Il maschio dominante 2

di
genere
dominazione

Vincenzo era seduto ad un tavolo del suo ristorante con due suoi amici più o meno della sua età 62 anni, tutti i clienti se ne erano andati, io ero i cucina a lavare i pentoloni, mia moglie Marta stava lavando il pavimento della sala, le altre cameriere se ne erano già andate, il signor Vincenzo le aveva fatte andare via prima.
Si sentivano le risate pesanti degli uomini che parlavano tra di loro, ad un certo punto mi sentii chiamare, di corsa andai al tavolo e Vincenzo mi disse.
-Vai giù in cantina dove ti faccio tenere le tue cose che sai, mettile e vieni su da noi, adesso mandaci quella bella vacca di tua moglie.
Vincenzo non provava nessun tipo di sentimento per mia moglie Marta, per lui era solo un corpo da qui avere il piacere più intenso possibile senza nessun rispetto, umiliarci era la sua più grande soddisfazione,
Marta e sempre sottomessa e pronta ad esaudirlo ad ogni comando, lui al chiamava “svuota coglioni” e lei si lascia felicemente sfondare sfinire per il suo picare e di chi lui desidera.
-Bene spogliati.
Ordinò subito Vincenzo a Marta, con un tono duro e arrogante, lei ubbidì davanti ai suoi amici che la guardavano vogliosi, quando fu completamente nuda le passò un dito nella figa e nel culo per vedere se era pronta ed eccitata, estrasse dalla tasca una benda che le mise sugli occhi e gli e legò dietro.
La fece abbassare e lei cominciò ad accarezzarle le palle poi con la lingua cominciò a leccargliele delicatamente, lui la teneva per i capelli con una mano e con l’altra le strizzava il seno, quando lei le passò la lingua sul glande lui le strinse ancora più forte le tette e rantolava chiamandola puttana.
-Sei la mia troia la mia vacca.
Nel frattempo io mi ero messo la minigonna nera, una camicia bianca ricamata, scarpe da donna con tacchi alti, autoreggenti, un grembiule a vita bianco e una cuffietta da serva vittoriana, era ormai il mio abbigliamento usuale non lo avevo però mai messo davanti ad altre persone solo davanti a Vincenzo che mi aveva trasformato in una sissy maid da quella volta che mi aveva sodomizzato davanti mia moglie.
Vedendomi arrivare vestito in quel modo scoppiarono tutti a ridere.
-Fatti vedere bene dai miei amici. Mi disse Vincenzo.
-Fai l’inchino da brava servetta. Mi ordinò
Ubbidii tra le sonore risate.
-Quella bella vacca di tua moglie, vuole un cazzo duro che la faccia sentire donna, tu sei una femminuccia non riesci a darle quello che vuole, anzi hai bisogno di un fidanzato anche tu. Disse ridendo Vincenzo.
- Cosa ne dite di Aydin il Turco? Chiese ai suoi amici che ridevano in modo sguaiato.
-Si si è proprio il suo fidanzato ideale.
Vincenzo prese il cellulare cercò il numero sulla rubrica e lo chiamò per invitarlo a venire subito, naturalmente Aydin arrivo nel giro di mezzora, nel frattempo dovetti assistere alle prestazioni sessuali che imposero a Marta, Vincenzo e i suoi amici.
-Sei solo un contenitore di sborra. Ripeteva Vincenzo.

Aydin era un uomo corpulento e alto un metro e ottanta con i capelli rasati a zero.
- Aydin, se ti piace questa può diventare la tua fidanzata, gli disse Vincenzo, indicandomi.
L’umiliazione era terribile ma nello stesso tempo la situazione era molto eccitante.
Aydin mi afferrò e mi fece girare di schiena, mi appoggiai con le mani si un tavolo, lui si abbassò i pantaloni il so membro era enorme e già pronto, di colpo me lo infilò con un colpo secco che mi provocò un dolore lancinante, subito cominciò a ad andare avanti e in dietro fino quasi a sfilarlo per poi rientrare sempre più in fondo, con le braccia mi teneva ancorato al suo bacino poderoso, con il ventre di Aydin incollato alle mie natiche cominciai a sentire il piacere crescere e il godimento avvicinarsi, lui cambiò posizione provocandomi altro dolore.
-Ti piace?
Non risposi perché il dolore era troppo intenso, dopo un po’ camiciai a mugugnare lui accelerò il ritmo e cominciò a stantuffarmi poderosamente, accelerò ancora il ritmo, non capivo più niente, all’improvviso Aydin eiaculò godendo e io godetti sotto di lui agitando la testa in ogni direzione, lui cominciò ad insultarmi dandomi colpi pieni di sperma poi si fermò dentro di me con il membro ancora rigido piantandolo fino in fondo, si abbandonò sopra di me senza muoversi, io facevo piccoli movimenti spingendo le natiche verso il suo bacino.
Avevo fatto uno sforzo notevole per accogliere dentro di me quel maschio superdotato, ma era stato un sforzo ben ripagato, era stata un esperienza al limite estremo delle mie possibilità, ma tutto quello sperma scagliato dentro di me con quella forza era stata una cosa meravigliosa.

P.S. I miei racconti erotici sono pubblicati sul mio blog http://kyrracconta.blogspot.com/
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2012-09-29
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