Lydia parte 1
di
Duca
genere
dominazione
Come tutti i racconti che si rispettino anche questo dovrebbe cominciare con un c’era una volta in un paese lontano lontano …
Ma questo racconto non è un racconto di quelli che si rispettino e chi scrive non è avvezzo a imprimere su carta i suoi ricordi e le sue idee, lo tengo più come un diario o un promemoria per quando avanti con gli anni vorrò rinverdire i ricordi ormai sbiaditi, questa storia si svolge nella provincia a sud di Roma in un arco temporale che va da qualche anno a oggi ,i protagonisti sono lo scrivente e una serie di personaggi che mai avrei immaginato d’incontrare come mai avrei immaginato che coincidenze e occasioni tirassero fuori da me qualcosa che forse segretamente sapevo di essere ma che tenevo celato come una belva in gabbia nascosta nella cella più profonda del mio animo ma che stranamente ha iniziato a risalire a scardinare porte, abbattere muri fino a vedere la luce del sole….
15 anni fa incontrai quella che attualmente è la mia compagna di giochi, la mia schiava, la mia puttana, se state leggendo questo è grazie a lei, vivemmo una storia di alti e bassi per alcuni anni durante i quali vivevo in maniera totalmente diversa da oggi, ma da lì ebbe inizio grazie a lei la comprensione di me stesso le prime avvisaglie di qualcosa di ancora sconosciuto e inconscio qualcosa di incompiuto, queste premesse sono anche se tediose necessarie…
dimenticavo io sono Giulio.
Lei Lydia
È un mattino di Maggio la sveglia proietta sulle pareti della camera da letto la sua luce rossastra e il trillo che produce mi ricorda che sono già le 4:30 e che ha inizio una nuova giornata lavorativa, come di sovente capita il mio sonno è stato agitato e disturbato mi sveglio forse più stanco ancora di quando su queste lenzuola mi sono sdraiato , ho tempo per prepararmi e uscire… vivo ormai da mesi con una monotonia che mai mi sarei aspettato anni addietro di provare, giorni tutti uguali, una solitudine infinita in una casa troppo grande e una vita d’affrontare in modo totalmente nuovo da quando il destino mi ha lasciato solo, come ogni mattino sono irrequieto e grazie anche a questo regalo che ha rovinato ogni rapporto sociale che è il covid siamo tutti ancora più soli e distanti di quanto non lo fossimo già, nel navigare nel buio della camera sullo smartphone mi capita un collegamento e saltellando da un link ad un altro entro in un sito….
BDSM è evidente come è evidente che conosco tutto e nulla sull’argomento solo per sentito dire…
Come direbbe qualcuno non un vero stile di vita ma qualcosa per rendere più piccanti il sesso o solo per pervertiti…
Mi iscrivo, mi incuriosisce la community è vasta, creo un account un profilo abbastanza scarno e mi alzo non vi è più tempo devo andare a lavoro, vivo la giornata normalmente tra alti e bassi, clienti maleducati, qualche risata con i colleghi ma fondamentalmente il clima è pesante lockdown e mascherina, conosci persone delle quali vedi solo gli occhi e riconosci solo le voci gente che magari neppure vedrai più e di cui non vedrai mai il viso, il mio lavoro ( in un supermercato ) è ripetitivo ma mi impegna la testa e mi dà modo di poter dividere quella solitudine con qualcuno oltre a darmi la possibilità di uscire di casa senza rimanere murati vivi come milioni di persone, per poi tornare la sera in strade sgombre e solitarie, tutto il giorno però ero con un inquietudine , una voglia di tornare a leggere a capire con la sottile impressione di essere comunque già passato in una situazione che si potesse ritenere di dominazione, i ricordi della mia storia con Lydia mi tornano alla mente, brevi flash, brevi spezzoni, io che la sculaccio, degli schiaffi sulle tette o mentre lo facevamo, lei che ubbidisce…
avevamo vissuto una storia molto carnale, con molte litigate fuori dal letto ma con un intesa sessuale fuori dal comune che io vivevo in maniera ambivalente, mi scatenavo sul letto per poi frenarmi, la mia educazione e il mio ambiente mi tenevano stretti come catene invisibili , come se certe cose non andassero fatte o offendessero la donna con la quale stavo….
lei che continuamente come un mantra mi esortava invece a liberarmi…
queste cose, questi ricordi ora riaffiorano…
e se..
se davvero invece di frenarmi avessi solo dovuto lasciarmi andare..
se davvero fosse bastato tagliare quelle corde, liberarmi da quei lacci, vivere intensamente e naturalmente,
, selvaggiamente e istintivamente quei momenti?
tornando a casa la voglia di collegarmi e continuare a cercare risposte cresceva e cosi per le settimane successive incrociai altri link altri siti, parlai con utenti, lessi racconti, vidi video e foto, non mi bastava più ricordare piccoli eventi, quella prigionia lontano da tutti era una fame che cresceva, un freddo che gelava, una voglia di calore e una sete inestinguibile…
senza neanche pensare presi il cellulare e inviai un messaggio…
lo inviai a Lydia senza neppure davvero la speranza che rispondesse..
erano anni che non ci scrivevamo che un messaggio a natale e uno a pasqua, non sapevo più nulla di lei non viviamo nella stessa città e gli amici in comune non esistono, dopo pochi secondi arriva una risposta, due convenevoli una battuta… e dopo un’ora ero a conoscenza di lei che viveva in una storia con un uomo con cui non aveva una perfetta intesa sessuale se così possiamo dire.. impiegato in una multinazionale spesso fuori regione la trascurava sia dentro il letto che fuori, una complicità che dopo tanti anni neppure mi aspettavo e parlammo come se ci fossimo salutati solo qualche giorno prima, finimmo a parlare anche e soprattutto di sesso di quanto questa parte ora mancasse ad entrambi, a ognuno per un motivo diverso, di come eravamo compatibili su quel lato e cominciai a parlargli di quelle mie impressioni sul suo lato sottomesso, di fatto ebbi le risposte che immaginavo, sentiva anche lei di essere più incline a un rapporto in cui l’uomo dominasse, fosse porco, desiderasse la donna con una voglia animale, avesse la donna nel modo di sfogare i suoi istinti anche più perversi e che praticamente quasi mai aveva avuto la fortuna di vivere a pieno queste sue inclinazioni, io le confidai che ripensavo a brevi flash di memoria a episodi sporadici vissuti con lei, con la quale sicurezza tra l’altro che lei neppure li ricordasse…. E invece con mia somma sorpresa erano episodi che erano rimasti impressi anche a lei…. da qui la decisione di vederci, a casa mia, in campagna lontano da occhi e orecchie, dopo qualche settimana approfittando di un suo viaggio e di un mio riposo capitò la giusta occasione, suonò il citofono e io andai a aprirgli il cancello con il groppo alla gola nonostante i miei ormai 44 anni e lei più matura di me .. scese dalla macchina, era stupenda bionda, occhi verdi e molto più magra dell’ultima volta che l’avevo vista in un vestitino estivo con sandali a tacco alto e il suo immancabile sorriso, mentre chiuso il cancello gli vado incontro la nostre bocche si cercano e trovano ancora prima di aver proferito qualunque parola, la strinsi a me alla vita, sentivo le sue forme attraverso il vestito leggero, ci incamminammo alla porta, appena la chiusi alle spalle è come se fosse scattato un semaforo verde, la spinsi al muro la baciai mentre il profumo dei suoi capelli si mischiava al sapore della sua bocca e della sigaretta che aveva fumato lungo il viaggio le mie mani presero le sue le cinsero i polsi e gliele portai in alto sul muro mentre con una mano le tenevo ferme le sue l’altra scese a indagare sotto i vestiti il suo seno pieno, il suo culo fino a scivolare sotto gli slip alzandogli il vestitino…. Era già bagnata, un lago, un lago caldo e accogliente un fuoco…. Mi staccai da lei e sempre tenendogli le braccia in alto la spinsi in ginocchio mentre calavo la zip..
“ succhialo troia!”
erano le prime parole che le rivolgevo da anni dal vivo e lei come presa da una sete inestinguibile si avventò sul cazzo, scappellandolo e prendendone il più possibile vidi i suoi occhi chiusi mentre si dedicava a succhiarlo e muovere la testa…
sentivo la sua lingua vellicarlo, la sua bocca caldo avvolgerlo in un caldo abbraccio , l’umido e la sua abilità nel succhiarlo e adorarlo….
la presi per i capelli bloccandola, aprì d’istinto gli occhi….
G- “ Quando ti ordino di succhiare devi farlo a occhi aperti e devi guardarmi, voglio che veda bene cosa fai e quale sono i risultati”
mentre dicevo questo tirai più forte i capelli e spalancò ulteriormente gli occhi mentre cominciavo a muovermi tenendogli la testa contro il muro, gli occhi per lo sforzo cominciarono a diventare rossi così come il suo viso… lì inginocchiata bloccata al muro mentre il cazzo gli scivolava in gola senza poterla far respirare…
iniziò a muoversi scoordinatamente per liberarsi, segno che gli mancava l’aria…
lo tirai fuori per farla rifiatare… tossì mentre la fame d’aria la costrinse a grandi boccate alzò gli occhi quasi con aria di sfida guardandomi….
“Buongiorno anche a te disse sorridendo…”
la tirai in piedi per i capelli avventandomi su quelle labbra che tanto piacere mi stavano dando, la baciai, anche se il termine più giusto forse è la divorai, divorai la sua lingua il suo bacio era interminabile mentre le lingue saettavano e si cercavano… dopo un tempo infinito staccandomi da lei
“ Buongiorno! Bentornata!”
Scoppiammo a ridere, era un incontro d’anime, un bagno di sesso, una voglia che ci attanagliava e stavamo saziando quella fame atavica…
appena ci fummo ripresi dalla risata la guardai, serio stavolta
G - “sai bene che quando sarai qui verrai trattata come una troietta vero?”
L - “ Togli la etta ti prego”
Sorrisi non era cambiata affatto
G - “ quando verrai qui sarai libera della maschera che porti nel mondo reale, sarai la mia troia, la mia puttana la mia svuotapalle”
dei limiti non ne parlammo neppure in pratica lei sapeva dopo tutto quel tempo quale fossero le mie inclinazioni e quali fossero le cose che certamente non le avrei fatto.
G- “La tua parola di sicurezza è pettirosso… quando la nominerai io mi fermerò… se sarai impossibilitata a parlare dovrai fare il segno di tre con pollice indice e medio con entrambe le mani e io mi fermerò… quello sarà il tuo limite… ma ricorda bene che se mi fermo interromperemo anche la sessione ..”
dissi queste parole che avevo ripetuto nella mente per giorni…
sapevamo entrambi dai messaggi che ci eravamo scritti che non poteva finire altrimenti che così, non ci sarebbero stati altri finali.. avevamo fame e avremmo mangiato, avevamo freddo e ci saremmo scaldati.
Lei mi fissava seria..
L - “ fammi tutto quello che vuoi ma fammi sentire viva, non fermarti , non aver freni se anche piangerò, se mi divincolerò, se scalcerò ma non dirò quelle parole, anzi, sii più forte, più tenace, fammi sentire la tua troia non la tua fidanzata ne tua moglie ne nient’altro… solo l’oggetto del tuo piacere… fammi sentire voluta, fammi sentire la scintilla che accende questo fuoco.. riempimi, aprimi, godi di me e fammi godere…”
la guardai serio…
G - “ Se e quando farti godere lo deciderò io, di volta in volta, ma ora dimmi come si dice quando finisco di impartirti un ordine?”
L. “Si… padrone?”
carezzandogli il viso mentre con l’altra mano abbassavo la spallina del vestito
G. “ Si padrone!”
Mentre lo dicevo gli occhi mi caddero sull’intimo..
un reggiseno di pizzo nero con roselline rosse mi si parava davanti
un regalo che anni prima avevo fatto…
G. “ Ma quanti anni ha questo reggiseno è quello che ti ho regalato io?”
L. “ tanti non l’ho più messo ed ho pensato che al mio padrone potesse far piacere.”
la baciai tenacemente ancora per poi staccarmi e piegarla sul vicino divano
alzai il vestitino spostando gli slip e in un attimo ero dentro di lei, calda accogliente avvolgente…
Non stavamo facendo l’amore era qualcosa di diverso, non era sesso, non era amore, non era una pecorina, non era l’atto in se ne la meccanica dei corpi, era un istinto, un fattore insieme di mente, corpo e anima, non la stavo scopando la stavo letteralmente “ MONTANDO” l’averla così arrendevole e a disposizione, cosi calda…. Il suo calore la sua pelle vellutata mi davano alla testa era come un buco nero che tutto risucchiava, problemi, pensieri, non c’era più il mondo ma solo io e lei.
Averla cosi era estasi, la presi per i capelli, sentivo lei venirmi incontro a ogni spinta se la stava letteralmente godendo mentre i suoi liquidi caldi e viscosi scendevano lungo le cosce, il rumore della selvaggia monta alla quale era sottoposta riempivano l’ambiente e il profumo del sesso si mischiava a quelle delle candele alla vaniglia che avevo acceso appena ebbe suonato al citofono, era un connubio di sensazioni che riempivano la testa, lei era con il collo teso all’indietro dove tirando la sua chioma bionda la sbattevo letteralmente sul cazzo, ferocemente, sempre più in cerca di un piacere che non sarebbe tardato ad arrivare, con l’altra mano partì uno schiaffo sul suo culo incollato alla mia pancia, uno è solo l’unità minima di misura…. Altri lo seguirono con sempre più gusto, ogni volta che un colpo andava a segno cambiando gluteo lei stringeva involontariamente i muscoli della fica… me lo stava letteralmente mungendo da dentro… la cappella spingeva sempre più forte dentro di lei come voler penetrare un muro invisibile.. Poi mentre la sua testa si abbatteva sul divano al lasciare dei capelli e il suo culo veniva tirato ancora più su per agevolare l’opera la presi per i fianchi che la troia da sotto ruotava per godersi a meglio il manico di carne dentro di lei, il culo era visibilmente rosso, i suoi gemiti di godimento riempivano le mie orecchie… sentii la sua mano da sotto che mi accarezzo le palle… fu come una scossa elettrica, un piacere indescrivibile partì dalla testa percorrendomi la spina dorsale fino alla base le culo per poi arrivare alla cappella mentre le palle si contrassero per scaricare dentro di lei tutto il mio piacere in un urlo di piacere che mi lasciò letteralmente senza forze… riuscii a estrarlo dopo i primi schizzi, gli altri terminarono sulla sua schiena candida arrivando fin sui capelli mentre lei si girò di scatto per cercare di prenderli tra le tette….
agli ultimi spasmi avvicinò la bocca per prendere sulla lingua le ultime gocce mentre mi fissava sorridendo e mostrandomi le gocce bianche sulla sua lingua….
mi fissava e sempre fissandomi mise la lingua dentro ingoiando voluttuosa e leccandomi il cazzo che stava ammosciandosi dalla base alla punta per pulire tutto e assaporare il mio sapore insieme al suo, lo pulì diligentemente come una brava studentessa del sesso, un’ancella, una sacerdotessa del sesso
L-“eri davvero pieno….”
G-“ Si lo ero, ora grazie a te credo che quelle palle sarà difficile tornino a riempirsi completamente… usi la pillola?”
Al suo dare risposta positiva mi tranquillizzai la foga non mi aveva permesso di essere abbastanza lucido da tirarlo fuori al sopraggiungere del piacere che mi travolse e la sua fica mentre leccava il mio cazzo ne era la prova colando a terra lunghe gocce di liquido biancastro…
G-“ stai sporcando il pavimento…”
lei abbassò lo sguardo tanto da vederlo e raccolse con le dita lo sperma che stava colando per portarselo voluttuosamente alla bocca…
L-“ non sia mai si sprechi il nettare che il mio padrone mi ha donato…”
G-“ brava adulatrice, ma sembra quasi che il tuo tono sia canzonatorio….”
le mie mani la presero per i capelli ancora
l’aria si riempì di un gemito più di piacere che di dolore e lei rimase un po' stupita, saltai in piedi , vidi i suoi occhi mentre incrociavano i miei per interrogarmi del perché ma senza che una sillaba uscisse ancora dalla sua bocca….
G-“ ora troia qui a terra c’è il mio nettare, ti sembra il caso di farlo sprecare?”
un lampo di lussuria attraversò i miei occhi e lei credo lo colse al volo
la mano guidò i capelli e la sua testa sul pavimento dove le gocce erano cadute…
la sua lingua le raccolse gustandole a lungo….
Fine primo capitolo
Per critiche, pareri, richieste o un sano confronto
rubastelle78@virgilio.it
Ma questo racconto non è un racconto di quelli che si rispettino e chi scrive non è avvezzo a imprimere su carta i suoi ricordi e le sue idee, lo tengo più come un diario o un promemoria per quando avanti con gli anni vorrò rinverdire i ricordi ormai sbiaditi, questa storia si svolge nella provincia a sud di Roma in un arco temporale che va da qualche anno a oggi ,i protagonisti sono lo scrivente e una serie di personaggi che mai avrei immaginato d’incontrare come mai avrei immaginato che coincidenze e occasioni tirassero fuori da me qualcosa che forse segretamente sapevo di essere ma che tenevo celato come una belva in gabbia nascosta nella cella più profonda del mio animo ma che stranamente ha iniziato a risalire a scardinare porte, abbattere muri fino a vedere la luce del sole….
15 anni fa incontrai quella che attualmente è la mia compagna di giochi, la mia schiava, la mia puttana, se state leggendo questo è grazie a lei, vivemmo una storia di alti e bassi per alcuni anni durante i quali vivevo in maniera totalmente diversa da oggi, ma da lì ebbe inizio grazie a lei la comprensione di me stesso le prime avvisaglie di qualcosa di ancora sconosciuto e inconscio qualcosa di incompiuto, queste premesse sono anche se tediose necessarie…
dimenticavo io sono Giulio.
Lei Lydia
È un mattino di Maggio la sveglia proietta sulle pareti della camera da letto la sua luce rossastra e il trillo che produce mi ricorda che sono già le 4:30 e che ha inizio una nuova giornata lavorativa, come di sovente capita il mio sonno è stato agitato e disturbato mi sveglio forse più stanco ancora di quando su queste lenzuola mi sono sdraiato , ho tempo per prepararmi e uscire… vivo ormai da mesi con una monotonia che mai mi sarei aspettato anni addietro di provare, giorni tutti uguali, una solitudine infinita in una casa troppo grande e una vita d’affrontare in modo totalmente nuovo da quando il destino mi ha lasciato solo, come ogni mattino sono irrequieto e grazie anche a questo regalo che ha rovinato ogni rapporto sociale che è il covid siamo tutti ancora più soli e distanti di quanto non lo fossimo già, nel navigare nel buio della camera sullo smartphone mi capita un collegamento e saltellando da un link ad un altro entro in un sito….
BDSM è evidente come è evidente che conosco tutto e nulla sull’argomento solo per sentito dire…
Come direbbe qualcuno non un vero stile di vita ma qualcosa per rendere più piccanti il sesso o solo per pervertiti…
Mi iscrivo, mi incuriosisce la community è vasta, creo un account un profilo abbastanza scarno e mi alzo non vi è più tempo devo andare a lavoro, vivo la giornata normalmente tra alti e bassi, clienti maleducati, qualche risata con i colleghi ma fondamentalmente il clima è pesante lockdown e mascherina, conosci persone delle quali vedi solo gli occhi e riconosci solo le voci gente che magari neppure vedrai più e di cui non vedrai mai il viso, il mio lavoro ( in un supermercato ) è ripetitivo ma mi impegna la testa e mi dà modo di poter dividere quella solitudine con qualcuno oltre a darmi la possibilità di uscire di casa senza rimanere murati vivi come milioni di persone, per poi tornare la sera in strade sgombre e solitarie, tutto il giorno però ero con un inquietudine , una voglia di tornare a leggere a capire con la sottile impressione di essere comunque già passato in una situazione che si potesse ritenere di dominazione, i ricordi della mia storia con Lydia mi tornano alla mente, brevi flash, brevi spezzoni, io che la sculaccio, degli schiaffi sulle tette o mentre lo facevamo, lei che ubbidisce…
avevamo vissuto una storia molto carnale, con molte litigate fuori dal letto ma con un intesa sessuale fuori dal comune che io vivevo in maniera ambivalente, mi scatenavo sul letto per poi frenarmi, la mia educazione e il mio ambiente mi tenevano stretti come catene invisibili , come se certe cose non andassero fatte o offendessero la donna con la quale stavo….
lei che continuamente come un mantra mi esortava invece a liberarmi…
queste cose, questi ricordi ora riaffiorano…
e se..
se davvero invece di frenarmi avessi solo dovuto lasciarmi andare..
se davvero fosse bastato tagliare quelle corde, liberarmi da quei lacci, vivere intensamente e naturalmente,
, selvaggiamente e istintivamente quei momenti?
tornando a casa la voglia di collegarmi e continuare a cercare risposte cresceva e cosi per le settimane successive incrociai altri link altri siti, parlai con utenti, lessi racconti, vidi video e foto, non mi bastava più ricordare piccoli eventi, quella prigionia lontano da tutti era una fame che cresceva, un freddo che gelava, una voglia di calore e una sete inestinguibile…
senza neanche pensare presi il cellulare e inviai un messaggio…
lo inviai a Lydia senza neppure davvero la speranza che rispondesse..
erano anni che non ci scrivevamo che un messaggio a natale e uno a pasqua, non sapevo più nulla di lei non viviamo nella stessa città e gli amici in comune non esistono, dopo pochi secondi arriva una risposta, due convenevoli una battuta… e dopo un’ora ero a conoscenza di lei che viveva in una storia con un uomo con cui non aveva una perfetta intesa sessuale se così possiamo dire.. impiegato in una multinazionale spesso fuori regione la trascurava sia dentro il letto che fuori, una complicità che dopo tanti anni neppure mi aspettavo e parlammo come se ci fossimo salutati solo qualche giorno prima, finimmo a parlare anche e soprattutto di sesso di quanto questa parte ora mancasse ad entrambi, a ognuno per un motivo diverso, di come eravamo compatibili su quel lato e cominciai a parlargli di quelle mie impressioni sul suo lato sottomesso, di fatto ebbi le risposte che immaginavo, sentiva anche lei di essere più incline a un rapporto in cui l’uomo dominasse, fosse porco, desiderasse la donna con una voglia animale, avesse la donna nel modo di sfogare i suoi istinti anche più perversi e che praticamente quasi mai aveva avuto la fortuna di vivere a pieno queste sue inclinazioni, io le confidai che ripensavo a brevi flash di memoria a episodi sporadici vissuti con lei, con la quale sicurezza tra l’altro che lei neppure li ricordasse…. E invece con mia somma sorpresa erano episodi che erano rimasti impressi anche a lei…. da qui la decisione di vederci, a casa mia, in campagna lontano da occhi e orecchie, dopo qualche settimana approfittando di un suo viaggio e di un mio riposo capitò la giusta occasione, suonò il citofono e io andai a aprirgli il cancello con il groppo alla gola nonostante i miei ormai 44 anni e lei più matura di me .. scese dalla macchina, era stupenda bionda, occhi verdi e molto più magra dell’ultima volta che l’avevo vista in un vestitino estivo con sandali a tacco alto e il suo immancabile sorriso, mentre chiuso il cancello gli vado incontro la nostre bocche si cercano e trovano ancora prima di aver proferito qualunque parola, la strinsi a me alla vita, sentivo le sue forme attraverso il vestito leggero, ci incamminammo alla porta, appena la chiusi alle spalle è come se fosse scattato un semaforo verde, la spinsi al muro la baciai mentre il profumo dei suoi capelli si mischiava al sapore della sua bocca e della sigaretta che aveva fumato lungo il viaggio le mie mani presero le sue le cinsero i polsi e gliele portai in alto sul muro mentre con una mano le tenevo ferme le sue l’altra scese a indagare sotto i vestiti il suo seno pieno, il suo culo fino a scivolare sotto gli slip alzandogli il vestitino…. Era già bagnata, un lago, un lago caldo e accogliente un fuoco…. Mi staccai da lei e sempre tenendogli le braccia in alto la spinsi in ginocchio mentre calavo la zip..
“ succhialo troia!”
erano le prime parole che le rivolgevo da anni dal vivo e lei come presa da una sete inestinguibile si avventò sul cazzo, scappellandolo e prendendone il più possibile vidi i suoi occhi chiusi mentre si dedicava a succhiarlo e muovere la testa…
sentivo la sua lingua vellicarlo, la sua bocca caldo avvolgerlo in un caldo abbraccio , l’umido e la sua abilità nel succhiarlo e adorarlo….
la presi per i capelli bloccandola, aprì d’istinto gli occhi….
G- “ Quando ti ordino di succhiare devi farlo a occhi aperti e devi guardarmi, voglio che veda bene cosa fai e quale sono i risultati”
mentre dicevo questo tirai più forte i capelli e spalancò ulteriormente gli occhi mentre cominciavo a muovermi tenendogli la testa contro il muro, gli occhi per lo sforzo cominciarono a diventare rossi così come il suo viso… lì inginocchiata bloccata al muro mentre il cazzo gli scivolava in gola senza poterla far respirare…
iniziò a muoversi scoordinatamente per liberarsi, segno che gli mancava l’aria…
lo tirai fuori per farla rifiatare… tossì mentre la fame d’aria la costrinse a grandi boccate alzò gli occhi quasi con aria di sfida guardandomi….
“Buongiorno anche a te disse sorridendo…”
la tirai in piedi per i capelli avventandomi su quelle labbra che tanto piacere mi stavano dando, la baciai, anche se il termine più giusto forse è la divorai, divorai la sua lingua il suo bacio era interminabile mentre le lingue saettavano e si cercavano… dopo un tempo infinito staccandomi da lei
“ Buongiorno! Bentornata!”
Scoppiammo a ridere, era un incontro d’anime, un bagno di sesso, una voglia che ci attanagliava e stavamo saziando quella fame atavica…
appena ci fummo ripresi dalla risata la guardai, serio stavolta
G - “sai bene che quando sarai qui verrai trattata come una troietta vero?”
L - “ Togli la etta ti prego”
Sorrisi non era cambiata affatto
G - “ quando verrai qui sarai libera della maschera che porti nel mondo reale, sarai la mia troia, la mia puttana la mia svuotapalle”
dei limiti non ne parlammo neppure in pratica lei sapeva dopo tutto quel tempo quale fossero le mie inclinazioni e quali fossero le cose che certamente non le avrei fatto.
G- “La tua parola di sicurezza è pettirosso… quando la nominerai io mi fermerò… se sarai impossibilitata a parlare dovrai fare il segno di tre con pollice indice e medio con entrambe le mani e io mi fermerò… quello sarà il tuo limite… ma ricorda bene che se mi fermo interromperemo anche la sessione ..”
dissi queste parole che avevo ripetuto nella mente per giorni…
sapevamo entrambi dai messaggi che ci eravamo scritti che non poteva finire altrimenti che così, non ci sarebbero stati altri finali.. avevamo fame e avremmo mangiato, avevamo freddo e ci saremmo scaldati.
Lei mi fissava seria..
L - “ fammi tutto quello che vuoi ma fammi sentire viva, non fermarti , non aver freni se anche piangerò, se mi divincolerò, se scalcerò ma non dirò quelle parole, anzi, sii più forte, più tenace, fammi sentire la tua troia non la tua fidanzata ne tua moglie ne nient’altro… solo l’oggetto del tuo piacere… fammi sentire voluta, fammi sentire la scintilla che accende questo fuoco.. riempimi, aprimi, godi di me e fammi godere…”
la guardai serio…
G - “ Se e quando farti godere lo deciderò io, di volta in volta, ma ora dimmi come si dice quando finisco di impartirti un ordine?”
L. “Si… padrone?”
carezzandogli il viso mentre con l’altra mano abbassavo la spallina del vestito
G. “ Si padrone!”
Mentre lo dicevo gli occhi mi caddero sull’intimo..
un reggiseno di pizzo nero con roselline rosse mi si parava davanti
un regalo che anni prima avevo fatto…
G. “ Ma quanti anni ha questo reggiseno è quello che ti ho regalato io?”
L. “ tanti non l’ho più messo ed ho pensato che al mio padrone potesse far piacere.”
la baciai tenacemente ancora per poi staccarmi e piegarla sul vicino divano
alzai il vestitino spostando gli slip e in un attimo ero dentro di lei, calda accogliente avvolgente…
Non stavamo facendo l’amore era qualcosa di diverso, non era sesso, non era amore, non era una pecorina, non era l’atto in se ne la meccanica dei corpi, era un istinto, un fattore insieme di mente, corpo e anima, non la stavo scopando la stavo letteralmente “ MONTANDO” l’averla così arrendevole e a disposizione, cosi calda…. Il suo calore la sua pelle vellutata mi davano alla testa era come un buco nero che tutto risucchiava, problemi, pensieri, non c’era più il mondo ma solo io e lei.
Averla cosi era estasi, la presi per i capelli, sentivo lei venirmi incontro a ogni spinta se la stava letteralmente godendo mentre i suoi liquidi caldi e viscosi scendevano lungo le cosce, il rumore della selvaggia monta alla quale era sottoposta riempivano l’ambiente e il profumo del sesso si mischiava a quelle delle candele alla vaniglia che avevo acceso appena ebbe suonato al citofono, era un connubio di sensazioni che riempivano la testa, lei era con il collo teso all’indietro dove tirando la sua chioma bionda la sbattevo letteralmente sul cazzo, ferocemente, sempre più in cerca di un piacere che non sarebbe tardato ad arrivare, con l’altra mano partì uno schiaffo sul suo culo incollato alla mia pancia, uno è solo l’unità minima di misura…. Altri lo seguirono con sempre più gusto, ogni volta che un colpo andava a segno cambiando gluteo lei stringeva involontariamente i muscoli della fica… me lo stava letteralmente mungendo da dentro… la cappella spingeva sempre più forte dentro di lei come voler penetrare un muro invisibile.. Poi mentre la sua testa si abbatteva sul divano al lasciare dei capelli e il suo culo veniva tirato ancora più su per agevolare l’opera la presi per i fianchi che la troia da sotto ruotava per godersi a meglio il manico di carne dentro di lei, il culo era visibilmente rosso, i suoi gemiti di godimento riempivano le mie orecchie… sentii la sua mano da sotto che mi accarezzo le palle… fu come una scossa elettrica, un piacere indescrivibile partì dalla testa percorrendomi la spina dorsale fino alla base le culo per poi arrivare alla cappella mentre le palle si contrassero per scaricare dentro di lei tutto il mio piacere in un urlo di piacere che mi lasciò letteralmente senza forze… riuscii a estrarlo dopo i primi schizzi, gli altri terminarono sulla sua schiena candida arrivando fin sui capelli mentre lei si girò di scatto per cercare di prenderli tra le tette….
agli ultimi spasmi avvicinò la bocca per prendere sulla lingua le ultime gocce mentre mi fissava sorridendo e mostrandomi le gocce bianche sulla sua lingua….
mi fissava e sempre fissandomi mise la lingua dentro ingoiando voluttuosa e leccandomi il cazzo che stava ammosciandosi dalla base alla punta per pulire tutto e assaporare il mio sapore insieme al suo, lo pulì diligentemente come una brava studentessa del sesso, un’ancella, una sacerdotessa del sesso
L-“eri davvero pieno….”
G-“ Si lo ero, ora grazie a te credo che quelle palle sarà difficile tornino a riempirsi completamente… usi la pillola?”
Al suo dare risposta positiva mi tranquillizzai la foga non mi aveva permesso di essere abbastanza lucido da tirarlo fuori al sopraggiungere del piacere che mi travolse e la sua fica mentre leccava il mio cazzo ne era la prova colando a terra lunghe gocce di liquido biancastro…
G-“ stai sporcando il pavimento…”
lei abbassò lo sguardo tanto da vederlo e raccolse con le dita lo sperma che stava colando per portarselo voluttuosamente alla bocca…
L-“ non sia mai si sprechi il nettare che il mio padrone mi ha donato…”
G-“ brava adulatrice, ma sembra quasi che il tuo tono sia canzonatorio….”
le mie mani la presero per i capelli ancora
l’aria si riempì di un gemito più di piacere che di dolore e lei rimase un po' stupita, saltai in piedi , vidi i suoi occhi mentre incrociavano i miei per interrogarmi del perché ma senza che una sillaba uscisse ancora dalla sua bocca….
G-“ ora troia qui a terra c’è il mio nettare, ti sembra il caso di farlo sprecare?”
un lampo di lussuria attraversò i miei occhi e lei credo lo colse al volo
la mano guidò i capelli e la sua testa sul pavimento dove le gocce erano cadute…
la sua lingua le raccolse gustandole a lungo….
Fine primo capitolo
Per critiche, pareri, richieste o un sano confronto
rubastelle78@virgilio.it
1
voti
voti
valutazione
9
9
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racconto sucessivo
Lydia parte 2
Commenti dei lettori al racconto erotico