Postage stamp
di
4eye
genere
sadomaso
accettai di farmi depilare da un’amica, pensai che la sua fosse una scusa, proprio lì, dove il sole non batte quasi mai, lei fece l’esperta estetista io il cliente
un gioco di ruolo, forse.
prima di arrivare da lei, in un caldo pomeriggio la mia mente provava ad immaginare la seduta come sarebbe stata; una ceretta sul suo letto? poco probabile, una bella lametta o della crema depilatoria? lei col mio cazzo in mano che diventava duro per poi finire nella sua bocca prima e tra le sue gambe o le sue tette poi! si capiva da tempo che voleva mettermi le mani addosso.
no fu così!
un lettino da estetista; lei con camice bianco per il suo ruolo, io li, nudo e supino come un cliente; con mio grande stupore mi legò le mani con due foulard alle gambe del lettino dicendomi che così era certa di portare a termine l’opera; prese le forbici e taglio corti corti i peli, poi mi avvisò che sarebbe cominciata la vera epilazione, le sorrisi non sapendo a cosa andavo in contro, mi guardai attorno e a fianco del lettino solo una piccola cassettiera e nulla più.
dal cassetto prese una pinzetta, una di quelle che usano le donne per le sopraciglia, poi prese uno sgabello nella stanza attigua, lo posizionò a fianco al lettino, si sedette e incominciò a strapparmi un pelo alla volta.
piccole fitte, continue, lo strappo era deciso, la sua mano sicura come la mia sofferenza; dopo alcuni strappi le chiesi il perché della pinzetta e non una pratica lametta, la sua risposta fu “ la lametta la usate voi uomini per la barba noi donne i peli li strappiamo! la pinzetta nutre lentamente il mio sadismo con il tuo dolore! la frase venne pronunciata lenta, scandendo le parole, con un sorriso di sarcasmo.
rimasi impietrito dalla sua risposta, il suo sguardo, l’espressione delle sue labbra truccate in maniera pesante facevano capire ancor di più la sua soddisfazione, il suo piacere nell’infliggermi quella lenta tortura.
duro moltissimo, forse un paio d’ore se non di più, mi lascio solo un piccolo quadratino il postage stamp, strappò persino i pochi peletti alla base del pene, fece un lavoro meticoloso, oltre la perfezione, esteticamente perfetto.
mi lascio a cazzo duro dopo averlo manipolato parecchio e di proposito, lo mantenne duro per tutto il tempo per renderlo più sensibile al dolore, me lo disse più volte durante l’epilazione.
al termine il mio pube diventò rosso fuoco e gonfio, lei mi slegò facendomi capire che la cosa era finta lì! io mi rivestii e uscimmo a cena con amici, ma poi, in tarda ora dopo il pub ci imboscammo in un luogo appartato, avevo il cazzo ancora duro dal pomeriggio e dopo una lunghissimo bacio alla francese lei decise finalmente di scoparmi, si mise sopra di me impalandosi sul mio cazzo, i suoi sfregamenti sulla mia zona arrossata post depilazione furono così dolorosi che non li sopportai, la supplicai più volte di di mettersi alla pecorina, quando lei acconsentì e si girò partì la mia vendetta! le afferrai le natiche affondando le mani nella sua molle carne, lei non si lamentò per la brutalità della morsa, la scopai sbattendola con una tale foga e violenza che venne ripetutamente in pochi minuti gridando come un’ossessa, la mia sete di vendetta perversa si spense quando vicino all'orgasmo la penetrai analmente infliggendole gli ultimi due colpi accompagnati dal mio seme; lei gradì, gradì eccome.
grazie ancora per i bei momenti passati con te.
4eye.
un gioco di ruolo, forse.
prima di arrivare da lei, in un caldo pomeriggio la mia mente provava ad immaginare la seduta come sarebbe stata; una ceretta sul suo letto? poco probabile, una bella lametta o della crema depilatoria? lei col mio cazzo in mano che diventava duro per poi finire nella sua bocca prima e tra le sue gambe o le sue tette poi! si capiva da tempo che voleva mettermi le mani addosso.
no fu così!
un lettino da estetista; lei con camice bianco per il suo ruolo, io li, nudo e supino come un cliente; con mio grande stupore mi legò le mani con due foulard alle gambe del lettino dicendomi che così era certa di portare a termine l’opera; prese le forbici e taglio corti corti i peli, poi mi avvisò che sarebbe cominciata la vera epilazione, le sorrisi non sapendo a cosa andavo in contro, mi guardai attorno e a fianco del lettino solo una piccola cassettiera e nulla più.
dal cassetto prese una pinzetta, una di quelle che usano le donne per le sopraciglia, poi prese uno sgabello nella stanza attigua, lo posizionò a fianco al lettino, si sedette e incominciò a strapparmi un pelo alla volta.
piccole fitte, continue, lo strappo era deciso, la sua mano sicura come la mia sofferenza; dopo alcuni strappi le chiesi il perché della pinzetta e non una pratica lametta, la sua risposta fu “ la lametta la usate voi uomini per la barba noi donne i peli li strappiamo! la pinzetta nutre lentamente il mio sadismo con il tuo dolore! la frase venne pronunciata lenta, scandendo le parole, con un sorriso di sarcasmo.
rimasi impietrito dalla sua risposta, il suo sguardo, l’espressione delle sue labbra truccate in maniera pesante facevano capire ancor di più la sua soddisfazione, il suo piacere nell’infliggermi quella lenta tortura.
duro moltissimo, forse un paio d’ore se non di più, mi lascio solo un piccolo quadratino il postage stamp, strappò persino i pochi peletti alla base del pene, fece un lavoro meticoloso, oltre la perfezione, esteticamente perfetto.
mi lascio a cazzo duro dopo averlo manipolato parecchio e di proposito, lo mantenne duro per tutto il tempo per renderlo più sensibile al dolore, me lo disse più volte durante l’epilazione.
al termine il mio pube diventò rosso fuoco e gonfio, lei mi slegò facendomi capire che la cosa era finta lì! io mi rivestii e uscimmo a cena con amici, ma poi, in tarda ora dopo il pub ci imboscammo in un luogo appartato, avevo il cazzo ancora duro dal pomeriggio e dopo una lunghissimo bacio alla francese lei decise finalmente di scoparmi, si mise sopra di me impalandosi sul mio cazzo, i suoi sfregamenti sulla mia zona arrossata post depilazione furono così dolorosi che non li sopportai, la supplicai più volte di di mettersi alla pecorina, quando lei acconsentì e si girò partì la mia vendetta! le afferrai le natiche affondando le mani nella sua molle carne, lei non si lamentò per la brutalità della morsa, la scopai sbattendola con una tale foga e violenza che venne ripetutamente in pochi minuti gridando come un’ossessa, la mia sete di vendetta perversa si spense quando vicino all'orgasmo la penetrai analmente infliggendole gli ultimi due colpi accompagnati dal mio seme; lei gradì, gradì eccome.
grazie ancora per i bei momenti passati con te.
4eye.
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