Acqua passata - Epilogo: Giulia, davanti ai miei occhi

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tradimenti



Ero appostato nella cabina armadio da due ore buone, avevo aggiunto una sedia che mi permettesse la postura più rilassata, per essere certo di non emettere alcun rumore. Non lasciai nulla al caso, feci i test per individuare la luce ideale per vedere senza essere visto. Mandai un messaggio a Giulia con le indicazioni precise. Ero nervoso e pieno di dubbi, ma sapevo che il dado era inesorabilmente tratto, la decisione era stata presa e non restava che mettere in atto il copione concordato. Certo, stavo per sperimentare un’esperienza nuova che poteva scuotermi la psiche in modo difficile da valutare, me ne rendevo conto. Avevo sete di vedere, di essere presente a quell’incontro come se fosse il primo, venticinque anni prima.
Era novembre, un'auto che si aggira in una località balneare è una raritá. Trattenni il fiato, come se il mio respiro fosse udibile dalla strada.
Dopo qualche minuto, il rumore di una chiave nella serratura…….erano proprio loro! Non riuscivo ad udire cosa dicessero, perché parlavano piano. Dopo qualche istante sentii le loro voci più nitide, si stavano avvicinando “…..sai Giulia, me lo sentivo” Era una voce maschile, la riconobbi all'istante. “Per venticinque anni ho sperato in un tuo messaggio, una chiamata ma da un po' non so perché me lo sentivo. Non mi sono nemmeno stupito, quando ho visto la tua email. Ma non importa come e perché, ora siamo qui”. Poi il silenzio, avvertii che lui la stava baciando.
“Aspetta” questa volta era la voce di Giulia. Sentii i suoi tacchi avvicinarsi: lo aveva portato tenendolo per mano davanti alla mia postazione, per paura che mi perdessi qualcosa. Accese le luci soffuse che avevamo concordato. Lo vidi: qualche ruga, le guance più scavate di allora. Aveva i capelli più corti ma era lui. Era magro, asciutto, come venticinque anni prima. Nicola la bació, dolcissimo, tentó di scioglierle i capelli, ma lei gli prese la mano e se la appoggió sul seno. Poi inizió a spogliarlo, piano piano, un bottone alla volta. Lui ansimava, “Come la prima volta pensai”. Giulia si inchinó per sfilare i boxer, con il viso a pochi centimetri dal pene di Nicola che, libero, uscì svettando e colpendole il mento. Ora Giulia si fermó un istante, credo per permettermi di soffermarmi qualche secondo sul cazzo che stava per profanare mia moglie, 25 anni dopo l'ultima volta. Era una bella verga, non così normale, come mi era stato descritto. Era grosso e nodoso, non meno di 15/16 cm, stimai tra me e me. Sovrastava un paio di coglioni massicci, contenuti in una borsa flaccida e lunga, che li distanziava almeno 7/8 cm dal perineo. Giulia lo spinse sul letto e si mise in piedi davanti a lui dandomi le spalle. Contrariamente a quello che immaginavo iniziò il suo streap sfilandosi le mutandine, da sotto il vestito: lenta tenendo i tacchi. “Sto giá impazzendo amore” gorgogliò Nicola. Giulia proseguì sfilandosi il vestito, rimanendo in reggiseno, autoreggenti e tacco 12 davanti a Nicola. “Sei bellissima come allora. Le tette, voglio le tue tette.” Con una certa maestria Giulia sganciò il reggiseno e sfilando una spallina alla volta lo lasciò cadere ai suoi piedi. Lui si avvicinò e la baciò lei lo spinse di nuovo sul letto con la testa sul mio cuscino. A quel punto lanciò un'occhiata furtiva verso lo specchio e si pose sopra di lui nel più classico dei 69. “Così potrai vederti nello specchio quando mi vieni in bocca” disse Giulia lenta, scandendo le parole. Nicola ebbe un sussulto. Fui ferito per un attimo dal dover condividere quello spettacolo, costruito per me, anche con lui. Nicola iniziò facendo la sua parte: leccò la passera di mia moglie con dolcezza e cura ma anche con un fervore ed un fuoco che non avevo mai visto. Con le mani impugnava le natiche, mentre a volte le sue dita scivolavano fino alla balza dell'autoreggente, come per godere di quel dettaglio.
Lei rimase trenta secondi con gli occhi chiusi e la bocca spalancata, il cazzo di Nicola le pulsava tra le dita. Quando riaprì gli occhi, languida, guardò lo specchio oltre il quale stava suo marito: mise una mano sotto quei coglioni imponenti, soppesandololi davanti a me, poi carezzandoli dolcissima. Piano piano avvicinò le labbra alla cappella di Nicola e iniziò a leccarla. Lui ebbe un gemito gutturale, senza peró interrompere il suo lavoro.
Lei andó avanti qualche minuto, leccatine intervallate a sorrisi maliardi verso le specchio. Sapeva di incontrare solo i miei occhi, Nicola era troppo concentrato su di lei per godersi le spettacolo. Ad un certo punto lui aumentò il ritmo e Giulia decise di prendere in bocca la cappella violacea del suo ex. Sentivo il rumore osceno di quel pompino selvaggio. Vedevo la saliva di mia moglie che bagnava i coglioni di lui. La sua espressione tradiva ora un certo trasporto. Nicola gemeva e aumentava il ritmo. “Li voglio belli pieni, aspetta a venire” Disse Giulia, trafelata. Lui annuì con un verso e aumentò ancora di più il ritmo delle sue leccate. Dopo un minuto fermò il movimento del viso: “si sta concentrando sul clitoride” pensai. Da lì a poco Giulia chiuse gli occhi e si lasciò andare ad un verso senza controllo godendosi l'orgasmo per diversi secondi. “Ora goditi tu lo spettacolo” disse Giulia con voce roca. Credo parlasse a me, ma anche Nicola alzò la testa dal cuscino per vedere meglio nello specchio l'immagine inebriante del suo cazzo nella bocca della donna che ancora amava. L'acconciatura elegante, con i capelli legati strideva con l'espressione di mia moglie. “Che troia, quando vuole” pensai. “Oh sì……oh sì…..oh sì” appena lui pareva avvicinarsi al traguardo Giulia stringeva la sacca dei coglioni di Nicola, allontanarla un po' dal perineo. Appena lui si placava un attimo riprendeva le sue imboccate profonde, guardando complice attraverso lo specchio. Vedevo le guance di mia moglie deformarsi al passaggio di quella cappella larga e vibrante. “Ora sborrami in bocca” disse Giulia con un timbro ancora più rauco. Accelerò il ritmo delle imboccate, sollevò un po' i coglioni turgidi di Nicola e con la mano libera lo segò lentamente. “Oohhhhhhhhhhh” urlò finalmente l'uomo di mia moglie, mentre il primo potente schizzo di sborra violava la sua bocca; il secondo lo ricevette sulla lingua, il terzo sul viso poi altri tanti altri sul seno, sui capezzoli eretti come chiodi. Una sborrata mai nemmeno immaginata. Solo quando lo spettacolo fu concluso incrociai gli occhi di Nicola che aveva goduto come non mai, nella sua vita. Feci in tempo a vedere mia moglie che guardandolo negli occhi grazie allo specchio ingoiava lo sperma denso che aveva sulla lingua. Poi lei si girò per permettere a lui di godere dell’immagine del suo seno, coperto di copiose strisce perlacee. Dopo un minuto lei andò in bagno a sciacquarsi, mentre Nicola rimase davanti a me, ansimante ed esausto. Solo un sottile strato di vetro ci separava.
Il cazzo ormai floscio di Nicola si rianimò quando Giulia tornò sul set, lo deliziò con qualche slinguata e gli disse “ora mettimi a pecorina e vienimi dentro!” Nicola non sospettò nulla quando Giulia si distese in diagonale sul letto, offrendo un'ottima visuale allo specchio. Nicola non fu dolcissimo questa volta, si mise dietro di lei e le disse “prima ti faccio godere poi ti riempio”. Introdusse il suo membro nuovamente vibrante nella vagina arrossata di Giulia poi iniziò a pompare con le mani salde sui fianchi di lei. Le sciolse i capelli, che ora danzavano sulla schiena di Giulia. Ogni tanto l’afferrava per i capelli e la obbligava a rialzare la testa. Si fermò un istante per portare la mano destra di Giulia sui suoi testicoli, ma lei si ritrasse e Nicola ricominciò a pomparla, profondo ma lento. Capii subito perché mia moglie si fosse rifiutata di impugnare i coglioni di Nicola: voleva farmeli ammirare mentre, massicci, le sbattevano contro. Anche il rumore, udibile dalla mia postazione mi sorprese. Guardandoli, pesanti, rimbalzare sul pube di Giulia, ascoltando il tonfo sordo che producevano si poteva capire il perché delle dimensioni della sborrata alla quale avevo appena assistito.
Cominciai ad eccitarmi, ma mi imposi che non mi sarei masturbato, non sono un cuckold, mi sono detto. Sono un uomo turbato da eventi che mi sono successi ma non uno che si sega mentre scopano sua moglie.
Nicola continuava a sfinirsi sul corpo di Giulia. Dopo qualche minuto lei lo fermò e gli fece cambiare posizione sul letto: lei era ancora a pecorina, ora entrambi avevano però il viso verso le specchio.
Lei questa volta gli impugnò i coglioni e disse, a lui o forse a me, “voglio che mi guardi quando godo”.
Questa frase diede a Nicola un'energia primordiale, vedevo il suo volto trasfigurato mentre faceva sua mia moglie con ogni fibra del suo corpo, “Ah…..ah” ora ad ogni colpo gemevano all'unisono, lei continuava a guardare, sebbene stravolta, verso lo specchio, come se non volesse che io perdessi una battuta.
Nicola aumentò il ritmo e la profondità dei suoi colpi, vedevo tutti i suoi muscoli tesi, gli occhi stretti. Giulia lasció la presa dei suoi testicoli per coprirsi la bocca, come se temesse di svegliare il palazzo con le sue urla, “ti riempio amore, ti riempio di sborra!”, Giulia si lasciò andare in un urlo liberatorio mentre la vedevo sussultare, le tette che sobbalzavano ad ogni colpo. Nicola accompagnò l'eiaculazione con movimenti ancora più profondi, con la schiena, poi alla fine estrasse il cazzo ed indirizzò gli ultimi schizzi sul corpo di Giulia. Riaprì gli occhi, la baciò e le disse “Ti amo, come allora”. L'ex ragazzo di mia moglie si alzò e barcollante se ne andò a fare una doccia, lasciando finalmente me e mia moglie soli nella stanza. Appena lei sentì il clock della porta che si chiudeva venne da me, una mano sulla passera per non colare sborra sul pavimento, scostò un po' l'anta scorrevole e mi chiese: “te la sei goduta? Sei venuto?” Quest'ultima domanda mi spiazzò, non me l'aspettavo. Avevo di fronte mia moglie, completamente nuda ancora imbrattata dallo sperma di un altro e seppi dirle solo “eri bellissima”.
Lei seguì Nicola in bagno, fecero la doccia assieme, si rivestirono, poi lui la accompagnò a casa.
Quando stanchissimo tornai a casa anch'io, ormai a notte fonda, notai che l'auto di Nicola non c'era. Salii con cautela ed entrai in casa. Giulia dormiva profondamente, la sua espressione era serena.


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scritto il
2022-10-31
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