Quel dottore
di
FrauL
genere
etero
Ero stata intrigata da quel dottore fin dal primo momento in cui lo avevo conosciuto. Era stato in occasione di una visita ad un mio parente, che io avevo accompagnato. Avevo subito visto oltre le formalità, c'era un che nel suo sguardo che mi turbava, quasi intimoriva ma al tempo stesso mi eccitava da morire. Risvegliando in me sensazioni sopite da anni. Andò avanti così per un paio di mesi, periodo in cui accompagnai a visita il mio parente. Dopo ogni consulto, la mia mente fantasticava al buio sul mio letto costringendo le mie dita a sfiorarmi con sempre maggiore insistenza...
La svolta avvenne in occasione dell'ultima visita. Non ero stata granché bene e lo esposi al dottore. Lui mi propose un consulto e, una volta dietro al separet, mi invito' a sbottonare la camicia. Non fu una vera e propria visita: il suo sguardo era concentrato sulle mie generose tette, vedevo che provava a scorgerne i capezzoli nelle pieghe del mio reggiseno. Lì capii quanto fosse porco e allo stesso tempo quanto io lo desiderassi. Mi convinsi che dovevo essere sua...tutta sua.
E l'occasione si presento' puntuale. Ero a P.... per motivi di lavoro, stavolta sola. Lo cercai. Con un messaggio. Si ricordo' di me all'istante. Mi chiese come stessi. Gli risposi di trovarmi a P...., sola. Dopo 15 secondi di attesa, sul display apparve questo messaggio: dove sei? Per la prima volta mi dava del tu...ebbi un fremito. Lo volevo.
Ci accordammo sul luogo e lì ci incontrammo quella sera. Sapevamo entrambi cosa volevamo, la cena fu breve. Più che altro furono calici di vino, a riscaldare ulteriormente un'atmosfera già bollente.
Avevo preso un b&b in una zona centrale, ma la struttura quella notte era vuota a parte me. Iniziammo a baciarci sulle scale: non baci normali, una vera pomiciata umida, decisa, accesa. Entrati in camera mi strinse a se' facendomi sentire quanto fosse eccitato. Mi ritrovai in men che non si dica a gambe aperte e la sua bocca sul mio clitoride, avido. Mentre leccava, mi stringeva un seno dicendomi quanto fossi bagnata. Lo ero, per lui. Fini' presto e da lì in poi fui in suo possesso e controllo. Era quello che desideravo, essere gestita da lui: si infilo' dentro di me ruvidamente, con decisione. Tutto, non risparmio' un centimetro. La mia figa si apri', cedette a quell'impeto. Mi martello' così per un tempo non quantificabile, instancabile. Una miriade di colpi sempre intensi, profondi. Ci sapeva fare, scopava da maestro. Ero in trance. Mi ritrovai impalata su quel tronco duro, grosso, contundente. Venivo senza controllo. 5, forse 10 volte mentre le sue mani stringevano le mie tette e la sua lingua leccava i miei capezzoli. Non era sazio. Mi giro' e mi diede il colpo di grazia a pecorina, un ritmo forsennato, tenendomi i fianchi per farsi leva. Era un demonio, il porco che avevo immaginato. Mi rivolto' per scoparmi anche le tette. Finché venne, bollente, copioso, 3 fiotti che mi sporcarono il collo e i capelli. Crollai, esausta. Questo dottore era un porco. Come me lo ero immaginato dal primo sguardo.
La svolta avvenne in occasione dell'ultima visita. Non ero stata granché bene e lo esposi al dottore. Lui mi propose un consulto e, una volta dietro al separet, mi invito' a sbottonare la camicia. Non fu una vera e propria visita: il suo sguardo era concentrato sulle mie generose tette, vedevo che provava a scorgerne i capezzoli nelle pieghe del mio reggiseno. Lì capii quanto fosse porco e allo stesso tempo quanto io lo desiderassi. Mi convinsi che dovevo essere sua...tutta sua.
E l'occasione si presento' puntuale. Ero a P.... per motivi di lavoro, stavolta sola. Lo cercai. Con un messaggio. Si ricordo' di me all'istante. Mi chiese come stessi. Gli risposi di trovarmi a P...., sola. Dopo 15 secondi di attesa, sul display apparve questo messaggio: dove sei? Per la prima volta mi dava del tu...ebbi un fremito. Lo volevo.
Ci accordammo sul luogo e lì ci incontrammo quella sera. Sapevamo entrambi cosa volevamo, la cena fu breve. Più che altro furono calici di vino, a riscaldare ulteriormente un'atmosfera già bollente.
Avevo preso un b&b in una zona centrale, ma la struttura quella notte era vuota a parte me. Iniziammo a baciarci sulle scale: non baci normali, una vera pomiciata umida, decisa, accesa. Entrati in camera mi strinse a se' facendomi sentire quanto fosse eccitato. Mi ritrovai in men che non si dica a gambe aperte e la sua bocca sul mio clitoride, avido. Mentre leccava, mi stringeva un seno dicendomi quanto fossi bagnata. Lo ero, per lui. Fini' presto e da lì in poi fui in suo possesso e controllo. Era quello che desideravo, essere gestita da lui: si infilo' dentro di me ruvidamente, con decisione. Tutto, non risparmio' un centimetro. La mia figa si apri', cedette a quell'impeto. Mi martello' così per un tempo non quantificabile, instancabile. Una miriade di colpi sempre intensi, profondi. Ci sapeva fare, scopava da maestro. Ero in trance. Mi ritrovai impalata su quel tronco duro, grosso, contundente. Venivo senza controllo. 5, forse 10 volte mentre le sue mani stringevano le mie tette e la sua lingua leccava i miei capezzoli. Non era sazio. Mi giro' e mi diede il colpo di grazia a pecorina, un ritmo forsennato, tenendomi i fianchi per farsi leva. Era un demonio, il porco che avevo immaginato. Mi rivolto' per scoparmi anche le tette. Finché venne, bollente, copioso, 3 fiotti che mi sporcarono il collo e i capelli. Crollai, esausta. Questo dottore era un porco. Come me lo ero immaginato dal primo sguardo.
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