Rita parte 4 - seconda parte
di
Darkroom
genere
etero
Questo racconto fa parte di una raccolta di racconti erotici dal titolo "racconti di un giovane libertino - sette storie di donne" publbicata in amazon in versione ebook e cartacea con lo pseudonimo di Michele Allevi (sono uno scrittore molto conosciuto di narrativa e gialli) e il cui ricavato andra al fondo per la difesa delle donne.
capitolo 4 seconda parte
Provai a lanciarle uno sguardo serio, ma lei con la sua aria maliziosa e senza che Barbara se ne avvedesse mi fece segno che ne avremmo parlato dopo in privato, quindi rassegnato mi sedetti di fianco a Francesco per dare uno sguardo agli acquisti.
Capimmo che la cosa si faceva seria quando le due ci invitarono a prendere posto sulla veranda mentre loro utilizzavano il piccolo monolocale come camerino;
passarono pochi istanti e dalla stanza sentimmo la voce di Barbara che come un'annunciatrice televisiva, fece l'annuncio della loro uscita all'esterno;
«Signori e signori, trattenete il fiato, perché ecco qui, solo per i vostri occhi, le ultime tendenze della moda a Paxos!», e dopo quell'annuncio la porta si spalancò e vennero fuori tutte e due mimando pose da modelle, e ridendo allegramente;
pensavo di essere il solo ad essere rimasto a bocca aperta, ma mi voltai un attimo per guardare Francesco che aveva strabuzzato gli occhi e non riusciva a dire una sola parola;
tutte e due indossavano la stessa tunica bianca ornata di disegni geometrici celesti e realizzata con un tessuto di cotone molto trasparente che non lasciava nulla all'immaginazione visto che sotto erano nude;
i vestiti erano talmente velati e trasparenti che si vedevano benissimo i capezzoli rosei di tutte e due, e le due fiche, quella completamente depilata di barbara e quella folta di Rita, non lasciavano nulla alla nostra immaginazione, è inutile dire che quella scena mi causò un'erezione anche abbastanza vistosa visto che indossavo il mio boxer da bagno, cosa che fu notata da tutte e due che si guardarono facendo un risata per poi dire: «Bene adesso che sapete cosa vi aspetta per la serata, adesso ci rilassiamo un poco, magari andiamo al mare e poi ci portate a cena in quel posto che avevamo visto l'altro giorno…che ne dite?»;
Barbara ci fissò mentre eravamo tutti e due ancora senza parole, «Ehi! Non avrete pensato che avevamo intenzione di uscire vestite così in paese? Va bene che ci sono solo inglesi e francesi mezzi ubriachi, ma anche noi abbiamo una nostra dignità di donne sapete!», ridemmo tutti e quattro di quelle parole e Francesco e Barbara si congedarono da noi attraversando il brevissimo spazio che divideva le nostre verande per andare a rinfrescarsi e riposare;
l'appuntamento per la cena era stato fissato per le 20, saremmo dovuti andare in un piccolo ristorantino su una spiaggia molto vicino a quella che consideravano nostra, quindi avevamo tutto il tempo per rilassarci godendoci la giornata.
Quando entrammo in camera io avevo seguito Rita e le ero dietro, la mia erezione non aveva cessato di mostrarsi, visto che adesso le stavo ammirando quel culetto che avrei tanto desiderato visitare, l'aria era calda e abbastanza soffocante, ma il ventilatore sul soffitto rendeva la cosa sopportabile e anche piacevole, feci per chiudere le porte finestre della veranda ma lei saltando sul letto mi chiese di lasciarle aperte;
«Scusa Amore se non ti ho chiesto se potevo fare shopping, ma quando mi sono trovata con Barbara che era tanto entusiasta di questa scoperta, e le ho detto che non sapevo se potevo comprarlo…beh…si è offerta di pagarlo lei…», la guardai esterrefatto, «Come? Stai dicendo veramente? Ma che figura ci facciamo? Stasera mi dici quanto è costata la tunica e io rendo i soldi a Barbara, non voglio assolutamente che pensino che siamo messi così…così…cazzo! Non mi vengono nemmeno le parole!», ma Rita non perse la sua calma «Vieni qui, abbracciami, se ti dico che non ci sono problemi è perché a lei ho spiegato ogni cosa, anche il fatto che se siamo in vacanza è perché tu stai sostenendo tutte le spese, infatti lei ha voluto pagare il vestito ma mi ha fatto giurare che non te lo avrei mai detto…doveva rimanere un segreto tra noi due…nemmeno Francesco lo saprà…», quella spiegazione non mi aveva convinto del tutto, ma una cosa era certa che quella tunica me lo aveva fatto diventare duro, e il pensiero della fica depilata di Barbara vagava insieme agli altri fatti su Rita;
ma lei, dopo tre anni, sapeva benissimo come prendermi e senza dire nulla lasciò che la tunica scivolasse lungo i suoi fianchi, e guardandomi fisso negli occhi mi abbassò con delicatezza i boxer;
ne uscì fuori il mio cazzo che non ne poteva più di quella costrizione e docilmente iniziò a leccarlo come solo lei sapeva fare, e dopo poco lo fece sparire tra le sue labbra.
Leccava e mordicchiava il mio prepuzio con maestria, «Rilassati abbiamo tutto il tempo, l'appuntamento con loro e per stasera…e poi sono sicura che anche Barbara adesso sta facendo la stessa cosa con Francesco…è stata lei a suggerirmelo nel caso tu avessi capito quello che era successo tra noi diceva che voi uomini vi fate convincere con poco», e alzando al testa per un attimo da quel suo lavoro, mi sorrise, e vedendo la mia faccia stupita da quelle parole per non darmi modo di reagire, affondò il cazzo in bocca fino alle palle e continuò con questo gioco per un po'.
La porta era rimasta aperta, e il letto era in una posizione tale che chiunque avesse avuto modo di guardare dalla veranda avrebbe visto tutta la scena nei minimi particolari;
non è che fossi tanto pudico da preoccuparmi di questo, infatti le volte che era successo che mentre eravamo appartati avevamo avuto la sensazione reale o immaginata che qualcuno ci stesse guardando il nostro rapporto, forse pensando a quella trasgressione, era stato più intenso, e poi non volevo dire a Rita che Francesco la mattina mi aveva chiaramente detto che quando noi scopavamo loro ci sentivano e facevano la stessa cosa.
Dopo tutti questi pensieri il pompino di Rita non mi bastava più volevo scoparla sperando che gridasse come faceva Barbara, volevo che quei due sentissero e magari vedessero come godevamo anche noi;
la feci inginocchiare con la faccia rivolta alla finestra, metterla a pecorina mi dava una grandissima soddisfazione, e a lei piaceva moltissimo, quindi con il cazzo ancora ben lubrificato dalla sua saliva lo poggiai all'ingresso della fica e spinsi, in un colpo solo, le mie palle adesso battevano sulle sue grandi labbra, ed iniziai a pomparla con forza stringendole i fianchi, iniziò con dei gemiti appena percettibili, ma volevo che a quel punto urlasse, volevo fare sentire a Francesco e a sua moglie che anche lei quando godeva perdeva ogni freno e diventava la mia puttana, mentre la sbattevo iniziai a parlarle;
«Allora lo senti come ti sto sfondando?»;
mi rispose con un flebile «S…sì…continua ti prego…», ma io non volevo finisse così sommessamente, per cui continuai, «Dai forza! Se urli lo sentono anche loro così anche Barbara capirà che il vestito mi è piaciuto», la sbattevo con tutta la forza che potevo mentre lei aveva poggiato tutto il suo peso sulla testa schiacciata tra le lenzuola e con la mano si masturbava il clitoride per raggiungere l'orgasmo insieme a me, ed eravamo proprio arrivati a quel punto solo che io dovevo per forza di cose venire fuori;
la prima ad urlare l'orgasmo fu proprio lei che come se fosse svenuta si accasciò sul letto mentre io la seguì subito dopo riempendole la schiena di sborra.
Esausti da quella scopata e, soprattutto dal caldo che il ventilatore riusciva a malapena a dissimulare ci stendemmo sul letto;
ero contento al pensiero che ci avessero potuto ascoltare, e, magari vedere mentre la scopavo;
ma benché stessi pensando se dirlo o meno, Rita mi precedette quasi sullo stesso argomento;
«sai che Barbara ha detto che ci hanno sentiti chiaramente quando abbiamo fatto sesso in questi giorni? E lo sai che la cosa non mi è per niente dispiaciuta?»;
«Ah no?», risposi come se non immaginassi la stessa cosa, «No per nulla! Sto scoprendo una parte di me esibizionista che credevo di non avere, ma molto probabilmente era solo stata repressa…Sì mi piace che altri sentano quando godo con il mio uomo!», e si mise a cavallo su di me dandomi un bacio profondo;
poi si fermò qualche secondo e con aria ammiccante e maliziosa riprese;
«Che ne pensi se mi depilo come Barbara? Ti avviso di non inventare scuse! Ho visto benissimo, e anche lei lo ha notato, che ci hai lasciato gli occhi sopra la sua patatina liscia! Allora che dici lo faccio? Levo tutti questi peli color mogano dalla mia fichetta?» e sorrise ancora prendendo tra le dita un ciuffetto dei suoi peli facendo il segno della forbice con le dita;
non volevo certo risponderle che quella fica depilata mi aveva subito attratto, ma che con molta probabilità l'attrazione era anche in parte dovuta al modo di fare della proprietaria, ma sorvolai su questo particolare e sorridendo le dissi «Magari sai cosa facciamo? Prima provo quella di Barbara e poi se mi piace ti depili la tua», ed esplosi in una risata che fu subito interrotta da uno schiaffo che mi colpì in pieno la faccia, poi mi guardò seria negli occhi;
«Certo…sei libero di farlo, magari pure lei è disponibile…però…sappi che sarà l'ultima donna che ti scoperai perché questo cazzetto io te lo taglio! O meglio te lo stacco a morsi…e tu sai bene quando! Capito!»;
avevo capito di aver fatto una battuta forse poco riuscita, ma il pensiero che avessi ricevuto uno schiaffo solo per aver detto una parola di troppo e pure la sua minaccia di troncarmelo a morsi mi fece fare una faccia talmente sorpresa che pure lei restò a fissare per qualche secondo, per poi esplodere in una risata liberatoria;
«Ma veramente sei così sempliciotto? Eppure in tre anni pensavo di aver imparato qualcosa di te! Stupido, stavo scherzando! Anche a me piace la fica depilata di Barbara…», la fissai ancora più stupito dalle sue parole, capì subito il motivo del mio sguardo, «Ehi! Ma che ti sei messo in testa oggi! Dicevo mi piace perché ho pensato che potrei farlo anche io non certo perché io sia attratta da lei! Ma che cosa ti viene in mente!», e mi colpì con uno schiaffetto sul petto.
Anche se il caldo non accennava a calare e il nostro ventilatore faceva quello che poteva, tutti quei discorsi su fiche depilate e sulla nostra vicina mi avevano di nuovo acceso la fiamma, e come un resuscitato, il mio cazzo stava riprendendo vita mentre lei continuava a stare seduta sul mio bacino e a mostrarmi la sua fica ben aperta;
feci un movimento fulmineo e la girai con le spalle al letto, poi le salii a cavalcioni le spalancai le gambe e mi tuffai con la testa, improvvisando un 69 con me sopra questa volta.
Il mio gesto l'aveva sorpresa, ma tutta la novità durò solo pochi secondi perché quasi subito sentii il calore della sua bocca avvilupparmi il cazzo e cominciare un fantastico pompino.
Mentre la sua fica ormai era completamente fradicia grazie alla mia lingua che non lasciava nessun angolo senza attenzioni, lei continuando a pompare in quella strana posizione, iniziò, senza che io l'avessi previsto, ad usare la sua lingua su tutto il cazzo, leccando anche le palle e continuando la cosa fino all'ingresso del mio ano, leccava splendidamente, e quelle nuove attenzioni mi stavano facendo impazzire, e glielo dimostravo aumentando l'intensità delle mi leccate e chiedendole di continuare così;
Non avevo mai avuto una ragazza che fosse arrivata a leccarmi il mio culo in quella maniera, la sua lingua si dedicava con attenzione e meticolosità, la potevo chiaramente sentire mentre si soffermava proprio al centro per entrare leggermente con la punta e poi ritrarsi ancora;
ma la sorpresa doveva ancora arrivare, infatti dopo qualche minuto che ci stavamo strappando reciproco piacere, avvertii che qualcosa di diverso dalla lingua provava a farsi strada nel mio sfintere;
mi resi conto che, dopo avermi lubrificato bene il buco, aveva sostituito la sua lingua con un suo dito e questo trovando i miei muscoli rilassati, stava entrando facendosi strada con una certa facilità;
«Ehi! Ma che fai!», provai a dirle con un tono deciso, anche se il suo pompino che continuava mentre il dito mi penetrava, mi stava facendo impazzire, e ne uscì fuori solo una protesta soffocata dal piacere, mentre Rita per tutta risposta disse: «Ma come, non dirmi che non ti sta piacendo? Come puoi pensare di farlo a me se tu non vuoi che sia fatto a te? Almeno in questo siamo uguali tra uomini e donne! Anzi Barbara mi ha detto che se mi applico bene con due dita potrei arrivare a stimolare la tua prostata e farti godere ancora di più», e dopo queste parole riprese il cazzo tra le labbra e iniziò ad infilare nel mio culo il suo secondo dito.
La cosa incredibile era che stavo godendo di tutto, mi piaceva la sua bocca che stava curandosi del mio cazzo e delle palle, e mi piacevano le sue dita che esploravano una parte di me che non avrei mai pensato di concedere a nessuno;
certo mi dava leggermente fastidio che tutto questo le fosse stato consigliato da Barbara, perché voleva chiaramente significare che le due non avevano solo fatto shopping ma si erano lasciate andare a confessioni intime sulla loro vita sessuale, e questa cosa non capivo se mi piacesse o no;
certo è che le sue dita stavano riuscendo ad eccitarmi in modo che potrei definire osceno;
le avrei voluto gridare che mi stava facendo impazzire, ma lei, sentendo il mio respiro e il modo intenso con cui mi stavo dedicando alla sua fica, aveva capito tutto perfettamente, e continuava con la sua doppia operazione di bocca e di mani;
ero arrivato all'apice del mio piacere, e per quanto avrei voluto continuare così, non ce la facevo più a trattenermi, e senza avvisare o dire una sola parola le scaricai in gola il mio seme caldo che, data la sua posizione la colse impreparata e quasi la soffocò andandole di traverso nella gola.
Il mio orgasmo coincise quasi immediatamente con il suo facendola gridare per il godimento; ripresi la mia posizione supina al suo fianco mentre lei si mise seduta cercando di ritrovare il respiro che i fiotti di sborra in fondo alla gola le avevano parzialmente interrotto.
Appagati di tutto ci addormentammo abbracciati.
continua...
capitolo 4 seconda parte
Provai a lanciarle uno sguardo serio, ma lei con la sua aria maliziosa e senza che Barbara se ne avvedesse mi fece segno che ne avremmo parlato dopo in privato, quindi rassegnato mi sedetti di fianco a Francesco per dare uno sguardo agli acquisti.
Capimmo che la cosa si faceva seria quando le due ci invitarono a prendere posto sulla veranda mentre loro utilizzavano il piccolo monolocale come camerino;
passarono pochi istanti e dalla stanza sentimmo la voce di Barbara che come un'annunciatrice televisiva, fece l'annuncio della loro uscita all'esterno;
«Signori e signori, trattenete il fiato, perché ecco qui, solo per i vostri occhi, le ultime tendenze della moda a Paxos!», e dopo quell'annuncio la porta si spalancò e vennero fuori tutte e due mimando pose da modelle, e ridendo allegramente;
pensavo di essere il solo ad essere rimasto a bocca aperta, ma mi voltai un attimo per guardare Francesco che aveva strabuzzato gli occhi e non riusciva a dire una sola parola;
tutte e due indossavano la stessa tunica bianca ornata di disegni geometrici celesti e realizzata con un tessuto di cotone molto trasparente che non lasciava nulla all'immaginazione visto che sotto erano nude;
i vestiti erano talmente velati e trasparenti che si vedevano benissimo i capezzoli rosei di tutte e due, e le due fiche, quella completamente depilata di barbara e quella folta di Rita, non lasciavano nulla alla nostra immaginazione, è inutile dire che quella scena mi causò un'erezione anche abbastanza vistosa visto che indossavo il mio boxer da bagno, cosa che fu notata da tutte e due che si guardarono facendo un risata per poi dire: «Bene adesso che sapete cosa vi aspetta per la serata, adesso ci rilassiamo un poco, magari andiamo al mare e poi ci portate a cena in quel posto che avevamo visto l'altro giorno…che ne dite?»;
Barbara ci fissò mentre eravamo tutti e due ancora senza parole, «Ehi! Non avrete pensato che avevamo intenzione di uscire vestite così in paese? Va bene che ci sono solo inglesi e francesi mezzi ubriachi, ma anche noi abbiamo una nostra dignità di donne sapete!», ridemmo tutti e quattro di quelle parole e Francesco e Barbara si congedarono da noi attraversando il brevissimo spazio che divideva le nostre verande per andare a rinfrescarsi e riposare;
l'appuntamento per la cena era stato fissato per le 20, saremmo dovuti andare in un piccolo ristorantino su una spiaggia molto vicino a quella che consideravano nostra, quindi avevamo tutto il tempo per rilassarci godendoci la giornata.
Quando entrammo in camera io avevo seguito Rita e le ero dietro, la mia erezione non aveva cessato di mostrarsi, visto che adesso le stavo ammirando quel culetto che avrei tanto desiderato visitare, l'aria era calda e abbastanza soffocante, ma il ventilatore sul soffitto rendeva la cosa sopportabile e anche piacevole, feci per chiudere le porte finestre della veranda ma lei saltando sul letto mi chiese di lasciarle aperte;
«Scusa Amore se non ti ho chiesto se potevo fare shopping, ma quando mi sono trovata con Barbara che era tanto entusiasta di questa scoperta, e le ho detto che non sapevo se potevo comprarlo…beh…si è offerta di pagarlo lei…», la guardai esterrefatto, «Come? Stai dicendo veramente? Ma che figura ci facciamo? Stasera mi dici quanto è costata la tunica e io rendo i soldi a Barbara, non voglio assolutamente che pensino che siamo messi così…così…cazzo! Non mi vengono nemmeno le parole!», ma Rita non perse la sua calma «Vieni qui, abbracciami, se ti dico che non ci sono problemi è perché a lei ho spiegato ogni cosa, anche il fatto che se siamo in vacanza è perché tu stai sostenendo tutte le spese, infatti lei ha voluto pagare il vestito ma mi ha fatto giurare che non te lo avrei mai detto…doveva rimanere un segreto tra noi due…nemmeno Francesco lo saprà…», quella spiegazione non mi aveva convinto del tutto, ma una cosa era certa che quella tunica me lo aveva fatto diventare duro, e il pensiero della fica depilata di Barbara vagava insieme agli altri fatti su Rita;
ma lei, dopo tre anni, sapeva benissimo come prendermi e senza dire nulla lasciò che la tunica scivolasse lungo i suoi fianchi, e guardandomi fisso negli occhi mi abbassò con delicatezza i boxer;
ne uscì fuori il mio cazzo che non ne poteva più di quella costrizione e docilmente iniziò a leccarlo come solo lei sapeva fare, e dopo poco lo fece sparire tra le sue labbra.
Leccava e mordicchiava il mio prepuzio con maestria, «Rilassati abbiamo tutto il tempo, l'appuntamento con loro e per stasera…e poi sono sicura che anche Barbara adesso sta facendo la stessa cosa con Francesco…è stata lei a suggerirmelo nel caso tu avessi capito quello che era successo tra noi diceva che voi uomini vi fate convincere con poco», e alzando al testa per un attimo da quel suo lavoro, mi sorrise, e vedendo la mia faccia stupita da quelle parole per non darmi modo di reagire, affondò il cazzo in bocca fino alle palle e continuò con questo gioco per un po'.
La porta era rimasta aperta, e il letto era in una posizione tale che chiunque avesse avuto modo di guardare dalla veranda avrebbe visto tutta la scena nei minimi particolari;
non è che fossi tanto pudico da preoccuparmi di questo, infatti le volte che era successo che mentre eravamo appartati avevamo avuto la sensazione reale o immaginata che qualcuno ci stesse guardando il nostro rapporto, forse pensando a quella trasgressione, era stato più intenso, e poi non volevo dire a Rita che Francesco la mattina mi aveva chiaramente detto che quando noi scopavamo loro ci sentivano e facevano la stessa cosa.
Dopo tutti questi pensieri il pompino di Rita non mi bastava più volevo scoparla sperando che gridasse come faceva Barbara, volevo che quei due sentissero e magari vedessero come godevamo anche noi;
la feci inginocchiare con la faccia rivolta alla finestra, metterla a pecorina mi dava una grandissima soddisfazione, e a lei piaceva moltissimo, quindi con il cazzo ancora ben lubrificato dalla sua saliva lo poggiai all'ingresso della fica e spinsi, in un colpo solo, le mie palle adesso battevano sulle sue grandi labbra, ed iniziai a pomparla con forza stringendole i fianchi, iniziò con dei gemiti appena percettibili, ma volevo che a quel punto urlasse, volevo fare sentire a Francesco e a sua moglie che anche lei quando godeva perdeva ogni freno e diventava la mia puttana, mentre la sbattevo iniziai a parlarle;
«Allora lo senti come ti sto sfondando?»;
mi rispose con un flebile «S…sì…continua ti prego…», ma io non volevo finisse così sommessamente, per cui continuai, «Dai forza! Se urli lo sentono anche loro così anche Barbara capirà che il vestito mi è piaciuto», la sbattevo con tutta la forza che potevo mentre lei aveva poggiato tutto il suo peso sulla testa schiacciata tra le lenzuola e con la mano si masturbava il clitoride per raggiungere l'orgasmo insieme a me, ed eravamo proprio arrivati a quel punto solo che io dovevo per forza di cose venire fuori;
la prima ad urlare l'orgasmo fu proprio lei che come se fosse svenuta si accasciò sul letto mentre io la seguì subito dopo riempendole la schiena di sborra.
Esausti da quella scopata e, soprattutto dal caldo che il ventilatore riusciva a malapena a dissimulare ci stendemmo sul letto;
ero contento al pensiero che ci avessero potuto ascoltare, e, magari vedere mentre la scopavo;
ma benché stessi pensando se dirlo o meno, Rita mi precedette quasi sullo stesso argomento;
«sai che Barbara ha detto che ci hanno sentiti chiaramente quando abbiamo fatto sesso in questi giorni? E lo sai che la cosa non mi è per niente dispiaciuta?»;
«Ah no?», risposi come se non immaginassi la stessa cosa, «No per nulla! Sto scoprendo una parte di me esibizionista che credevo di non avere, ma molto probabilmente era solo stata repressa…Sì mi piace che altri sentano quando godo con il mio uomo!», e si mise a cavallo su di me dandomi un bacio profondo;
poi si fermò qualche secondo e con aria ammiccante e maliziosa riprese;
«Che ne pensi se mi depilo come Barbara? Ti avviso di non inventare scuse! Ho visto benissimo, e anche lei lo ha notato, che ci hai lasciato gli occhi sopra la sua patatina liscia! Allora che dici lo faccio? Levo tutti questi peli color mogano dalla mia fichetta?» e sorrise ancora prendendo tra le dita un ciuffetto dei suoi peli facendo il segno della forbice con le dita;
non volevo certo risponderle che quella fica depilata mi aveva subito attratto, ma che con molta probabilità l'attrazione era anche in parte dovuta al modo di fare della proprietaria, ma sorvolai su questo particolare e sorridendo le dissi «Magari sai cosa facciamo? Prima provo quella di Barbara e poi se mi piace ti depili la tua», ed esplosi in una risata che fu subito interrotta da uno schiaffo che mi colpì in pieno la faccia, poi mi guardò seria negli occhi;
«Certo…sei libero di farlo, magari pure lei è disponibile…però…sappi che sarà l'ultima donna che ti scoperai perché questo cazzetto io te lo taglio! O meglio te lo stacco a morsi…e tu sai bene quando! Capito!»;
avevo capito di aver fatto una battuta forse poco riuscita, ma il pensiero che avessi ricevuto uno schiaffo solo per aver detto una parola di troppo e pure la sua minaccia di troncarmelo a morsi mi fece fare una faccia talmente sorpresa che pure lei restò a fissare per qualche secondo, per poi esplodere in una risata liberatoria;
«Ma veramente sei così sempliciotto? Eppure in tre anni pensavo di aver imparato qualcosa di te! Stupido, stavo scherzando! Anche a me piace la fica depilata di Barbara…», la fissai ancora più stupito dalle sue parole, capì subito il motivo del mio sguardo, «Ehi! Ma che ti sei messo in testa oggi! Dicevo mi piace perché ho pensato che potrei farlo anche io non certo perché io sia attratta da lei! Ma che cosa ti viene in mente!», e mi colpì con uno schiaffetto sul petto.
Anche se il caldo non accennava a calare e il nostro ventilatore faceva quello che poteva, tutti quei discorsi su fiche depilate e sulla nostra vicina mi avevano di nuovo acceso la fiamma, e come un resuscitato, il mio cazzo stava riprendendo vita mentre lei continuava a stare seduta sul mio bacino e a mostrarmi la sua fica ben aperta;
feci un movimento fulmineo e la girai con le spalle al letto, poi le salii a cavalcioni le spalancai le gambe e mi tuffai con la testa, improvvisando un 69 con me sopra questa volta.
Il mio gesto l'aveva sorpresa, ma tutta la novità durò solo pochi secondi perché quasi subito sentii il calore della sua bocca avvilupparmi il cazzo e cominciare un fantastico pompino.
Mentre la sua fica ormai era completamente fradicia grazie alla mia lingua che non lasciava nessun angolo senza attenzioni, lei continuando a pompare in quella strana posizione, iniziò, senza che io l'avessi previsto, ad usare la sua lingua su tutto il cazzo, leccando anche le palle e continuando la cosa fino all'ingresso del mio ano, leccava splendidamente, e quelle nuove attenzioni mi stavano facendo impazzire, e glielo dimostravo aumentando l'intensità delle mi leccate e chiedendole di continuare così;
Non avevo mai avuto una ragazza che fosse arrivata a leccarmi il mio culo in quella maniera, la sua lingua si dedicava con attenzione e meticolosità, la potevo chiaramente sentire mentre si soffermava proprio al centro per entrare leggermente con la punta e poi ritrarsi ancora;
ma la sorpresa doveva ancora arrivare, infatti dopo qualche minuto che ci stavamo strappando reciproco piacere, avvertii che qualcosa di diverso dalla lingua provava a farsi strada nel mio sfintere;
mi resi conto che, dopo avermi lubrificato bene il buco, aveva sostituito la sua lingua con un suo dito e questo trovando i miei muscoli rilassati, stava entrando facendosi strada con una certa facilità;
«Ehi! Ma che fai!», provai a dirle con un tono deciso, anche se il suo pompino che continuava mentre il dito mi penetrava, mi stava facendo impazzire, e ne uscì fuori solo una protesta soffocata dal piacere, mentre Rita per tutta risposta disse: «Ma come, non dirmi che non ti sta piacendo? Come puoi pensare di farlo a me se tu non vuoi che sia fatto a te? Almeno in questo siamo uguali tra uomini e donne! Anzi Barbara mi ha detto che se mi applico bene con due dita potrei arrivare a stimolare la tua prostata e farti godere ancora di più», e dopo queste parole riprese il cazzo tra le labbra e iniziò ad infilare nel mio culo il suo secondo dito.
La cosa incredibile era che stavo godendo di tutto, mi piaceva la sua bocca che stava curandosi del mio cazzo e delle palle, e mi piacevano le sue dita che esploravano una parte di me che non avrei mai pensato di concedere a nessuno;
certo mi dava leggermente fastidio che tutto questo le fosse stato consigliato da Barbara, perché voleva chiaramente significare che le due non avevano solo fatto shopping ma si erano lasciate andare a confessioni intime sulla loro vita sessuale, e questa cosa non capivo se mi piacesse o no;
certo è che le sue dita stavano riuscendo ad eccitarmi in modo che potrei definire osceno;
le avrei voluto gridare che mi stava facendo impazzire, ma lei, sentendo il mio respiro e il modo intenso con cui mi stavo dedicando alla sua fica, aveva capito tutto perfettamente, e continuava con la sua doppia operazione di bocca e di mani;
ero arrivato all'apice del mio piacere, e per quanto avrei voluto continuare così, non ce la facevo più a trattenermi, e senza avvisare o dire una sola parola le scaricai in gola il mio seme caldo che, data la sua posizione la colse impreparata e quasi la soffocò andandole di traverso nella gola.
Il mio orgasmo coincise quasi immediatamente con il suo facendola gridare per il godimento; ripresi la mia posizione supina al suo fianco mentre lei si mise seduta cercando di ritrovare il respiro che i fiotti di sborra in fondo alla gola le avevano parzialmente interrotto.
Appagati di tutto ci addormentammo abbracciati.
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