Acqua passata 4 - Giulia, piccanti dettagli
di
Horus
genere
tradimenti
Nei giorni successivi Giulia si mostrò disponibile a continuare a svuotare l’armadio dei segreti: di fatto ogni momento in cui eravamo soli era buono per continuare l’esplorazione di quel buco nero, conficcato nella mia vita. Giulia proseguì nel suo racconto, attenta a non lasciare dubbi e zone d'ombra, senza perdere occasione per ricordarmi il tempo trascorso da quei fatti. Ormai il dado era tratto, aveva scelto di condividere quei quattro mesi con me, che li avevo subiti soffrendo. Non si poteva tornare indietro, si poteva solo fare di tutto perché quella trasparenza producesse effetti positivi e passasse alla storia una vicenda che dopo 25 anni veniva vissuta come attualità.
“Ieri hai detto che decidevi tutto, che lui accettava ogni tua scelta, poi si è fatto più intraprendente. Cosa significa?”
“Per tutta la prima settimana ero io a guidarlo, poi forse si è accorto che appariva troppo passivo e ci ha messo più del suo”
“Fammi un esempio, non capisco.”
“Tutta la prima settimana l'abbiamo fatto all'amazzone, lui sotto con i pugni stretti per non venire subito ed io che sceglievo quando aumentare o rallentare il ritmo. Poi una sera, nella quale eravamo un po' brilli, mi si e appoggiato da dietro e mi ha fatto sentire quanta voglia aveva. Mi sono lasciata guidare, per la prima volta. Meno dolcezze, pochi baci quella volta. Voleva fare un po’ il macho ho pensato. Mi ha presa…. da… dietro: è stato anche bravo perché ha resistito un bel po' più del solito.
“Ti ha messa a pecorina. Anche noi lo facciamo spesso così, da quando siamo tornati assieme. Poi? Ti ha insegnato lui a tenere in mano i coglioni di chi ti monta da dietro?”
“Adesso non diventare volgare” disse Giulia avvertendo un disagio in quell’immagine un po’ brutale.
“E poi insegnato no, non c'è molto da insegnare, a lui piaceva che gli tenessi i coglioni con la mano, credevo piacesse a tutti gli uomini, adesso lo faccio anche con te pensando lo voglia anche tu. Poi se gli piaceva perché dire di no? Ma poi cosa cambia? Pensa che la prima volta, quella volta lì, pensavo che me lo chiedesse perché aveva dolore. Ti ho detto che lui aveva una “sacca” più lunga e morbida della tua e facendolo in quel modo lì, i suoi testicoli dondolavano ad ogni spinta, non so se si puó dire così, e mi sbattevano forte sulle cosce e sul...pube ecco. Pensavo davvero che si facesse male, con quelle botte. Dopo qualche volta ci ho preso gusto, alla fine piaceva anche a me, mi sembrava che fare guidare lui, ma mentre lo tenevo stretto, letteralmente in pugno, in quel modo, ci permettesse più iniziativa ad entrambi. Se sentivo che voleva venire troppo presto, stringevo con due dita la sacca sotto il perineo e lo rimettevo in squadro. A lui ovviamente piaceva fare l’omaccio e farmi sentire quanto fossero grossi e pieni i suoi coglioni, ma poi con il mio controllo durava di più, eiaculava di più e si sentiva più soddisfatto.
Ascoltare quella descrizione serena e al tempo stessa cruda mi parve davvero strano. Apprezzai il racconto di Giulia. Eiaculava. Sborrava non c’è l'ha fatta nemmeno questa volta a dirlo, pensai.
“C'erano altre sue iniziative particolari, ti diceva delle cose? Ti ha chiesto anche il culo?”
“No e poi no! Non lo faccio nemmeno con te in quel modo, non mi diceva porcate, se intendi questo, ne dici molte più tu! Era un ragazzo tranquillo e mi voleva un gran bene, a modo suo.
“ Ti voleva vestita in qualche modo particolare?”
“No niente di particolare, Nicola, come qualcun altro che conosco, aveva solo il culto delle autoreggenti: voleva sempre che ne avessi un paio in borsa. È successo una volta che mi ha visto con quelle e non ha saputo più farne a meno. Adesso basta peró perché tu non ci credi, ma faccio davvero una gran fatica.”
“Non ho capito voleva che tu portassi sempre le autoreggenti? Anche in estate? Poi? Dovevi toglierle davanti a lui, come Sofia Loren con Mastroianni?
“No aspetta, non voleva che le portassi sempre: me le faceva mettere solo prima di fare l'amore”
“Non te le faceva togliere quindi?”
“No, gli piaceva prendermi completamente nuda, ma con le autoreggenti. Ne avevo tre quattro paia, sceglievo io il colore per fargli una sorpresa.”
“Quindi, volendo fare una sintesi, diciamo che Nicola ti scopava a pecorina, con le autoreggenti, mentre gli tenevi i coglioni nella mano destra. Un ragazzo tranquillo…..”
“Non dovevo dirti niente lo sapevo, ma non ne potevo più. Poi se ti racconto delle balle te ne accorgi ed è ancora peggio. Poi non lo facevamo sempre così”
“Ah dimenticavo, riempendoti di sborra ogni volta, grazie anche ai coglioni da toro che mi hai minuziosamente descritto. Il tutto per quante volte?”
“Non le ho contate, ci credi? Poi non è vero nemmeno che tutte le volte andava cosí, però per oggi basta davvero”.
Giulia si addormentó, sfinita lasciandomi solo con quelle immagini, forti ma finalmente vere, da archiviare da qualche parte. Feci l'inventario delle nuove certezze positive. Certezze, perché questa volta ci credevo per davvero. Non avevano fatto poi cose tanto diverse da quelle che faceva con me: niente rapporti anali o schifezze da deviati. Erano ragazzi di 23 anni che stavano assieme e facevano sesso. Certo, due bottarelle all'amazzone, con il preservativo si digerivano meglio, rispetto al dettagliato racconto di Giulia.
Erano due le immagini che non riuscivo a spegnere. Il primo racconto l’altro giorno mi ha stampato nella mente lei che lo guarda negli occhi, languida, mentre socchiude le labbra e si lascia colare dalla bocca due rivoli di sperma bianchissimo che piano piano le imbrattano il seno. Mi chiedo perché ha aggiunto questo dettaglio, le avevo chiesto se lo avesse guardato negli occhi durante il pompino e mi ha detto di no, poi ha aggiunto questa bordata imprevista. Almeno è sincera.
L'altra immagine è Giulia a pecorina, con un paio di autoreggenti nere, lui con entrambe le mani le impugna le natiche, le dita affondate nella presa, i suoi coglioni enormi che oscillano e rimbalzano ad ogni spinta sul suo sedere, facendole sentire il peso di quel desiderio incontrollabile, i piccoli seni di Giulia scossi da quell'energia, che prelude una sborrata bestiale, lunga, intensa, condita da grugniti primordiali.
Magari sto esagerando, ma fatico a prendere sonno. Proseguo nella mia analisi e mi rendo conto che sto scuotendo la mia psiche assestando colpi che avranno esiti tutti da valutare, in seguito. I confronti. È ridicolo e banale che si finisca lì, ma abbiamo dei fatti, possiamo pesare ogni sillaba di Giulia.
“I suoi coglioni erano poco più che normali”, ora visto che il dato ufficiale rimarcherebbe che lei ha visto solo quelli di Nicola ed i miei, pare che il mio rivale potesse contare su una dotazione d'effetto, superiore anche se di poco, alla mia. Poi questa storia dello scroto lungo ed elastico, raccontata un po' come se servisse a renderlo ridicolo ai miei occhi, in realtà ci dipinge Nicola come una specie di toro da monta, diciamolo. Ricordo bene come abbia sottolineato che sentiva chiaramente, quelle due “palle di piombo” sbattere pesantemente contro le sue natiche ad ogni spinta. Non ricordo in trent'anni che facciamo l'amore, con una pausa di quattro mesi è vero, dicevo non ricordo mai che Giulia abbia detto qualcosa sul sentire le mie palle che rimbalzano sulle sue chiappe o la sua passera. Evidentemente se le è rimasto impresso questo aspetto, ci dev’essere un perché oggettivo.
Tornando all'episodio di quel primo pompino, quando le ho chiesto quanto sperma Nicola le avesse eiaculato nella bocca, avrebbe potuto essere evasiva oppure dire semplicemente “poco”; se al contrario ha cercato spiegazioni e giustificazioni al fatto che fosse “abbastanza”, significa che era “molto” e quel molto alla fine voleva dire solo una cosa: Giulia ricordava bene quella sborrata, perché Nicola evidentemente eiaculava più sperma di me, dato che non esiste nulla di meglio di un pompino per accorgersene.
Questo mi fece sentire in difficoltà, mi mise ansia. Anche se sono passati tanti anni, quell'esperienza, quell'aver scopato con uno con i coglioni più grossi di me, che sborrava più di me, mi poneva comunque su un piano inferiore. Giulia dopo aver provato il top, almeno su questi aspetti, da venticinque anni si stava accontentando di qualcosa meno.
Il fatto è che non ho mai avuto stima di Nicola: ho sempre pensato a lui che si impossessa della mia donna come ad uno che ruba un portafoglio: scaltro, bastardo ma con ben poco da dire. Ora me lo ritrovo su un piano diverso: ricordo bene il “lungo bacio dolcissimo” prima di scoparla per la prima volta, ma ancora di più mi scuotono queste immagini da perfetto stallone. Sono un primitivo? Forse, peró uno che si fa ricordare dalla mia donna per l'impatto dei suoi coglioni contro le sue natiche un po' mi spiazza. Anche il fatto di permettergli di venire dentro è aggravato se questo, è uno che si fa ricordare per la sua quantitá di “crema”. Il desiderio più forte ed impraticabile rimaneva come allora quello di picchiarlo a sangue, ma le ultime rivelazioni mi lasciavano un po’ disorientato.
Mi resi conto che mi stavo facendo travolgere da me stesso, che stavo rotolando sempre più forte su una china ancora più ripida rispetto a mezz'ora prima. Mi imposi di non pensare e provare a dormire.
“Ieri hai detto che decidevi tutto, che lui accettava ogni tua scelta, poi si è fatto più intraprendente. Cosa significa?”
“Per tutta la prima settimana ero io a guidarlo, poi forse si è accorto che appariva troppo passivo e ci ha messo più del suo”
“Fammi un esempio, non capisco.”
“Tutta la prima settimana l'abbiamo fatto all'amazzone, lui sotto con i pugni stretti per non venire subito ed io che sceglievo quando aumentare o rallentare il ritmo. Poi una sera, nella quale eravamo un po' brilli, mi si e appoggiato da dietro e mi ha fatto sentire quanta voglia aveva. Mi sono lasciata guidare, per la prima volta. Meno dolcezze, pochi baci quella volta. Voleva fare un po’ il macho ho pensato. Mi ha presa…. da… dietro: è stato anche bravo perché ha resistito un bel po' più del solito.
“Ti ha messa a pecorina. Anche noi lo facciamo spesso così, da quando siamo tornati assieme. Poi? Ti ha insegnato lui a tenere in mano i coglioni di chi ti monta da dietro?”
“Adesso non diventare volgare” disse Giulia avvertendo un disagio in quell’immagine un po’ brutale.
“E poi insegnato no, non c'è molto da insegnare, a lui piaceva che gli tenessi i coglioni con la mano, credevo piacesse a tutti gli uomini, adesso lo faccio anche con te pensando lo voglia anche tu. Poi se gli piaceva perché dire di no? Ma poi cosa cambia? Pensa che la prima volta, quella volta lì, pensavo che me lo chiedesse perché aveva dolore. Ti ho detto che lui aveva una “sacca” più lunga e morbida della tua e facendolo in quel modo lì, i suoi testicoli dondolavano ad ogni spinta, non so se si puó dire così, e mi sbattevano forte sulle cosce e sul...pube ecco. Pensavo davvero che si facesse male, con quelle botte. Dopo qualche volta ci ho preso gusto, alla fine piaceva anche a me, mi sembrava che fare guidare lui, ma mentre lo tenevo stretto, letteralmente in pugno, in quel modo, ci permettesse più iniziativa ad entrambi. Se sentivo che voleva venire troppo presto, stringevo con due dita la sacca sotto il perineo e lo rimettevo in squadro. A lui ovviamente piaceva fare l’omaccio e farmi sentire quanto fossero grossi e pieni i suoi coglioni, ma poi con il mio controllo durava di più, eiaculava di più e si sentiva più soddisfatto.
Ascoltare quella descrizione serena e al tempo stessa cruda mi parve davvero strano. Apprezzai il racconto di Giulia. Eiaculava. Sborrava non c’è l'ha fatta nemmeno questa volta a dirlo, pensai.
“C'erano altre sue iniziative particolari, ti diceva delle cose? Ti ha chiesto anche il culo?”
“No e poi no! Non lo faccio nemmeno con te in quel modo, non mi diceva porcate, se intendi questo, ne dici molte più tu! Era un ragazzo tranquillo e mi voleva un gran bene, a modo suo.
“ Ti voleva vestita in qualche modo particolare?”
“No niente di particolare, Nicola, come qualcun altro che conosco, aveva solo il culto delle autoreggenti: voleva sempre che ne avessi un paio in borsa. È successo una volta che mi ha visto con quelle e non ha saputo più farne a meno. Adesso basta peró perché tu non ci credi, ma faccio davvero una gran fatica.”
“Non ho capito voleva che tu portassi sempre le autoreggenti? Anche in estate? Poi? Dovevi toglierle davanti a lui, come Sofia Loren con Mastroianni?
“No aspetta, non voleva che le portassi sempre: me le faceva mettere solo prima di fare l'amore”
“Non te le faceva togliere quindi?”
“No, gli piaceva prendermi completamente nuda, ma con le autoreggenti. Ne avevo tre quattro paia, sceglievo io il colore per fargli una sorpresa.”
“Quindi, volendo fare una sintesi, diciamo che Nicola ti scopava a pecorina, con le autoreggenti, mentre gli tenevi i coglioni nella mano destra. Un ragazzo tranquillo…..”
“Non dovevo dirti niente lo sapevo, ma non ne potevo più. Poi se ti racconto delle balle te ne accorgi ed è ancora peggio. Poi non lo facevamo sempre così”
“Ah dimenticavo, riempendoti di sborra ogni volta, grazie anche ai coglioni da toro che mi hai minuziosamente descritto. Il tutto per quante volte?”
“Non le ho contate, ci credi? Poi non è vero nemmeno che tutte le volte andava cosí, però per oggi basta davvero”.
Giulia si addormentó, sfinita lasciandomi solo con quelle immagini, forti ma finalmente vere, da archiviare da qualche parte. Feci l'inventario delle nuove certezze positive. Certezze, perché questa volta ci credevo per davvero. Non avevano fatto poi cose tanto diverse da quelle che faceva con me: niente rapporti anali o schifezze da deviati. Erano ragazzi di 23 anni che stavano assieme e facevano sesso. Certo, due bottarelle all'amazzone, con il preservativo si digerivano meglio, rispetto al dettagliato racconto di Giulia.
Erano due le immagini che non riuscivo a spegnere. Il primo racconto l’altro giorno mi ha stampato nella mente lei che lo guarda negli occhi, languida, mentre socchiude le labbra e si lascia colare dalla bocca due rivoli di sperma bianchissimo che piano piano le imbrattano il seno. Mi chiedo perché ha aggiunto questo dettaglio, le avevo chiesto se lo avesse guardato negli occhi durante il pompino e mi ha detto di no, poi ha aggiunto questa bordata imprevista. Almeno è sincera.
L'altra immagine è Giulia a pecorina, con un paio di autoreggenti nere, lui con entrambe le mani le impugna le natiche, le dita affondate nella presa, i suoi coglioni enormi che oscillano e rimbalzano ad ogni spinta sul suo sedere, facendole sentire il peso di quel desiderio incontrollabile, i piccoli seni di Giulia scossi da quell'energia, che prelude una sborrata bestiale, lunga, intensa, condita da grugniti primordiali.
Magari sto esagerando, ma fatico a prendere sonno. Proseguo nella mia analisi e mi rendo conto che sto scuotendo la mia psiche assestando colpi che avranno esiti tutti da valutare, in seguito. I confronti. È ridicolo e banale che si finisca lì, ma abbiamo dei fatti, possiamo pesare ogni sillaba di Giulia.
“I suoi coglioni erano poco più che normali”, ora visto che il dato ufficiale rimarcherebbe che lei ha visto solo quelli di Nicola ed i miei, pare che il mio rivale potesse contare su una dotazione d'effetto, superiore anche se di poco, alla mia. Poi questa storia dello scroto lungo ed elastico, raccontata un po' come se servisse a renderlo ridicolo ai miei occhi, in realtà ci dipinge Nicola come una specie di toro da monta, diciamolo. Ricordo bene come abbia sottolineato che sentiva chiaramente, quelle due “palle di piombo” sbattere pesantemente contro le sue natiche ad ogni spinta. Non ricordo in trent'anni che facciamo l'amore, con una pausa di quattro mesi è vero, dicevo non ricordo mai che Giulia abbia detto qualcosa sul sentire le mie palle che rimbalzano sulle sue chiappe o la sua passera. Evidentemente se le è rimasto impresso questo aspetto, ci dev’essere un perché oggettivo.
Tornando all'episodio di quel primo pompino, quando le ho chiesto quanto sperma Nicola le avesse eiaculato nella bocca, avrebbe potuto essere evasiva oppure dire semplicemente “poco”; se al contrario ha cercato spiegazioni e giustificazioni al fatto che fosse “abbastanza”, significa che era “molto” e quel molto alla fine voleva dire solo una cosa: Giulia ricordava bene quella sborrata, perché Nicola evidentemente eiaculava più sperma di me, dato che non esiste nulla di meglio di un pompino per accorgersene.
Questo mi fece sentire in difficoltà, mi mise ansia. Anche se sono passati tanti anni, quell'esperienza, quell'aver scopato con uno con i coglioni più grossi di me, che sborrava più di me, mi poneva comunque su un piano inferiore. Giulia dopo aver provato il top, almeno su questi aspetti, da venticinque anni si stava accontentando di qualcosa meno.
Il fatto è che non ho mai avuto stima di Nicola: ho sempre pensato a lui che si impossessa della mia donna come ad uno che ruba un portafoglio: scaltro, bastardo ma con ben poco da dire. Ora me lo ritrovo su un piano diverso: ricordo bene il “lungo bacio dolcissimo” prima di scoparla per la prima volta, ma ancora di più mi scuotono queste immagini da perfetto stallone. Sono un primitivo? Forse, peró uno che si fa ricordare dalla mia donna per l'impatto dei suoi coglioni contro le sue natiche un po' mi spiazza. Anche il fatto di permettergli di venire dentro è aggravato se questo, è uno che si fa ricordare per la sua quantitá di “crema”. Il desiderio più forte ed impraticabile rimaneva come allora quello di picchiarlo a sangue, ma le ultime rivelazioni mi lasciavano un po’ disorientato.
Mi resi conto che mi stavo facendo travolgere da me stesso, che stavo rotolando sempre più forte su una china ancora più ripida rispetto a mezz'ora prima. Mi imposi di non pensare e provare a dormire.
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