice.
Me l’aveva promesso. Medio dritto, indice piegato ad arco.
Le sento entrare mentre la sua lingua continua a dardeggiare strisce di fuoco sul mio clitoride impazzito. Ho perso il conto degli orgasmi, non lo so, tra quelli solo mentali e quelli fisici penso di essere già venuta un miliardo di volte, e sento che piega l’indice.
Ti aprirò come una serratura, mi aveva detto.
Adesso capisco il modo di dire delle sue parti, quel termine che mi ha sempre fatto impazzire: “chiavare”. Ecco adesso ho compreso il senso della chiave.
Gira le dita nella mia fica, medio dritto rigido, indice e poi anche anulare - cazzo e quando è entrato il terzo dito nella mia fica? - piegati ad arco che girano e spingono. Entrano ed escono e allo stesso tempo ruotano da destra a sinistra. Cazzo questa cosa è pazzesca, sento un orgasmo devastante che sale feroce dalla mia testa, scende sulle tette, mi squassa la pancia e poi si impossessa delle sue dita e le tritura. Le stringe, le divora, le mangia e … CAZZOOOO …
Sono FOTTUTA! Le mie gambe hanno avuto una reazione inconsulta. Io lo sapevo che era una trappola. “perché non mi lega anche le gambe?” gli avevo chiesto e lui aveva sorriso.
La punizione sarebbe arrivata SOLO e SOLTANTO se mi fossi mossa in qualche maniera durante l’amplesso. La regola era semplice. Io ero una bambola. La sua bambola.
“Cosa ti avevo detto Manu? Tu sarai solo un oggetto di piacere, devi stare assolutamente ferma, ti concedo solo i movimenti tipici della fellatio e della penetrazione di bacino, ma poi in tutto il resto dovrai essere IMMOBILE”.
“Sei stata immobile?”
“no Maestro”.
“e adesso cosa ti meriti?”
“la sua punizione Maestro. La sua punizione Maestro”
Ma questa è ancora una storia da scrivere…
Sono TUA Maestro.
Ma partiamo dall’inizio. Io sono una giovane donna di 29 anni, attualmente single, dopo una lunga convivenza con un fidanzato tanto piacevole quanto noioso, tanto porco quanto ripetitivo. Alla fine per tutta una serie di motivi personali, anche il COVID ha sicuramente dato una mano, mi sono ritrovata a cambiare città, lasciare il fidanzato, trovare una nuova casa, un nuovo lavoro, nuovi amici e creare una nuova vita.
Insomma il 2022 è stato sicuramente un anno molto complesso e difficile per me, come per tanti ma … dovete sapere che scavando profondamente nel mio subconscio ho sempre sentito una lucina che si accendeva ogni volta che pensavo alla sottomissione, non dico essere “schiava” perché forse non sono ancora pronta, ma sicuramente ho sempre cullato l’idea di trovare un Maestro che mi guidasse verso nuove vie di approcciare e godere il sesso. E il 2022 per quanto anno duro e complesso, mi ha riservato questa straordinaria scoperta.
Questo Maestro per pura fortuna e casualità si è palesato nel tardo pomeriggio di una calda giornata estiva in una stanza completamente deserta di una videochat dove ero assolutamente per sbaglio ancora online e mi ha contattata con fare dolce ma deciso.
Chi di voi conosce bene il concetto di sudditanza, sottomissione, schiavitù sa benissimo che alla fine è una forma assolutamente pura e intensa di amore, di dedizione, di passione, di rispetto e di donarsi completamente all’altro. Spesso in tanti stereotipi da film porno di serie B, il padrone è solo colui che lega, picchia, umilia la sua schiava, insomma la classica proiezione del Padre Padrone tipicamente fallocentrico, tutta maschile in cui la femmina è una proprietà, è un oggetto da utilizzare e da far utilizzare a propria discrezione e piacere.
Se andate a studiare bene il fenomeno, soprattutto all’estero in culture dove il concetto di “proprietà della tua donna” non è neanche considerata accettabile, si scopre che la sottomissione è un vero atto di reciproco amore dove sia il Maestro che la Sottomessa danno tutti se stessi per compiacere le voglie e i piaceri dell’altro/a.
E il mio Maestro, forse anche perché ha vissuto tanti anni all’estero nel mondo nordico e anglosassone, mi ha introdotta e condotta piano piano in questo piacevole mondo del “do ut des”, del dare per avere, dove il mio più grande piacere è obbedire alle sue richieste oppure, a volte, disubbidire consapevolmente alle sue richieste per attendere piacevolmente le sue sublimi punizioni.
Premesso che il mio Maestro vive ad una distanza media da me (più di due ore di macchina) ed entrambi abbiamo una vita molto incasinata dal punto di vista logistico, ci siamo visti veramente troppo poco per poter avere già un bel bagaglio di esperienze “fisiche” e molto del nostro rapporto è ancora mentale e a distanza, ormai il COVID dopo la DAD ha creato anche il MAD, il Master a Distanza, ma a volte riusciamo a vederci e oggi voglio raccontarvi proprio uno di questi meravigliosi episodi fisici.
“ciao Manu, per motivi di lavoro la prossima settimana martedì o mercoledì passo dalle tue parti. Ti va se prendiamo un aperitivo e poi vediamo come evolve la serata? Considera che mercoledì presto devo essere a Roma, quindi anche nel caso si dovesse fare una serata intensa, io verso le 5 e mezzo dovrò lasciarti”.
“Maestro, come al solito lei è in grado di sconvolgere il mio già sconvolto ritmo di vita. Cosa le posso dire? Mi piacerebbe ma ho molta paura di incontrarla dal vivo, ogni volta è un’esperienza così forte che non so se sono ancora del tutto pronta”
“Manu, la mia non è una richiesta, non è un ordine, la mia è una proposta. Se ti va di passare una serata alternativa alle tue solite serate con amici e amiche, fammi sapere che mi organizzo e invece di andare dritto a Roma mi fermo dalle tue parti. Poi ovviamente se vuoi posso restare da te oppure andare a dormire in hotel. Hai tempo fino a lunedì sera per farmelo sapere”
Ecco. Vedete? Questa sua capacità di chiedere tutto senza chiedere nulla mi fa impazzire. Mi ha lanciato una proposta a cui è veramente durissima dire di no e la prima cosa che mi dice è “se non vuoi vederci, non è un problema, tranquilla, io sono felice anche se non ci vediamo, decidi tu se hai voglia o meno di …”. Lui mi conosce, lo sa che lui è il leone e io la gazzella. Io sono una gazzella particolare, ibridata con una scimmia e so già cosa gli dirò da qui a lunedì.
Ed eccoci a martedì sera. Non voglio tediarvi con le mille chat intermedie, con le mie paure e le mie voglie, con le sue discrete promesse di follia e soprattutto non voglio spoilerare quello che mi ha promesso mi avrebbe fatto nel caso ci fossimo visti.
Sono le 17 e 32 e il campanello suona. Eccolo è arrivato. La gazzella ha un attimo di terrore, si guarda attorno e cerca un’ultima disperata via di fuga. E finalmente è alla porta. Non è la prima volta che ci vediamo, la precedente volta è stata sublime, inutile che ve lo neghi. Si è superato in tutto e per tutto, quindi almeno non c’è lo choc dell’impatto fisico.
Il mio Maestro è un uomo alto ben 1.89 moro capelli castani scuri brizzolati, ben messo fisicamente, ha poco più di 50 anni ma gliene dareste non più di 43/45. Io invece sono bionda, minutina, 172 seno a coppa di champagne , fisico molto esile ma molto allenato da tutta l’attività fisica che faccio durante la settimana. Ah giusto. Entrambi abbiamo due cervelli il cui migliore aggettivo sarebbe “dirty” e quindi se si uniscono il famoso “dirty dancing” può avere inizio.
Si avvicina e mi bacia. Un bacio dolce, lento, sfiorato ma caldo. E mi sorride, salutandomi con un “ciao Manu, ciao dolce gazzella”. Il mio “Buongiorno Maestro, come sta?” è solo l’inizio dei classici convenevoli che sò già dureranno pochissimi minuti.
Non passa infatti neanche mezz’ora che siamo a letto. Ho preparato tutto quello che lui mi ha chiesto. Foulard neri, manette di cuoio, e come abbigliamento scarpe decoltee con tacco 18 con laccetto, autoreggenti nere leggerissime, siamo sempre d’agosto, reggicalze nero (ma non erano autoreggenti, si è vero non sono riuscita a trovare le calze che si abbinavano al reggicalze e comunque non è detto che le autoreggenti non possano essere tenute in posizioni anche da un reggicalze!), reggiseno push up senza coppe, cintura di restrizione per i polsi. Nuda.
Mi ha fatta distendere sul letto, prima di tutto mi ha bendata con uno dei foulard neri, ha controllato che non avessi nessun tipo di vista su quello che mi succedeva e poi lentamente ha preso la cintura di restrizione, l’ha legata attorno ai polsi, una chiusura decisa ma non dolorosa, mi potevo muovere ma come mi aveva sempre detto lui “non è il legame fisico che ti tiene ferma, è il legame mentale che ti inchioda a letto”.
Mani sopra la testa, mani legate, reggiseno push up che mi lascia completamente nudo il seno, reggicalze, calze autoreggenti e scarpe. Gambe piegate, testa leggermente reclinata all’indietro per tendere ulteriormente la mia colonna vertebrale.
Mi ha tenuto per una semi eternità lì ferma ad attendere gli eventi. Poi ho sentito che si avvicinava e ai due lati del letto. Lo sento appoggiare quelle che scoprirò essere due casse bluetooth. “come promesso, ecco la colonna musicale della serata”.
Lo sento avvicinarsi alla mia bocca, lo sento, sento il suo calore, il suo respiro, lo percepisco, è proprio vero che se si elimina un senso, gli altri iniziano a lavorare a mille per sopperire a quella mancanza.
Non vedo nulla attorno a me ma è come se avessi una chiara precisa percezione di tutto quello che mi circonda. Ad un certo punto sobbalzo. Le due casse iniziano a suonare L’Inverno di Vivaldi. I primi 75 secondi di riscaldamento, di piccoli tocchi dell’archetto sulle corde del violino poi al 1:15 parte uno dei pezzi di musica classica che adoro e che era stata la sua risposta ad una mia richiesta. Essere scopata con un sottofondo musicale sublime.
Lo sento che mi gira intorno, mi guarda, mi studia, mi osserva. È il leone che finalmente ha catturato la gazzella ed è sua, sono SUA, completamente SUA. Quante volte gliel'ho detto in questi mesi: TUA, tre lettere, un’emozione senza pari.
Ad un certo punto lo sento appoggiarsi sul letto e lo sento vicino, lo sento, lo vedo, lo annuso, è il suo CAZZO che finalmente è mio. Lo prendo in bocca, lo succhio, lo assaggio, lo assaporo. Posso muovere la testa di poco ma riesco ad andare su e giù lungo la sua asta del piacere. Me lo sfila di bocca mentre io lo cerco, poi lo rimette dentro fino in fondo a riempire la mia gola. Una sensazione meravigliosa di soffocare. Quanto l’ho desiderata questa sensazione, rimanere senza fiato di fronte al suo cazzo. Si diverte, gioca, gira attorno a me e nuovamente mi penetra la bocca, mi fa contorcere con i miei movimenti limitati per andare a cercare il suo cazzo, lo voglio, lo vorrei sempre in bocca, vorrei che mi schizzasse, vorrei il suo sperma che mi annaffia la bocca, il viso, le tette, ovunque. TI VOGLIO MAESTRO.
Ma lui ha altri programmi. Si sposta lasciandomi a “bocca asciutta”, non proprio asciutta ma comunque vuota, e lo sento insinuarsi tra le mie gambe. Le mie cosce sono piegate. Ferme come mi ha ordinato.
Io stasera sono una bambola da usare.
Io devo solo ricevere il piacere, subire, non muovermi, essere l’oggetto delle sue attenzioni, pena la punizione che abbiamo concordato.
"Mi raccomando Manu tu sei solo un oggetto di piacere, devi stare assolutamente ferma, ti concedo solo i movimenti tipici della fellatio e della penetrazione di bacino, ma poi in tutto il resto dovrai essere IMMOBILE”.
Tremendo supplizio. Io che vorrei avvilupparlo con le mie braccia, la mia pelle, i miei baci, i miei graffi, la gazzella che diventa il diavolo della Tasmania e lo avvolge nella sua passione, costretta invece ad essere immobile.
Bambola del sesso. Sarà durissima resistergli. Lo so già che sarà durissima e forse lo sa anche lui, meglio di me.
Lo sento che si avvicina alla mia figa. Lui lo sa. Gronda di piacere. Oh se lo sa. L’ha sempre saputo fin dal primo giorno che io sono una molto “liquida”. Ho questo rapporto molto intenso con l’acqua e l’umidità. Io mi bagno oltre modo e lui ha sempre sottolineato che “entrare in una donna con la fica asciutta è un peccato capitale da punire gravemente”.
Oggi non è il giorno di questa punizione grave. Con me questo peccato non lo commette di certo. Sono fradicia. Nella testa, nel cuore, nella fica. Sento che si piazza, sposta un po’ le gambe, le accarezza, sarà la quinta volta che Vivaldi riparte con il suo Inverno e io ancora sono qui che fremo come una matta, tesa come quella famosa corda del violino che mi fa impazzire con il suo suono così delicato e violento.
Mi accarezza le gambe, sfiorato, sulle calze, fa impressione, è estate eppure ho le calze e mi piace da impazzire il suo tocco sulla mia pelle. Lo sento come fossi nuda, sento la sua mano attraverso le calze e mi sento SUA. La mia testa è in tilt. Lo so, mancano pochi secondi, pochi minuti, poco poco poco pochissimo e … eccolo …
È entrato dentro di me. Oh sì cazzo. Finalmente. Da quanti giorni sogno questo momento? Quante notti mi sono masturbata follemente pensando alla prima meravigliosa spinta.
La prima spinta, quella che non si dimentica mai.
Un po’ come il primo bacio. Il primo contatto tra la mia fica e il suo cazzo è sublime. Sentire i miei muscoli che si aprono, che si fanno da parte, concedono spazio all’invasione. Sentire il suo cazzo che scivola in quel crogiuolo di lava e olio fuso che è la mia fica. Lo so. Non è piccolo. L’ho visto mille volte in cam, in foto, anche di persona l’altra volta in una concessione rapida di mano e bocca.
Il mio Maestro non è piccolissimo come dice lui. Sopra i 22 cm ma non trova alcun problema ad entrare. C’è spazio Maestro, entri pure, entri tutto. Affondi il suo piacere in me. La prego, mi faccia sentire quello che mi ha promesso.
Mi faccia sentire il suo cazzo che arriva al collo dell’utero e me lo massaggia. La prego, lo faccia. Ho voglia di essere aperta. La sua gazzella è pronta, non vede che le porge la gola. Mi azzanni. La prego. Oddio è dentro, è grande veramente ma mi riempie tutta. Sublime. La mano appoggiata sul fianco che mi tiene mentre mi penetra sembra fatta di lava. Mi sta bruciando la pelle come il sole dell’Equatore.
Cosa darei per non essere bendata, per non essere legata, per poterlo abbracciare, vedere mentre mi scopa, che voglia, che cosa folle e incredibile. Io lo vedo nel suo piacere. Sono bendata e lo vedo.
Poi, all’improvviso, esce dalla mia fica e viene a sedersi sul mio seno e me lo carezza e nuovamente trovo il suo cazzo nella mia bocca.
Sa di me. Oddio se sa di me. Mi piace il sapore della mia fica sul suo cazzo. Fin da bambina mi sono leccata le dita dopo i miei frenetici ditalini per assaggiare il mio miele e capire quanto fossi dolce o acida in base al periodo. Ma oggi il mio miele è confuso con il suo.
La sua mano sulla testa comanda i movimenti della bocca mentre sento il suo cazzo entrare e uscire dalle mie labbra. Ah è la stessa mano di fuoco che prima mi bruciava il fianco. Ustioni di vario livello su ogni parte del mio corpo. E c’è chi deve usare la cera e le sigarette per far sentire il dolore del calore alla sua sottomessa. A me basta la sua mano.
Ho voglia di lui. Sto impazzendo. So che sto perdendo il controllo ed è solo l’inizio.
Da lui? Nulla. Nessuna parola, nessun gemito, nessun segno di vita se non un enorme cazzo e due mani bollenti che mi lasciano strisciate di lava sulla pelle.
Si sposta di nuovo. Mi ha lasciata senza il mio leccalecca. Cazzo nooooo e ora? No. Adesso è tra le mie gambe. Oddio, lo so cosa succede adesso.
Sento la sua lingua che mi lecca la fica. Sento la punta della sua lingua che gioca con il mio clitoride e poi come se lo vedessi, sento le dita che entrano dentro di me.
Due dita. Medio e indice.
Me l’aveva promesso. Medio dritto, indice piegato ad arco.
Le sento entrare mentre la sua lingua continua a dardeggiare strisce di fuoco sul mio clitoride impazzito. Ho perso il conto degli orgasmi, non lo so, tra quelli solo mentali e quelli fisici penso di essere già venuta un miliardo di volte, e sento che piega l’indice.
Ti aprirò come una serratura, mi aveva detto.
Adesso capisco il modo di dire delle sue parti, quel termine che mi ha sempre fatto impazzire: “chiavare”. Ecco adesso ho compreso il senso della chiave.
Gira le dita nella mia fica, medio dritto rigido, indice e poi anche anulare - cazzo e quando è entrato il terzo dito nella mia fica? - piegati ad arco che girano e spingono. Entrano ed escono e allo stesso tempo ruotano da destra a sinistra. Cazzo questa cosa è pazzesca, sento un orgasmo devastante che sale feroce dalla mia testa, scende sulle tette, mi squassa la pancia e poi si impossessa delle sue dita e le tritura. Le stringe, le divora, le mangia e … CAZZOOOO …
Sono FOTTUTA! Le mie gambe hanno avuto una reazione inconsulta. Io lo sapevo che era una trappola. “perché non mi lega anche le gambe?” gli avevo chiesto e lui aveva sorriso.
La punizione sarebbe arrivata SOLO e SOLTANTO se mi fossi mossa in qualche maniera durante l’amplesso. La regola era semplice. Io ero una bambola. La sua bambola.
“Cosa ti avevo detto Manu? Tu sarai solo un oggetto di piacere, devi stare assolutamente ferma, ti concedo solo i movimenti tipici della fellatio e della penetrazione di bacino, ma poi in tutto il resto dovrai essere IMMOBILE”.
“Sei stata immobile?”
“no Maestro”.
“e adesso cosa ti meriti?”
“la sua punizione Maestro. La sua punizione Maestro”
Ma questa è ancora una storia da scrivere…
Sono TUA Maestro.
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