Ci siamo conosciuti
di
MastroBirraio
genere
etero
Causa le emozioni che vivevo dentro di me, le due ore di aereo sono sembrate eterne, cosi come la pratica burocratica del visto. Il bagaglio che era pieno zeppo di regali per tutti, per evitare inutili attese, lo avevo spedito con i bus domenicali che facevano la spola settimanalmente tra l’Italia e la Repubblica Moldova, quindi il tutto già era nelle mani di Viorica. Dopo aver ricevuto il mio visto, mi sono fiondato fuori dall’aeroporto, dove ho letteralmente rapito il primo tassista capitato sottotiro, al quale ho allungato una banconota di 10 euro (molto di più del valore della corsa) insieme all’indirizzo dell’appartamento dove mi aspettava. In 30’ circa, fra i più lunghi della mia vita sono stato portato dinanzi ad un bloc di epoca sovietica dall’aspetto un po' decadente, ma a me non interessava questo. Ora dovevo salire al sesto piano, li mi aspettava Vio, ma ora l’emozione era divenuta paura, ed iniziai a farmi mille domande. Le piacerò? Cosa mi dirà, cosa le devo dire, cosa devo fare. Era la prima volta che ci vedevamo dal vivo dopo mesi di chat e telefonate continentali (WhatsApp con gli smartphone ancora non esistevano), avevo il cervello in pappa in quel momento. Le gambe d’improvviso mi divennero dure e pesanti, ogni passo sembrava una faticata immane. Il vecchio ascensore era mio complice, quando lo chiamai era al 12 piano. Io volevo prendere un hotel per me, ma lei aveva insistito nel prendere un appartamento, perché era più economico, e potevamo stare insieme in attesa di partire poi per la Turchia per andare al mare (mi ero preso un bel rischio nel caso non sarebbe andato come avrei voluto). Sono davanti all’interno 18… dietro la porta c’era lei. Busso… un po' di attesa e la porta si apre. Lei era lì, davanti a me, bella, alta quasi 1.80, con un seno nella norma, i capelli rossicci fino alle spalle e gli occhi chiari. Era uguale alla ragazza che vedevo in foto. Dopo tanto tempo eravamo faccia a faccia, 10 interminabili secondi di silenzio, poi le emozioni hanno preso il sopravvento, ci siamo abbracciati, poi baciati. Un bacio non lungo, vuoi anche un po' per l’imbarazzo della prima volta. Dopo il bacio mi ha preso la mano e mi ha portato dentro il “nostro” appartamento. Era un grazioso appartamento piccolo ma funzionale di epoca sovietica. Vi era solo una stanza da letto, con bagno, cucina, ingresso ed un balcone veranda. Imbarazzo ed emozione del momento rotte con le solite domande post viaggio, come era andato il viaggio, come stavo, se avevo chiamato a casa. Mi ha invitato a fare la doccia, cosi mi sarei rilassato, mentre lei avrebbe preparato da mangiare (era la prima sera, e non si doveva andare fuori, dovevamo stare insieme). Mentre ero in doccia, lei un paio di volte ha aperto la porta per prendere una bacinella prima e del sapone poi. Non nego che la cosa mi ha eccitato, perché io non in maniera voluta, non avevo tirato la tenda, pensando a lei, avevo il cazzo in tiro. Data la mia eccitazione, sono sicuro che la seconda volta più che per il sapone, è entrata per una fugace occhiata. Durante la nostra cena le chiacchiere sono state tante, ma senza fare allusioni. Aveva preso le placinte, ed il sarmale presso un market della capitale, un modo per farmi conoscere alcuni piatti loro tipici. Il momento di andare a letto era ormai giunto, avevo capito che sesso vero non ci sarebbe stato, ed era anche giusto da un lato e mi andava bene anche, però un qualcosa lo volevo conquistare. Venne a letto con un pigiama di cotone lilla, la maglia non era aderentissima, ma lo stesso lasciava vedere che i capezzoli turgidi. Eravamo nel letto uno di fronte all’altro sul fianco, ci guardavamo in silenzio. Dopo un po' presi coraggio e gli misi la mia mano sul fianco, e dopo qualche secondo la feci scivolare sulla natica. Da li iniziò un gioco di sguardi, risate abbozzate appena, e sospiri. Presi il coraggio a due mani, e feci risalire mano verso il fianco, e li con gesto veloce mi intrufolai nel pantalone del pigiama. Aveva un perizoma, sotto la mia mano vi era la sua natica soda e nuda. Lei accennò una sorta di reazione, o voleva dire qualcosa, ma io la baciai e lei rispose al bacio e mi prese la testa fra le sue mani. Non cercavo sesso, ma un’emozione e la stavo vivendo, lei con me. Sfilo la mano dal pigiama, le feci cambiare posizione, non più sul fianco, ma distesa… Continuo a baciarla, e dopo un po' rimetto la mano nel pigiama, ma stavolta alla ricerca del bersaglio grosso. Lei mi aiuta, perché si abbassò il perizoma ma tenendo il pigiama, quindi ho la sua fica depilata sotto la mia mano. Dopo alcuni massaggi fatti in maniera grossolana, dove nel frattempo aveva iniziato ad inumidirsi, trovo il suo clitoride ed inizio ad accarezzarlo. Sento che lei apprezza, in fatti ed parole con dei Siiii che mi danno coraggio. Continuo a masturbarla ed anche il clitoride mi da dimostrazione di apprezzare, lo sento che prende “forma”, lo sento piccolo ma turgido come era il mio cazzo, che non avendo gli slip ballonzola nei pantaloncini. La mia missione è farla godere e sentirla mia anche senza penetrazione. Mentre continuo la mia opera, lei trova il mio cazzo, ed in quel momento inizia una masturbazione reciproca. Io anche gemo di piacere, con la sua mano che va su e giù creando un vortice di passione, emozioni e chissà qualche altra cosa che non so cosa era, ma che mi faceva stare molto bene. Ci baciamo e ci accarezziamo a vicenda con la giusta foga, e la giusta delicatezza, abbiamo una missione in comune, portare all’estasi l’altro. Accarezzando accarezzando, la sento gemere di più, e dai Siii, passa a dei Fast, fast, please fast, lei lascia il mio cazzo, apre le braccia come se non avesse forze, e lo vorrebbe conservare per quello che sta per vivere. Io aumento il ritmo sul suo clitoride, lei inizia a muoversi come un serpente, il suo corpo seppur fermo fa un movimento tipo serpente, mi implora con Fast please…. E di li a poco le esce un SIIIIIIIII e la mia mano diventa tutta umida del suo liquido. Non nego, che sarebbe stato bellissimo se l’avessi fatto venire con la lingua, e tutto il suo liquido mi sarebbe arrivato in bocca. Ha il respiro affannato, gli occhi guardano il soffitto, scuote la testa. Vista la quantità di liquido che mi ha bagnato, doveva essere tanto tempo che non si masturbava. Dopo quasi un minuto dove la guardavo in silenzio, lei prende le sue forze, e con un italiano stentato… ora tocca te. Se voleva essere una minaccia, era la più bella che avessi ricevuto in tutta la mia vita. Con un colpo secco mi distende sul letto, inizia a baciarmi, la sua mano trova il mio cazzo che ora deve riprendere vigore. La scosto dalle mie labbra, perché la sua mano mi stava mandando in estasi solo con il suo calore, e lo volevo esternare. In quel momento mi viene fuori un DAAA (si nella sua lingua), lei mi dice un SHH come silenzio. Mi rimette la lingua in bocca, e con la mano da vigore al mio cazzo che in quel momento vuole esplodere. La sua mano fa su e giù, poi va a stuzzicare le palle, poi gira intorno al cazzo, e riprende a fare il su e giù. Il cazzo è nella sua mano, e a sua disposizione. Mi accarezza e mi stava portando all’estasi, sentivo dentro di me un qualcosa che stava salendo per uscire fuori con prepotenza. Lo sentivo, stavo venendo, ma non potevo tenerlo dentro, e la allontano dalla mia bocca, e mi lancio in dei SIIIII lussuriosi ricchi di godimento, fino al momento in cui la mia cappella è al massimo del rigonfiamento e lo sperma esce come se avesse stappato una bottiglia di champagne, mi esce un Sei fantastica, mi fai morire cosi …..
Sono sfinito sul letto, lei mi appoggia il suo viso sul mio petto, ma siamo tutti e due sfiniti. Dopo uno dei nostri silenzi, lei mi dice Grazie. Un grazie non per quello che abbiamo fatto, o che io le ho fatto, un grazie che voleva dire, grazie che a modo tuo mi hai rispettata, che non hai cercato la penetrazione. Forse aveva scoperto che al godimento bello ed intenso con l’altro sesso, ci si può arrivare anche in altro modo, che non sia la penetrazione.
Sono sfinito sul letto, lei mi appoggia il suo viso sul mio petto, ma siamo tutti e due sfiniti. Dopo uno dei nostri silenzi, lei mi dice Grazie. Un grazie non per quello che abbiamo fatto, o che io le ho fatto, un grazie che voleva dire, grazie che a modo tuo mi hai rispettata, che non hai cercato la penetrazione. Forse aveva scoperto che al godimento bello ed intenso con l’altro sesso, ci si può arrivare anche in altro modo, che non sia la penetrazione.
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