Architetti. Cap 8
di
perego65
genere
dominazione
Cap. 8
Quella sera Marco ebbe grandi difficoltà ad addormentarsi e quando finalmente ci riusciva era sempre un sonno breve e agitato. Alle 5 era in piedi e lesse nuovamente e con maggiore attenzione l’accordo che aveva accettato la sera precedente. Scoprì così alcuni dettagli che nella concitazione della prima lettura gli erano sfuggiti. Elisa era stata puntigliosa su alcuni aspetti, dimostrando anche una notevole conoscenza del mondo e delle regole del BDSM, mentre su altri punti, come le punizioni a cui Marco poteva essere sottoposto oppure la formazione che doveva seguire, era stata estremamente generica. Marco trovò proprio quella indeterminatezza particolarmente inquietante ed eccitante e sdraiato nel letto si masturbò in quella che sarebbe stata, per un lungo periodo, la sua ultima sega, almeno in privato.
Come spesso accade nelle notti in cui non ci si riesce ad addormentare, il sonno più profondo arrivò la mattina e il campanello della porta alle 7,30 lo colse nel mezzo di un sogno confuso. Marco scese di corsa le scale e quando aprì si trovò di fronte Matteo. Nascose immediatamente lo stupore sotto una maschera di indifferenza. Matteo lo salutò appena ed entrò con grande sicurezza per dirigersi verso le scale. Negli ultimi mesi aveva ovviamente notato che fra Elisa e Matteo ci fosse una certa intimità, non immaginava però che lui prima di andare a studio passasse a trovarla e, ovviamente, non gli era difficile immaginare lo scopo di quella visita mattutina. Dopo 5 minuti dalle scale lo raggiunse la voce di Elisa “ci porti un caffè?”.
Conosceva la sua avversione per le cialde così prese la moka, la preparò e la mise sul fuoco. I pochi minuti necessari per far uscire il caffè gli sembrarono un tempo infinito. Quando entrò nella stanza portando il vassoio con lo zucchero e le due tazzine Elisa era sdraiata sul letto, nuda, mentre Matteo al suo fianco le baciava il collo e le passava una mano in mezzo alle gambe.
Elisa stava evidentemente gradendo quel trattamento, socchiuse comunque gli occhi e disse: “puoi rimanere, tanto lo so che ti piace guardarmi mentre scopo con un uomo”.
Elisa era così bagnata che Matteo le infilò gran parte della mano nella figa senza difficoltà. Dopo qualche minuto di questo trattamento finì di spogliarsi, la girò, la mise in ginocchio piegata in avanti con la testa sul cuscino, le fece aprire le gambe e la prese da dietro. Nonostante avesse un cazzo abbastanza lungo glielo infilò dentro al primo affondo e iniziò a scoparla con le palle che a ogni colpo le sbattevano contro il culo. Con le mani la teneva stretta per i fianchi e la spingeva avanti e indietro assecondando il suo movimento e mettendoci una forza che si poteva intuire osservando i suoi bicipiti che si gonfiavano.
Elisa sembrava una marionetta nelle sue mani e non opponeva nessuna resistenza ma alternava i gemiti di piacere all’esortazione a continuare. Marco, che tolto forse un primissimo periodo, aveva sempre fatto l'amore con lei con grande gentilezza, era ipnotizzato da quella scena. Raggiunsero l’orgasmo dopo qualche minuto a pochi secondi di distanza uno dall'altra.
Elisa rimase sul letto, i segni rossi sui fianchi dove Matteo l'aveva stretta ben visibili. Lui si alzò quasi subito e andò a fare una doccia. Si erano scambiati pochissime parole, a Marco sembrò un copione ben collaudato. Evidentemente non era la prima volta che si concedevano una sveltina prima di iniziare a lavorare, non sarebbe stata l'ultima. Quando 40 minuti dopo Elisa scese i suoi occhi erano raggianti e la sua pelle olivastra ancora più lucente del solito.
"Cosa pensi di Luca il marito di Roberta?".
A Marco la domanda sembrò incongrua, rispose quindi con una certa circospezione
"Mi sembra una persona in gamba, uno simpatico".
"Bene, ho appena parlato con Roberta. Andrai a stare il fine settimana da loro, vedrai, sarà un'esperienza formativa".
Marco era sempre più interdetto e preoccupato ma si limitò a dire: "va bene. Come vuoi".
commenti o suggerimenti laser657@gmail.com
Quella sera Marco ebbe grandi difficoltà ad addormentarsi e quando finalmente ci riusciva era sempre un sonno breve e agitato. Alle 5 era in piedi e lesse nuovamente e con maggiore attenzione l’accordo che aveva accettato la sera precedente. Scoprì così alcuni dettagli che nella concitazione della prima lettura gli erano sfuggiti. Elisa era stata puntigliosa su alcuni aspetti, dimostrando anche una notevole conoscenza del mondo e delle regole del BDSM, mentre su altri punti, come le punizioni a cui Marco poteva essere sottoposto oppure la formazione che doveva seguire, era stata estremamente generica. Marco trovò proprio quella indeterminatezza particolarmente inquietante ed eccitante e sdraiato nel letto si masturbò in quella che sarebbe stata, per un lungo periodo, la sua ultima sega, almeno in privato.
Come spesso accade nelle notti in cui non ci si riesce ad addormentare, il sonno più profondo arrivò la mattina e il campanello della porta alle 7,30 lo colse nel mezzo di un sogno confuso. Marco scese di corsa le scale e quando aprì si trovò di fronte Matteo. Nascose immediatamente lo stupore sotto una maschera di indifferenza. Matteo lo salutò appena ed entrò con grande sicurezza per dirigersi verso le scale. Negli ultimi mesi aveva ovviamente notato che fra Elisa e Matteo ci fosse una certa intimità, non immaginava però che lui prima di andare a studio passasse a trovarla e, ovviamente, non gli era difficile immaginare lo scopo di quella visita mattutina. Dopo 5 minuti dalle scale lo raggiunse la voce di Elisa “ci porti un caffè?”.
Conosceva la sua avversione per le cialde così prese la moka, la preparò e la mise sul fuoco. I pochi minuti necessari per far uscire il caffè gli sembrarono un tempo infinito. Quando entrò nella stanza portando il vassoio con lo zucchero e le due tazzine Elisa era sdraiata sul letto, nuda, mentre Matteo al suo fianco le baciava il collo e le passava una mano in mezzo alle gambe.
Elisa stava evidentemente gradendo quel trattamento, socchiuse comunque gli occhi e disse: “puoi rimanere, tanto lo so che ti piace guardarmi mentre scopo con un uomo”.
Elisa era così bagnata che Matteo le infilò gran parte della mano nella figa senza difficoltà. Dopo qualche minuto di questo trattamento finì di spogliarsi, la girò, la mise in ginocchio piegata in avanti con la testa sul cuscino, le fece aprire le gambe e la prese da dietro. Nonostante avesse un cazzo abbastanza lungo glielo infilò dentro al primo affondo e iniziò a scoparla con le palle che a ogni colpo le sbattevano contro il culo. Con le mani la teneva stretta per i fianchi e la spingeva avanti e indietro assecondando il suo movimento e mettendoci una forza che si poteva intuire osservando i suoi bicipiti che si gonfiavano.
Elisa sembrava una marionetta nelle sue mani e non opponeva nessuna resistenza ma alternava i gemiti di piacere all’esortazione a continuare. Marco, che tolto forse un primissimo periodo, aveva sempre fatto l'amore con lei con grande gentilezza, era ipnotizzato da quella scena. Raggiunsero l’orgasmo dopo qualche minuto a pochi secondi di distanza uno dall'altra.
Elisa rimase sul letto, i segni rossi sui fianchi dove Matteo l'aveva stretta ben visibili. Lui si alzò quasi subito e andò a fare una doccia. Si erano scambiati pochissime parole, a Marco sembrò un copione ben collaudato. Evidentemente non era la prima volta che si concedevano una sveltina prima di iniziare a lavorare, non sarebbe stata l'ultima. Quando 40 minuti dopo Elisa scese i suoi occhi erano raggianti e la sua pelle olivastra ancora più lucente del solito.
"Cosa pensi di Luca il marito di Roberta?".
A Marco la domanda sembrò incongrua, rispose quindi con una certa circospezione
"Mi sembra una persona in gamba, uno simpatico".
"Bene, ho appena parlato con Roberta. Andrai a stare il fine settimana da loro, vedrai, sarà un'esperienza formativa".
Marco era sempre più interdetto e preoccupato ma si limitò a dire: "va bene. Come vuoi".
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