Lydia parte 4
di
Duca
genere
dominazione
Le labbra si schiusero appena a contatto con la cappella lucida, attraversò la bocca coccolata dalla lingua di velluto e puntò alla gola, a questo punto la lasciai fare, era lei ora che doveva sforzarsi, era lei che doveva dimostrare quanto ci tenesse e quanto volesse davvero essere ciò che diceva, iniziò senza l’ausilio delle mani questo lavoro di bocca e gola spettacolare, prendeva fiato ma gli mancava, iniziò a capire che doveva succhiare e nel mentre respirare con il naso, all’inizio i conati furono inevitabili e gli occhi si riempivano di lacrime ma pian piano si calmò coordinò i movimenti e inizio a scendere di più, non sarebbe riuscita comunque a prenderlo tutto, almeno non quel giorno ma riprese colore e i conati diventarono via via più gestibili anche se gli occhi rimanevano coperti di lacrime, pensava di essere quasi alla meta, la tirai su togliendole il giocattolo e gli indicai con gli occhi di guardare il cazzo, il rossetto segnava il punto in cui più a fondo l’aveva imboccato, mancavano pochi centimetri ma era quasi tutto nella sua gola, la vidi sorridere era soddisfatta…
G-“ stai davvero migliorando per essere la tua prima lezione da schiava…”
L-“ grazie padrone…”
G-“ grazie padrone di cosa?”
L-“ di addestrarmi a essere una brava schiava…”
le sorrisi e le intimai
G-“ continua a succhiare e fammi venire…. Ti sei guadagnata di toglierti la sete”
I suoi occhi erano pieni di gioia, sembrava quasi una ragazzina davanti al suo giocattolo preferito e non una donna fatta…
appoggiò le sue labbra e iniziò….
Leccava e succhiava in maniera divina, partendo con la lingua di piatto dalla base fino alla cappella, dove roteava la lingua per poi imboccarla, dare una rapida serie di leccate e ricominciare, era semplicemente una dea , la sua bocca era qualcosa di magico, preveniva ogni voglia dava un piacere celestiale, non usava le mani sul cazzo, ogni volta che abbassavo lo sguardo la trovavo a scrutarmi per capire dove e come mi piacesse di più, iniziò ad affondare, ad aspirare forte ma delicatamente mentre la sua mano andava a massaggiare le mie palle, poi scese a leccarle mentre con la mano iniziava una lenta sega…
Salì di nuovo imboccò la punta e tutto giù fino a dove riusci a farlo entrare e cominciò letteralmente a scoparlo con la bocca dentro e fuori ricoprendolo di saliva, sentii la sua lingua lavorare la cappella e l’asta da dentro la bocca, sentii la cappella arrivargli alle tonsille mentre cerca di prenderlo ancora più a fondo, prendendomi con le mani per i fianchi e spingendolo in bocca, era brava, un’artista del pompino, stavo impazzendo, mi abbandonai al piacere, iniziai a schizzarle direttamente in gola mentre lei non paga continuò accogliendo e buttando giù ogni mia goccia di piacere , reclinai la testa, mentre lei succhiava via ogni mia briciola di forze ancora, ancora e ancora.
L’orgasmo mi aveva travolto, mi ero abbandonato a quel piacere tanto a lungo voluto e arrivato durante un pompino fantastico, un orgasmo lungo, intenso, il mio cazzo aveva sussultato nella sua bocca, schizzi densi, caldi, che lei aveva voracemente ingoiato come fosse la più prelibata delle bevande, senza staccarsi se non in ultimo, quando prese con una mano la cappella e spremette le ultime gocce sulla lingua mentre mi lanciava sguardi con un enorme sorriso stampato in faccia, mostrandomi quelle bianche perle sulla sua lingua per poi ingoiare e mostrarmi di nuovo la lingua pulita…
L-“ grazie padrone per avermi donato la sua sborra calda e saporita, grazie di avermi usata e fatta godere”
Stavo impazzendo in meno di mezza giornata una donna che non vedevo da anni era passata da essere un’amante e una schiava devota….
Mi alzai la presi per il mento facendola alzare e la baciai, un bacio lungo e intenso in fondo l’aveva meritato, la strinsi e guardai sulla sedia il giocattolo lucido delle sue secrezioni, così come bagnata era la sedia.
G-“ tra quando devi tornare a casa?”
L-“ potrei…” fece una lunga pausa abbassando gli occhi
L-“ potrei dormire qui se vuoi…”
sorrisi ancora e la presi in braccio portandola nella camera da letto
Adagiata sul letto mi ci sdraiai vicino, iniziammo a limonare mentre non riuscivo a staccarle le mani di dosso, iniziai a giocare con quelle tette a palparle e pizzicarne i capezzoli duri, sapevo che quell’impegno messo nel pompino andava premiato e lasciandola sul letto corsi a recuperare la borsa da cui avevo tratto i giocattoli…. Il gioco non era ancora finito
mi ci avvicinai ancora, tirandone fuori un bel paio di pinzette con campanellini, pinze che sarebbero andate ad ornare i suoi capezzoli, unite da una catenella di metallo, presi in bocca il suo capezzolo destro e iniziai a giocarci, a suggerlo a renderlo sensibile tra lunghe succhiate brevi leccate e l’utilizzo dei denti, quando il capezzolo era ormai turgido e roseo lo pinzai. Udii un suo gemito, era effettivamente troppo stretto, utilizzai la rotella che serviva a regolare la stretta per allentarne la morsa, poi presi a passare a leccare l’altro capezzolo e ripetei quest’operazione passandole la catena dietro il collo, la catena era più corta del dovuto ( volutamente ) questo faceva tendere i capezzoli verso l’alto di entrambi i seni, appena furono agganciati scesi sulla sua pancia leccando e baciando fino ad arrivare alla sua fica, iniziai a dedicarmi di nuovo a quella fica che era ormai un lago e richiedeva attenzioni.
Appena la troietta ebbe il suo orgasmo provocato dalle mie lappate e dalle dita con cui stimolavo la sua fica mi dedicai a prepararla, nella mia mente una troia così doveva sempre essere disponibile, pronta all’uso, esposta e la mia idea era quella di sistemarla in modo che lo fosse…
Presi dalla borsa magica due polsiere in pelle nera, questi oggetti erano molto funzionali, al loro interno un sottile strato d’imbottitura impediva di lasciare segni troppo evidenti, lungo l’esterno invece un sistema di cinghie faceva si che si potesse regolare la stretta per impedire che scivolassero, mentre un anello con moschettone poteva servire sia per unirle in una specie di manetta che per fissarle altrove e tenerle le braccia divaricate magari agganciate a degli anelli al muro o tramite corda.
Grazie alla testata del letto in ottone e a una corda riuscii agevolmente a fissarle le braccia in alto e ben distanziate così che non potesse in alcun modo opporsi a quello che stava per succederle…. Un cuscino le alzava la testa abbastanza da poterle prendere le bocca se richiesto, finita l’operazione, trassi dalla valigia un paio di cavigliere dello stesso materiale e fattura semplicemente un po' più larghe e spesse , le quali una volta strette intorno alle caviglie furono alzate fin sopra la sua testa, la stavo letteralmente aprendo, chi fosse entrato in quel momento avrebbe visto una splendida donna con le braccia fissate larghe alla spalliera, la testa rialzata e le gambe spalancate e tirate ai lati, completamente aperta…
sapevo che una posizione così scomoda non avrebbe potuto sostenerla per molto tempo ma era troppo bella ed eccitante, mi allontanai, tornado con la mia fedele macchina fotografica e iniziai a scattarle delle foto, cercava di girare il viso ma le ordinai di fissarmi e lo fece, i suoi occhi verdi scintillavano di voglia, di vergogna e d’eccitazione, estrassi dalla valigia gli ultimi giocattoli una candela, una frusta….
andai in cucina dalla quale tornai con del ghiaccio, iniziai a disegnare sul suo corpo tramite il ghiaccio dandole brividi, fino ad arrivare al centro del suo piacere che stava letteralmente colando…
G-“ troietta questa fica è un forno che ne dici di raffreddarla un poco?”
Nel farlo iniziai a giocare col ghiacciolo nella sua fica inserendolo e tirandolo fuori, mentre lei gemeva, presi poi a passarlo sul clitoride, sulle grandi labbra, dentro la fica e tutt’intorno disegnando sul monte di venere finchè non rimase che acqua.
Accesi allora la candela rossa, attesi che si sciogliesse la cera e feci quindi cadere qualche goccia da varie altezze sul dorso della mia mano, lo feci per accertarmi che non bruciasse troppo e evitare che potessi scottare quella pelle delicata, una volta compresa l’altezza dalla quale sarebbe potuta cadere iniziai a ornare la pelle di lei di vermiglie gocce di cera.
Le prime gocce colpirono sulle strisce d’acqua e sul sudore che ormai imperlava la donna costretta in quella posizione innaturale, le altre caddero sui posti più sensibili…
dapprima sui capezzoli ancora stretti tra le pinze, tra i suoi gridolini di piacere misto a dolore…
poi scesero lungo il suo ventre fino a colpire l’intorno della fica ormai glabra…
mi fermai…. La guardai e girando la candela iniziai a forzare la base nella sua vagina…
G-“ che bel candeliere…. Tienila così e non farla cadere mentre scatto due foto…. E mi raccomando stai attenta non vorrei che qualche goccia scivolando possa farti male…”
Nel mentre la vidi sbiancare doveva con i muscoli della fica mantenere la candela ferma e in equilibrio senza farla cadere…
scattai giusto due foto per poi togliere quel giocattolo che stava diventando ingestibile…
spensi la candela e presi la frusta, un giocattolo, di pelle con tante strisce di cuoio che usai per far saltare le gocce di cera che si erano ormai rapprese, le varie frustate lasciarono sulla sua pelle bianche delle strisce appena percettibili ma che stavano facendo montare in lei un mix esplosivo di dolore e piacere….
aveva voglia, molta voglia, ne voleva ancora….
Ora mi avvicinai su di lei fino a sovrastarla, gli alzai ancora di più i fianchi quasi che lei potesse vedere la sua fica e sputando tra i glutei iniziai a inumidire l’altro buco….
G-“ non vorrai certo godere ancora? Sei proprio una troietta sai? Ti frusto e vuoi ancora il cazzo… lo avrai ma non come immaginavi tu”
In me l’erezione era tornata prepotente al vederla così pronta a ogni fantasia, appoggiai il glande alla sua rosellina anale e iniziai a spingere, forzando pian piano l’apertura, lentamente ma inesorabilmente, aggiungendo altra saliva mi feci avanti, mentre dalla sua fica lunghe scie di eccitazione colavano letteralmente…
La punta ormai stava entrando, quel paradiso stretto e caldo stava accogliendomi lentamente mentre dal suo viso imperlato di sudore Lydia stringeva il labbro inferiore tra i denti, ben lontana dal voler anche solo immaginare di dire no..
Il glande attraversò quell’ingresso stretto che l’accolse abbracciandolo…. Mi fermai un attimo per dargli il tempo di abituarsi e lentamente lo estrassi per poi ripetere l’operazione un cinque sei volte e poi riprendere a spingere lentamente centimetro dopo centimetro, millimetro dopo millimetro , fin quando le mie palle sbatterono sul suo culo allora mi fermai, ero sopra di lei mentre la tenevo per le caviglie fissate al letto e il mio cazzo era tutto nel suo splendido culo…
G-“ fantastico…”
L-“ dio quanto mi piace…”
Abbassai gli occhi , era li che mi fissava aveva le lascrime agli occhi, eppure avevo sentito bene…
G-“ ti sta facendo male?”
L-“ non pensare a me…. Fammi tutto quello che vuoi, usami, godimi….”
G-“ vuoi che mi diverta? O vuoi divertirti tu?”
L-“ sono la tua troia sbattimi, fammi tutto quello che ti fa godere, godimi come faresti con una troia, fammi ogni cosa che hai sempre voluto fare e non hai mai potuto… se non sarò in grado non fermarti, se piango, se gemo, se urlo… continua… fermati solo se sentirai la parola di sicurezza ma ti giuro, fammi quello che vuoi che non la dirò…. Solo una cosa padrone…. Ti prego… spruzzami dentro…”
Non sentii, ne capii più nulla , tutta la delicatezza che avevo messo fino ad allora divenne un ricordo, un animale, ero letteralmente quello, perso soltanto nella ricerca assoluta del piacere le strinsi le gambe e gli affondi divennero lunghi e potenti a ogni spinta letteralmente l’alzavo dal letto, non si spostava troppo solo perché rimaneva fermata dalle polsiere, la stavo sfondando, gemeva, ma non per questo pensavo di fermarmi…. Pistonavo…
Spinte sempre più veloci mentre il culo letteralmente cedeva al mio assalto e lo sentivo allargarsi accogliermi sempre di più e più in profondità.
Ero spinto dal puro istinto, da un’animalesca voglia che cercavo di soddisfare, lei era solo un giocattolo che stavo usando, fin quanto il piacere scorse dal cervello fin lungo la spina dorsale e esplose letteralmente in un devastante orgasmo.
Il sesso sembrava esplodere nel suo culo…le forze mi abbandonarono le ginocchia cedettero , letteralmente mi accasciai su di lei, ancora dentro lei, mentre gli ultimi schizzi la riempivano.
Aveva vinto.
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