Il matrimonio di Camilla

di
genere
sadomaso

Camilla e il suo padrone vivevano insieme ormai da molti anni, la relazione era diventata stabile. Entrambi avevano i proprio doveri e la vita continuare tranquilla, per quanto tranqui lla potesse essere. A Camilla iniziava a passare per la testa in quel periodo l'idea del matrimonio, ma non potendo ovviamente chiederlo lei esplicitamente, si limitò a lievi riferimenti durante le conversazioni con il padrone, il quale sembrava ricam biare l 'idea. Arrivò il giorno in cui, dopo uno dei fini riferimenti di lei all'argomento, il padrone prese in mano la conversazione ricordandole quello che Camilla si era completamente dimenticata. Molti anni prima, all'inizio della relazione, l 'argomento era già stato affrontato. Nel caso di un possibile matrimonio lui pretendeva un gesto che mostrasse la reale sottomissione della donna che gli sarebbe poi stata fedele tutta la vita. Tale gesto doveva inoltre legare in qualche modo per sempre le due persone.
Al ricordo di questo particolare, che Camilla trovava tra l'altro giusto e ragionevole, gli tornò in men te quello che aveva già ipotizzato molti anni prima. Vorrà che faccio un tatuaggio o cose del genere, non sarà un problema. Tuttavia, quando la ragazza chiese l a risposta fu "è una cosa seria, stasera ne parliamo con calma". Non fu tanto la frase quanto il tono che fece gelare il sangue alla ragazza, ad ogni modo la conversazione finì li e il padrone uscì per andare a lavorare. Camilla rimase a casa ad interrogarsi su possi bili richieste al fine di essere già prepara al momento della proposta. Reclusione per un pò? Sequestro del guardaroba? Non sapeva immaginarsi altro oltre le solite cose che sapeva fossero di estremo gradimento per lui, tuttavia, la proposta si scoprì essere molto diversa.
Arrivò la sera, i due cenarono senza che l'argomento venisse di nuovo affrontato, solo durante la serata il padrone presentò a Camilla un foglio in cui vi erano scritti i dettagli di quello che sarebbe successo. Non poteva credere a quello che stava leggendo, aveva già sentito parlare di quella pratica, ma non pensava che il loro matrimonio valesse tanto. Inoltre, non pensava che tale pratica fosse possi bile in paesi come il loro. Si trattava della pratica dell'infibulazione anche se resa meno invasiva di quella praticata nei paesi asiatici e africani. Il contratto prevedeva che qualche mese prima dell'evento la schiava si sottoponesse a una specie di intervento chirurgico alla vagina. Essa sarebbe stata saturata, cioè chiusa in vari punti lasciando spazio soltanto per la fuoriuscita delle mestruazioni e dell'urina. Si trattava quindi di una specie di cintura di castità permanente fatta sulla carne al fine di ricreare in seguito al matrimonio l'atto della deflorazione. La ragazza tutto si sarebbe immaginata tran ne che una cosa del genere e impallidì davanti a tutto ciò. Il padrone la rassicurò che non era tenuta a farlo e che la loro vita sarebbe potuta continuare benissimo come era stata fino a quel momento, con una dolce convivenza, ma nel caso in cui avesse deciso di affrontare tale pratica, essa sarebbe stata eseguita da una persona di fiducia, esperta e con tutte le precauzioni








del caso. Per quella sera la conversazione finì li, con un "ci penserò" da parte di Camilla. La ragazza iniziò a pensarci giorno e notte, voleva assolutamente fare il passo del matrimonio, ma quella pratica le sembrava esagerata e allucinante. Prese anche ad informarsi online, la pratica, per come veniva fatta nei paesi africani era tremenda, veniva asportato il clitoride e parte delle labbra vaginali ed infine il tutto veniva richiuso con dei punti fino al momento del matrimonio. Non vi era quindi fino a quel momento la possibilità di toccarsi o di essere penetrata, tuttavia quello che sconvolgeva la ragazza erano i segni perenni che la cosa lasciva e i l dolore che immaginava provocasse tale cosa. Comunque avvezza al dolore e interessata a scoprire tutto della cosa prima di prende una decisione, si recò da padrone per chiedere alcuni dettagli e cosa intendesse per versione più lieve della pratica.
Il padrone diede questa volta piena disponibilità a rispondere alla domande della ragazza capendo l'importanza del passo. Disse che a lei non sarebbe stato asportato niente, tutto sarebbe rimasto al proprio posto, sia le labbra vaginali che il clitoride. Tuttavia la cucitura interna sarebbe stata più fitta di quella normalmente applicata, solitamente di pochi punti per evitare la penetrazione e favorire la saturazione delle ferite. Al momento della scucitura quindi la vagina sarebbe rimasta come prima o quasi. Ogni organo sarebbe tornato sano e integro, ma si sarebbe continuato a vedere per un periodo indefinito qualche segno di quelle cuciture. Questo da una parte sollevò la ragazza ma dall'altra parte non toglieva la crudeltà e il dolore della pratica. Camilla chiese anche dove e come sarebbe stata eseguita la pratica, il padrone rispose che si sarebbe svolta a casa ma con tutte le precauzioni del caso e che nessuno avrebbe dovuto sapere di quel segreto naturalmente. Per quanto riguarda il dolore della pratica disse che non essendoci asportazioni sarebbe stato inferiore ma comunque abbondante e che non avrebbe potuto prendere alcun tipo di antidolorifico o anestesia. Tale situazione del suo organo sarebbe durata fino al matrimonio e doveva essere applicata da 6 mesi a un anno prima. All'inizio di tale periodo la mobilità avrebbe potuto essere limitata a causa delle ferite ma in seguito non avrebbe dato un fastidio importante. Nel caso di matrimonio e quindi di pratica avvenuta la ragazza avrebbe avuto sostegno economico a vita, nonostante adesso avesse un lavoro a tempo determinato da barista, e tutto sarebbe rimasto come prima nelle pratiche quotidiane. li matrimonio poteva essere comunque sciolto ma solo nel caso si verificassero delle condizioni eccezionali, o per volere di entrambe le parti. Camilla uscì un po' sconvolta da quella conversazione, non pensava che i l suo padrone avrebbe chiesto tanto, ma comunque più rassicurata rispetto a ciò che aveva letto online su quelle specie di mutilazioni.
Passavano i giorni e lei continuava a pensare a come sarebbe stato affrontare quell'avventura e che lei voleva sposarsi prima o poi quindi meglio prima che poi no? Alla fine era da tempo abituata al dolore e in parte anche gli piaceva, la cosa non lasciava segni se non piccole cicatrici e sembrava che sarebbe stata affrontata in modo più che sicuro da una persona che era abituata a fare questo tipo di cose tra le quelle persone di origine straniera, ma residenti in Italia, che volevano continuare

con tali pratiche. Una notte non riuscì a dormire nemmeno un minuto, ma alla mattina aveva preso la sua decisione, l 'avrebbe fatto. Dopo tutto era dovere di un schiava soddisfare il piacere del padrone ed esser sottoposta a patimenti. Durante la colazione lo comunicò a Lui che fu ovviamente più che entusiasta della decisione ma che cerco anche di avvertirla che non era obbligata e che una volta presa quella decisione non si tornava indietro. La ragazza, tuttavia, fu sicura di quanto aveva appena detto e continuò con la sua decisione. Nei giorni seguenti sarebbe venuta la persona incaricata per una visita così da stabilire la fattibi lità della cosa.
Dopo cinque giorni, ci fu l 'incon tro, la persona in questione era una donna di colore di bel fisico e laureata in medicina, a Camilla venne chiesto di prepararsi pulendosi per bene e di attendere nel letto. Dopo un breve dialogo con i l padrone, e accertata la volontà della schiava, la donna prosegui con quella che sembrava una norma le visita ginecologica che durò circa una mezzoretta.
Alla fine il verdetto fu positivo, la pratica poteva essere effettuata ma il periodo tra la cucitura e la scucitura dove essere un po' più lungo del previsto perché le carni di marina erano molto delicate e, con un principio simile a quello dei piercing, una volta forate non dovevano essere toccate per almeno 8 mesi. Ad ogni modo questo non era un problema in quanto Camilla aveva accettato di portare tale cucitura fino a quando il padrone avrebbe desiderato, ma non oltre un anno se non con rinnovato consenso. Alla fine dell'incontro Camilla si assicurò che alla fine del processo non restassero tracce della cosa se non quei piccoli forellini dati dalle cuciture e che nonostante la cucitura venisse definita quasi totale non ci fossero problemi con le mestruazioni e con l'orinazione. La donna rispose che ovviamente la cosa creava difficoltà aggiuntive ma che con le dovute accortezze di igene non ci sarebbero stati problemi. L'unica cosa importante era che dopo l'intervento la ragazza rimanesse a riposo per qualche giorno. Si accordarono quindi per eseguire la cosa il lunedì successivo.
Dopo l 'ultima scopata del l a domenica preceden e Cami lla guardò quella che sarebbe stata ancora per poco la sua vagina normale e andò a dormire ma senza troppi risultati.
La mattina successiva giunse la signora che disse a Camilla di stare tranquilla e che tutto sarebbe andato per il meglio, doveva solo sdraiarsi e resistere per una mezzoretta. Gli fu dato un bavaglio in modo che non urlasse e potesse mordere qualcosa durante l'operazione, le vennero inoltre legate le gambe e il bacino al letto in modo che non faccesse movimenti bruschi durante l'operazione. La cucitura come da accordo avrebbe interessato le pareti vaginali, una piccola pare del clitoride, piccole e grandi labbra.
La signora sia avvicina, ha in mano un attrezzo composto da quattro steli sottili di metallo, uniti ad una estremità; con una mano divarica l'orifizio della vagina ed infila l'attrezzo dalla parte in cui gli steli sono uniti. Camilla si sente penetrare, ha una sensazione di fastidio, poi gli steli vengono separati in modo che le pareti interne della vagina vengano dilatate, la signora prende poi un ago








ricurvo, a cui è inserito un filo; chiude gli occhi e dopo un attimo sente un dolore fitto al ventre, la l'ago è stato infilato sulla parete interna della vagina. Camilla tra le lacrime di dolore vede la dottoressa, pronta ad infilare l'ago sulla parete opposta della vagina; altra fitta ed altro dolore; la signora aspetta a tirare completamente i l filo, prima continua ad infilzare le pareti della vagina, nell 'orifizio vaginale, un poco più sotto del vestibolo vaginale. Quando ha infilzato l'ago una decina di volte incomincia a tirare il filo, in modo che le pareti della vagina si avvicinino e vengano tenute insieme dalla cucitura. Camilla non si immaginava un dolore del genere, non pensava che avrebbe sofferto così, quei momenti gli sembravano eterni e forse si stava anche pentendo della proprio scelta, ma onnai era fatta, doveva stringere i denti e cercare di arrivare alla fine.
Dopo una quantità incontabile di punti la dottoressa si ferma, Camilla pensa che si finita, ma subito sentire dire, ·'Tranqu i lla siamo a buon punto, ho finito la parte interna, la più dolorosa, ora mancano le labbra". Non sa più cosa pensare gli sembrano ore che è in quella situazione, la dottoressa prende un tipo diverso di ago e inizia a fare una cucitura incrociata molto fitta sulle piccole labbra, lasciando spazio sufficiente al clitoride che viene bloccato in una certa posizione da un punto di cucitura, forse il più doloroso di tutti. Marina è coperta di lacrime ma il suo padrone è li che le accarezza la testa. Arriva finalmente il turno delle gradi labbra, il dolore è meno forte ma comunque intenso e Camilla, alla vista di tutto quel sangue, non sa più come resistere dallo svenire.
Dopo circa 30 minuti di intervento interminabili la dottoressa afferma di aver finito e chiama il padrone a vedere il lavoro, il quale sembra essere molto soddisfatto. Esternamente la vagina risulta essere completamente suturata tranne per un piccolo foro nella parte posteriore e sembra quasi che non ci sia mai stata una fessura sotto quei fili incrociati dentro la carne.
Camilla è stremata, viene fatta alzare per vedersi ma non riesce a stare in piedi, deve essere sorretta dai due, si vede allo specchio e vede il suo nuovo corpo che la accompagnerà per diversi mesi rimanendo quasi nauseata dal sangue e da tutto quello che ha appena passato.
Viene fatta sdraiare, la dottoressa dice che le gambe le dovranno essere legate insieme per almeno due giorni in modo che le ferite non si lacerino, dopo di che la dottoressa torne.rà a visitarla e tutto tornerà come prima . Camilla viene disinfetta l 'ultima volta e gli viene detto di non indossare assolutamente niente per qualche giorno, le gambe le vengono fissate insieme al livello delle caviglie e delle ginocchia con delle corde, dopo di che la dottoressa se ne va. Il dolore è sempre fortissimo ma la ragazza ha finalmente smesso di piangere e il sangue comincia fermarsi
Passano così alcune ore con il padrone ad accudire la giovane schiava finché il bisogno di orinare non diventa impellente. Ovviamente risulta impossibilitata ad alzarsi e l'unica soluzione è farla in una specie di telo posto sotto il sedere. Quello che Camilla non si aspettava è il dolore che questo semplice gesto le provoca, fitte sim ili a quelle provate durante la cucitu ra la invadono i fianchi a

causa dell'orina che scorre sulle ferite fresche. Viene rassicurata dal padrone che è tutto normale, ma l'ansia è evidente nei suoi occhi.
Passano tra il dolore i famosi due giorni e arriva di nuovo la dottoressa per la visita. Il dolore si è molto attenuato, le gambe di Camilla vengono sciolte e in seguito alla visita nessun problema particolare emerge. La ragazza viene quindi fatta alzare, ora riesce a stare in piedi autonomamente ma appena prova a fare un passo divaricando le gambe il dolore torna prepotentemente. La dottoressa dice che è tutto normale e che entro qualche giorno sarà tutto passato.
Intanto la ragazza continua a guardarsi allo specchio incredula di come non esista più lo spazio per far passare qualcosa all'interno della fessura: è piccolissima e anche l 'urina esce a fatica provocandole per adesso grande dolore. Ad ogni modo tutto è andato bene e quindi il padrone la obbliga a riprendere i propri doveri dal giorno seguente, cioè cucinare e pensare alla casa.
Passano i giorni e il dolore diminuisce fino quasi a sparire e entro il lunedì successivo Camilla è in grado di riprendere la sua vita di sempre. L'unica cosa che manca per farla torna alla normalità è la possibilità di allargare le gambe o fare un passo troppo lungo cosa che crea non poche difficoltà. Nonostante il padrone sembri entusiasta di questo, Camilla insiste per far torna la dottoressa un’ ultima volta per verificare se tutto procede per il meglio. Durante l'incontro la signora non rivela traccia di infezione e comunica alla giovane che quell'impossibilità risulta essere normale in molti casi e che dovrà conviverci per molti mesi. L'insorgere di tale complicanza è normale quando si fa una cucitura tanto fitta e lei era stata avvertita, anche se non pensava che l'avrebbe impedita così tanto nei movimenti. La ragazza si prepara quindi ad affrontare questi mesi difficili.
di
scritto il
2022-09-18
4 K
visite
5
voti
valutazione
3.2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.