Mia figlia Simona compie di 22 anni e ce la spassiamo tra fetish, dominazione e sadomaso

di
genere
incesti

Dio, quanto la volevo. Non avrei potuto dire di no, non avrei saputo dire di no. Mia figlia, la mia bellissima principessa Simona, di cui sono schiavo e cane ormai da parecchio tempo, ha compiuto 22 anni. E il giorno del suo compleanno ha voluto che, ancora una volta, fossi TOTALMENTE suo.

La vedo in camera sua. Un vestitino nero, che le lascia intravedere tette e culo, arriva alle ginocchia. Scollato, perfetto, seducente. I capelli lisci ma non troppi, appena fatti. Un filo di trucco, un po' di rossetto. E, ai piedi, ai suoi santi piedi che mi hanno sconvolto l'anima e di cui sono cane fedele e sborroso, un delicato smalto rosa. Lei mi guarda. Capisco. Non c'è nessuno in casa.

Sbavando, trotterellando come un cane, vado a quattro zampe verso di lei, verso le padrona e dea. ''Cosa abbiamo qui? Un vecchio porco fallito, mi sembra, papi...'' e mi sorride ''tanti auguri, principessa'' le dico io. Per tutta risposta, mi ride in faccia e mi dà uno schiaffo. Prende dal suo letto elegante un collare e me lo mette intorno al collo. Mi trascina con sé, elegante e perfetta, terribile come dea egizia, spietata come una sovrana orientale. La mia Simo. Si siede sul letto, quella figa che parla da sola e che voglio prendermi ad ogni costo.
Lei mi fa ''toglimi i sandali, coglione, e inizia la tua adorazione. Voglio che i miei piedini risplendano della tua lingua, prima ancora del tuo burro di cane merdoso, in questo giorno di festa...MUOVITI, verme...non ho tutta la giornata.''
La mano mi trema.
Il cuore batte.
Le tolgo i sandali, perfetti, nuovi (pagati €300), che la fasciano quei piedi delicati e divini. In breve, sono sotto i suoi piedi, la mia lingua scorre tra i suoi interstizi, sulla mia faccia lorda di cane pervertito, di maiale idiota e frustrato. La sento godere, ''sì, sì, sì così lurido maiale, bacia, lecca, slave, docile puttana dei miei piedi'' e intanto mi frusta, intanto si toglie il vestitino. Alzo lo sguardo. La padrona mi atterra con le sue unghie smaltate di rosa ma la vedo: è NUDA. La figa spalancata, le tette gonfie. E' eccitata. Il mio membro sta per esplodere. Mi tira a sé, mi guarda negli occhi con disgusto, mi mette i piedi sul cazzo e mi dice: ''E ora dammi una bella pecorina, papi, vediamo cosa fai stasera.''

Scopiamo.
Io, padre di famiglia e devoto cattolico, bestemmio più volte entrandole dentro. Non è la prima volta, ma ogni volta è come se lo fosse. Quella calda caverna di tua figlia giovanissima che accoglie il tuo vecchio uccello pervertito. Quel delicato culo che le sfondi con piacere, continuandole a leccarle i piedi.

La prendo. Mi prende. Siamo sul letto, tutto balla, tutto si muove. In casa si sentono solo i nostri gemiti, le nostre urla di piacere mentre Simo compie 22 anni. Mezzanotte, l'una, le due...non so neanche io quanto abbiamo trombato, con amore e con piacere. Non è solo sesso, sapete. Le sfondo la figa, ma ancora non mi fa venire, per un po' mi lega a letto e mette la sua figa e i suoi piedi sulla mia faccia, facendomi soffocare. Proviamo un sacco di posizioni, il mio membro come un tamburo dentro di lei, su e giù, su e giù, la troia accompagna i movimenti. I suoi piedi sulla mia faccia. Sconfitto. Sedotto. La mia anima polverizzata. Sono in paradiso.

Sono le 6 di mattina, mia moglie torna tra poco. Con un urlo di piacere, svuoto la mia sborra sui piedi delicati di Simona. Ora su quello smalto rosa c'è una patina argentata. Seme di un vecchio porco innamorato di sua figlia 22enne. Mi fa leccare la sborra, mi rimette la catena e anche la maschera, lei seduta nuda ancora sul letto. Me lo prende con le mani, me lo tira con i piedi. Non è contenta. NE VUOLE ANCORA. E ancora ne ha.

''Stupido lombrico, rimettimi i sandali e vattene. Sei stato bravo, papi, devo ammetterlo. Stanotte ci siamo divertiti. Mi hai fatto godere, mi hai fatto un bel regalo.'' Improvvisamente diventa di ghiaccio '' Ora pussa via, stupido cazzone, altrimenti ti metto l'uccello in castità e non ti faccio venire sui miei piedi per una settimana. Una settimana, capito, coglione? Credi saresti capace di resistere o ti imbottisci di antidepressivi?''

Così è mia figlia Simona: croce e delizia, dea e padrona. Sguscio via, con la coda tra le gambe, il cazzo ancora ritto per i piaceri passati. Devo smetterla di pensare alle sue labbra, ai suoi occhi, alla sua FIGA e al suo culo, ai suoi PIEDI. Se mi mette in castità, sono rovinato. Lascio la stanza, mentre la dea, come se nulla fosse, canticchia una canzoncina da bambini. La mia Simo. La mia bambina divenuta donna. Auguri, principessa.
scritto il
2022-09-19
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