Sogno ad occhi aperti

di
genere
masturbazione

Quando mi prende la voglia
una corda vibrante di viola,
sole caldo e parola fatata le mie membra,
la canzone sussurrata della vita nel mio petto scorre,
silenziosa e dolce,
come fame e sete,
implorante,
e vorrei essere nudo in un giardino di maggio con te,
immaginaria amica,
a baciarti sul collo e sulla bocca,
a baciarti i capezzoli per respirare il tuo seno come fosse aria,
e il tuo ombelico,
ogni centimetro della tua pelle profumata al balsamo
e sentire tra i miei capelli le tue dita,
la tua mano fra le mie gambe accarezzare un sogno,
dolce,
fino a questa fatica che mi tiene,
tuo come fosse per sempre,
mentre il profumo dei canti dalle fronde cariche parla dei zirli delle rondini,
e del tempo vicino e dei presagi,
fragranti,
il tuo viso moro ed i tuoi occhi,
ed il velo dei tuoi polpastrelli di zèfiro,
una brezza di seta sul mio membro,
e la rugiada del mattino sui nostri corpi a darci un brivido tenero,
mentre sulla mia schiena s'incammina,
lenta,
una formica,
come su di una pianura tutta spoglia,
ed il solletico del suo passo intreccia,
perla di stille marine sulle vertebre,
con il ritmo delle tue dita che mi giocano racconti di terra all'ombra del tuo palmo,
poco a poco,
e verso l'orizzonte nebbioso stremi corde di canapa come vento che colma le mie vele sino a farmi venire,
o dolcezza che sazi il mio sentire,
una pipì lunga lunga d'amore nel tuo palmo,
ed il cielo, divertito dall'alto,
ci sorride.
scritto il
2012-10-14
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