Rita parte 3

di
genere
etero

Questo racconto fa parte di una raccolta di racconti erotici pubblicata su Amazon in versione ebook e cartacea "racconti di un giovane libertino - sette storie di donne" scritta con lo pseudonimo di Michele Allevi (sono uno scrittore di narrativa e gialli molto conosciuto) il ricavato della vendita andra devoluto al fondo in difesa delle donne.

Capitolo 3.
Passammo quei quindici giorni a casa dei genitori senza dare modo a nessuno della famiglia di sospettare che appena ne avevamo l'occasione davamo sfogo a tutti i nostri istinti sessuali;
eravamo diventati tanto esperti in questo che riuscivamo ad avere rapporti di qualsiasi modo almeno due volte al giorno senza destare sospetti.
La nostra grotta naturale era diventata il luogo preferito delle nostre scopate, e i nostri 69 e gli orgasmi si facevano sempre più esplosivi tanto che più di una volta ci eravamo trovati sul punto di essere scoperti da qualcuno che passando vicino ai cespugli aveva sentito i nostri gemiti, ma poi pensando fosse un gatto aveva smesso di curiosare mentre noi trattenevamo le risate per quello che era accaduto.
Quando non concludevo il mio orgasmo con una sborrata liberatoria dentro la fica di Rita ormai libero da rischi grazie alla pillola che assumeva, lei prendeva il mio cazzo tra le sue labbra e pompava, leccandolo, fino a quando non le riempivo la gola di sborra;
aveva ormai preso l'abitudine che invece di inghiottire tutto veniva a baciarmi per farmi sentire il sapore del mio sperma dalle sue labbra;
devo dire che all'inizio avevo guardato a questa pratica con leggero disgusto, ma poi mi ero detto che in fondo se lei lo faceva senza lamentarsi e con apparente piacere perché io avrei dovuto oppormi? Per cui avevo ormai accettato di buon grado tutto quello che succedeva tra noi.
Posso tranquillamente dire che dopo tanti anni ero finalmente contento della mia vita sessuale.
Le giornate in casa con i genitori passavano tranquille, e la madre faceva di tutto per prepararmi manicaretti gustosi per pranzo, mentre io discutevo con Giorgio sul mio lavoro e sul fatto che anche lui avrebbe voluto fare l'università appena finito il liceo.
Poi accadde che una mattina il padre e la madre si dovettero assentare per accompagnare la sorella di lei al pronto soccorso;
la povera donna mentre era in spiaggia aveva poggiato il piede su una tracina, un pesce di sabbia con una spina molto velenosa, e la reazione allergica era stata devastante facendole gonfiare il piede in modo incredibile.
Per cui tutti si allontanarono da Maruggio per andare in ospedale a Taranto;
era un bel pezzo di strada e con il traffico estivo lo era ancora di più, questo voleva dire che sarebbero mancati, considerando anche i tempi di attesa del pronto soccorso, diverse ore.
Erano appena andati via che Giorgio, mentre eravamo seduti sulla piccola veranda cercando un impossibile folata di vento, ci disse che aveva un appuntamento in spiaggia con i suoi amici e che sarebbe rientrato per l'ora di pranzo;
la sorella lo fissò con un sorriso ironico, «Amici? Così si chiamano adesso? Io penso che il nome corretto è Stefania…sì sì, non mi guardare con quella faccia, perché non farò la spia a mamma;
però Giorgio, te lo chiedo per favore…stai attento! Stefania non ha ancora 16 anni e potrebbe metterti nei casini seri…mi raccomando non mi fare pentire del mio silenzio»;
Giorgio rosso in viso per essere stato scoperto e per il fatto che io fossi stato presente a questa scena, ammise che il tentativo di nascondere la cosa gli era andato male, e giurò che nulla sarebbe accaduto, ma che in realtà la loro frequentazione era veramente all'inizio e quel giorno aveva appuntamento per andare spiaggia a Campomarino per fare il bagno con lei.
Mi venne da ridere al pensiero di vedere i due ragazzi infrattarsi nella nostra siepe e scopare nascosti nel nostro posto segreto, avrei voluto scherzarci sopra, ma logicamente feci finta di non aver fatto caso ai loro discorsi, salutai Giorgio augurandogli buon bagno e mi alzai per andare a preparare un latte di mandorla ghiacciato.
Giorgio era appena andato via e io ero intento a preparare un fantastico latte di mandorla che già stavo pregustando, quando Rita arrivò alle mie spalle e mi abbracciò con forza, avvertii immediatamente che c'era qualcosa di strano in quel comportamento mi liberai da quella presa e mi girai trovandomela nuda davanti ai miei occhi, il primo pensiero fu quello di guardare subito fuori caso mai qualcuno poteva vederci, poi mi rivolsi a lei con un tono leggermente alterato dettato dalla paura di essere scoperti «Dai! Sei impazzita? Giorgio sarà ancora vicino, e anche se i tuoi non ci sono e quella rompipalle di tua zia sta pagando le conseguenze della sua invadenza, ti ricordo che tua cugina è in casa e vivono di fianco!»;
ma lei per nulla convinta da quelle parole «Tranquillo! Giorgio ha preso la bici ed è andato via, e mia cugina non verrebbe mai da noi specie sapendo benissimo che siamo soli io e te…
quindi adesso tocca a te!», e velocemente mi abbassò i boxer da mare che indossavo e rimasi nudo con il mio bicchiere di latte di mandorla tra le mani;
ma a Rita piaceva provocare e anche quella volta fece a modo suo «Mmmm…quel latte di mandorla ha lo stesso colore di una cosa che sto desiderando…tu ne sai qualcosa?»;
quelle allusioni così esplicite avevano avuto il risultato di portare il mio cazzo in erezione senza bisogno che lei usasse le sue mani come faceva spesso;
«Ok…ok…va bene, mi hai convinto…ma dammi due secondi, devo andare in bagno e poi…»;
mi fissò come se le avessi detto una notizia importantissima, la guardai e non capivo quale potesse essere la causa di tanto interesse per aver detto che dovevo andare in bagno;
ma la sua risposta non si fece attendere;
«Devi andare in bagno? A fare pipì vuoi dire?», in leggero imbarazzo scossi la testa in segno di assenso, e lei allora continuò;
«Wow! Allora voglio venire anche io, voglio vederti mentre pisci! Non l'ho mai fatto con nessuno, ma mi ha sempre incuriosita, l'ho fatto tante volte con le mie compagne al liceo e anche con Simona, spesso, andiamo in bagno insieme in modo che una tiene chiusa la porta, ma tra donne è un'altra cosa…adesso voglio vedere te!»;
se ero già in imbarazzo alla prima domanda adesso con questa proposta ero diventato rosso fuoco, non sapevo cosa dire, di certo non avevo mai fatto una cosa simile con nessuno, e la mia memoria ricordava che solo un paio di volte era successo che giocando da ragazzini facevamo la gara a chi faceva pipì più lontano, ma quei giochi stupidi da adolescenti erano stati dimenticati da tempo.
Provai a spiegarle la mia difficoltà a fare quello che mi aveva chiesto, ma Rita non cedeva di un passo, e mi prese per mano come se fossi un ragazzino accompagnandomi in bagno, poi per cercare di tranquillizzarmi come se la mia presenza non le desse alcuna soggezione, si abbassò il suo costume da bagno e si sedette sul WC lasciandosi andare ad una rumorosa cascata di pipì tutto questo mentre mi fissava negli occhi con malizia.
Quando ebbe terminato si rivolse di nuovo a me «Vedi? Anche per me era la prima volta davanti ad un uomo eppure l'ho fatto;
e poi veramente non capisco questa tua esitazione;
scopiamo in tutti i modi, mi lecchi il mio ano e ci metti dentro la lingua oltre le dita, mi sborri in bocca, ti bacio con il tuo sperma sulle labbra, che differenza fa se adesso ti vedessi pisciare? Se ci pensi è solo uno stupido pregiudizio;
dai, adesso ti aiuto io e mi fai vedere»;
Rita aveva ragione, quello che facevamo insieme era molto ben oltre da sbirciare uno mentre piscia nel WC, ma la cosa era talmente fuori dall'usuale che pensavo fosse stato difficilissimo e che mi sarei bloccato ad aspettare che uscisse il getto di piscio mentre lei mi osservava;
ma lei, quando voleva una cosa, andava dritta al punto, e quella volta era decisa a vedermi;
quindi mentre era ancora seduta sul WC mi abbassò i pantaloncini e prese tra le mani il mio cazzo moscio iniziando a massaggiarlo senza tralasciare le stesse attenzioni alle mie palle;
«Dici che in questo modo ti convinco? Forza dai, concentrati, fai come se fossi solo in bagno e levami questa curiosità»;
poi, non contenta di quel massaggio iniziò a stuzzicarmi la cappella con piccoli colpi di lingua tanto che quello che pochi secondi prima si presentava come un cazzo moscio adesso stava generosamente riprendendo vita;
quelle attenzioni mi stavano dando molto piacere, ma nonostante fossi eccitato, proprio per il fatto che dovevo pisciare a tutti i costi il mio cazzo non riusciva a diventar e duro come avrei voluto, e cosa ancora peggiore per me, stava arrivando il punto in cui non avrei più potuto trattenermi.
«Va bene hai vinto tu, ma spostati da lì sopra altrimenti farò un lago nel bagno», e poi continuai, «Ma sei proprio sicura che tuo fratello non rientri all'improvviso, sai magari la tipa gli dà buca e lui se ne ritorna sconsolato qui e si trova davanti la scena di noi due nel bagno…», ma lei dopo le mie parole era ancora più determinata, «Certo che non sono sicura! Mica conosco Stefania fino a quel punto! La verità è che voi uomini siete talmente prevedibili che anche con mio fratello ho solo accennato un nome a caso delle sue amicizie e il povero c'è cascato come un pollo! Quindi se non vuoi rischiare che ci trovi qui dentro con le mie mani sul tuo cazzo ti devi decidere a fare quello che devi fare…forza concentrati bello mio!» e si fece una grande risata mentre, rimettendosi gli slip del bikini, si alzava dal WC lasciandomi il posto libero;
ormai, più rassegnato che convinto della cosa, mi avvicinai al water e lentamente il primo zampillo di urina uscì, Rita seduta sul bidet stava a fissare come ipnotizzata il getto che usciva ormai libero, e mentre ormai le mie inibizioni erano svanite forzate anche dal bisogno urgente, lei allungò la mano, e, riprendendo il cazzo come se lo volesse guidare lei, con decisione fece passare due dita sul mio getto di urina, quel gesto mi sorprese a tal punto che nel tentativo di fermarla mi mossi più di quanto avrei potuto facendo saltare le gocce fuori dal WC e, senza che lo volessi, facendole ricevere abbondanti schizzi sulla faccia e sui capelli;
mi guardò stupita, era evidente che fosse stata sorpresa di quanto accaduto, e io non sapevo cosa dire per spiegarle che non era certo stata mia intenzione bagnarle la faccia e i capelli con la mia urina ma tutto era stato causato da quel suo gesto inaspettato, avevo finito di pisciare ma ero rimasto senza parole non sapendo se dovessi scusarmi per quello che era successo;
passammo alcuni secondi in silenzio fissandoci negli occhi, poi prima che potessi proferire parola «E bravo! Io ti chiedo di farmi vedere e tu che fai? Mi pisci addosso!», sembrava veramente incazzata per quanto accaduto e provai a chiederle scusa «Rita…ti prego di credermi…io…io…non volevo…è stato la tua mano a farmi fare quel movimento…io…io...», ma anche questa volta non mi lasciò terminare il discorso, «Che fai? Stupido, stavo scherzando sai? Lo so bene che è successo per colpa della mia curiosità, e poi che io sappia, nessuno e mai morto per due gocce di pipì, no?» e sorrise mentre si asciugava la faccia dalla mia urina, con le sue parole mi aveva nuovamente stupito lasciando me senza parole, «Ehi! Non fare quella faccia da ebete! Ti ricordo che sono quella che si beve il tuo sperma, non sarà certo questo a farmi cambiare idea, e poi hai appagato la mia curiosità, quindi credo ti meriti un regalo», e prima che io potessi avere una reazione prese tra le mani il mio cazzo che non avevo ancora pulito e lo fece sparire nella sua bocca, si fermò per fissarmi negli occhi e dirmi con il suo solito sorriso malizioso: «Visto alla fine non è poi così male» e ritornò ad inghiottirlo fino alle palle;
ero in piedi nel bagno, con lei seduta sul bidet a farmi un fantastico pompino, il cazzo mi era diventato di nuovo durissimo, ma avevo la preoccupazione fissa che potesse rientrare qualcuno della famiglia e trovarci in quelle condizioni, e, soprattutto temevo che anche se ce ne fossimo accorti in tempo, non saremmo riusciti a pulire il bagno e togliere l'odore dell'urina sparsa per terra;
ma quella situazione così estrema e rischiosa invece di smontarmi mi stava facendo eccitare ancora di più, e come se potesse accogliere chissà cosa nella sua bocca la presi per la nuca e le spinsi con forza il cazzo fino a che le mie palle non toccarono le sue labbra, quel gesto le strappò un conato di vomito visto che il mio cazzo le era arrivato veramente in fondo, ma Rita da grande bocchinara continuò senza fermarsi e, soprattutto, senza che un solo centimetro di cazzo le uscisse dalla labbra;
ero pronto per esplodere nel mio orgasmo, la avvertì di quello che stava per succedere ma lei continuò quel suo lavoro di lingua e bocca come se non aspettasse altro, e prima che potessi dire ancora una sola parola le inondai la gola con una ricca serie di fiotti di sperma.
Ora sì che il mio cazzo non aveva più nulla da dire, e mentre Rita aveva ancora la sborra che le colava dalle labbra e sapevo che adesso mi avrebbe dato il suo solito bacio "per farmi assaggiare il mio sapore", come diceva lei, ma mentre ormai tranquilli ci accingevamo a questo atto conclusivo delle voci dal giardino di casa ci fecero di colpo sobbalzare;
i genitori di Rita e la zia erano rientrati e avevano dato voce per sincerarsi che ci fosse qualcuno in casa, di certo non perché pensassero che stessimo facendo cose strane;
Rita questa volta sembrava aver perso la sua sicurezza e sfrontatezza e io con lei, ci fissammo per capire cosa potevamo fare, il giardino della casa era veramente minuscolo, e il tratto da percorrere prima di entrare dentro casa era brevissimo, una questione di una manciata di secondi, la situazione che si presentava davanti ai nostri occhi era molto complessa e per noi pericolosa;
il bagno andava sicuramente pulito, la maglietta che indossava era ricoperta da vari schizzi di sperma e urina e non c'era modo di poterla cambiare senza che la madre se ne accorgesse, e per completare il quadro tragico aveva lo sperma che le colava dalla faccia e i capelli ancora bagnati della mia urina;
ero ormai convinto che non solo ci avrebbero scoperti, ma la cosa sarebbe finita molto male per me e per lei.
Ma dopo un primo momento di sbandamento Rita mi spiegò velocemente il suo piano;
«Adesso tu resti in bagno e con la mia maglietta pulisci ogni cosa, io dirò che avevi caldo e che ti stai facendo una doccia, e che io, invece, l'avevo fatta prima di te;
credo che questo dovrebbe bastare a non farci scoprire, adesso forza e al lavoro», e mi diede un veloce bacio al sapore di sperma prima di indossare velocemente il suo accappatoio ed uscire dal bagno per andare in cucina ad accogliere i suoi.
Feci esattamente quello che mi aveva detto, pulii il bagno con la sua maglietta che piegai e nascosi nel fondo del cestino delle cose sporche per la lavatrice, e avvolgendo la vita con un asciugamano uscì pure io da quella stanza.
Entrai in cucina dove Rita stava spiegando a sua madre la cosa e salutai cercando di non mostrare incertezza «Salve! Già di ritorno? Spero che tutto si sia risolto senza troppi problemi, eravamo molto preoccupati per la zia…», dopo questa mia spiegazione Rita mi lanciò uno sguardo di approvazione, sapevo che ero stato perfetto, ma con mia grande stupore vidi che sulle sue labbra c'erano ancora tracce evidenti della mia sborrata, lei, per lasciare tempo al sottoscritto, era uscita troppo in fretta e non aveva avuto il tempo per controllare che fosse realmente tutto a posto, e adesso quegli sbuffetti di sborra in evidenza avrebbero potuto far saltare per aria tutta la nostra montatura;
provai a farle segno muovendo la mia lingua fuori dalle labbra cercando di non farmi vedere dai genitori, lei capì subito e prima che la madre potesse dire qualcosa riguardo quelle strane gocce sul viso afferrò il bicchiere di latte di mandorla che avevo preparato prima che iniziasse tutto il casino, e ne bevve quasi la metà in un colpo solo facendo attenzione che le cadessero dei rivoli dalle labbra e che questi fossero notati dalla madre che assistette alla scena e poi le disse «Piano piano! Lo so che fa un caldo tremendo, ma così rischi di affogarti! Bevi con calma, non ti insegue nessuno», questo nostro primo momento di tensione era stato risolto brillantemente, tanto che le parole della madre sul rischio di affogarsi con il mio latte di mandorla mi fecero quasi sorridere al pensiero della faccia che avrebbe fatto se solo avesse lontanamente immaginato che la figlia si affogava con ben altro.
Poi subito dopo rivolgendosi a me, «Michele, Rita mi ha detto tutto…», quelle parole mi fecero tornare i brividi, pensai di non aver capito nulla, e che quelle parole fossero la conferma che nonostante i nostri tentativi eravamo stati scoperti, a quel punto feci il pensiero di confessare tutto, o quasi, sperando in un difficilissimo gesto di comprensione da parte loro, ma prima che potessi dire qualcosa la donna continuò;
«Sai, ti volevo ringraziare per essere rimasto a casa ad aspettarci con questo caldo invece di andare al mare con lei, e, credimi, capisco che tu ti sia dovuto buttare sotto la doccia per trovare rinfresco, ma adesso che è tutto a posto vi invito ad andare al mare a fare un tuffo al fresco! E quando rientrerete troverete un bel pranzetto ad aspettarvi.» e concluse sorridendomi mentre Rita alle sue spalle con il bicchiere di latte di mandorla ancora in mano mi guardò mentre con la lingua raccoglieva l'ultimo goccio di sborra dalle sue labbra...
continua...
scritto il
2022-08-30
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